Via Rizzoli
Dalla confluenza di piazza del Nettuno e delle vie Ugo Bassi e dell’Indipendenza a piazza di Porta Ravegnana.
Quartiere Santo Stefano (numeri dispari, lato meridionale) e San Vitale (numeri pari, lato settentrionale).
Prima documentazione dell’odonimo: 1880.
Dedicata a Francesco Rizzoli.
Una delibera consiliare del 1 maggio 1880 fece scomparire uno degli odonimi più importanti della città: Mercato di Mezzo.
Già gli estimi del 1296/97 indicarono questa via come Forum Medii. Tutti gli autori furono concordi nell’indicare questa via con Mercato di Mezzo, con alcune piccole ed insignificanti varianti (Zanti: Mercato di Meggio, e Banchieri: Mrcà d’Mez).
Mercato di Mezzo significa che questa era zona di mercato; di Mezzo perchè in posizione intermedia tra altre due importanti zone di mercato: piazza di Porta Ravegnana e piazza Maggiore.
Due documenti, uno del 1130 e l’altro del 1134, entrambi citati dal Fanti (II, 678,679) testimoniano che in quei tempi il nostro Forum Medii era chiamato Forum Maior (il documento del 1130) e Mercato maiore (il documento del 1134).
Di fronte a via degli Artieri vi è un vicolo privato, attualmente chiuso da cancelli, con due accessi su via Rizzoli, di cui l’accesso orientale avviene mediante un voltone. Questo vicolo era già chiuso nel 1878 (data di pubblicazione del Prontuario, in cui veniva indicato come soppressa via Pini).
Questo era l’antico Gorgadello descritto dallo Zanti e dall’Alidosi.
Il Banchieri per primo introdusse l’odonimo Pini accanto a Gorgadello descrivendo questa via come Curgadel Via di Pin.
Nella pianta dell’Aretusi è Gorgadelli, Vicoli senza uscita nel Mercato di Mezzo.
Da allora in poi tutti gli autori descrissero questo vicolo come via, vicolo o anche vicoli (perché può essere considerato diviso in tre tratti) dei Pini.
Il Tratto parallelo a via Rizzoli proseguiva ad est raggiungendo via Guglielmo Oberdan mediante un altro vicolo scomparso: il vicolo Calanchi (di cui vi è traccia evidente tra i numeri 4 e 6 di via Guglielmo Oberdan), e a ovest raggiungendo via Caduti di Cefalonia mediante un passaggio (scomparso) dove ora è il numero 3 di quest’ultima via.
Il Guidicini (IV, 195) riportò i nomi Borgadello o Borgatello, mutato poi in Gorgadello. Certo è che Gorgadello fu odonimo comune anche ad altri vicoli (via dei Felicini, vicolo Ranocchi, la scomparsa Paradiso tra via San Vitale e via Zamboni).
La famiglia Pini, che diede il nome al vicolo, aveva le case ai numeri 17, 19 e 21 di via Altabella, case il cui retro è sul vicolo.
Il Guidicini (I, 370 e seguenti) scrisse a proposito della casa all’attuale numero 6 di via Guglielmo Oberdan che questa fu anticamente della famiglia Calanchi, che diede il nome allo scomparso vicolo Calanchi.
Il voltone del vicolo dei Pini risale al 1791. Fu costruito per unire la Locanda delli Tre Re (che era a oriente del voltone, all’attuale numero 26 di via Rizzoli) alla casa all’attuale numero 22, case che erano tutte e due di proprietà della locandiera Maria Dal-Rè (Guidicini, IV, 195).
Fonti
Zanti: Nomi, et cognomi di tutte le strade, contrade, et borghi di Bologna, di Giovanni Zanti pubblicato nel 1583.
Alidosi: Nomi delle strade, vie, borghi, et vicoli, che sono nella città di Bologna, di Giovanni Niccolò Pasquali Alidosi, pubblicato nel 1624).
Banchieri: Origine Delle Porte, Strade, Borghi Contrade, Vie, Viazzoli, Piazzole, Salicate, Piazze, e Trebbi dell’Illustrissima Città di Bologna con i loro Nomi, Pronomi, e Cognomi, di Camillo Scaligeri della Fratta (pseudonimo di Adriano Banchieri), pubblicato da Clemente Ferroni nel 1635.
Aretusi: Origine di Bologna. Pianta di Bologna di Costantino Aretusi, pubblicata nel 1636.
Guidicini: Cose Notabili della Città di Bologna ossia Storia Cronologica de’ suoi stabili sacri, pubblici e privati, di Giuseppe Guidicini (scritto prima del 1837, ma pubblicato nel 1868).
Estimi 1296/97: Atlante Storico delle città italiane. Emilia Romagna, 2 Bologna. A cura di Francesca Bocchi, pubblicato da Grafis, Bologna, 1995,1998 (contiene gli Estimi 1296/1297).
Fanti: Le Vie di Bologna. Saggio di Toponomastica Storica, di Mario Fanti, Istituto per la Storia di Bologna, 2000.