L’acqua è un elemento fondamentale per lo sviluppo delle città: serve per dissetare, lavare, irrigare, fornire energia, abbeverare bestiame…
Le grandi città come Roma, Firenze, Torino sono attraversate da importanti fiumi che, nei secoli, ne permisero lo sviluppo.
Bologna si formò sulle rive di un piccolo torrente (l’Aposa) la cui scarsità (e qualità) dell’acqua costrinse i romani a costruire un acquedotto per fornire la città di acqua potabile, prelevata dal fiume Setta, ma tale acquedotto, andò fuori uso con la decadenza e rovina della città romana.
Con l’espansione che la città ebbe nel medio evo, i bolognesi, andarono a cercare l’acqua, di cui v’era bisogno, nei due più importanti corsi d’acqua che scorrevano (e scorrono tutt’ora) nei pressi di Bologna: il fiume Reno a ponente ed il torrente Savena a levante.
La fine del XII secolo vide la realizzazione di due canali artificiali (il primo, in ordine di tempo, che prelevava acqua dal Savena, il secondo dal Reno) che provvidero a Bologna l’acqua che a Bologna mancava.
I corsi d’acqua minori vennero adattati, nel corso del tempo, alla rete dei canali derivati da Reno e Savena, affiancati da numerose canalette e scoli che andarono a completare il sistema idrico di Bologna, ancora oggi in gran parte leggibile.