Via Francesco Acri
Da via Giuseppe Petroni a largo Alfredo Trombetti.
Quartiere San Vitale.
Prima documentazione dell’odonimo: 1922.
Questa via era tra quelle indicate genericamente come Vinazzi di Pelacani dallo Zanti.
L’Aretusi nella sua pianta indicò questa via compresa nei Vinazzi già vie de Previdelli assieme a via San Sigismondo.
L’odonimo via de’ Prevedelli era già stata usato dall’Alidosi, che comprendeva questa via nei Vinazzi, nome che raggruppava genericamente le vie tra via San Vitale, via Giuseppe Petroni e via Belmeloro.
Chi erano questi Previdelli ce lo dice il Salaroli (pag.77) che, descrivendo indubbiamente questa via, che parte dai Pellacani, e va giù incontro del Palazzo de Marchesi Malvezzi, scrisse che i Previdelli della Calcina era antica famiglia che aveva casa dove questa via si dirama da via Giuseppe Petroni.
Sempre il Salaroli (pag.82) scrisse che il primo tratto di via, quello che va da via Giuseppe Petroni all’incrocio con via dei Bibiena e via Vinazzetti, era chiamato Vicolo de Caprara: probabilmente anche i Caprara avevano case in questa zona.
Secondo il Fanti, il Salaroli indicò questa via come Vinazzi detti ancora Vinazzetti e Vinazzoli e alla fine prevalse quest’ultimo nome, ma non è esattamente così: i Vinazzi detti ancora Vinazzetti e Vinazzoli per il Salaroli (pag.82) sono l’insieme delle vie che dal palazzo dei Malvezzi vanno verso Gattamarza (l’odierba via Sant’Apollonia), verso via San Vitale e verso i Pelacani (via Giuseppe Petroni): quest’insieme di vie comprende il tratto orientale di via Belmeloro, l’attuale via dell’Unione, via Vinazzetti, via San Sigismondo, il tratto di via dei Bibiena da via San Sigismondo a via Francesco Acri e anche la nostra via Francesco Acri.
Ciò che probabilmente è avvenuto è che il Mitelli, creando la sua pianta, battezzò arbitrariamente questa via come Vinazzoli, che era uno dei tanti nomi, come si è poc’anzi visto, che erano in realtà riferibili ad un intreccio di vie. Il nome fu riportato tale e quale sulla pianta disegnata dai publici periti Gregorio Monari e Antonio Laghi (1711-1712), e quindi sulla pianta del Monari (1745) e da qui l’odonimo si trasferì alle lapidette del 1801, visto che i funzionari del governo napoleonico presero le piante del Monari (quella disegnata assieme ad Antonio Laghi e l’altra incisa da Alessandro Scarselli) come principali riferimenti per l’assegnazione formale dei nomi alle vie.
Con la riforma toponomastica del 1873/78 la via venne ribattezzata Via della Veterinaria, nome che rimase fino al 1 agosto 1922, quando una delibera del commissario prefettizio assegnò a questa via il nome di Francesco Acri.
Fonti
Zanti: Nomi, et cognomi di tutte le strade, contrade, et borghi di Bologna, di Giovanni Zanti pubblicato nel 1583.
Alidosi: Nomi delle strade, vie, borghi, et vicoli, che sono nella città di Bologna, di Giovanni Niccolò Pasquali Alidosi, pubblicato nel 1624).
Aretusi: Origine di Bologna. Pianta di Bologna di Costantino Aretusi, pubblicata nel 1636.
Mitelli: Bologna in pianta, città del Papa, famosa pianta di Agostino Mitelli, pubblicata nel 1692.
Monari-Laghi: Pianta della città di Bologna misurata e dissegnata d’ordine dell’Ill.mi S.S. Assonti d’Ornato dell’anno MDCCXI da noi Gregorio Monari e Antonio Laghi pubblici periti di detta città, disegno su carta, 1711/1712, conservato all’Archivio di Stato di Bologna.
Salaroli: Origine di tutte le strade sotterranei e luoghi riguardevoli della città di Bologna di Ciro Lasarolla (pseudonimo di Carlo Salaroli), pubblicato nel 1743.
Monari: Città di Bologna posta in pianta in esatta misura con la distinzione de portici che sono in essa, Pianta di Gregorio Monari, pubblicata nel 1745.
Fanti: Le Vie di Bologna. Saggio di Toponomastica Storica, di Mario Fanti, Istituto per la Storia di Bologna, 2000.