Via Belmeloro
Da largo Alfredo Trombetti (angolo via Francesco Acri) a via San Leonardo.
Quartiere San Vitale.
Prima documentazione dell’odonimo: 1624 (Bel Meloro).
Fino all’inizio del XX secolo, via Belmeloro cominciava da via Zamboni e terminava su via Sant’Apollonia. In seguito la via fu prolungata fino al viale e nel secondo dopoguerra, con delibera consiliare del 9 ottobre 1948, al tratto da via Zamboni a via Acri fu assegnato il nome di largo Alfredo Trombetti.
Essendo largo Alfredo Trombetti denominazione recente di un tratto che era compreso in via Belmeloro, ciò che qui si dirà, in termini di odonomastica storica, vale integralmente anche per il largo Alfredo Trombetti.
Dal 26 marzo 2018 via Belmeloro fu ridotta all’attuale percorso: da largo Alfredo Trombetti a via San Leonardo. Il tratto da via San Leonardo al viale Quirico Filopanti prese, in quella data, il nome di via Beniamino Andreatta.
Dal 26 marzo 2018 via Belmeloro fu ridotta all’attuale percorso: da largo Alfredo Trombetti a via San Leonardo. Il tratto da via San Leonardo al viale Quirico Filopanti prese, in quella data, il nome di via Beniamino Andreatta.
L’odonimo Belmeloro nacque probabilmente nel XVII secolo perché lo Zanti usò per questa via Campo di S.Sismondo per il primo tratto da via Zamboni alla chiesa di San Sigismondo (diventato Sismondo per lo Zanti), e Vinazzi dei Malvezzi per il tratto dalla chiesa a via Sant’Apollonia (già Gatta Marza). Per la verità lo Zanti sembrò distinguere il Campo di San Sismondo dalla Piazzola di San Sismondo, intendendo per il primo il tratto di strada tra via Zamboni e la chiesa, per il secondo lo spiazzo o sagrato della chiesa stessa, tutt’ora esistente sulla attuale via San Sigismondo.
Anche il Banchieri ignorò l’odonimo Belmeloro e chiamò Via di Malvìz il primo tratto entrando da via Zamboni (quello che per lo Zanti era il Campo di San Sismondo) per arrivare alla Piazzola d’San Sismond e continuare con i Vinazz di Malvizz. Bel Meloro fu citato per la prima volta dall’Alidosi (1624) e lo troviamo ben documentato nella pianta dell’Aretusi (1636), dove è indicato quasi all’incrocio con via Sant’Apollonia (già Gatta Marza), e la nota nella legenda è ancora più chiara: Bel meloro, in Gatamarza. La rimanente parte viene chiamata Campo dei Vinazzi dall’Aretusi, da casa de’ Malvezzi, con la nota dove è la chiesa parochiale e compagnia di San Sigismondo, e Campo dei Vinazzi di S. Sigismondo dall’Alidosi.
Sia per l’Alidosi, sia per l’Aretusi Belmeloro era un vicolo cortissimo (poco vico con le parole dell’Alidosi) che andava da via Sant’Apollonia (già Gattamarza) a via dell’Unione (già Vinazzi di Strada San Vitale).
La casa de’ Malvezzi è la famosa Cà Grande dei Malvezzi, ora in largo Alfredo Trombetti 4. L’odonimo Vinazzi, presente in più parti della città, ripetuto più volte e con più varianti (Vinazzetti, Vinazzoli, Vignacci, etc) è da riferire al latino Vignatium, Vignatia, che significa luogo coltivato a vigna, e non, come ipotizzò per primo lo Zanti (seguito poi da tanti altri), luogo dove si buttavano gli avanzi, detti vinaccie, del mosto dopo la torchiatura.
Per l’interpretazione di Bel Meloro, l’ipotesi condivisa da pressoché tutti gli autori è che l’odonimo si riferisse ad una pianta di alloro (mlór, in bolognese), particolarmente rigogliosa da meritarsi l’aggettivo di bello: bell’alloro, ovvero Bel Mlór, Bel Meloro).
La pianta dell’Aretusi ci dice anche che questa pianta di alloro, se effettivamente l’ipotesi appena esposta è vera, era nei pressi dell’incrocio con via Sant’Apollonia.
Che Belmeloro sia originariamente da riferire al tratto orientale della via è confermato dal Taruffi (pagine 79, 80) che descrisse come Balmeloro un pezzo di strada lungo 13 pertiche (49 metri e mezzo) che è esattamente la distanza tra via dell’Unione e via Sant’Apollonia sull’attuale via Belmeloro, e come li Vinazzi altra strada lunga 57 pertiche (circa 217 metri) che si diparte da via dell’Unione: 217 metri è esattamente la distanza tra via dell’Unione e via Zamboni sempre seguendo via Belmeloro.
Conferma viene anche dal Salaroli che assegnò al tratto da via Zamboni alla fine del palazzo Malvezzi il nome di Campo de Vinazzi di San Sigismondo, mentre Belmeloro fu da lui assegnato al tratto rimanente (che è, appunto, quello orientale).
Da notare che il Campo de Vinazzi di San Sigismondo ha una estensione superiore al Campo di San Sismondo descritto dallo Zanti.
Il Salaroli fece notare che il tratto di Belmeloro era conosciuto anche come Androna dei Vinazzi, notizia ripresa anche dal Guidicini, I, 131). Tutti gli altri autori assegnarono unanimemente l’odonimo Belmeloro a tutta la nostra via (largo Alfredo Trombetti compreso).
Il Guidicini riportò anche il nome Linguadocca, per il tratto da via Zamboni alla casa dei Malvezzi, affermando che questa denominazione fu usata fino alla metà del XVII secolo. Putroppo il Guidicini non citò la fonte di questa informazione che peraltro non troviamo negli altri autori. Quindi, se è vero che Linguadocca o Linguadoca fu usato per indicare questo tratto di strada, più che ipotizzare un legame con le genti della omonima nazione francese, così come fatto con Alemagna, Barberia, Inghilterra, non si può fare.
Fonti
Zanti: Nomi, et cognomi di tutte le strade, contrade, et borghi di Bologna, di Giovanni Zanti pubblicato nel 1583.
Alidosi: Nomi delle strade, vie, borghi, et vicoli, che sono nella città di Bologna, di Giovanni Niccolò Pasquali Alidosi, pubblicato nel 1624).
Banchieri: Origine Delle Porte, Strade, Borghi Contrade, Vie, Viazzoli, Piazzole, Salicate, Piazze, e Trebbi dell’Illustrissima Città di Bologna con i loro Nomi, Pronomi, e Cognomi, di Camillo Scaligeri della Fratta (pseudonimo di Adriano Banchieri), pubblicato da Clemente Ferroni nel 1635.
Aretusi: Origine di Bologna. Pianta di Bologna di Costantino Aretusi, pubblicata nel 1636.
Taruffi: Antica fondazione della città di Bologna degnissima madre di studj, di Gianandrea Taruffi, pubblicato nel 1738.
Salaroli: Origine di tutte le strade sotterranei e luoghi riguardevoli della città di Bologna di Ciro Lasarolla (Pseudonimo di Carlo Salaroli), pubblicato nel 1743.
Guidicini: Cose Notabili della Città di Bologna ossia Storia Cronologica de’ suoi stabili sacri, pubblici e privati, di Giuseppe Guidicini (scritto prima del 1837, ma pubblicato nel 1868).