Il Canale di Reno alla Canonica, a Casalecchio di Reno, dove c’era il Molino Canonica. Questa località deve il suo nome ai Canonici Renani, che qui avevano l’antichissimo monastero di Santa Maria di Reno.
Il punto di ingresso del Canale di Reno in città è presso la Grada, un varco nelle mura trecentesche, così chiamato per la inferriata (grata) tuttora esistente ed in passato usata per impedire accessi indesiderati (di persone o di cose) entro le mura.
Il Canale di Reno visto dal ponte della Carità, ponte che permetteva a via San Felice di attraversare il canale stesso. In fondo si vede l’opificio della Grada, tuttora esistente. A sinistra si intravede la struttura dei Bagni del Reno (uno stabilimento balneare cittadino). Al centro i lavatoi e le lavandaie al lavoro.
La didascalia della cartolina è errata: non si tratta della chiesa della Carità, ma bensì dell’oratorio di San Sebastiano, danneggiato gravemente dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e demolito successivamente. Si vede bene il parapetto del ponte della Carità e via San Felice . Questa piccola chiesa apparteneva ad una confraternita detta Compagnia della Carità, soppressa durante il periodo di governo napoleonico.
L’Ospedale Maggiore, che occupava buona parte dello spazio oggi compreso tra piazza Manfredi Azzarita e via Giovanni Brugnoli, si affacciava sul Canale di Reno (che qui non si vede, ma è da immaginare sotto al bordo inferiore della cartolina).
Dove il Canale di Reno attraversa via delle Lame, in corrispondenza del Ponte delle Lame, c’è la chiesa di Santa Maria della Visitazione, detta semplicemente chiesa della Madonna delle Lame. Il canale passa sotto alla chiesa.
Tra via Capo di Lucca e via Alessandrini scorrono tuttora le acque del Canale di Reno, che qui prende il nome di Canale delle Moline, per le tante macchine ad energia idraulica qui in uso fino all’inizio del XX secolo.
Delle strutture dell’antico Porto di Bologna oggi è rimasta la sola Salara. L’edificio della Dogana e gli edifici circostanti furono demoliti, le mura scomparse dal 1902/1903, il canale (che qui si chiama Cavaticcio, derivato dal Canale di Reno all’altezza di via Guglielmo Marconi) completamente coperto. Oggi è stata ricreata una illusione dell’antico porto, con uno specchio d’acqua che simula il canale ed un ponticello che lo attraversa. L’acqua del canale in realtà continua a scorrere coperta qualche metro al di sotto.
Il Canale Navile, antica via di navigazione, è rimasto in uso come tale fino all’inizio del XX secolo. Le barche erano trainate da cavalli lungo le restare, sentieri ricavati sugli argini del canale navigabile. La navigabilità del canale era resa possibile dalla presenza di sostegni, sistemi di chiuse vinciane che mantenevano (sostenevano) il livello dell’acqua sufficientemente alto.