Origine di Bologna

Vie, strade, vicoli, piazze, luoghi di Bologna.

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I luoghi di Bologna

Il Centro e le sue Piazze

Via Rolandino: Casa Berò detta anche dei Carracci.
Via Frassinago: edificio dell'antico Ospedale degli Abbandonati, soppresso nel 1806 e convertito ad uso militare.
L'antica via delle Asse (oggi via IV Novembre), con le botteghe che ancora erano addossate sul fianco del palazzo Comunale. Accanto a queste botteghe era una edicola, anch'essa addossata al muro del palazzo Comunale, contenente una immagine di Madonna dipinta su asse di cedro, detta "Madonna delle Asse", che diede l'antico nome della via. Questa immagine oggi è custodita nel "Chiostro delle Madonne" presso la Certosa di Bologna,
Palazzo Albergati in via Saragozza. Il piccolo edificio con tre architravate al centro dell'immagine è scomparso. Tra questo edificio e il palazzo Albergati vi è via Malpertuso.
Piazza del Nettuno, ammantata dalla neve. la presenza della ringhiera che cinge la statua del Nettuno ci dice che questa immagine è precedente all'anno 1888.
Vista su piazza Maggiore dal Cantone dell'Orologio. Il palazzo Re Enzo non è ancora stato restaurato.
Palazzo della Mercanzia. Oggi la porta di destra non c'è più, eliminata da un restauro del 1889.
Monumento a Minghetti. L'edificio delle Poste non è ancora stato costruito.
I tempi sono cambiati: un tempo il comune provvedeva a dare da mangiare ai piccioni.
Piazza del Nettuno.
Piazza Maggiore (allora si chiamava Piazza Vittorio Emanuele). Da notare il tram a cavalli.
Piazza Galvani, già piazza della Pace e prima ancora Pavaglione.
Oggi questa si chiama Piazza Franklin Delano Roosvelt. E' il risultato della demolizione di un intero isolato. Ebbe anche il nome di piazza della VIttoria, assegnato in un periodo in cui i governanti di allora speravano di vincere la seconda guerra mondiale. Infine le fu assegnato il nome del presidente di uno stato che la guerra la aveva vinta per davvero. Si vede la facciata del palazzo della Zecca, oggi coperta da un palazzo moderno.
Piazza Cavour, realizzata con la demolizione di un intero isolato.
La piazzola o via del Carbone era uno slargo corrispondente in parte a via Giacomo Venezian. A sinistra si vedono le case poi demolite per fare posto alla attuale piazza Franklin Delano Roosvelt.
Bella veduta su piazza del Nettuno.

San Domenico, Santo Stefano e San Giovanni in Monte

La facciata di San Domenico si presenta come era dopo l'abbattimento del portico, di cui si vedono tracce di archi nella cappella a sinistra e immediatamente a destra della porta di ingresso, ma prima dei restauri del Rubbiani del 1910 che ripristinarono l'antico rosone e la facciata romanica, abbassando il primo tratto della navata centrale.
Piazza San Domenico. Il nome di "Piazza Galileo" indicato nella cartolina fu assegnato a questa piazza nell'ambito della riforma toponomastica 1873-78. Nel 1934 venne ripristinato l'antico nome di Piazza San Domenico.
Il gruppo stefaniano dopo i restauri che rimisero in vista le chiese del Santo Sepolcro e dei Santi Vitale ed Agricola. A destra della chiesa del Crocifisso c'è ancora un edificio che oggi non c'è più.
L'antica casa Modiano (qui indicata come casa Filippetti già Macchiavelli), cancellata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, e la salita che porta a San GIovanni in Monte. A sinistra si nota il voltone che segna l'inizio della salita che porta alla porta laterale della chiesa di San Giovanni in Monte.
L'antica casa Modiano (qui indicata come casa Filippetti), cancellata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, e la salita che porta a San GIovanni in Monte. La casa si presenta come era dopo i restauri del 1905.

San Donato

La didascalia della cartolina è imprecisa. Siamo nella attuale piazza Giuseppe Verdi, e il fotografo era davanti al Teatro Comunale. In realtà l'abside di San Giacomo è scarsamente visibile in secondo piano. Ciò che si vede in primo piano è il tratto restaurato della cosiddetta "Cerchia del Mille" e la chiesa sconsacrata ed il piccolo campanile di Santa Cecilia.
Il portico quattrocentesco sul fianco di San Giacomo Maggiore, in via Luigi Zamboni (già Strada San Donato). L'immagine è precedente il 1906, anno in cui fu abbattuto il portichetto su piazza Verdi e che qui si intravede alla fine del portico di San Giacomo. Da notare l'alto dislivello tra la strada ed il piano di calpestio del portico. Piazza Verdi, prima di chiamarsi piazza Verdi veniva considerata parte di Strada San Donato (via Zamboni) e solo da taluni chiamata piazza di Santa Cecilia (dalla chiesa, ora oratorio il cui ingresso è sotto al portico di San Giacomo) o piazza dei Bentivogli, in quanto dove ora è il Teatro Comunale era il palazzo Bentivoglio, distrutto dopo la cacciata di GIovanni II avvenuta nel 1506.
Immagine precedente il 1906, anno in cui fu abbattuto il portico che si vede al centro, addossato ad un relitto della seconda cerchia di mura di Bologna, la cosiddetta "Cerchia del Mille" (sec. XII, XIII).

La chiesa di Santa Cecilia, soggetto di queste foto, era parrocchiale e fu soppressa durante il periodo di dominazione francese nel 1806. Conserva al suo interno stupendi affreschi cinquecenteschi. Si nota che il piccolo campanile era ancora più basso di quanto è oggi: ci sono tracce di una più antica cella campanaria sotto quella attuale. L’innalzamento del campaniletto fu dovuto alla costruzione dello stupendo portico sul fianco di San Giacomo Maggiore il cui piano di calpestio è parecchio più alto del piano stradale, per cui alla fine del XV secolo la chiesa fu adattata (ed il campanile alzato). Sulle mura restaurate della Cerchia del Mille vi sono le tracce di un portico che fu demolito nel 1906.
Per finire, va detto che la “Cerchia del Mille” non è del mille. Fu costruita tra XII e XIII secolo e non era ancor finita che già c’era necessità un un ulteriore ampliamento, che portò alla costruzione della terza cerchia di mura, quella oggi contornata dai viali di circonvallazione.


San Francesco

Questa foto di inizio novecento di Giovanni Mengoli ritrae la chiesa di San Francesco. La costruzione fu ultimata nel 1263 ed è esempio stupendo della prima architettura gotica in Italia.
Questo era l'aspetto del complesso di San Francesco prima del 1886.
La foto di questa cartolina è posteriore al 1886. Gli edifici addossati all'abside di San Francesco sono scomparsi. E' rimasta ancora parte del portico (da cui emerge la guglia della tomba di Odofredo) dietro cui si vedono le tettoie di un mercato che ivi veniva svolto.
Abside della chiesa di San Francesco dopo i restauri del 1886.
In questa cartolina vediamo che il portico è sparito completamente. Si notano le case porticate a destra e vediamo anche il treno a vapore che congiungeva Casalecchio e Vignola ed aveva capolinea qui. Il capolinea fu qui dal 1883 al 1907, per cui questa immagine è certamente anteriore al 1907.
Anche questa cartolina documenta il capolinea in piazza Malpighi della ferrovia Bologna-Casalecchio-Vignola. La casa immediatamente a destra della colonna verrà rasa al suolo dai bombardamenti del 1943.

Il convento e la chiesa di San Francesco furono oggetto di esproprio da parte del governo filonapoleonico istituito nel 1796. La chiesa fu ridotta a deposito delle merci ad uso della finanza. Parte delle ex aree conventuali furono adibite ad uffici delle dogana e la sagrestia fu destinata all’esazione dei dazi.
Durante questo periodo la chiesa patì notevoli danni soprattutto al suo interno, che oggi appare comprensibilmente spoglio.
Finalmente, assai dopo la caduta di Napoleone, nel 1846 la chiesa venne restituita ai Francescani.
I bombardamenti del 1943 danneggiarono gravemente il complesso che fu oggetto di una attenta opera di ricostruzione.


Via Indipendenza, la Stazione ed il Campo del Mercato

Stazione ferroviaria di Bologna alla fine del XIX secolo.
Tram e carrozze a cavalli davanti alla Stazione.
Tram, carrozze a cavalli e una autovettura davanti alla Stazione.
Ruderi della Rocca di Galliera nei pressi della Scalinata del Pincio.
Piazza dell'Otto Agosto vista dalla Montagnola. Via Irnerio non c'è ancora. Al centro i vecchi edifici che occupavano parte dell'area dove poi sorgerà il palazzo delle Telecomunicazioni.
Piazza dell'Otto Agosto e la Montagnola. Via dei Mille e via Irnerio non ci sono ancora. A sinistra i vecchi edifici che occupavano parte dell'area dove poi sorgerà il palazzo delle Telecomunicazioni.
Via dell'Indipendenza. Davanti all'Arena del Sole vi è la statua di Ugo Bassi, che poi sarà sostituita dalla statua di Garibaldi.
Via dell'Indipendenza. Porta Galliera è alle spalle, la Montagnola a sinistra.
Via dell'Indipendenza. La statua di Garibaldi è già al suo posto.
Insolita vista di via dell'Indipendenza. Infatti è stata stampata invertendo destra e sinistra ...
Via dell'Indipendenza. La palazzina Majani deve ancora essere costruita ed al suo posto (quasi di fronte alla Cattedrale) c'è ancora la cinquecentesca casa Galletti, senza portico. L'edificio che segue è il Seminario Arcivescovile, oggi Hotel Baglioni,

Sono le aree maggiormente interessate dai rinnovamenti urbani di fine ottocento/inizio novecento. Via dell’Indipendenza fu creata dal 1874 al 1888 unendo e rettificando, mediante importanti sventramenti, antiche vie: Canton dei Fiori, Piazza San Pietro, via Malcontenti, Campo de’ Fiori, via della Maddalena, Casette di San Benedetto.  Piazza dell’Otto Agosto (l’antico Campo del Mercato) e il giardino della Montagnolo sono oggi divise da via Irnerio, la cui apertura risale ai primi anni del novencento (la delibera di assegnazione del nome Irnerio alla via è del 1913).


Via Ugo Bassi, via delle Lame

Via Ugo Bassi verso vi Rizzoli. Quest'ultima era ancora "stretta", prima degli sventramenti che portarono alla creazione di piazza Re Enzo.
Via Ugo Bassi verso via San Felice. La via si presenta prima degli sventramenti iniziati nel 1927 e che la allargarono.
A sinistra lo scomparso Hotel Brun, il quattrocentesco palazzo che fu dei Ghisilieri. Proseguendo verso destra la ex chiesa di Santa Maria delle Laudi, conosciuta anche come "Ospedaletto". A destra la casa Facchinetti (scomparsa con l'ultima guerra assieme all'hotel Brun). Ancora più a destra vi è la statua di Ugo Bassi, all'altezza del Mercato delle Erbe.
La statua di Ugo Bassi quando era nei pressi del Mercato delle Erbe, non lontano da dove è oggi
L'Hotel Brun, già palazzo Ghisilieri. Semidistrutto da un bombardamento durante la seconda guerra mondiale, fu quasi completamente demolito negli anni della ricostruzione post bellica (si è conservato solo l'angolo su via Alfredo Testoni), e sostituito dal Palazzo del Toro.
Via delle Lame vista dal Ponte delle Lame. A sinistra si intravede la faccia della chiesa di Santa Maria della Visitazione conosciuta meglio come "Madonna delle Lame".
Il Palazzo del Gas. A destra via Guglielmo Marconi, a sinistra via delle Lame. Il Palazzo del Gas prese il posto dell'antico edificio noto come "Punta di Morando". Il lato destro di via Marconi presenta ancora le vecchie case dell'antico Borgo delle Casse. La demolizione (che ha salvato la sola casa natale di Luigi galvani) doveva ancora iniziare.

 

  • Palazzo del Podestà e Palazzo Re Enzo. 1905-1913
  • L'allargamento di Via Rizzoli
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