Il Torrente Sàvena (pronunciato con accento sdrucciolo, è parola di derivazione etrusca e significa alla lettera vena d’acqua) ha la sorgente poco a nord del passo della Futa, nel territorio di Firenzuola, in provincia di Firenze, in un anfiteatro di monti costituito da Monte Freddi, Colle del Covigliaio, Sasso di Castro, Poggio Savena, Le Banditacce, Passeggere, Monte Luario e Monte Bastione.Da questi monti nascono alcuni rii che, confluendo, danno origine al torrente Savena, che, dopo 55 chilometri si immette nel torrente Idice, a sua volta affluente del Reno.
Nei pressi di Bologna, a San Ruffillo, attraversa la via Toscana dove vi era un ponte di epoca medievale, demolito nel 1901 e sostituito da nuova costruzione.
Fino al 1776 il Sàvena attraversava la via Emilia presso la località Pontevecchio (toponimo che fa riferimento proprio all’antico ponte sul torrente) e si avvicinava alla città di Bologna arrivando a rasentare la chiesa di Sant’Egidio, poco fuori porta San Donato, dopo di che proseguiva passando per Cadriano, Lovoleto, Altedo, per immettersi infine nel Reno, seguendo il percorso ancora oggi esistente e noto come Sàvena abbandonato.
Nel 1776, mediante uno sbarramento realizzato nel punto in cui oggi via Luigi Longo si avvicina al corso del torrente, il corso del Savena fu modificato e le sue acque immesse nel letto attuale.
La Bologna altomedievale era attraversata dal solo torrente Aposa, le cui acque erano insufficienti alle necessità della Bologna in espansione del XII secolo. Nel 1176, presso San Ruffillo, si cominciarono i lavori per la realizzazione del Canale di Sàvena, che, assieme al Canale di Reno, i cui lavori cominciarono qualche anno dopo, fornì le risorse idriche necessarie alla città.