Denominazione attuale: via Val d’Aposa ed il tratto di via Tagliapietre fino a via Saragozza.
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Dalla via Urbana alle Pugliole di Santa Margherita.
Per seguire le norme che danno le lapidette, bisogna dire che questa strada comincia dalla via Urbana, sbocca nel Trebbo dei Carbonesi, ripiglia nel fianco del palazzo Zambeccari, e si fa terminare al Ponticello di Sant’Arcangelo.
La sua denominazione l’ebbe dal corso dell’Avesa che vi percorreva prima del 1070.
Nel 1289 si pubblicavano i bandi nel trebbo di Val d’ Aposa e davanti la casa di Pellegrino Semopizzoli.
Particolari tratti dal Catasto Gregoriano (1835) della città di Bologna, messo a disposizione dall’Archivio di Stato di Roma con il progetto “Imago II“.
Val d’Aposa a destra entrandovi per la via Urbana.
Li 29 marzo 1608 l’Ornato concesse ad Angelo e fratelli de’ Nobili di aggiungere alla loro casa il portico da quella parte che guardava la via delle suore del Corpo di Cristo, in lunghezza piedi 83, e in larghezza piedi 6 e oncie 2, cominciando dal portico dei Branchetti.
I primi archi di portico, subito passata la via Urbana, appartengono alla casa N. 259 della via Urbana.
- Via Tagliapietre 14 (N.265)
- Via Tagliapietre 12 (N.264)
- Via Tagliapietre 10 (N.263)
- Via Tagliapietre 4, 6 (N.261)
- Via Tagliapietre 2 (N.260)
- Si passa il Trebbo dei Carbonesi.
La continuazione di Val d’ Aposa dal Trebbo Carbonesi al ponticello di Sant’Arcangelo si trova spesso nominata via dello Spirito Santo, e nel secolo XIV via di Sant’ Antonio di Padova dalla chiesa dedicata a questo Santo.
In un rogito di Bertolotti Antonio delli 21 febbraio 1667 è chiamata contrada rincontro la Croce dei Santi. Nel 1715, nei campioni delle strade, è detta via degli Asini, della qual denominazione non se ne può dare alcuna etimologia.
Per le case incluse nel palazzo dei Zambeccari, che erano su questa strada, veggasi via Trebbo Carbonesi.
- Via Val d’Aposa 10 (N.1358)
- Via Val d’Aposa 6 (N.1360), 8 (N.1359) – Oratorio dello Spirito Santo
- Si passa la via Pugliole dello Spirito Santo. (nel testo orig. del Guidicini, qui erano indicate imprecisamente le Pugliole dei Celestini).
- Via Val d’Aposa 4 (N.1434)
- Via Val d’Aposa 2 (N.1433)
Via Val d’ Aposa a sinistra cominciando dalla via Urbana.
- Via Tagliapietre 9 (N.274)
- Via Tagliapietre 7 (N.275)
- Via Tagliapietre 3, 5 (N.276)
- Si passa la via Trebbo dei Carbonesi.
- Via Val d’Aposa 13 (N.1355, N.1356) – Chiesa e canonica di S. Martino della Croce dei Santi
- Via Val d’Aposa 7/2 (N.1351)
- Si passa il vicolo Gangaiolo.
Nell’ angolo a settentrione del vecchio Gangaiolo cominciavano le case degl’antichi Grilffoni, estinti nel 1450 in Giovanni di Lodovico. Costoro cominciano ad essere citati nei libri dei Memoriali del 1290.
Matteo Griffoni, medico che viveva nel 1310, fu il primo di questa famiglia. Quel Matteo Griffoni che scrisse il Memoriale si crede nipote o pronipote del medico, e fu quegli che inventò tutte le favole che si raccontano dei Griffoni, e ciò per esaltare la sua famiglia.
Altri Griffoni, oriundi da Sant’ Agata, di professione speziali, sorsero quando gli altri mancarono, si fecero grandi circa la suddetta epoca, e spesse volte vengono confusi coi primi dai nostri storici.
Il cognome loro lo trassero forse dal Griffo posto per insegna alla loro spezieria. Una terza famiglia Griffoni derivò da un Giuseppe mercante pistoiese stabilito in Bologna, e morto nel 1576, i cui figli nel 1596 furon accettati nella seconda famiglia Griffoni da Riniero e fratelli, figli di Francesco.
I Primi Griffoni ebbero la loro torre nell’angolo del chiuso Gangaiolo, che fu edificata da Guido circa il 1190, e precipitò nel 1296 sopra le case di Palmirolo e di Gherardo Torelli che erano nella parte opposta della strada. Questa torre dicesi che fosse più bassa di quella dei Catalani di dodici puntate o colombare. Per tale ruina mori il solo Paolo Spadacorta di S. Giovanni .in Persiceto, coi buoi attaccati al carro, che egli conduceva. Dall’estinzione della famiglia Griffoni fino al 1567 non si hanno notizie a chi abbiano appartenute le loro case nelle quali era compreso il seguente numero.
Notizie sul Broglio dei Maccagnani
Aggiunte (notizie relative a stabili posti in via Val d’Aposa, ma non facilmente localizzabili)
- 1245 30 settembre. Oddofredo dottor in leggi del fu Bonaccursio di Riccardo de Denari comprò dai fratelli Riccardo e Caravita a, figli del fu Bonacursio, e da Ramburga del fu Guglielmo di Anglico Cortellari, la metà di una casa per indiviso posta nel quartiere di S. Procolo nella contrada o vicolo di Val d’Avesa, per lire 30. Rogito Salathil del fu Martino.
- Mori l’ Oddofredo li 3 dicembre 1265.
- Alla fine di questa strada dirimpetto alle Pugliole vi era il ponte sul!’ Avesa che diede il nome di Ponticello di Sant’Arcangelo a questa località.
- 1536, 28 marzo. Vincenzo di Baldassarre Bettini alias Fabri comprò da Giovanni di Bandino Bandini una casa posta sotto S. Mamolo nella via Val d’ Aposa, per L. 1350; confinava col compratore, coi Segni e coi Guidotti. Rogito Giovanni Battista Castellani. I numeri in Val d’Aposa che erano sotto la parrocchia di S. Mamolo erano a destra andando verso S. Mamolo. Questi numeri erano il 276, 275 e 274, appartenenti i due primi all’ amministrazione parrocchiale di S. Paolo, l’ ultimo ai Vanotti. A sinistra poi vi era il N. 265 dei Traeri o Traiani, poi il fianco della casa Cesari N. 266 di Calcaspinazzi.
- 1437, 20 febbraio. Matteo del fu Dino de Cilli, banchiere, e Catterina del fu Lizzo da Villola, vedova di Dino Cilli e madre di detto Matteo, vendettero a suor Misina del fu Antonio di Rizzardo Caselli, professa in Santa Maria Nuova, una casa con orto posta sotto S.Mamolo in via Val d’Avesa, per L. 200. Confinava colla via pubblica da due lati, con madonna Cippa di Bartolomeo Consolini, coi beni dei frati di Santa Maria Nuova degli Angeli, e con Francesco Pellarano. Rogito Gaspare Usberli.
- 1569, 19 gennaio. Isalma del fu Gio. Battista Palcani, vedova Machiavelli, aveva casa, che affittava, sotto S. Martino della Croce dei Santi, posta in Val d’Avesa. In un rogito è descritta per casa grande, e confinava con due strade, colla detta vedova Macchiavelli, e con Agostino de’ Baldi.
- Nel 1471 si trova ricordata la contrada delta il Serraglio in Val d’ Aposa.