Denominazione attuale: Via Sant’Isaia.
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
La Strada di Sant’Isaia comincia dalla porta della città e termina alla Seliciata di S. Francesco.
La sua lunghezza è di pertiche 155, 9, e la sua superficie di pert. 424, 52, 7.
Il serraglio di Sant’ Isaia, ossia la porta del secondo recinto, si trovava dov’era il convento delle monache di Sant’Agostino di Barbaria.
Un rogito di Rolando Guarini delli 10 dicembre 1135 ricorda una casa con orto posta nella porta Sant’Isaia fuori del serraglio nel Borgo dei Palj (Vedi convento di S. Gio. Battista). Pare che il Borgo dei Palj possa esser stata la Strada di Sant’Isaia.
Scopertosi nel 1376, e precisameute il giorno di Sant’ Isaia, che i Pepoli capi del partito Scacchese, coll’ aiuto di Taddeo Azzoguidi, minacciavano Bologna, il Senato decretò che fosse chiusa la porta della città per la quale temevasi potessero entrare, e che perciò fu poi chiamata porta di Sant’Isaia.
Nella storia dei professori della nostra Università del P. Sarti trovasi all’articolo — Taddeo Pepoli — la seguente notizia:
Li 3 agosto 1340 fu chiusa la porta della città detta di S. Mattia in occasione della transazione fra la Santa Sede e Taddeo Pepoli. Lo stesso si fece per quelle di Saragozza, del Pradello, e di S. Felice, indi per quelle delle Lamme, del Borgo di Galliera, della Mascarella, di S. Donato, di S. Vitale, e di Strada Maggiore.
Li 4, 5 e 6 agosto si chiusero quelle di S. Mamma, di Strada Castiglione, e di Strada Stefano.
Li 22 agosto 1340 le chiavi delle porte furono consegnate dal Legato Beltramino a Taddeo Pepoli, il quale le fece riaprir tutte, nominandole ad una per una, ma non parlasi del riaprimento di quella di S. Mattia.
La porta di S. Mattia non è ricordata dalle nostre storie, ma osservandosi che tutte le altre porte della città sono nominate nell’opera suddetta a riserva di quella di Sant’Isaia, bisogna convincersi che questa sia quella di S. Mattia, e che rimase chiusa.
Questa contrada rimase senza immediata comunicazione colla campagna dal luglio del 1445 al maggio del 1568, e cioè dalla chiusura dell’ antica porta del Pradello, per dove fuggirono i Canetoli ed altri assassini di Annibale I ucciso li 24 giugno 1445, fino all’apertura della nuova porta Pia seguita li 23 maggio 1568 in onore di Papa Pio V dei Ghisilieri del ramo di quelli stessi che ebbero parte nella morte del Bentivogli. Dal nome del Pontefice fu detta porta Pia, ma comunemente vien nominata porta Sant’ Isaia dall’ antichissima chiesa parrocchiale dedicata al detto Santo.
Li 10 novembre 1567 si pose mano ai lavori per riaprire questa porta, che alcuni dicono lo fosse li 20 maggio dell’ anno susseguente
Per costruire la nuova porta fu d’uopo demolire la chiesa della compagnia di San Pellegrino, che faceva prospetto alla strada.
La prima pietra fu posta li 11 novembre 1567, e per le Rogazioni minori del susseguente anno fu aperta, passandovi per prima la processione della B. Vergine di S. Luca.
Riconosciuta angusta la strada vicina a detta porta, fu ampliata con pertiche 43 e piedi 80 somministrate da Urbano de Plodio, e con pertiche 38 e piedi 85 dall’ ospedale della SS. Trinità, alias della Montanara, unito a quello di S. Bartolomeo di Reno, i quali ebbero in compenso, il primo pertiche 76, e l’altro pertiche 62 del suolo di una strada detta via Morta.
Li 18 settembre 1571 il Cardinal Paleotti, vescovo di Bologna, diede facoltà al Reggimento di occupare certa parte di terreno dell’ ospedale di S. Bartolomeo di Reno, ossia della SS. Trinità, per la fabbrica della porta Pia, coll’ assegnare altro terreno in permuta.
Questo decreto fa supporre che nel 1571 non fosse ancor finita la porta. La pubblicazione dei bandi si faceva nel 1256 davanti al trebbo della chiesa di Sant’Isaia in borgo Sant’Isaia, e davanti la casa di Guido. Nel 1289 si faceva innanzi la chiesa di Sant’Isaia, e innanzi la croce di detta strada.
Strada Sant’Isaia cominciando a destra della porta e continuando fino alla Seliciata di S. Francesco
- N.464
- N.451,452,453,454 – Chiesa e convento di monache Domenicane dette di San Gio. Battista.
Il Guidicini indicò i numeri 461,462,463,464 con evidente errore, di cui il Breventani non si accorse, tant’è vero che riportò l’errore nelle sue “correzioni ed aggiunte”. - Si passa il Frassinago
- Via Sant’Isaia 12, 14, 16, 18, 20, 22 (N.413, N.414, N. 415) – Chiesa e convento di monache Domenicane dette di S. Mattia
- Via Sant’Isaia 10 (N.411, N.412) – Orto dei Padri di S. Francesco
- N.410
- Via Sant’Isaia 4 (N.409)
- Via Sant’Isaia 2 (N.408)
Strada Sant’ Isaia a sinistra cominciando dalla porta della città fino alla Seliciata di S. Francesco
- Via Sant’Isaia 77/2 (N.469, N.470) – Chiesa e compagnia delle Stimmate di S. Francesco, detta di San Pellegrino
- Si passa la via Nuova di Sant’Isaia
- Via Sant’Isaia 57 (N.491)
- Via Sant’Isaia 55 (N.492)
- Via Sant’Isaia 39 (N.502)
- Via Sant’Isaia 37 (N.503, N.504, N.505, N.506, N.507) – Ospizio dei Certosini, chiesa di Sant’ Anna, e case annesse dei medesimi
- Via Sant’Isaia 37 (N.503)
- Via Sant’Isaia 35 (N.504)
- Via Sant’Isaia 33 (N.505)
- Via Sant’Isaia 31 (N.506)
- N.507
- N.508
- Via Sant’Isaia 25 (N.509)
- Via Sant’Isaia 23 (N.510)
- Via Sant’Isaia 5 (N.520) – Chiesa di S. Michele Arcangelo, della congregazione spirituale detta degli Agonizzanti
- N.522 – Fianco della chiesa parrocchiale di Sant’Isaia
- Si passa il Borghetto di S. Francesco
- N.523
Aggiunte (notizie relative a stabili posti in Strada Sant’Isaia, ma non facilmente localizzabili)
- 1352, 22 dicembre. Bartolomeo di Cambio Zambeccari vende a Bartolomea Bolognetti una casa e una casetta sotto Sant’ Isaia per L. 50. Rogito Giovanni di Gherardo Zambeccari.
- 1422, 25 febbraio. Vendita di Bonifacio del fu Carlo Zambeccari, a Galeazzo Gessi, di tre delle quattro parti di una casa in Sant’ Isaia, per L. 200. Rogito Giacomo Ottoboni.
- 1528, 8 febbraio. Compra Giorgio di Francesco Ghisilieri da Michele del fu Girolamo Guastavillani una casa in Sant’Isaia (è più probabile che debba dire sotto Sant’Isaia), per L. 2500. Rogito Filippo Bombelli. Confina il venditore, Giovanni di mastro Cristoforo da Carpo a mezzodì (in strada Sant’ Isaia il mezzodì è esposto alla via), le suore di S. Lodovico e Girolamo Laffi beccaro. Questi Laffi confinavano coi Tanara, i quali confinavano col Guastavillani, lo che verificato è certo che questa casa era nel Borghetto di S. Francesco.
- 1531, 25 gennaio. Compra Angelo Michele Guastavillani da Giuseppe dalla Torre una casa sotto Sant’ Isaia per L. 3000. Rogito Annibale Coltelli.