Origine di Bologna

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Castellata (Via)

Via Castellata
Da via Rialto a via Castiglione.
Quartiere Santo Stefano.
Prima documentazione dell’odonimo: 1443 (La Castellata).


Il percorso di via Castellata, così come quello delle vicine via Rialto e via del Cestello, fu originato nel XII secolo dalla strada che circondava esternamente il fossato della seconda cerchia di mura, quella nota come cerchia dei Torresotti o del Mille.
L’odonimo Castellata comparve nel 1636 nella pianta dell’Aretusi che aggiunse che questa via veniva detta anche Fossato.
Precedentemente lo Zanti la chiamò Via delle Suore di San Lorenzo, mentre per il Banchieri, più semplicemente, fu Via d’ San Lurenz.
Il Banchieri morì nel 1634 ed il suo libro fu pubblicato postumo nel 1635. Lo stampatore aggiunse delle note nell’introduzione, con il titolo di ”alcune avvertenze”, in cui parla di questa via chiamandola Castlà1.
Il Salaroli la chiamò Castellata, detta anche Fossato, poi Tintori di San Lorenzo e Via delle Suore di San Lorenzo.
Tutti gli altri autori riportarono semplicemente Castellata.
Con al riforma toponomastica del 1873/78 l’odonimo fu conservato: via Castellata.
Il nome Fossato, riportato dall’Aretusi, era usato anticamente.
Il Guidicini2 riportò alcuni documenti che descrivono il Fossato fin dal 23 giugno 1341 come zona che fu concessa dal Comune di Bologna a Bolognino di Borghesano da Lucca per costruire un edificio per un filatoglio da seta.
Un altro atto del 1346 fa riferimento allo stesso edificio sito nel Fossato dei Cartolari.
Altri documenti ancora del 1351 e del 1369, sempre in riferimento dello stesso edificio, riportano Cartolerie, Contrada dei Cartolari, Cartoleria o Fossato dei Cartolari.
Dato che l’edificio in questione è ben noto e si trova ai numeri 2 e 4 di via Castellata, non c’è dubbio alcuno che si parli di questa via.
Cartoleria o Cartolaria sembra quindi essere, nel XIV secolo, toponimo indicante non una singola via, ma l’insieme delle attuali due vie Cartoleria e Castellata. In effetti via Castellata corrisponde allo percorso esterno al fossato della cerchia muraria del XII secolo, mentre via Cartoleria corrisponde al spalto interno della stessa cerchia.
In seguito la nostra via venne distinta da Cartolaria chiamandosi Via delle Suore di San Lorenzo o via di San Lorenzo, dalla chiesa e convento delle canonichesse lateranensi di San Lorenzo allora esistente (oggi non più) all’angolo con via Castiglione.
L’odonimo ricordato dal Salaroli (Tintori di San Lorenzo) faceva riferimento all’attività di tintoria presente sul canale di Savena che scorreva qui vicino. A prova di ciò, la casa alla confluenza delle attuali vie Rialto e Castellata era nota come Casa del Tintore, e vi aveva sede una attività di tintoria.
Per quanto riguarda l’estensione del percorso di questa via, il Guidicini fece notare che con gli antichi nomi (Fossato, via di San Lorenzo, vie delle Suore di San Lorenzo, etc.) si comprendeva anche via Rialto, andando da via Castiglione a via Santo Stefano, in contrasto con lo Zanti che fece coincidere l’antica Via delle Suore di San Lorenzo esattamente con la nostra via Castellata.
Il dubbio sull’estensione del suo percorso fu, in qualche maniera, confermato dal Salaroli che a pagina 22 affermò che Castellata va da via Castiglione a via Santo Stefano (come se via Rialto non esistesse), mentre a pagina 61 dice che Rialto va da via Santo Stefano alla Casa del Tintore da dove comincia via Castellata.
Significato evidente, come abbiamo visto, il riferimento a San Lorenzo.
Evidente anche l’odonimo Fossato, dato che qui era il fossato della seconda cerchia di mura, fossato alimentato dalle acque del Canale di Savena.
Meno evidente Castellata.
Lo Zanti, seguito dal Banchieri, dal Salaroli, ed, in epoca molto più recente, dal Fanti3, affermò che tale nome viene dalla somiglianza della nostra via con la castellata, che è una specie di botte molto allungata che serve al trasporto di uva ammostata. Via Castellata somiglierebbe alla castellata vinaria per essere stretta nei capi e larga in mezzo, come disse il Salaroli.
Credo che sia difficile riscontrare tale somiglianza nelle fattezze della via, per cui mi sembra più probabile un’altra ragione, come quella, per esempio, data dallo stesso Fanti come alternativa alla similitudine: l’esistenza di un esercizio (locanda ? osteria ?) all’insegna della castellata.
Viene ora proposta una nuova ipotesi: la chiesa del Crocifisso del Cestello (via del Cestello 25) fu eretta su richiesta di un gruppo di devoti che veneravano un crocifisso dipinto sul muro dell’orto del convento dei Domenicani4. La richiesta venne accolta il 12 luglio 1516 dal Padre Stefano Foscarari, priore dei Domenicani. Il luogo oggetto di tale concessione venne descritto come cantone e ponte dell’Avesa per dove si andava alla strada delle tovaglie in luogo detto la Castellata, dove per l’ addietro seguivano omicidi ed altri mali. La chiesa del Crocifisso in effetti è costruita sopra il percorso dell’Aposa. La cosa interessante è che tale luogo, all’inizio del XVI secolo, veniva chiamato la Castellata. A conferma dell’esistenza del toponimo la Castellata a ponente di via Castiglione, un rogito del 25 maggio 1443 del notaio Petronio Macchiavelli5 descrive il percorso del Vicolo del Ritiro delle Dame (l’attuale vicolo delle Dame) che da Strada Castiglione si dirigeva alle Chiuvare Nuove verso la Castellata6. Le chiuvare erano aree atte all’asciugatura dei panni, situate da tempi antichi nei pressi dell’Aposa (si vedano, a tal proposito, le note su via Chiudare).
Il muro del convento dei Domenicani riutilizzava un lungo tratto delle mura medievali della seconda cerchia: le piante scenografiche cinquecentesche, tra cui la famosa pianta affrescata nella sala Bologna in Vaticano, mostrano come tutto il lato settentrionale di via del Cestello era in realtà costituito quasi esclusivamente dal muro della seconda cinta. Quindi, l’ipotesi che qui si fa è che via Castellata prese questo nome perché conduceva a luogo detto la Castellata (uno dei tanti casi in cui l’odonimo è generato dal luogo a cui la via conduce). Il toponimo la Castellata probabilmente fu generato dalla presenza del lungo tratto del secondo recinto di mura medievali, caso analogo a quello di via Mario Finzi, già Tintinaga, ma che ancora prima era chiamata Rocca Merlata per l’antica esistenza, sul suo lato di ponente, di un tratto della stessa cinta muraria.


1Nella seconda edizione del 1712, queste avvertenze, con qualche aggiunta (che non riguardano comunque via Castellata) e con il titolo alcune altre avvertenze, e notizie furono spostate alla fine del libro (sono a pag. 121) ed usano il nome Castellà.
2Giuseppe Guidicini: Cose Notabili … Vol. I, pagg. 261-263.
3Mario Fanti: op. cit., pag. 267.
4Giuseppe Guidicini: Cose Notabili … Vol. V, pag. 188,
5Giuseppe Guidicini: Cose Notabili … Vol. IV, pag. 324.
6Confermando che la Castellata era luogo a ponente di via Castiglione e nei paraggi dell’Aposa.


Fonti

Zanti: Nomi, et cognomi di tutte le strade, contrade, et borghi di Bologna, di Giovanni Zanti  pubblicato nel 1583.
Banchieri: Origine Delle Porte, Strade, Borghi Contrade, Vie, Viazzoli, Piazzole, Salicate, Piazze, e Trebbi dell’Illustrissima Città di Bologna con i loro Nomi, Pronomi, e Cognomi, di Camillo Scaligeri della Fratta (pseudonimo di Adriano Banchieri), pubblicato da Clemente Ferroni nel 1635.
Aretusi: Origine di Bologna. Pianta di Bologna di Costantino Aretusi, pubblicata nel 1636.
Salaroli: Origine di tutte le strade sotterranei e luoghi riguardevoli della città di Bologna di Ciro Lasarolla (Pseudonimo di Carlo Salaroli), pubblicato nel 1743.
Guidicini: Cose Notabili della Città di Bologna ossia Storia Cronologica de’ suoi stabili sacri, pubblici e privati, di Giuseppe Guidicini (scritto prima del 1837, ma pubblicato nel 1868).
Fanti: Le Vie di Bologna. Saggio di Toponomastica Storica, di Mario Fanti, Istituto per la Storia di Bologna, 2000.
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