Denominazione attuale: parte di Via Garibaldi (che comprende anche l’antico Egitto) e parte di Piazza dei Tribunali.
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
La via di S. Domenico è quel tratto di strada che comincia dalla piazza di San Domenico sull’ angolo della via Larga tino alla via Vasselli, e cioè rimpetto al palazzo Ranuzzi, oggi Grabinscki.
La sua lunghezza è di pertiche 47, 04, 6, e la sua superficie di pertiche 82, 97, 11.
Nel 1256 si trova che i bandi si pubblicavano in Quadruno nella via Nuova di S. Domenico, presso la casa di Mascaroni e dei figliuoli di Danielle.
Questa strada si disse anticamente via di S. Procolo, poi di nostra donna che fa virtù, o di nostra Donna da S. Domenico (vedi aggiunte). Qualcuno l’ha denominata via dei Santi, e presentemente si conosce per via di S. Domenico.
In un manoscritto si trova che l’ ultimo dei Lambertazzi fu un Giovanni di Castellano, banchiere, il quale abitava nella strada che dal sagrato di S. Domenico si va al palazzo Ruini, e vi morì nel 1410 lasciando eredi i Domenicani.
Lato di ponente della via di S. Domenico (oggi via Garibaldi). Il numero antico 995 è su via Larga di San Domenico (via Marsili). Tra il 545 4 il 546 c’è l’imbocco di via de’ Mattuiani. La casa con il numero 548 fa angolo con il Borgo delle Tovaglie (via delle Tovaglie).
(Nord a destra). Le vie che procedono da meridione a settentrione sono Via Miramonte, via Ruini (via de’ Ruini) e via di San Domenico (via Garibaldi). Le vie che procedono da occidente a oriente sono Mirasole e Borgo delle Ballotte (via Soferino), Borgo Tovaglie (via delle Tovaglie) e via Vasselli (via Vascelli).
Via di S. Domenico a destra entrandovi per il piazzale della chiesa di detto Santo
- Via Garibaldi 5 (N.538)
- Via Garibaldi 5 (N.539)
- Via Garibaldi 7 (N.540, N.541, N.542)
- Si passa il vicolo Mattugliani.
- N.546
- N.548
Via di S. Domenico a sinistra entrandovi per il piazzale della chiesa di detto Santo.
A linea del portico di S. Domenico fino alla via Tasselli vi era un muro che chiudeva la clausura dei Domenicani, il quale fu atterrato dopo il 1796 per dare ingresso a tre case formate dall’ antica infermeria, foresteria e annessi.
Tre porte furono aperte lungo questa strada, la prima appartenente alla frazione di convento che fu acquistata dal dottor Argelati, la seconda che dava ingresso alla residenza della municipalità di S. Domenico, e la terza a una porzione di convento, che lo scultore Giacomo Rossi si era ridotta a propria abitazione, e a fornace di terraglia. Veniva in appresso un lungo muro che continuava fino alla via dei Vasselli, e chiudeva il cortile rustico del convento, nel quale da questa parte aveva una spaziosa legnara che servì un tempo di caserma, e che poscia fu atterrata per formare la piazza Bacciocchl nel 1824 e 1825.
Dov’ era la casa dell’ Argelati, e dove è anche presentemente un portone , dicesi che vi corrispondesse anticamente il palazzo di Gio. Lodovisi conte d’ Agrimont. (Vedi piazza S. Domenico.
Dove prese posto la municipalità corrisponde direttamente al chiostro detto del pozzo di S. Domenico, e fu acquistata dal marchese Sebastiano Tanara li 11 luglio 1801 a rogito di Luigi Aldini.
La parte dello scultore Rossi, comprata il primo febbraio 1799 a rogito del pre detto Aldini, comprendeva l’antica chiesa di S. Nicolò, poi S. Bartolomeo delle Vigne, detta anche della Fossa per le vicinanze delle fosse del secondo circondario. (Vedi convento di S. Domenico).
Aggiunte (notizie relative a stabili posti in Via di San Domenico, ma non facilmente localizzabili)
- Giovanni Guidotti sotto la data del primo novembre 1475, nell’ inventario de’ suo; immobili così dice:
“Strada posta da Santa Maria che fa Virtù in capella di S. Procolo, ovvero di S. Domenico.
Una casa posta da Santa Maria che fa Virtù appresso la via che va in Mirasole da domanì, appresso la chiavega vicinale da sira, appresso Zoan di madonna Richelda, e addosso in suo luogo appresso sira, Andrea da Castagnolo nodaro de sotto. Appresso Zia de Iacomo de Nobili, e Barnaba di Cardi, e addesso in sò logo appresso di madonna Doratia de Brunoro, e donna fu de Bartolomeo de Polesano marzaro dal la di sopra: la qual casa ho fatto far di novo. Comprolla del 1435 a di 20 di zenaro per L. XXV di Bologna Carta per monsignor Bartoluzzo da Lappo di Cavalini notaro. Fù pagato le Carteselle a Antonio di Scapi, Condutedore, appare la Cartesella per man de Guasparo di Riniero de Montevia”. - 1413, 10 novembre. Compra Catterina dal Mele, vedova del fu Oddofredo Oddofredi, dal vescovo di Bologna esecutore delle ultime volontà concernenti le cause pie, i beni di campagna e la casa in Bologna di Domenico Oddofredi, posta in capella San Procolo, nella contrada detta dal muro di S. Domenico. Rogito Filippo Cristiani.