Galleria Cavour
Mette in comunicazione via Farini con le vie Giovanni Massei, de’ Foscherari, Pier Gabriele Goidanich.
Quartiere Santo Stefano.
Prima documentazione dell’odonimo: 1962.
La Galleria Cavour occupa lo spazio che fu del tratto da ovest a est del Vicolo della Scimmia (il tratto da nord a sud è oggi la via Giovanni Massei, a cui si rimanda), ma non solo: la galleria ha sbocco su via Farini, cosa che il Vicolo della Scimmia non aveva. La Piazzetta della Scimmia, su cui il vicolo finiva, era al di fuori della attuale Galleria Cavour, ed è in parte compresa nella via Pier Gabriele Goidanich.
Esisteva nei paraggi un vicolo (scomparso) noto come Bocca di Ragno o Cul di Ragno. Leggendo il Fanti pare di capire che Bocca di Ragno fosse nello spazio dove oggi è la Galleria Cavour, ma questo non è vero: del vicolo scomparso è rimasta l’imboccatura, chiusa con portone, al numero 16 di via Farini, quindi alquanto più ad est dell’imbocco della Galleria Cavour, e Bocca di Ragno finiva nella Piazzetta della Scimmia presso l’antico numero 1178, che era sul lato meridionale della piazzetta (piazzetta tutt’ora visibile ad est di via Pier Gabriele Goidanich, quindi completamente al di fuori della Galleria Cavour).
Bocca di Ragno è nome antichissimo perché Bocha de Ragno o Androna era già nota negli estimi del 1296/7. Il termine Androna si riferisce evidentemente al suo uso come latrina a cielo aperto e dovrebbe coincidere con l’Androna detta dei Bonaveri, citata come confine in una compravvendita avvenuta nel 1602 e riguardante le case agli antichi numeri 1226 e 1226 (odierni 15 e 17 di via de’ Toschi).
Per Bocca e Cul (odonimi più volte ricorrenti a Bologna) vale quanto già detto altrove, ovvero che bocca ha il significato di imboccatura esattamente come capo di cui cul è una salace storpiatura. Anche Ragno è toponimo comune a Bologna ed è sempre associato a vie o vicoli di ridotte dimensioni (vedi Cul di Ragno, tratto di Via Apostoli – ora tutto compreso sotto via Azzo Gardino) e lo scomparso vicolo Paglietta o Cul di Ragno (vedi via Paglietta).
L’attuale odonimo fu ufficializzato con la delibera consiliare del 17 dicembre 1962.
Fonti
Estimi 1296/97: Atlante Storico delle città italiane. Emilia Romagna, 2 Bologna. A cura di Francesca Bocchi, pubblicato da Grafis, Bologna, 1995,1998 (contiene gli Estimi 1296/1297).
Fanti: Le Vie di Bologna. Saggio di Toponomastica Storica, di Mario Fanti, Istituto per la Storia di Bologna, 2000.