Via Giovanni Massei
Da via de’ Foscherari alla Galleria Cavour.
Quartiere Santo Stefano.
Prima documentazione dell’odonimo: 1959.
Questa via, che sarebbe più appropriato chiamare vicolo, è ciò che rimane dell’antico vicolo della Scimia. Parte di questo antico vicolo, che terminava con una piazzetta, fu assorbito dalla Galleria Cavour, mentre la piazzetta ora fa parte di via Pier Gabriele Goidanich.
Per la verità gli autori più antichi invariabilmente scrissero Simia (Zanti, Alidosi, Banchieri, Aretusi, Mitelli e Salaroli).
Solo con le lapidette l’odonimo divenne Scimia (storpiato in seguito talvolta in Scimmia).
Parte del vicolo, dal punto in cui questo curvava verso levante fino alla Piazzetta della Scimia, fu chiuso da un portone prima del 1833 e presumibilmente dopo il 1820. Il Guidicini lo descrisse come aperto, mentre l’Itinerario, l’Indicatore ed il Prontuario lo descrissero con le dimensioni ridotte come indicato poc’anzi.
Parte del vicolo, dal punto in cui questo curvava verso levante fino alla Piazzetta della Scimia, fu chiuso da un portone prima del 1833 e presumibilmente dopo il 1820. Il Guidicini lo descrisse come aperto, mentre l’Itinerario, l’Indicatore ed il Prontuario lo descrissero con le dimensioni ridotte come indicato poc’anzi.
Con la riforma toponomastica del 1873-78 la nostra via venne considerata parte integrante di via de’ Foscherari, e tale rimase fino al 1959, quando, con delibera consiliare del 17 aprile, divenne via Giovanni Massei.
Questa via secondo l’Alidosi e l’Aretusi faceva parte della Corte de’ Bulgari, destinata fin dal 1336 alle abitazioni delle meretrici.
Nel 1419 venne nuovamente stabilito che il bordello dovesse essere nella Corte de’ Bulgari dove era l’ osteria della Scimia (Guidicini, IV, 360).
Nel XVI secolo veniva anche chiamata Campo della chiesa di S. Silvestro (Guidicini, IV, 360).
Pare che nel 1573 fosse chiamata Stuffa della Scimmia, dove Stuffa, secondo il Guidicini, ha il significato di tintoria (Guidicini, IV. 360). Secondo il Fanti invece (II, 516) Stuffa ha il significato di bagno pubblico.
Nel 1643 la nostra via si trova ricordata come Postribolo o Lupanare nuovo nella Corte de’ Bulgari (Guidicini, IV. 360).
Bulgaro, famoso lettore dello Studio, e la sua famiglia ebbero qui le loro case, dando luogo all’odonimo Corte de’ Bulgari.
Per quanto riguarda l’origine del nome Scimmia, il Guidicini ipotizzò sia la derivazione dalla famiglia Simi che avrebbe avuto qui le sue case, sia da una osteria la cui insegna era una scimmia, ipotesi, quest’ultima, già proposta dal Salaroli.
La famiglia Simi o Simij o Simiy realmente esistette e risulta documentata nel 1543 in una casa che era dove oggi è il numero 4 di via Pier Gabriele Goidanich, sullo spiazzo che è ciò che rimane della Piazzetta della Scimmia.
Dato che però esistette sicuramente anche una osteria all’insegna della Scimmia, documentata nel 1419 (Guidicini, IV, 360), non è chiaro se sia stata l’osteria a dare il nome alla famiglia o il contrario. Il Fanti (II, 517) ipotizzò anche che la famiglia Simi fosse titolare dell’Osteria.
Fonti
Zanti: Nomi, et cognomi di tutte le strade, contrade, et borghi di Bologna, di Giovanni Zanti pubblicato nel 1583.
Alidosi: Nomi delle strade, vie, borghi, et vicoli, che sono nella città di Bologna, di Giovanni Niccolò Pasquali Alidosi, pubblicato nel 1624).
Banchieri: Origine Delle Porte, Strade, Borghi Contrade, Vie, Viazzoli, Piazzole, Salicate, Piazze, e Trebbi dell’Illustrissima Città di Bologna con i loro Nomi, Pronomi, e Cognomi, di Camillo Scaligeri della Fratta (pseudonimo di Adriano Banchieri), pubblicato da Clemente Ferroni nel 1635.
Aretusi: Origine di Bologna. Pianta di Bologna di Costantino Aretusi, pubblicata nel 1636.
Mitelli: Bologna in pianta, città del Papa, famosa pianta di Agostino Mitelli, pubblicata nel 1692.
Salaroli: Origine di tutte le strade sotterranei e luoghi riguardevoli della città di Bologna di Ciro Lasarolla (Pseudonimo di Carlo Salaroli), pubblicato nel 1743.
Guidicini: Cose Notabili della Città di Bologna ossia Storia Cronologica de’ suoi stabili sacri, pubblici e privati, di Giuseppe Guidicini (scritto prima del 1837, ma pubblicato nel 1868).
Itinerario: Itinerario di tutte le strade, borghi, vie, vicoli e viazzoli della città di Bologna colla distintiva d’ogni Strada a qual commissariato di Polizia appartenga, pubblicato a Bologna nel 1835.
Origine: origine della denominazione delle 334 strade che compongono la città di bologna, di Goldini e C.. Pubblicato a Bologna nel 1843.
Fanti: Le Vie di Bologna. Saggio di Toponomastica Storica, di Mario Fanti, Istituto per la Storia di Bologna, 2000.