Via de’ Foscherari
Da via dell’Archiginnasio a via de’ Toschi.
Quartiere Santo Stefano
Prima documentazione dell’odonimo: 1692 (Via de Foscarari).
La famiglia Foscarari ebbe qui le sue case ed è evidente che fu ciò a dare il nome alla via che però, cominciò ad essere chiamata Via de Foscarari solo nel 1692 nella pianta del Mitelli.
Precedentemente (Alidosi e Aretusi) questa via veniva chiamata Marchesana, mentre l’attuale via Marchesana era chiamata Via di Santa Maria dei Foscarari (Aretusi).
La confusione continuò per qualche tempo dato che ancora nel 1743 il Salaroli chiamava questa via Marchesana.
In seguito il nome si stabilizzò in Via dei Foscarari, per cambiare in via de’ Foscherari durante il XIX secolo. L’odonimo fu ufficializzato in questa forma con la riforma toponomastica del 1873-78.
I più antichi odonimi erano però Voltone dei Caccianemici (usato dallo Zanti e dal Banchieri) e Via del Ballatoio, documentato dal Guidicini1.
Il Voltone dei Caccianemici è il voltone che permette la comunicazione tra la nostra via e via de’ Toschi.
Il Ballatoio, secondo il Guidicini, si riferisce ai ballatoi delle torri. Questa ipotesi è confermata da un documento del 12902 che descriveva una casatorre della famiglia Buvalelli esistente in questi paraggi come ballatorium sive turrim.
Il Fanti aggiunse però che ballatoio potrebbe essere in relazione con il latino vallum il che avrebbe senso sapendo che la muraglia di selenite della cerchia delle Quattro Croci attraversava l’attuale via de’ Foscherari poco prima della sua confluenza con via de’ Toschi. Su questa ipotesi è interessante il fatto che la vicina via de’ Musei (a cui si rimanda per altri dettagli) nel 1408 veniva chiamata Via del Ballo3, aggiungendo, ulteriore elemento, che questa via segue il tracciato di un antico decumano delle Bononia romana.
Precedentemente (Alidosi e Aretusi) questa via veniva chiamata Marchesana, mentre l’attuale via Marchesana era chiamata Via di Santa Maria dei Foscarari (Aretusi).
La confusione continuò per qualche tempo dato che ancora nel 1743 il Salaroli chiamava questa via Marchesana.
In seguito il nome si stabilizzò in Via dei Foscarari, per cambiare in via de’ Foscherari durante il XIX secolo. L’odonimo fu ufficializzato in questa forma con la riforma toponomastica del 1873-78.
I più antichi odonimi erano però Voltone dei Caccianemici (usato dallo Zanti e dal Banchieri) e Via del Ballatoio, documentato dal Guidicini1.
Il Voltone dei Caccianemici è il voltone che permette la comunicazione tra la nostra via e via de’ Toschi.
Il Ballatoio, secondo il Guidicini, si riferisce ai ballatoi delle torri. Questa ipotesi è confermata da un documento del 12902 che descriveva una casatorre della famiglia Buvalelli esistente in questi paraggi come ballatorium sive turrim.
Il Fanti aggiunse però che ballatoio potrebbe essere in relazione con il latino vallum il che avrebbe senso sapendo che la muraglia di selenite della cerchia delle Quattro Croci attraversava l’attuale via de’ Foscherari poco prima della sua confluenza con via de’ Toschi. Su questa ipotesi è interessante il fatto che la vicina via de’ Musei (a cui si rimanda per altri dettagli) nel 1408 veniva chiamata Via del Ballo3, aggiungendo, ulteriore elemento, che questa via segue il tracciato di un antico decumano delle Bononia romana.
Fonti
Zanti: Nomi, et cognomi di tutte le strade, contrade, et borghi di Bologna, di Giovanni Zanti pubblicato nel 1583.
Alidosi: Nomi delle strade, vie, borghi, et vicoli, che sono nella città di Bologna, di Giovanni Niccolò Pasquali Alidosi, pubblicato nel 1624).
Banchieri: Origine Delle Porte, Strade, Borghi Contrade, Vie, Viazzoli, Piazzole, Salicate, Piazze, e Trebbi dell’Illustrissima Città di Bologna con i loro Nomi, Pronomi, e Cognomi, di Camillo Scaligeri della Fratta (pseudonimo di Adriano Banchieri), pubblicato da Clemente Ferroni nel 1635.
Aretusi: Origine di Bologna. Pianta di Bologna di Costantino Aretusi, pubblicata nel 1636.
Mitelli: Bologna in pianta, città del Papa, famosa pianta di Agostino Mitelli, pubblicata nel 1692.
Salaroli: Origine di tutte le strade sotterranei e luoghi riguardevoli della città di Bologna di Ciro Lasarolla (Pseudonimo di Carlo Salaroli), pubblicato nel 1743.
Guidicini: Cose Notabili della Città di Bologna ossia Storia Cronologica de’ suoi stabili sacri, pubblici e privati, di Giuseppe Guidicini (scritto prima del 1837, ma pubblicato nel 1868).
Fanti: Le Vie di Bologna. Saggio di Toponomastica Storica, di Mario Fanti, Istituto per la Storia di Bologna, 2000.