Via Marchesana
Da via Clavature a via de’ Foscherari.
Quartiere Santo Stefano.
Prima documentazione dell’odonimo: 1151 (Guayta Marchionis).
Una Guayta Marchixana, dove erano la casa e la scuola del Giurista Bulgaro, è documentata fin dal 11901. Prima ancora, nel 11512 era chiamata Guayta Marchionis e non c’è dubbio che si tratti della stessa guayta, perché anche il documento del 1151 fa riferimento all’abitazione e alla scuola di Bulgaro.
La guaita medievale era termine che indicava una zona abbastanza vasta, più vasta di una strada, più piccola di un quartiere. Sembra evidente che la nostra via Marchesana abbia conservato nel suo nome il ricordo della antica guaita.
Il percorso di questa via nacque in tempi lontanissimi, originato da quello di un antico cardine della Bononia romana.
L’Aretusi nella sua pianta indicò questa via come Via, e chiesa Parrocchiale di Santa Maria dei Foscherari mentre attribuì il nome di Marchesana alla attuale via de’ Foscherari. Il Guidicini3 riportò l’indicazione dell’Aretusi (senza accennare alla fonte). Questa inversione fu fatta anche da Giovanni Nicolò Alidosi Pasquali, contemporaneo dell’Aretusi, citato dal Fanti4.
Il Salaroli chiamò Marchesana l’attuale via de’ Foscherari, senza descrivere la nostra via.
Probabilmente nei tempi più antichi il toponimo Marchesana non era limitato alla sola via attuale, ma comprendeva anche la attuale via de’ Foscherari, come giustamente osservò il Fanti5.
Marchesana in ogni caso venne ufficializzato dalle lapidette e confermato in via Marchesana dal Prontuario del 1878.
Per quanto riguarda l’origine dell’odonimo Marchesana, non ci sono certezze. Lo Zanti ipotizzò la derivazione da una famiglia Marchesini, ed anche da una donna chiamata Marchesana. La derivazione dal nome di una famiglia è possibile essendo documentata nel XII secolo anche la famiglia Marcheselli. Che la derivazione venga da un marchese, un nobile con titolo marchionale, può essere, anche se non è semplice capire di che marchese si tratta. Il Fanti6 citò Berengario I, marchese del Friuli e re d’Italia e i marchesi Bonifacio ed Ugo di Spoleto, che furono conti di Bologna. Mi permetto di aggiungere anche i marchesi d’Este (che nel XII secolo influenzarono non poco Bologna), cosa non fuori del mondo visto che i Marcheselli citati poc’anzi erano originari di Ferrara e principali sostenitori degli Este.
Fonti