Origine di Bologna

Vie, strade, vicoli, piazze, luoghi di Bologna.

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1301-1310

  • 1301
    (HB) Carlo, fratello del re di  Francia, di passaggio a  Bologna, nomina 5 cavalieri:  Pellegrino Galluzzi, Bianco Galluzzi,  Filippo Asinelli (meno di 12  anni), Giacomo Bazilieri, Giacomo  Tebaldi.
    (ST) S.Bartolomeo di Musiano  paga 53 soldi (per un estimo  complessivo di 1459 lire per la  manutenzione della strada  toscana. Musiano paga 40 soldi per  1116 lire.
    (ST) Viene abbandonata la  manutenzione diretta della strada  di Toscana per S.Ruffillo da  parte dei comuni interessati, i  quali devono ora pagare un  tributo, in base agli estimi, ed i  lavori vengono dati in appalto.
    (23) Dondiego Piantavigne  figura tra i cambiatori tra coloro  che vengono imborsati per  essere poi di volta in volta eletti  anziani e consoli del comune.
    (71) E’ di quest’anno il più  antico elenco per la riscossione  delle decime per Monteveglio.
    (C2) ? Le suore eremitesse  Richelda e Caterina costruiscono  un romitorio detto si S.M. delle  vergini.
    (VI) 5 maggio, provv.: si  rinnova la milizia di 2000 fanti di  parte guelfa a difesa del  comune (e della parte).
    (VI) 11 ottobre, provv.:  Bologna intercede a favore di  Firenze presso Carlo di Valois.
    (VI) 2 giugno, provv.: Bologna  decide di tenere soldati in  Firenze in appoggio del comune  fiorentino.
    (VI) Settembre, provv.: il  legato e Carlo di Valois chiedono  al comune i castelli di  Tossignano e Corvara, ed il comune  ordina ai capitani ed ai notai che  li presiedono di cederli.
    (VI) Lotte interne da cui  Bologna esce alleata dei guelfi  Bianchi.
    (VI) Primi mesi dell’anno:  risse tra famiglie nobili.
    (VI) Marzo: vero e proprio  tumulto cittadino.
    (VI) 15 maggio: riunione  generale dei sindaci delle arti e  dei nobili nel consiglio. Si  giura la pace per il bene della  città (rif. tumulti del marzo).
    (VI) Si susseguono balie  speciali. Regna la confusione.
    (VI) Inizio anno: Bologna si  allea con i ghibellini di Verona  e Mantova, per paura del  marchese d’Este.
    (VI) Maggio: Bologna dà aiuto a  Firenze e a Pistoia, ove  prevalgono i Bianchi, e a Matteo  Visconti.
    (VI) Ottobre (provv.): si  aiuta Alberto Scotto di Piacenza,  parteggiante ora per i guelfi e  nemico acerrimo di Matteo  Visconti, contro cui si sta unendo  la lega guelfa di Lombardia.
    (VI) Novembre (provv.): si  aiuta Alberto Scotto di Piacenza,  parteggiante ora per i guelfi e  nemico acerrimo di Matteo  Visconti, contro cui si sta unendo  la lega guelfa di Lombardia.
    (VI) Verso la fine anno (?):  si mandano aiuti in denaro e  uomini a Carlo di Valois, già  entrato in Firenze a tradire gli  antichi alleati dei bolognesi.
    (VI) 10 novembre: balia di 5  sapienti per quartiere per  impedire allarmi e tumulti. Si  ordina che nessuno raccolga gente  d’arme, fare riunioni, recare  false notizie, le notizie vanno  fornite direttamente al podestà,  al capitano o ad una ‘persona  religiosa’, e che infine nessuno  possa andare contro agli  ordinamenti sacrati e sacratissimi  (15 novembre, provv.).
    (VI) 22 dicembre, provv.: gli  anziani ordinano che non si  possa correre in alcun modo alle  case dei magnati, che non si  possa gridare alcuno signore della  città, pena la morte e che  venga fatto il possibile per  mantenere lo stato integro del  comune. Questa provvigione è fatto  contro i partigiani del marchese  d’Este, che costituiscono la  fazione marchesana La fazione  marchesana ha per oppositori dei  guelfi che comunque si avvicinano  di più ai ghibellini.
    (AG) Moroello Malaspina è da  quest’anno Capitano generale dei  Neri di Toscana contro i  Bianchi.
    (AG) Inizio anno: si diradano  i provvedimenti contro i  Lambertazzi.
    (AG) 10 luglio (provv.):  Bologna aiuta l’Acquasparta nella  sua missione di pace.
    (AG) (?) In questo periodo si  impongono spesso collette per  inviare al papa somme  considerevoli.
    (AG) Inizio anno: Bologna  accoglie con grandi feste Carlo di  Valois, affidandogli i castelli  di Tossignano e di Croara.
    (AG) 3 settembre: Bonifacio  nomina Carlo di Valois conte di  Romagna.
    (AG) 11 ottobre (provv.):  Bologna intercede presso Carlo di  Valois per i bianchi di Firenze.
    (AG) 5 novembre (provv.):  Bologna concede soldati a Carlo di  Valois contro i bianchi di  Firenze.
    (AG) 22 gennaio (provv.): si  ha notizia di un tentativo  dell’estense, con l’appoggio della  fazione marchesana, di prendere  la città per fame, tagliando i  rifornimenti.
    (AG) 27 gennaio (provv.): si  ha notizia della facilità del  marchese che ha per corrompere  custodi e castellani bolognesi. Si  cerca però di infliggere poche  condanne e di usare  misericordia, per evitare spaccature nel  partito geremeo.
    (AG) Marzo (provv.): risse e  tumulti causati da famiglie  gentilizie ghibelline e geremee.
    (AG) Novembre: si mette pace  nelle discordie interne tra  guelfi e ghibellini.
    (AG) 15 novembre (provv.): si  vietano adunanze e la  diffusione o raccolta di false notizie.  Ogni cosa deve essere  comunicata al podestà o al capitano o a  religioso. Vengono riaffermati  gli statuti sacrati e  sacratissimi.
    (AG) 22 dicembre (provv.): non  si deve andare nelle case dei  magnati, non si deve gridare  alcuno signore e lo stato deve  essere retto, come sempre, da  podestà, capitano e anziani, che  devono giurare in pubblico di  volere mantenere il buono e  pacifico stato dei cittadini. I  colpevoli vengono puniti con la  morte.
    (AG) Suppliche delle terre del  contado che non possono pagare  collette.
    (AG) Continui donativi a Carlo  di Valois.
    (AG) Le terre che non riescono  a pagare le collette vengono  per punizione incendiate.
    (W1) Da quest’anno una statua  in rame battuto di Bonifacio  VIII è posta sulla facciata del  Palazzo della Biada.
    (W1) L’orafo senese Manno di  Bandino è l’artefice della statua  di Bonifacio VIII posta sulla  facciata del palazzo della  biada.
    (W6) Provvidenza di Bonifacio  VIII che liberalizza l’incetta  delle derrate a favore delle  scuole cittadine.
    (CA) Bargi deve fornire al  comune di Bologna 19 soldati,  Costozza 3, Carpineta 3, Stagno 10,  Traserra 17, San Damiano 5,  Verzuno 13.
    (CA) Spinello, figlio del  conte Alessandro Alberti (quello del  fattaccio ricordato da Dante) viene ammazzato da sicari a  Castel di Casio. Lascia la moglie  Orabile domini Cavalcantis (Sorella di Guido Cavalcanti, amico  di Dante ?).
    (CA) Alberto degli Alberti di  Mangona è capitano della  Montagna.
    (TO) Albertino Carrari, da  tempo rientrato a Bologna dopo  avere giurato fedeltà alla parte  guelfa, compie ambasciate per il  comune presso papa Bonifacio  VIII e re Carlo di Francia.
    (TO) Per la prima volta un  Papazzoni ottiene l’azianato.
    (CG) 1 dicembre: Luciano di  Ardiccione Parisi è tra gli  anziani eletti oggi per porta S.  Pietro.
  • 1302
    (HB) Muore Giacoma Mattuiani,  sposa di Goffredo Accarisi.  Avendo fatto offerte al monastero  di S.Maria di Valdipietra, è  stata sepolta nel chiostro assieme  al marito.
    (ST) S.Bartolomeo di Musiano e  Musiano, come comuni distinti,  sono segnati nel registro  delle tassazioni dei dazi sui vini.
    (23) In ottobre Dondiego  Piantavigne è uno dei due consoli pro  societate campsorum.
    (23) Dondiego Piantavigne è tra  i milites comunis Bononie qui  solutionem habere et recipere  debent a comuni Bononie pro  equis per eos in comuni predicto  asignatis, assieme ad altri due  Piantavigne.
    (VI) Fine maggio: Bologna si  allea ai Bianchi fiorentini,  dopo che il marchese di Ferrara si  è alleato ai Neri. Bologna si  allea pure con gli Ubaldini, con  Pistoia, Forlì, Faenza, Imola,  Bagnacavallo e con Bernardino  da Polenta, signore di Cervia e  di Cesena.
    (VI) 6 luglio, provv.: Bologna  si schiera con la lega guelfa  Lombarda contro Matteo  Visconti, che ha sposato la sorella di  Azzo VIII d’Este e che quindi  in lui trova un alleato (che gli  darà prima aiuti e poi  ricovero).
    (VI) 28 agosto, provv.: il  podestà ha speciale arbitrio di  provvedere contro chiunque attenti  alla pace del comune, in nome  della parte guelfa, che si  avvicina ai Bianchi di Firenze e si  allea alle città ghibelline di  Romagna e fa buon viso ai  Lambertazzi.
    (VI) 23 marzo, provv.: i  Lambertazzi rientrati nel 1299 non  possono esigere dai loro  debitori guelfi che la quarta parte  dei loro crediti, a causa  dell’impoverimento dovuto alla guerra.  E’ l’unica provvigione di  quest’anno contro i Lambertazzi.
    (VI) Aprile: vengono  richiamati alcuni esiliati, e non solo,  ma vengono anche riammessi ai  pubblici uffici.
    (VI) (?) A capo della fazione  Marchesana vi sono le famiglie  Galluzzi, Garisendi, Gozzadini,  Artenisi, Beccadelli,  Zovenzoni, Tencarari, Pascipoveri,  Buvalelli, etc. Nell’altra fazione  vi sono anche famiglie di nota  provenienza ghibellina, come  gli Andalò, i Guastavillani, i da  Ignano, etc. che ora si  mostrano sostenitori dei diritti  popolari.
    (VI) 3 Febbraio, provv.: i  sacculi degli anziani contengano  nomi diversi per ciascun mese,  che non più di tre di uno stesso  casato possano essere nei  sacculi ogni anno e che non più di  tre persone per ogni casato  possano entrare nel consiglio del  popolo.
    (VI) 5 Giugno, provv. : le  società della arti chiedono agli  anziani ed al capitano di  procedere contro i perturbatori dello  stato. Le società risultano  accomunate in una non ben chiara  unione e fratellanza.
    (VI) Fine anno: è talvolta  nominato il difensore delle venti  società delle arti in unione.
    (VI) I palazzi di Bologna  vengono controllati dalle compagnie  del popolo per paura di un  intervento di Carlo di Valois,  appoggiato dai guelfi neri.
    (AG) suppliche delle terre del  contado che non possono pagare  collette.
    (AG) Continui donativi a Carlo  di Valois.
    (AG) Le terre che non riescono  a pagare le collette vengono  per punizione incendiate.
    (AG) (?) Bologna si stringe in  lega contro il marchese d’Este  con i bianchi fiorentini e  pistoiesi, con gli Ubaldini, con  le città ghibelline di Romagna.
    (AG) 6 luglio (provv.): la  lega anti Este di Bologna  coinvolge anche Alberto Scotto.
    (AG) Si teme una sortita di  Carlo di Valois e si armano tutte  le compagnie delle armi. Viene  dichiarato il confino per gli  amici del marchese d’Este.
    (AG) 5 giugno: lettera in  volgare dei muratori al capitano  del popolo in cui si chiede  giustizia e severità contro i  perturbatori.
    (AG) 12 luglio (provv.):  disaccordi tra podestà e capitano  sulla giurisdizione nella  montagna.
    (W6) 1 marzo: referto medico  del medico Bartolomeo da  Varignana (Allievo e poi rivale di  Taddeo Alderotti).
    (W6) 15 febbraio: referto di  cinque periti medici, tra cui  Bartolomeo da Varignana, che  stabilisce che tale Azzolino di  Onesto è morto per cause naturali e  non per avvelenamento: …  quam paxionem adesse predicto  Azolino predicti medici  sensibiliter cognoverunt visceribus eius  anatomice circumspectis.
    (TO) Giovanni Pietro di  Bertolotto è anziano per il quartiere  di porta S. Procolo.
    (TO) Guido di Bertolotto è  anziano per il quartiere di porta  Ravegnana.
    (CG) Aprile: Pietro di Michel  Parisi è tra gli anziani eletti  per porta S. Pietro.
  • 1303
    (FI) Viene atterrata la torre  dei Beccadelli in strà  S.Stefano.
    (FI) Si ricorda la chiesa ed  il monastero (ora adibito a  caserma) esistente a porta  S.Mamolo: apparteneva a monaci armeni.
    (HB) Viene decapitato  Castellano Piantavigne, perchè aveva  cercato di consegnare Bologna al  marchese di Ferrara. Molti  complici sono stati esiliati.
    (HB) Viene iniziata la chiesa  di S.Giovanni Battista, degli  Armeni fuori porta S.Mamolo.
    (HB) Viene restaurata  l’edicola di S.Vitale, dove sono i  resti dei santi Ermete, Aggeo e  Gaio.
    (ST) Il frate Pietro Marmonico  invia un’istanza al capitano,  ai consoli ed al popolo di  Bologna in cui si chiedono 100  soldi per i lavori che cotidie  vengono fatti per tenere sgombra la  strada che passa dal Sasso  libera da sassi ruinati.
    (ST) Monghidoro ha 74 fumanti,  Roncastaldo 46 e Monzuno 48.
    (OT) ? Un mastro Comino di  Giovanni da Como muratore rifà il  ponte di Savignano sul Reno.
    (MG) Granaglione ha 135  fumanti ed è, dopo Casio, il centro più  abitato dell’appennino.
    (S8) Petizione con cui gli  studenti chiedono al vescovo  Francesco Giovanni Savelli di  ottenere l’arbitrato per la  controversia della cappella di S.Tommaso  Becket. Si sospetta che tali  cappelle potevano nascondere  movimenti politici (… non  fierent arenge vel confabulationes  minus honeste …).
    (52) Capugnano ha 106 fumanti  ed è tra i più importanti centri  dell’Appennino dopo Casio  (152), Sùccida e Granaglione (135),  Pianoro (114) e Monteveglio  (107).
    (92) Gli statuti dell’arte  della lana gentile impongono l’uso  della lana della migliore  qualità (‘lana de garbo’).
    (E3) Munso Sabbatini, con  l’intervento della figlia Attilia,  abatissa del Monastero Di  S.Vitale fa costruire la croce del  SS. Vitale ed Agricola.
    (E6) Nasce l’università di  Roma.
    (14) Vengono sgominate alcune  bande ex leges nella valle di  Limentra (vedi Malpasso), ma  altre subentrano.
    (VI) 15 gennaio, provv. della  balia: si conferma l’unione e  la fratellanza delle società  delle arti:  … quod dicta unio et  fraternitas sit et esse debeat  firma et firme debeat perpetuo  observari, et quod dicte  societates possint sibi elligere  defensorem singulis mensibus secundum quod sollite sunt, dummodo  nullum elligant defensorem nisi  sit homo artifex et qui  exerceat alliquam artem ex illis  viginti societatibus et quod dicte  viginti societates possint  facere statuta et reformationes  quibus teneantur precise parere et  obedire dicte societates et  quellibet earum.
    (VI) Maggio: il difensore  delle 20 società ha a disposizione  anche un nuncio.
    (VI) (?) Vengono a scemare di  importanza le due compagnie  preposte alla conservazione degli  ordinamenti.
    (VI) 15 gennaio, deliberazione  del consiglio: vengono  affidati pieni poteri ad una balia  composta dagli anziani, dal  difensore delle società, dal  proconsole dei notai, dai preministrali  delle due società preposte alle  altre e da alcuni sapienti,  eletti ad ordinamenta condenda. La  balia è formata da ‘bianchi’.
    (VI) Gennaio, provv.:  provvigioni immediate della balia  appena eletta che rimette in vigore  parecchi degli ordinamenti  sacrati e sacratissimi caduti in  disuso e rinnova le leggi contro  i magnati. Tali disposizioni  vengono subito applicate contro  famiglie della parte marchesana.
    (VI) Gennaio: viene scoperta  una congiura in favore di Carlo  di Valois, appoggiata dalla  fazione marchesana. La conseguenza  sono i provvedimenti del 15  gennaio.
    (VI) 12 marzo: il comune di  Faenza invia l’ambasciatore  Guidolino Zafaloni a chidere che si  dia aiuto illis de Florentia  qui vocantur albi. Ci si  preoccupa anche per il marchese d’Este.
    (VI) Dopo il 12 marzo: viene  accordato l’aiuto a Firenze, ma  la spedizione per il Mugello  fallisce proprio per colpa dei  bolognesi.
    (VI) 24 marzo: i partigiani di  Azzo d’Este causano una  sommossa approffittando dell’assenza  dei soldati inviati alla  spedizione mugellana. Il tentativo  viene represso con violenza,  anche con l’aiuto dei bianchi  fiorentini rifuguatisi a Bologna. Ciò  porta al dominio assoluto dei  bianchi bolognesi.
    (VI) 4 aprile: Castellano  Piantavigne, capo della sommossa  del 24 marzo, viene giustiziato.  Esponenti di altre famiglie di  parte marchesana vengono prima  messi al bando tramutato poi in  confino: Guidozagni, Artenisi,  Beccadelli, Mezzovillani,  Gozzadini, Zovenzoni. I loro beni  sono confiscati dal comune e le  case distrutte.
    (VI) Da aprile Bologna è retta  da una balia di bianchi:  Filippo Preti, Bonvillano Tederisi,  Villano Guastavillani, Giovanni  da Ignano, Uguccio Soldanieri e  Bolognetto di Giovanni con  Bonincontro dallo Spedale in  posizione preminente. A questa balia  partecipa anche Romeo Pepoli,  le cui ricchezze fanno  particolarmente comodo.
    (VI) 27 marzo: viene accordato  a Bonincontro dallo Spedale e  a sei accompagnatori il  privilegio di portare armi.
    (VI) Marzo: balie di credenza  formate da Bonincontro dallo  Spedale, Filippo Foscherari,  Ugolino Malavolti e Iacopo da  Ignano.
    (VI) Novembre: Romeo Pepoli è  tra i ‘difensori dell’avere del  comune’.
    (VI) Dopo aprile: altre balie  si susseguono ma è sempre  presente Bonincontro dallo Spedale,  assieme ad altri bianchi tra  cui: Pace dei Paci, Giuliano di  Cambio, qualcuno dei da Ignano,  dei Basacomari e dei  Simopiccioli.
    (VI) 3 aprile, provv.:la balia  rinnova la lega con i  ghibellini ed i bianchi di Romagna. Si  riferisce al consiglio del  popolo che Forlì, Imola, Faenza ed  altri comuni romagnoli  appoggiano Bologna contro i preparativi  di guerra fatti da Azzo VIII.  Bologna si proclama ancora  guelfa.
    (VI) Aprile: si tiene a  Ravenna un parlamento con  ambasciatori anche dei bianchi di Firenze  e del comune di Pistoia. A capo  della lega viene eletto  Salinguerra della famiglia ghibellina  dei Torelli, esiliati da  Ferrara.
    (VI) 13 maggio, provv.: si  danno aiuto ai Pistoiesi  minacciati dai neri.
    (VI) 25 giugno, provv.: si  danno aiuto ai Pistoiesi  minacciati dai neri.
    (VI) 26 agosto, provv.: si fa  alleanza con gli Aretini,  nemici di Firenze e con i ghibellini  Pisani.
    (VI) 28 maggio, provv.: i  confinati Lambertazzi approfittano  della minaccia del marchese  d’Este e, medianti ambasciatori  delle città romagnole, si fanno  togliere di bando dal comune e  riottengono i loro beni,  promettendo di stare a confine in terre  non soggette a Ferrara.
    (VI) 21 giugno, provv.: si  elegge il consiglio dei 4000 e si  impone una prestanza per pagare  i soldati inviati in aiuto di  Pistoia; si riammettono i  banditi, esclusi quelli per falso,  omicidio e per i fatti di marzo.
    (VI) 7 ottobre, provv.:  vengono riammessi anche i banditi per  i fatti di marzo, in cambio di  qualcuno dei Beccadelli, dei  Zovenzoni, degli Artenisi, etc.  dati in potere al comune.
    (VI) 30 ottobre, provv.: si  cancellano dai consigli del  popolo e dei 4000 i maggiorenti  guelfi.
    (VI) 13 novembre, provv.: si  proibisce ai maggiorenti guelfi  di avvicinarsi al palazzo del  comune.
    (VI) Si usano gli ordinamenti  contro i magnati guelfi e si  accorda il privilegio a sapienti  ed anziani di portare armi  contro i magnati guelfi e di  accusarli.
    (VI) 28 maggio, provv.: i  comuni di Imola e Faenza chidono  che siano restituiti i beni ai  Lambertazzi fuoriusciti.
    (AG) Azzo d’Este tenta per  l’ultima volta il colpo su  Bologna, con l’aiuto del Valois.
    (AG) Continui donativi a Carlo  di Valois.
    (AG) Le terre che non riescono  a pagare le collette vengono  per punizione incendiate.
    (AG) 19 agosto: a causa della  carestia, arriva a Venezia la  richiesta di Bologna per  l’acquisto di grano.
    (AG) Primi di gennaio:  scoperta trama per dare Bologna a  Carlo di Valois, trama in cui è  coinvolta la fazione marchesana.
    (AG) 13 marzo (provv.): dopo  la punizione dei colpevoli per  le trame marchesane, si munisce  la città, alla quale giungono in  quantità gli esuli bianchi da  Firenze.
    (AG) 24 marzo: approffittando  dell’assenza dei soldati  bolognesi, impegnati nella spedizione  mugelliana, la fazione  marchesana fa scoppiare tumulti  (programmati per la verità per il 7  aprile), mentre Azzo ed i neri si  avvicina a Bologna per  assaltarla. La congiura però viene  smascherata, il capo ucciso ed i  bianchi fanno mostra di sè durante  la notte, in cui deve avvenire  l’attacco, ed i marchesani si  scoraggiano e si disperdono.
    (AG) 13 settembre (atti pod.  processi): i Galluzzi, i  Gozzadini, i Guidozagni, i Calamatoni  assoldano poveri di Bologna per  combattere contro il comune:  vengono scoperti e repressi.
    (AG) La fazione marchesana  viene fieramente combattuta e si  libera dal bando eventuale chi  consegna al comune un  marchesano.
    (AG) I bianchi al potere,  provvedendo al tranquillo , etc. ,  stato di Bologna, comminano  condanne a morte, confische, etc.
    (AG) (?) Si delibera che mai  più il difensore delle 20 società  dovrà fare parte di balìa alcuna.
    (AG) 26 febbraio (provv.):  durano ancora le liti tra podestà e  capitano. Si dà balìa al  difensore, agli anziani ed al  proconsole dei notai di retrocederli  dal loro incarico.
    (AG) (Atti pod.): i ministrali  delle società vengono colpiti  frequentemente da bando per la  loro trascuratezza.
    (W6) (?) Forse Dante è  nuovamente a Bologna.
    (W6) 18 giugno: atto di  obbligazione a pagare i mercenari  della guerra mugellana guidati da  Scarpetta degeli Ordelaffi  capitaneus partis Alborum  extrinsecorum civitatis Florentie, mutuo  contratto con Francesco  Guastavillani. Dante non è tra i  firmatari di tale atto.
    (W8) Castello di Serravalle ha  91 fumanti.
    (W8) Guazzarello ha solo 2  famiglie (Nel 1248 erano 20 -si  tratta di Baricella).
    (CA) L’estimo dà il seguente  numero di fumanti (“f” =  fumanti):
    S. Donino di  Brizanella….f.16
    S. Giovanni di  Traserra….f.52
    S. Stefano di  Vigo………f.39
    S. Martino di  Camugnano….f.38
    S. Bartolomeo di  S.Damiano.f.19
    S. Cristoforo di  Barci…..f.50
    S. Maria di Piderla………f. 7
    S. Michele di Le  Mogne…..f.48
    Non risulta Guzzano in questo  elenco perchè esso è de comitatu  comitum Albertinorum.
    (TO) Giovanni Pietro di  Bertolotto è anziano per il quartiere  di porta S. Procolo.
    (TO) Guido di Bertolotto è  anziano per il quartiere di porta  Ravegnana.
    (CA) Le Mogne è indicata tra le  località che non hanno  presentato gli estimi a Bologna.
    (TO) Bartolomeo Guidozagni è  accusato, assieme ad altri  congiurati, di avere complottato per  dare la città al marchese Azzo  VIII d’Este. Fallito il  tentativo fugge ad Alessandria. Tra i  congiurati c’è anche il figlio  Guglielmo.
    (TO) 4 Aprile: Guglielmo  Guidozagni è colpito da proscrizione  perpetua per grave maleficio,  multato per 10000 lire e  avvertito di stare lontano da Bologna  pena decapitazione illic et  immediate.
    (TO) Guglielmo, figlio di  Guglielmo Guidozagni, viene messo  al bando per non essere stato  rintracciato ad Ancona dove era  confinato.
    (CG) Rolando Parisi muore in  un fatto d’arme mentre Bologna  soccorre Pistoia impegnata in  una guerra contro Lucca.
    (NR)  Nel comune hanno asilo i  ghibellini bianchi fiorentini.
  • 1304
    (HB) Assalto dei bolognesi a  Firenze: sfondata una porta  della città. Lo scontro è stato  sanguinoso ed i dintorni sono stati  devastati.
    (23) Dondiego Piantavigne  presenta per la prima volta la sua  dichiarazione di estimo.
    (F3) Il maestro Iacobus  Cristiani dichiara di essere  nullatenente.
    (F3) Il maestro Giovanni da  Farfengo dichiara un estimo di  200 lire.
    (VI) Maggio: da adesso il  consiglio del difensore delle 20  società delle arti (formato da 40  membri) acquista importanza e  delibera su questioni  riguardante la vita del comune e la sua  politica. Tali deliberazioni  sono poi sottoposte al consiglio  del popolo.
    (VI) Maggio: il comune è in  gravi difficoltà e precetta soldi:  Romeo Pepoli è costretto a  prestare 2000 lire bolognesi.
    (VI) Dicembre: il comune  restituisce a Romeo Pepoli il debito  di 2000 lire.
    (VI) Cessano le continue  balie.
    (VI) Il difensore delle società  ha il massimo potere ed  un’offesa a lui è considerata un  tentativo di turbare l’ordine  pubblico e viene punito con  l’eclusione dalle società e con il bando  perpetuo.
    (VI) Bologna continua ad  appoggiarsi ai bianchi e segue una  politica anti marchesana.
    (VI) 17 maggio, provv.: si  promulgano nuove leggi per fare  rispettare l’abolizione della  schiavitù, che soprattutto in  montagna, sopravvive nei fideles,  manenti, residenti, coloni,  comandi.
    (VI) 5 giugno, provv.: si  inviano aiuti a Forlì, anche contro  il conte di Romagna (per la  prima volta).
    (VI) Bologna partecipa con i  bianchi di Firenze alla  spedizione della Lastra, spedizione che  si conclude con la fuga sotto  alle mura di Firenze, alla  notizia che la parte dell’esercito  condotto da Baschiera dei  Tosinghi si è ritirato.
    (VI) 22 dicembre: Bologna  risponde al doge di Venezia che  cerca di appacificare Bologna e  Ferrara. Bologna si professa  guelfa e lamenta alleanze dell’Este  con i ghibellini, mentre la  realtà è che Bologna è alleata con i  ghibellini ai danni dell’Este.
    (VI) 24 giugno: Corradino  Soldani chiede di essere  considerato come uno del comune (senza  specificare se di parte geremea o  no).
    (AG) 22 dicembre: lettera di  Bologna al doge di Venezia, in  cui si denuncia l’odio verso  Modena e verso l’usurpazione di  questa. In tale lettera si  denuncia l’alleanza del marchese  d’Este con i neri fiorentini, con  Carlo di Valois ai danni del  comune.
    (G8) Viene ordinato un estimo.
    (G8) Gli eredi di Chiaro dei  Siriperi (Giuliano e Siripere),  della cappella di S.Tommaso del  Mercato, dichiarano … in  primis habunt tres partes unius  domus cum tribus partibus  medietatem unius torixelli positum in  quarterio porte Ravenatis in  c.s. Marie porte Ravenatis iuxta  heredes, Zanochi de Bechadellis  iuxta vian publicam et iuxta  heredes q. Dominici et iuxta  Johannem de Meçovilanis qui  posidentur pro indiviso cum d.  Bartholomea f.q.d. Syriperis extimata  pro eorum parte centum  quinqueginta lib.
    (G8) Tale Bontadina del  defunto frate Guidofredo della  cappella di S.Matteo degli Accarisi  possiede una casa torre: in  primis quamdam domum sive toraçium  positam Bononie in c.s. Mathei  de Acharixiis iuxta vias  publicas a duobus lateribus et iuxta  Fulchum de Acharixiis sive d.  Mariam eius uxorem.
    (G8) Bolognino del fu  Albertuccio Basacomari dichiara assieme  al figlio Pietro per gli  estimi: … in primis duas domos cum  curtili inter eos et puteoin  ipso curtili et cum medietate  cuiusdam turris contigue et in  medietate coniunte une ex dictis  domibus; ipsa quidem medietatem  a latere sero iusta ipsam  domum cui coniunta est et cum iure  utendi et fruendi aliam  medietatem dicte turris spettante ad  Nicholaum fratre dicti d.  Bolognini eo quod ipse Nicholaus  verssa vice utitur et fruitur  tribus pedibus et quattuor unçiis a  latere mane domus coniutte ipse  turri a dicto latere mane, qui  pedes et uncie protenduntur in  longum quantum capit et tenet  pes turris predicte et spectant  ad ipsos d. Bologninum et  Petrum que quidem domus et turris  posite sunt Bononie in dicto  quarterio in strata maioris et c.s.  Thome predictis iuxta stratam  publicam iuxta Nicholaum iuxta  Karulum q.d. Bonacose et Bertum  q. Thomaxii de Baxacomatribus;  quas domus et turim in  [habitant] ipsi d. Bologninus et  Petrus et detinent ad usum suum et  famillie ipsorum et dicunt quod  de dictis usu et fruictione  medietatis turris predicte et  dictorum trium pedum et quatuor  unciarum suprascripte domus est  instrumentum mutue concessionis  scripto manu Guillelmi Petroboni  de Bançiis notarii et res ipsas  et dictum ius valere extimant in summa quingentas lib. bon.’.
    (G8) Le famiglie dei da Bisano  e dei Boccadecani possiedono  in comune una torre.
    (G8) Oddo del fu Guido da  Bisano della cappella di S.Tecla di  Porta Nova dichiara di  possedere partem suam turis quam sibi  pervenire posset quam habet pro  indiviso cum suis [sociis]  iuxta viam publicam iuxta  Guillelmum de Bochadecanis iuxta illos  de Bochadecanis quam extimat X  lib. bon. .
    (G8) Un anonimo (non si legge  il nome) imparentato con Oddo  di Bisano della cappella di S.  Tecla di Porta Nova dichiara  [certam] partem quantam sit  ygnorat unius turis positam Bononie  in dicta capella iuxta voltas de  Bochadecanis pro indivisso cum  omnibius de domo de  Bochadecanis et cum omnibus de domo de  illorum de Bixano et cum dicto  Petro eius fratre quam facit et  extimat dictam suam partem  quinqueginta sol. bon. .
    (G8) Bitino del fu Azzolino  dichiara di possedere parte di  una torre situata a fianco della  chiesa di S. Cristoforo dei  Geremei. Egli denuncia in primis  dicit quod habet unam domum cum  [tertia pars] unius turris  positam Bononie in dicto quarterio  et capella iuxta vias publicas  et heredes d. Buvalelli de  Buvalellis quam domum habet in  pignore d. Francischa uxor olim d.  Buvalelli et f.q.d. Nocholay de  Tobaldis ut patet instrumento  venditionis sive pignoris  scripto manu Michaelis Petri  spetialis notarii pro cento octuaginta lib. bon. quam domum dictus  Bitinus debet ipsa recuperare per  pactum ad festo (sic!)  S.Michaelis proximo venturo ad uno  anno ut instrumento dicti notarii  pro dicto precio aliquiddictus  Bitinus esse tacitus dicte  domus salvo quod dicta domina  habeat de pensione dicte domus novem  lib. bon. a dicto pisonante  (sic!), cum uno caxamento iuxta  dicta domum et iuxta vias  publicas et heredes magistri Gillio  quam facit et extimat dictam  domum cum dicta parte turis et  caxamento decem lib. bon. ultra id  quod dicta domina habeat in  pignore cum omnibus suis iuribus.
    (G8) Bitino del fu Azzolino  denuncia oltre ad una torre  presso S.Cristoforo anche medietas  unius domus cupatam de cuppiscum  Aldegerio suo fratre positam  in c.s.Tecle de Lambertatiis  iuxta Aldegerium suum fratrem cum  ipse habet pro indivixo iuxta  heredes d. Lambertini de  Buvalelli et iuxta domos S.Crucis cum  omne iure quam ipse domum  [spetatur] silicet sue parte turis  aliorum iurium cum duobus  pedibus [inter et] extra domos dicte  ecclesie quam facit et extimat  medietatem domus et cum omne  iura dictam domum spetatur  quinquagintas lib. bon. dicta  medietas domus.
    (G8) A Galusino di Guidi (dei  Buvalelli) spetta addirittura  il diritto, acquisito dal padre,  di avere unum pontem a domibus  suis ad dictamturrim et ipsam  turrim posse ascendere tantum  dictus Guido totam dictam turrim  retinet tantum ad ius suum  conservandum.
    (G8) Paolo di Bonacosa  Calamatoni denuncia in primis dicit se  habere unam domum in dicta  cappella in qua ipse habitat cum  uno caxamento positum fuit turim  de Callamatonibus iuxta  Phylipum suum fratrem et iuxta viam  publicam et iuxta caxamentum Cabrielis de Callamatonibus.
    (G8) Lambertino Ramponi  denuncia di possedere item habet  aliam domum que est ante predictus  episcopatus in c.s.Marie de  Osilitis iuxta vias a tribus  lateribus cum medietate sponde  torisini quod dicitur esse Zunthe  Carbonis. Extimat 150 lib. bon.
    (G8) Arimondo del fu Gerardo  dei Codigelli della cappella di  S.Maria di porta Ravennate  denuncia  in primis habet quartam  partem unius turris quam habet  pro indivixo cum predicto,  Cengolo de Popollis et chum d.  Iacobi de Braina posita iuxta dictam  domum et iuxta domum diti  d.Iacobi et iuxta viam publicam que  domus chum dita quarta parte  turris extimat centum lib. bon.
    (G8) Lando, Guglielmo e  Isinardo, figli ed eredi di  Gualtirone dei Foscarari e nipote del  famoso Egidio dottore in  decretali, denunciano ai notai della  cappella di S.Maria dei Carrari:  in primis dicunt se habere et  possidere in civitate Bononie in  dicta capella S.Marie de  Chararis unam domum cuppatam et  planam positam iusta domum et  turrim que fuit magistri Sinigardi  et quam nunc possident fratres  S.Michaelis de Bussco et iuxta  domos que fuerunt q.d. Egidii  suprascripti et quas possident  pro indiviso cum Corado  supranominato [Coradus q.d.Egidii frater  Gualtironis] et iuxta vias  publicas a duobus lateribus Ext  100 lib.bon.
    (G8) Adele vedova di Antonio  Galluzzi e tutrice del figlio  Pietro dichiara di possedere  nomine dicti Petri sui filii …  unam domum merlatam positam in  platea maiori in c.s. [Tecle] de  Porta Nova iuxta viam publicam  a duobus lateribus et iuxta  domus dicte ecclesie quam extimat  100 lib. bon.
    (G8) Frate Iacopo del fu  Bonaparte dei Ghisilieri della  cappella di S.Prospero dichiara item  medietatem casamenti turris  positam in c.s. Fabiani quam pro  indiviso habet cum heredibus  q.d. Thomaxii de Ghisileriis quam  medietatem ipse extimat centum  lib. bon.
    (G8) Gerardo del fu Albertino  dei Ghisilieri della cappella  di S.Prospero dichiara item  habet domum unam in balchione cum  curia et una [turaça] cum una  alia domuncula in qua est [furmis]  et aliis domunculis ipsis  coniuctis et coherentibus positis  Bononie in c.s. Cervaxii iuxta  viam publicam iuxta vias  vicinales iuxta d. Bartolameum de  Romançiis iuxta heredes q.d.  Lambertini de Ghisileriis quas extimat  in summa ducentas quinquaginta  lib. bon.
    (G8) Marsibilia figlia del fu  Guido e vedova di Paolo di  Guido Lambertini denuncia assieme  alla figlia Anna in primis   habunt et tenent duas partes pro  indiviso cum d. Lançalotto de  Lambertinis unius domus cui dicitur  lo torraçço qui nunc habitant  Ançiani populi Bononie in cappella  predicta S.Iuste iuxta se  ipsas et iuxta Rolandinum Adriani  et iuxta vias a duobus lateribus  quod faciunt et extimant  predictis duabus eorum partibus CVI  lib. bon.
    (G8) Francesco del fu Pietro  di Abaiso item habet partem in  una domo cum una turri posita  Bononie in c.s. Martini de  Chaçanimicis parvis silicet de decem  et octo partibus unam pro  indiviso cum d. Bonifacio et Guidone  de Malconsiglis [et cum]  Henregipto et Petro fratribus dicto  Francisco iuxta heredes q.  Bectucii de Pavanensibus et iuxta  vias publicas a duobus lateribus  que sibi obvenit ex hereditate  q.d. Ymelde sue matris quam  suam partem extimat decem lib.  bon.
    (G8) Pietro dei fu Pietro di  Abaiso item habet partem in una  domo cum una turri positam  Bononie in c.s. Martini de  Chaçanimicis parvis silicet de decem et  octo partibus unam pro indiviso  cum d. Bonifacio et Guidone de  Malconsiglis et cum Henregipto  et Francisco fratribus dicto  Petro iuxta heredes q.d. Betucii  de Pavanensibus et iuxta vias  a duobus lateribus que obvenit  ex hereditate q.d. Ymelde sue  matris quam suam partem extimat  decem lib. bon.
    (G8) La torre che fu degli  Orsi nella cappella di S.Marco  risulta ormai guasta e disabitata  dai suoi eredi, infatti Agnese,  moglie del fu Alle degli Orsi,  Guglielmo e Poleno, figli del  fu Alle degli Orsi ed eredi del  fu Angelello degli Orsi  dichiarano in primis dicit se habere  medietatem unius domus cum una  turri guasta et inhabitata quam  possident pro indiviso cum  Paullo de Urssis et iuxta heredes  d.[Zapironis] de Urssis et  iuxta viam publicam a duobus  lateribus quam extimat ducentas lib.  bon.
    (G8) Lambertino Ramponi  dichiara di possedere, oltre alla  casa ante episcopatum e alla metà  di una sponde turisini  appartenuta a Zunta Carbone, anche  domos, turrim et curtile qui olim  fuerunt heredum q.d. Comitis de  Prendipartibus que sunt in dicta  capella S. Michaelis de foro  modii et S. Marie de Oxilitis  cum iuribus pertinentibus ad  dictas domos, turrim et curtilem  quas domos et curtile habitat d.  Thomax eius filius pro maiori  parte iuxta ecclesiam beate  Marie de Oxilitis et iuxta Ugolinum  et Cardinam de Oxilitis de quibus habet valde pensio. Que  sunt extimate 1500 lib. bon.
    (G8) I figli di Bartolomeo  Radici, Ugolino e Bartolomeo,  possiedono una torre (Secondo il  Gozzadini, i Radici possiedono, o  hanno posseduto, due torri,  entrambe nella parrocchia di  S.Lorenzo dei Guarini: Una viene  detta “grande” sull’Aposa, presso  le beccherie, l’altra detta  “piccola”, confinante con gli  Uguzzoni. nella cappella di  S.Lorenzo dei Guarini, torre che in  passato è stata di tale Alberto  Calvi: item habet eodem modo  dictus d. Ugolinus cum dicto  Bartolomeo pro indiviso in dicta c.s.  Laurentii de Guarinis unam  turim que fuit d. Alberti Calvi  iuxta vias publicas a duobus  lateribus  iuxta heredes q.d.  Filiciani de Filicianis et iuxta  [suprascriptos] quam turim extimat  in suma centum lib. bon.).
    (G8) Matteo, Bettucio e Testa,  figli del fu Niccolò dei  Rodaldi e Cipriano Pizzolo e  Giovanni, figli del fu Jacopo dei  Rodaldi della cappella di S. Stefano  in primis unigesimam partem  turris Rodaldorum positam in c.s.  Stephani iuxta viam publicam  iuxta filium d. Amathey de  Rodaldis et iuxta heredes Canini et  Guillelmi de Rodaldis quam  partem possident pro indiviso aliis  consortibus quam extimant  [quinquaginta] lib. bon. et dicti  Matheus, Bettucius et Testa pro  tribus partibus et Ciprianus  cum dictis suis fratribus pro quarta parte.
    (G8) Viviano e Giovanni, figli  ed eredi del fu Guglielmo dei  Rodaldi e gli eredi del fu  Zanino suo fratello della cappella  di S. Stefano in primis dicunt  se habere domum unam cum …  partem turis Rotaldorum pro  indiviso cum heredibus Guillelmi  q.d. Nicholay de Rotaldis poxitam  in dicta c.s. Stephani iuxta  heredes q. Graciani Salamonis  iuxta heredes q.d. Mathey de  Rotaldis iuxta viam publicam quam  extimant centum quinqueginta lib.  bon.
    (G8) Tal Bitino del fu  Azzolino denuncia item habet partem et  ius in bonis heredum q.d.  Anthonii q.d. Ugollini de Roçis c.s.  Syrri de quarterio porte  Sterii in quadam turim cum edificiis  super ea positis, positam in  dicta capella et quarterio iuxta  viam publicam a duobus  lateribus et iuxta stipam de Posterla  et in uno casamento posito  iuxta dictam turim et iuxta viam  publicam a duobus lateribus sibi  datam et pro parte dicte turis  et dicti casamentis et  adiudicatam insolutum per dominos  ofiçialles olim presidentes oficio Grifonis pro quantitate centum  lib. bon. et quadraginta sol.  bon. nomine expensarum factarum in  dicta causa ut patet ex quadam  sentencia scripta manu d.  Bonagracie q.d. Fabri de Plastellis  olim notario dicto oficio quod  extimat septam lib. bon. et de  predictis pendent questio.
    (G8) Rolandino del fu Jacopo  dei Tencarari della cappella di  S. Cataldo item habet unam  turrim et casamentum et puteum  comune cum consortibus suis de  Tencharariis positas in dicta  cappella iuxta d. Gerardum de  Tencharariis iuxta heredes d.  Bertholi [Curbenis] et heredes q.d.  Galaotti et iuxta ecclesiam S.  Cataldi.
    (G8) Gerardo del fu Michele  dei Tencarari della cappella di  S.Cataldo in primis habet in  civitate Bononie in foro medii in  c.s. Kataldi tres domos simul  conductas iuxta viam publicam et  iuxta heredes Pauli … et  iuxta Paulum de Tencharariis et  iuxta turrim et caxamentum  Tenkarariorum et heredes q. Ugolini  cultellerii quas ext. …
    (G8) Paolo del fu Tommasino  dei Tencarari della cappella di  S. Cataldo item habet [tertiam]  partem unius turixini et  curtixelle et puthey pro indivixo cum  aliis suis consortibus positos  in dicto [quarterio] et de  quibus nullam habet utilitatem  quos extimat sex lib. bon.
    (G8) Richelina, moglie di  Niccolò di Dotino dei Dotti della  cappella di S. Maria dei Bulgari  possiede mediam unam domum pro  indiviso cum fratre Thomasini  [de Tuschis] positam in c.s.  Maria de Clavica cum sextam partem  (sic!) unius turris quam  continet se cum dicta domo iusta d.  [Vianixium] et iuxta d.  Vivia[num] de Tuschis et iusta viam,  quam extimat L lib. bon.
    (G8) La torre degli Uberti  viene ereditata da Giovanni del fu  Bello degli Uberti. Giovanni  dichiara item in primis habet  unam domum cum sollo et hedificio  in balchione poxitam Bononie  in dicta capella et cum una ture  iuxta heredes q. Jacobi de  Uberti et iuxta Iohannem garçonem  et viam publicam quam domum [et  turim] facit et extimat  trescentas lib. bon.
    (G8) I Caccianemici dall’Orso  possiedono una torre nella  curia di S. Alberto ed una in  quella di S. Vincenzo. Caccianemico  detto Migolo, Lambertino e  Acuzio, figli ed eredi del fu  Venetico dei Caccianemici della  cappella di S. Bartolomeo del  Palazzo possiedonoin primis petiam  unam terre partim aratorie  partim broyli sex toranturarum  positam in curia S. Alberti super  qua petia terre est quadam turri  et tres domus planas de cuppis  iuxta viam publicam a duobus  lateribus et iuxta se ipsos.  Extimant tornaturas cum ipsis domibus et turri XL lib. bon.
    (G8) Alberto del fu Jacopo dei  Caccianemici della cappella di  S.Ippolito dichiara in primis  habet medietatem unius chastri  positum in curia S.Vicencii cum  medietate unius turis poxita  in dicto castro iuxta  d.Guillelmum q.d. Chaçanimicis et iuxta  viam a duobus lateribus quam  extimat centum lib. bon.
    (G8) Giovanni del fu Gasparre  dei Conforti della cappella di  S. Lorenzo item habet in curia  Unçole in loco qui dicitur  Chastellarius medietatem unius tumbe  cum medietate unius turris et  cum tribus domibus cupatis in  ea positis et cum tribus clusis  alterios domus a sero in ea  positis quam medietatem dicte  tumbe cum medietate dicte turris et  domibus suprascriptis extimat  in summa CIIII lib. bon.
    (G8) Bartolomeo figlio ed  erede del fu Melchiorre dei  Conforti della cappella di S. Lorenzo  in primis habet in dicta curia  Unçole in loco qui dicitur  Chastellaro medietatem unius tumbe  cum medietate unius turris quas  habet pro indiviso cum Iohanne  q. Guasparri de Confortibus  scilicet a latere mane dicte tombe  et turris cum omnibus iuribus  et actionibus a dictus itineris  et accessus et etiam cum iure  et actione quam habet in sponde  de turris a latere mane prout  continetur in istrumento seu  unstrumentis divisionis ipsarum  rerum scilicet turris et tomba  cum omni iure servitutis et  condictionis sibi debita ex forma  instrumenti seu instrumentorum  dicte divissionis…
    (G8) Il conte Ugolino del fu  Ranerio da Panico della cappella  di S. Gervasio item habet pro  indivisso cum heredibus q.  comitis Bonifacii de Panicho  quoddam podium cum turi … de quo  nichil precipit (!) utilitatis  quam extimat quadreginta lib.  bon.
    (G8) Gerardo del fu Comacio  dei Galluzzi della cappella di S.  Maria dei Galluzzi in primis  quod habet tenet et possidet in  terra Bagni unam tonbam cum una  domo cupata de cupis cum decem  tornaturis terre aratorie et  cum una domo de palea et cum una  ture poxita super dicta petia  terre aratorie et caxamenta que  petia terre est decem  tornature iuxta viam publicam a duobus  lateribus iuxta d. Iacobinum de  Bagno a duobus lateribus quam  facit et extimat decem lib.  bon. pro tornatura.
    (G8) Reloisio del fu Iacopino  dei Marzalolli, erede per metà  con Bartolomeo del fu Melchione  dei Conforti del fu Bove Boxini  della cappella di S. Isaia in  primis dixit se habere pro  indiviso cum predicto d. Bartolomeo  peciam unam terre partim  aratorie partim vineate et partim  prative positam in curia S.  Iohannis in Persiceto in loco dicto  Samoçola sive Fluvianum quam  esse dixerunt CLXXX tornaturas cum  una turri et duobus domibus  cupatis et una tegia a feno  positis super dicta pecia terre  iuxta stratam publicam et iuxta  flumen Samodie et iuxta  possessiones domini bononiensis Episcopi  quam faciunt et extimant  quamlibet tornaturam sex lib. bon. et  capit summa pars sua 540 lib.  bon.
    (G8) Niccolò della cappella di  S. Maria delle Muratelle item  habet medietatem unius turris et  unius domus positam prope  dictam domum positam in dicta curia  et supra podium Castri Monçonis  iuxta viam a quatuor lateribus  quas habet pro indivixo cum d. Artuxio de Monçoni iuxta viam a  duobus lateribus et iuxta  comites de Panico quam habet pro  indivixo cum d. Artuxio quam  extimat partem sibi contingente  quinquaginta lib. bon.
    (G8) Giovanni del fu Bello  degli Uberti della cappella di S.  Bartolomeo di Palazzo item  habet unam domum planam cum tribus  tornaturis terre sub dita domo  … silicet cum broylo, orto,  curia et ara et in dicta terra  est una mocta de terra in qua  mota est unus turonus qui numquam  per diebus hominum … fuit  habitatus poxitam in villa  Selegaroli iuxta vias a duobus  lateribus et iuxta Açolinum q.  Ubaldini de Placitis et iuxta  [Dalmaxii] q. Michaellis Falasupa quam  domum cum terra et mocta et  turone … quod capit in summa  septuagintaquinque lib. bon.
    (W1) I monaci di S. Stefano  propongono al comune di  partecipare ufficialmente, per  preservare lo stato pacifico della città,  alla festa che si celebra  nella loro chiesa in novembre in  onore degli antichi pastori.
    (W6) 20 luglio: fatto d’arme  della Lastra, in cui i  confederati di Bologna combattono  accanto a quelli di Arezzo e Pisa,  nonché a Ghibellini e Bianchi  fuoriusciti.
    (W8) Monte Pastore, sottoposto  al senato bolognese, viene  fortificato contro gli assalti  provenienti da Vignola dei Conti, una delle sedi dei conti da  Panico (oltre a Malfolle e Caprara).
    (W8) La gente di Monte S.  Pietro concorre alla costruzione  del ponte sul Lavino vicino alla  confluenza con il Landa.
    (CA) Provv. : si pribiscono  contratti tendenti a creare nuove  forme di servitù, con pene di  1000 lire per i nobili e di 5  lire per i popolani.
    (TO) 17 giugno: muore  Lambertino di Tommasino Ramponi,  notissimo docente universitario (fu il  primo professore dello Studio  definito “cavaliere e dottore”.,  e viene sepolto in S.  Francesco).
    (CG) Su richiesta dei  forlivesi, vengono nominati sapienti  tra cui Pietro Parisi.
  • 1305
    (FI) Viene costruita la torre  dei Conoscenti, in via Manzoni  6. (Sono di parte geremea), o  forse cade (?).
    (HB) Giovanni da Ignano va a  Roma su richiesta di  ambasciatori che volevano un valoroso  capitano (del popolo ?).
    (HB) Spedizione contro Modena:  conquistato il ponte di  S.Ambrogio; distrutto il campanile;  iniziato a costruire un castello  detto Novello.
    (S8) Viene registrato il  rogito con cui si definisce la  controversia per l’altare a  S.Tommaso Becket (9 settembre).
    (26) Da un passo di un libro  di Pier de’ Crescenzi si deduce  che il gelso usato per il baco  da seta è ancora quello nero  (che varrà soppiantato nel ‘500  completamente dal gelso bianco).
    (E2) Restauro al ponte di  S.Ruffillo.
    (VI) Novembre, provv.: si  rinforza la posizione del consiglio  del difensore delle venti  società delle arti.
    (VI) 12 marzo, provv.:  prestito di altre 1500 lire bolognesi  da parte di Romeo Pepoli al  comune.
    (VI) Bologna è sempre alleata  con i bianchi ed i ghibellini e  soccorre sempre inutilmente  Pistoia contro Firenze e Lucca,  capitanate da Carlo, duca di  Calabria.
    (VI) Bologna rinnova la lega  con Verona e Mantova.
    (VI) 13 gennaio: esiliati  chiedono di essere trattati come di  parte geremea.
    (VI) 30 aprile: esiliati  chiedono di essere trattati come di  parte geremea.
    (VI) 18 giugno: esiliati  chiedono di essere trattati come di  parte geremea.
    (VI) Agosto: tentativo di  congiura contro i dallo Spedale, i  da Ignano, gli Algardi ed altri  bianchi. Alla congiura  partecipano i soliti Guidozagni,  Galluzzi, Beccadelli ed altri di  parte marchesana.
    (G8) Prosegue l’estimo.
    (W3) (?) In questo periodo  viene incorporato dall’Ospedale  dei Battuti la pia istituzione di  una donna di nome Dolce (è’ la  mitica “Suor Dolce”, per  tradizione agiografica terziaria  francescana e collaboratrice di  Raniero Fasani., che aveva aperto  un ospizio per i poveri vecchi e  fanciulli).
    (W6) Forse fino a quest’anno  Dante rimane a Bologna.
    (TO) Guido di Bertolotto,  assieme ad altri probi cittadini,  viene preposto alle operazioni  degli estimi.
    (TO) Orio, figlio di Giovanni  Pietro di Bertolotto, entra a  fare parte dei “bandierari delle  albergarie”.
    (TO) Guglielmo Clarissimi  viene scelto assieme ad altri  cittadini per presiedere le  operazioni delle denuncie di estimo.
    (TO) Giacomo Guidozagni, già  rappresentante del popolo nel  consiglio dei 2000 per il  quartiere di porta S. Pietro, entra nel  contingente bolognese  richiesto da Firenze assediata da  Napoleone Orsini.
    (TO) Guglielmo Guidozagni, già  proscritto due anni fa, è  protagonista di due tentativi di  insurrezione.
    (TO) Il capitano Berto dei  Lapi, detto il chierico, è tra i 10  sapienti che guidano  l’esercito di 500 guastatori mandato a  seminare rovina nel Frignano.
    (TO) Zaccaria Oselletti è tra  le milizie bolognesi inviate in  aiuto di Firenze, minacciata  dai Ghibellini.
    (TO) Filippo Oselletti è eletto  gonfaloniere del Carroccio per  il quartiere di porta  Ravegnana.
    (TO) Filippo Oselletti è  presente alla cerimonia di  sottomissione di Nonantola a Bologna.
    (CG) Febbraio: Luciano di  Michele Parisi è tra gli anziani per  porta S. Pietro.
  • 1306
    (AF) L’Aposa straripa  danneggiando la chiesa di S.Nicolò di  Carpineta.
    (FI) Nuovamente banditi dalla  città i Lambertazzi, mentre la  lotta tra guelfi e ghibellini si  riaccende in Romagna e nel  contado.
    (HB) “Muoiano i Ghibellini” ed  i Lambertazzi vengono  scacciati da Bologna. Così ci si  riconcilia con Firenze, che aveva  subito violenze dai ghibellini  bolognesi.
    (HB) Spedizione contro i  Panico condotta da Tommaso Ramponi.  Presso il Sasso di Glossina i  Bolognesi vengono assaliti e il  Ramponi muore cadendo da  cavallo: viene sepolto in  S.Francesco.
    (HB) La famiglia dei Da  Baragazza è scacciata da Bologna.
    (HB) Il rappresentante del  papa viene assalito e derubato a  Varignana: lo studio e la città  vengono interdetti.
    (HB) Bando contro i conti da  Panico: il loro castello viene  distrutto.
    (OT) Forse in quest’anno fu  arsa la Torre Cavallina (Torrazza  ?) dei Panico dai Bolognesi.
    (CS) Essendo potestà Bernardino  da Polenta, l’estimo di  Savignano segnala solo 13 fumanti.  Ogni fumante ha 33 lire .
    (SB) Nuova espulsione dei  Lambertazzi.
    (23) Fine del governo dei  guelfi moderati e inizio del  secondo periodo di dominazione  guelfa.
    (E6) Viene data alle fiamme  una delle scuole di diritto da 4  malviventi che vogliono fare  nascere disordini per darsi al  saccheggio. Tale scuola è nei  pressi di piazza Galvani.
    (VI) Marzo: rivolgimento che  riporta al potere i guelfi puri.
    (VI) La lega tra Bologna,  Verona e Mantova, capitanata da  Giberto da Correggio, procura la  ribellione di Modena e Reggio.
    (VI) Aprile: la bianca Pistoia  si arrende.
    (VI) Muore Benedetto XI e sale  al trono Clemente V che  infeuda la sedia apostolica al re di  Francia, alimentando il  guelfismo puro.
    (VI) 18 gennaio: entra podestà  Simone Ferrapegora di Parma.  Sembra che da adesso la parte  geremea inizi ad agitarsi.
    (VI) Fine di gennaio: tumulti  sedati subito.
    (VI) Febbraio: altri tumulti  causati da cavalieri pisani di  passaggio. I bianchi li  vorrebbero fare entrare in città a loro  difesa, ma i guelfi si  oppongono. A capo dell’opposizione  guelfa ci sono Romeo Pepoli e  Bormio Samaritani che vengono  arrestati per i tumulti ed incarcerati per tre giorni.
    (VI) 10 febbraio: il consiglio  delibera che i cavalieri  pisani se ne stiano fuori e che  Bormio e Romeo siano liberati.
    (VI) Fino alla fine di  febbraio: grande tensione in città tra  i guelfi bianchi e neri.
    (VI) Fine febbraio: il  capitano del popolo Ramberto dei  Ramberti di nobile famiglia  fuoriuscita ghibellina ferrarese o  viene scacciato o se ne va intuendo  che la parte bianca è perdente.
    (VI) 28 febbraio: viene  formata una balia di guelfi puri che  opera una rivoluzione nello  stato, riformando l’elezione del  podestà, del capitano del popolo  ed in favore dei veri guelfi  dei ‘primi rumori’, che solo essi  possono essere anziani. Viene  riformata anche l’elezione dei  ministrali delle società. Si  ordina ai Lambertazzi rientrati  dopo il 1299 di andarsene entro 3  giorni con i figli maschi di  oltre 14 anni. I guelfi puri  sono molto eccitati.
    (VI) 1 marzo: si scopre una  congiura ordita da Iulianum de  Fornicibus et Iohannem de sancto  Rofello, ambasciatori inviati a  Modena e Verona per fare lega  contro il marchese d’Este e che  invece tramavano con lui per  cacciare da Bologna la parte  guelfa. Tali ambasciatori vengono  uccisi e ‘dilacerati’. Aumenta  l’agitazione dei guelfi neri.
    (VI) 2 Marzo: Bonincontro  dello Spedale viene citato davanti  al podestà e la notte seguente  viene espulso dalla città assieme  ad altri bianchi, le case  distrutte. Egli e gli altri hanno  preso parte alla congiura con il  marchese d’Este.
    (VI) 4 marzo, provv.: si  puniscono coloro che commettono  omicidi e ruberie approffittando  dei tumulti.
    (VI) 5 marzo, provv.: si  impone al podestà, che non vuole più  esercitare, di rimanere e viene  anche multato, ma egli non si  piega e se ne va.
    (VI) Dopo il 5 marzo: arriva a  Bologna Bernardino da Polenta  che diviene simultaneamente  podestà e capitano del popolo.
    (VI) Dopo il 5 marzo: arriva a  Bologna il cardinale Napoleone  Orsini, già inviato da Clemente  V a pacificare Toscana e  Romagna. Era già stato a Pistoia,  creando malumori tra i fiorentini  che non lo fecero nemmeno  entrare in città. A Bologna non porta  a termine gli accordi per cui è  venuto, per cui non fa altro  che suscitare nuovi tumulti.
    (VI) 22 maggio: il popolo,  capeggiato dai beccai, sospetta  Napoleone Orsini di tramare con i  conti di Panico contro la  parte guelfa dominante ed il giorno  di Pentecoste si leva a  rumore, gridando moriatur moriatur  iste cardinalis, ponamus ignem in  domo eius. Il cardinale si  salva a stento e fugge ad Imola,  da dove, non avendo  soddisfazione alcuna, scomunica Bologna e  toglie anche lo Studio. Vengono  cacciati assieme al legato  anche molti ghibellini.
    (VI) 9 marzo: Bologna è senza  capitano e senza podestà. Viene  convocato il consiglio del  popolo che nomina una balia composta  dagli anziani, dai difensori  dei febbraio e marzo, dal  proconsole dei notai, dai ministrali  delle due società preposte alle  altre con il potere di  deliberare sui banditi e confinati.
    (VI) marzo: la speciale balia  sui confinati richiama parecchi  confinati ai tempi dei guelfi  moderati e vongono loro tolti i  divieti di avvicinarsi ai  pubblici palazzi, etc. Vengono  riammessi nelle società gli esclusi.  Inoltre coloro che sono stati  dichiarati magnati dal 1303 ora  vengono inclusi nel popolo.  Sono allontanati da Bologna tutti  i forestieri, con l’esclusione  degli scolari, dei mercanti ed  ambasciatori (provvedimento  contro i bianchi di Firenze).
    (VI) 17 marzo: la balia nomina  8 sapienti (2 per quartiere)  con il titolo di conservatori  dello stato del comune e del  popolo di Bologna e della parte  della chiesa e dei Geremei. Tali  conservatori si devono riunire  ogni giorno e discutere degli  affari interni del comune e dei  rapporti con gli altri comuni.  Hanno propri notai e nunzi e  l’obbligo di riferire le proprie  deliberazioni agli ufficiali del  comune.
    (VI) 29 marzo: la balia  termina le sue deliberazioni con il  godimento del privilegio al  porto d’arma e a tutti i privilegi  dei popolani contro i magnati.
    (VI) Si rinnova la balia fino  a luglio.
    (VI) 20 luglio (?): gli otto  sapienti nominano nuovi  ufficiali del comune: i dodici della  guerra e i dodici capitani della  parte di chiesa e dei Geremei.  Dopo questa data non si parla  più degli otto sapienti.
    (VI) Settembre: esistono  provvigioni fatte dal podestà, dal  capitano del popolo dai dodici di  guerra e dai capitani di parte  ‘secondo quanto stabilito nel  consiglio del 20 luglio’.
    (VI) 30 novembre, provv.: si  stabilisce il numero dei nuncii  a seguito dei capitani. C’è più  di un nuncio e forse più di un  notaio per capitano della parte.
    (VI) I capitani di parte si  riuniscono nelle case dei  Lambertini.
    (VI) 27 settembre, provv.:  spedizione contro i Romagnoli  alleati dell’Orsini.
    (VI) 23 novembre, provv.:  spedizione contro i Romagnoli  alleati dell’Orsini.
    (VI) 7 dicembre, provv.:  spedizione contro i Romagnoli  alleati dell’Orsini.
    (VI) 23 ottobre, provv.:  assoluzione di Azzo Galluzzi,  capitano della montagna, condannato  dal podestà assieme ad altri  guelfi.
    (VI) 26 ottobre, provv.: i  capitani di parte, assieme ai  dodici di guerra, decidono di  fortificare una casa nel modo  indicato da uno dei capitani stessi,  Simone Lambertini.
    (VI) 17 novembre, provv.: vari  ufficiali, tra cui i capitani  di parte, designano alcune  persone per affari ‘segreti e  ardui’. Tali persone ricevono  cadauna 96 lire.
    (VI) Bologna rimane fedele  alla lega guelfa lombarda, dopo  che il promotore Alberto Scotto  si è accostato a Matteo Visconti  ed è stato sotituito da Guido  della Torre.
    (VI) 5 aprile: Bologna stringe  lega anche con i guelfi di  Toscana. L’atto è concluso a  Bologna con i reppresentanti di  Bologna, Firenze, Siena, Lucca e  Prato. Tra le altre cose, nessuno  deve dare asilo ai nemici dei  guelfi, escluso Bologna per gli  scolari, eccettuato il caso  degli Ubaldini fiorentini. Ogni  tre mesi si deve tenere un  parlamento della lega di cui il primo  si tiene a Prato.
    (VI) 24 ottobre, provv.: si  inverte la situazione con Ferrara  che ora diventa alleata di  Bologna. Ciò provoca l’ostilità di  Mantova e Verona.
    (VI) 5 marzo, provv.:  imposizione al podestà Simone  Ferrapegora di non lasciare la città in  pericolo.
    (VI) 17 marzo, provv.:  elezione dei conservatori dello stato  del comune del popolo e della  parte guelfa.
    (VI) 23 ottobre, provv.: Azzo  Galluzzi è assolto dai capitani  di parte guelfa e da altri  ufficiali dalle condanne  inflittegli dal podestà. E’ podestà  Bernardino da Polenta e capitani del  comune e del popolo Pino de  Rubeis e Dino degli Oppizi.
    (VI) 26 ottobre, provv.:  proposta di alcuni ufficiali,  compresi i capitani di parte, di  fortificare una casa in Savigno.
    (VI) 17 novembre, provv.: si  dia una certa somma a persona da  designarsi da alcuni  ufficiali, compresi i capitani di parte.  Il massario è Filippo Pepoli.
    (VI) 30 novembre, provv.: i  capitani di parte guelfa chiedono  di essere pagati.
    (W6) Esiste a Bologna una  copia in pergamena della Vita Nuova  di Dante.
    (W6) Il notaio ser Giacomo di  Domenico del quondam Mascarone  accusa presso il podestà  Bernardino da Polenta (fratello della  Francesca cantata da Dante nel  canto V dell’Inverno. tale  Petruccio da Musigliano per avere  sottratto unum librum qui vocatur  Vita Nova scriptum in cartis  pecudinis).
    (CA) I conti di Panico, con un  colpo di mano, si impossessano  del castello di Stagno e vi si  fortificano.
    (CA) Bologna contrattacca per  l’azione dei da Panico ed invia  truppe per bruciare Panico, ma  il conte Doffo de Panico tende  un’imboscata ad Sassum  Glossina alle truppe bolognesi di  ritorno ed il capitano bolognese,  Tommaso Lambertini Ramponi cade (o viene buttato) con il suo  cavallo dalla rupe e si  sfracella. Le truppe bolognesi,  sbandate, sono oggetto di strage da  parte del conte Rodolfo Paganino.
    (CA) L’esercito bolognese  cavalca su Panico ed incendia e  dirocca la fortezza. I Panico  occupano con le loro bando il  castello di Casio, che viene  saccheggiato e poi abbandonato per  Stagno. I bolognesi non possono  proseguire la spediziopne e  rientrano a Bologna.
    (CA) Una successiva spedizione  di Bologna contro i Panico  fallisce.
    (CA) Bologna si impossessa  delle rovine del castello di  Panico e ne fa una forte base  militare.
    (CA) I conti Turdino, Paganino  e Adolfo da Panico si  rifugiano nella rocca di Cantaglia (Potrebbe essere la punta di  Cantaglia nel gruppo del Vigese –  Montovolo, ma secondo Paolo Guidotti  potrebbe essere una località  sulla sinistra dell’alto Reno,  dove un Cantagli è ricordato negli  atti del vicariato di  Capugnano del 1389 e del 1411). I  Panico vengono assediati a lungo, ma  nottetempo riescono a fuggire.  Solo un Panico, Mostarda (secondo alcuni autori il nome è  Maghinardo), viene catturato e,  portato a Bologna, viene giustiziato  per decapitazione.
    (CA) I Panico, asseragliati ed  assediati a Stagno, riescono a  fuggire dopo avere incendiato  il castello.
    (VE) Estimo che registra  solamente i nomi dei capifamiglia e  i maschi della medesima:  risulta che Liserna ha 20 fumanti, di  cui 17 con capofamiglia uomo,  per un totale di 30 maschi  adulti, 3 con capofamiglia donna  senza maschi adulti. L’estimo  totale di Liserna è di 586 lire,  contro le 1272 di Castelnuovo,  2807 di Susano, 2067 di Lissano,  1441 di Rodiano.
    (TO) Il comune mette a  disposizione del legato del vescovo  Mezzavacca (?) una parte della  torre degli Asinelli.
    (TO) Ricordato un incendio che  interessa la torre degli  Asinelli.
    (TO) Atto del notaio Pietro  Isnardi per una vendita di una  torre alta e grossa in via  Castiglione sotto la Cappella di S.  Maria di porta Ravegnana da  Lambertino dalle Perle a Niccolò  Pepoli.
    (CA) Bargi ha 44 fumanti.
    (CA) 27 novembre: il massaro  di Bargi ed i bargesi inviano  una istanza a Bologna che rivela  una situazione di fame e  terrore occasione guerre quod est  inter comune et populum bononie et  comites de Panico.
    (CA) Carpineta presenta il  proprio estimo come comune  indipendente con il nome di Camugnanus  Carpenete.
    (CG) Febbraio: Luciano di  Michele Parisi è tra gli anziani per  porta S. Pietro.
  • 1307
    (HB) Miracolo in S.Stefano,  dove chi beve l’acqua del pozzo  guarisce dei propri mali (pozzo  di S.Petronio).
    (HB) I conti di Panico hanno  preso Casio e Castelnuovo, ma  poi sono stati assediati e  sconfitti dai bolognesi, che hanno  catturato Mostarda da Panico che  poi è stato decapitato a  Bologna.
    (HB) Per 40.000 lire è stata  comprata Nonantola.
    (OT) I Panico, rifugiatisi in  Cantaglia, fuggono di nascosto  dai Bolognesi (i conti Tordino,  Paganino e Doffo).
    (23) Dondiego Piantavigne  presenta nuovamente il proprio  estimo da cui si apprende che il  padre Ostesano è morto. Le case  possedute sono 5 per un valore di  280 lire. Le prime due (valore  140 lire) sono abitate da  Dondiego e dai suoi familiari. Una  (80 lire) probabilmente è  affittata ed altre due (lire 30  cadauna) servono per tenere fieno,  paglia, etc.
    (23) La casa data in affitto  da Dondiego Piantavigne del  valore di 80 lire è iuxta turrim de  Prendipartibus que dicitur  Cornaclina.
    (23) La terra prativa di  Bagnarola vale 4 lire a tornatura  (Ha 0.2080).
    (23) Il terreno aratorio vale  3 lire per unità.
    (23) Il terreno a vigna vale  10 lire a tornatura.
    (23) Le pecore sono stimate 10  soldi l’una.
    (52) Si radicalizza la lotta  tra il comune di Bologna e i  Panico, ai quali vengono strappate  le rocche di Cantaglia e  Castelnuovo. I Panico si ritirano  verso il confine (Casio ed ancora  Castelnuovo, dove alcuni  esponenti dei conti vengono  catturati e poi giustiziati ferocemente  in città). In marzo reagiscono  rabbiosamente e con i  Montecuccoli attaccano i comuni di  confine e inizialmente li vincono  (Capugnano, Monteacuto,  Belvedere, Rocca Pitigliana, Rocca  Corneta). Il 10 aprile però le  comunità riescono a prevalere, senza  aiuto cittadino per cui ne  ricavano privilegi, lodi, etc.
    (C2) Muore il carmelitano  Alberto degli Abati, che verrà  canonizzato in seguito.
    (E6) Viene espulso in malo  modo il legato cardinale Orsini,  accusato di tramare per i  Ghibellini. Il suo bagaglio viene  derubato ed il suo palazzo  saccheggiato. Il papa per ritorsione  decreta la scomunica della città  e la soppressione dello studio.
    (F3) Il maestro Giovanni da  Farfengo dichiara un estimo di  300 lire.
    (VI) Primavera: Napoleone  Orsini, perseguitato anche in  Romagna dai Bolognesi e dai  Fiorentini si rifugia ad Arezzo, dove  tenta infelicemente una guerra e  nel luglio scioglie  l’esercito.
    (VI) Provv.: si impone una  colletta di 4000 lire ai  Lambertazzi, inclusi i banditi e i  confinati. Sono incaricati quattro  di loro per quartiere a  stabilire quanto ciascuno deve pagare.
    (VI) 12 novembre, provv.:  poichè i 4 lambertazzi per quartiere  incaricati della colletta  hanno colpito anche parecchi  Geremei, si nomina una speciale balia  incaricata di controllare le  liste di coloro che sono tenuti  alla colletta, cancellando i  Geremei.
    (VI) Gennaio: il consiglio del  popolo approva con una  riformagione alcuni provvedimenti  presi dalle sette società d’arme  (Branca, Griffoni, Spade, Leone,  Beccai, Aquila e Stelle) alla  testa del comune. Tale  riformagione stabilisce che si eleggano  dodici protettori e difensori  della parte della chiesa e dei  Geremei (poi detti capitani di  parte). L’elezione deve essere  fatta dal podestà, dal capitano  del popolo, dagli anziani, dal  difensore delle società, dal  proconsole dei notai e da due  sapienti per ciascuna delle sette  compagnie. Costoro devono votare  due magnati e quattro popolani  per quartiere. Il magnate ed i  due popolani che ottengono più  voti sono eletti capitani per  quel quartiere. La carica dura un  mese e bisogna attendere un  anno prima di essere rieletti.  Solo il magnate può stare in carica  due mesi se nel suo quartiere  non c’è nessuno per sostituirlo.  I capitani devono avere un  solo notaio, un solo nuncio.
    (VI) 20 gennaio, provv.:  spedizione contro i Romagnoli  alleati dell’Orsini.
    (VI) 29 ottobre, provv.: aiuto  ai Malatesta e agli altri  guelfi di Romagna.
    (VI) 14 aprile, provv.: i  capitani di parte partecipano  all’elezione dei preposti alla  camera delle balestre.
    (VI) 10 febbraio, provv.:  balia per accrescere i redditi del  comune. A tale balia  partecipano i capitani di parte.
    (VI) 8 & 20 gennaio, provv.:  nuovi libri dei ghibellini. Chi  ne fa parte deve pagare 3  denari di colletta per ogni lira di  estimo, inoltre non possono  vendere o affittare loro beni  senza il consenso del consiglio del  popolo.
    (VI) 25 gennaio, provv.: nuovi  libri dei ghibellini, redatti  da dieci sapienti per  quartiere. Coloro che ingiustamente si  ritengono inclusi reclamano  presso i capitani di parte.
    (VI) 22 gennaio, provv.: i  capitani di parte, il capitano del  popolo, gli anziani, il  difensore, il proconsole e gli otto  di credenza propongono che il  podestà punisca arbitrariamente  colore che il 20 gennaio hanno  offeso Pietro Nascimbeni ed altri  di parte geremea e stabiliscono che gli accusati Lambertazzi  non possano essere difesi.
    (VI) 22 gennaio, provv.: si  procede contro i Lambertazzi che  spargono turpia verba sul  comune e si dà mandato di punire gli  eventuali banditi e ribelli al  podestà. Si ha paura di trame  per il ritorno dell’Orsini.
    (VI) Dato che la città è  sottoposta all’interdetto e le campane  non vengono più suonate, il  comune dispone che vengano suonate  le ore e se gli ecclesiastici  si rifiutano, a ciò siano  deputati i secolari.
    (VI) Aprile: si dà a Romeo  Pepoli e ad altri otto l’incarico  di togliere le discordie tra gli  appartenenti alla parte. A  loro è comunque vietato prendere  deliberazioni che possano  favorire i banditi del febbraio marzo  dell’anno scorso.
    (VI) 25 maggio, provv.: Romeo  Pepoli dichiara che Zingolino  di Ugolino Pepoli è innocente;  tanto basta per sospendere il  processo iniziato contro di lui.
    (VI) Ricompare il ‘Bargello’  (già Bertoldo Orsini, dopo la  seconda cacciata dei Lambertazzi,  citava a comparirgli dinanzi  tutti gli ufficiali del comune  tra cui tal Giovanni Somma,  barisello della compagnia dei  beccai). Tale bargello ancora viene  dalla compagnia dei beccai.
    (VI) 31 gennaio, provv.: viene  riconosciuta la validità di un  bando inflitto su richiesta dei  ministrali delle sette società  e di Giuliano Ramenghi,  bariselli et defensoris partis … ad  Azzo Galluzzi per avere  insultato il bargello stesso ed i  preministrali. Tale validità è stata  contestata da molti magnati e  nobili.
    (VI) Giugno: nelle provvigioni  è ancora nominato il difensore.
    (VI) Settembre: il difensore  non compare più.
    (VI) 21 Luglio, provv.: 300  uomini di parte geremea sono  messi agli ordini del bargello che  ha il compito di perseguitare i  nemici della parte.
    (VI) 4 agosto, provv.: il  bargello si stabilisce nella casa  che fu di Giovanni Somma, vicino  al trivio di porta Ravennate,  e gli vengono assegnati dieci  uomini della società dei beccai,  e viene assistito da un  consiglio composto da quattro sapienti  per ciascuna delle sette  società e da due per ciascuna della  altre. Inoltre viene rinnovato  il manipolo di 2000 fanti di  parte guelfa alla cui elezione  partecipa il bargello con il suo  consiglio.
    (VI) 30 agosto, provv.: si dà  al bargello l’ufficio di  provvedere all’abbondanza del grano e  ad impedirne l’esportazione.
    (VI) Settembre, provv.: i  fiorentini aiutano Bologna contro i  ghibellini di Romagna.
    (VI) 20 ottobre, provv.: si  comincia ad assoldare soldati  catalani del duca di Calabria,  figlio di Carlo II re di Napoli,  che mira ad essere il capo dei  guelfi italiani.
    (VI) 30 maggio: gli ufficiali  del comune, compreso bargello e  capitani di parte, decidono di  inviare 100 cavalieri con 3  cavalli cadauno in aiuto di  Firenze contro i ghibellini di  Arezzo del cardinale Orsini.
    (VI) 19 giugno, provv.: si  decide di raddoppiare (200  cavalieri) l’aiuto di Bologna a  Firenze contro Arezzo.
    (VI) 15 novembre: ambasceria  di Firenze che chiede a Bologna  di partecipare alle trattative  di pace con il cardinale  Orsini.
    (VI) 29 novembre, provv.:  Romeo Pepoli viene incaricato di  eleggere quattro ambasciatori da  inviare in Toscana per la pace  con Arezzo.
    (VI) 23 luglio, provv.: si  inverte la situazione con Ferrara  che ora diventa alleata di  Bologna. Ciò provoca l’ostilità di  Mantova e Verona.
    (VI) E’ capitano del popolo  Fulceri da Calboli, già  persecutore dei bianchi di Firenze.
    (VI) 20 gennaio, provv.:  ufficio e modo di elezione dei  capitani di parte guelfa.
    (AG) Ultimo anno di capitanato  generale per i Neri da parte  di Moroello Malaspina.
    (G8) Viene ordinato un estimo.
    (CA) (?) I Panico, dopo avere  occupato, sacceggiato e  abbandonato Casio, si asserragliano in  Stagno.
    (CG) Maestro Paolo di Maestro  Parisi legge notaria allo  studio.
  • 1308
    (HB) Sconfitta di Modena a  Marano nella pianura modenese. I  bolognesi hanno fatto molti  prigionieri.
    (23) L’estimo di Dondiego  Piantavigne è di lire 3057.
    (52) I Montecuccoli e i Panico  occupano Gaggio, facendo  strage della popolazione.
    (E6) Nasce l’università di  Perugia.
    (F3) Il maestro Giacomo di  Cristiano repetitor letteris  gramaticae viene derubato di quemdam  suum librum gramaticalem  nomine Ugucionem.
    (VI) Provv.: i frati che  ricoprono incarichi presso qualche  ufficio devono essere de parte  Ecclesie et Ieremiensium.
    (VI) 19 febbraio, provv.:  ancora una provvigione per una  balia incaricata di togliere i  Geremei dalle liste di coloro che  devono pagare la colletta.
    (VI) 4 marzo, provv.:  spedizione contro i Romagnoli alleati  dell’Orsini.
    (VI) 27 maggio, provv.:  spedizione contro i Romagnoli alleati  dell’Orsini.
    (VI) 8 maggio, provv.:  elezione di un capitano di guerra.
    (VI) 5 luglio: lettera del  comune di Lucca che chiede favori  per i lucchesi dimoranti in  Bologna. La lettera è indirizzata,  tra gli altri, ai capitani di  parte.
    (VI) 5 luglio, provv.: il  bargello protesta sull’incarico per  il grano perchè ciò non gli  consente di svolgere bene il  proprio lavoro.
    (VI) (?) In questo periodo si  susseguono le balie per il  grano.
    (VI) 23 agosto, provv.: ancora  il bargello protesta di volere  fare ciò per cui era stato  creato, ovvero l’interesse dei  geremei. Forse da adesso viene  esentato per gli incarichi del  grano.
    (VI) Muore Azzo VIII e con lui  decade la potenza della  famiglia. La lotta per l’occupazione  di Ferrara si scatena tra  Venezia e la Chiesa, e grazie a ciò  Bologna rientra nelle grazie del  papa che leva tutti gli  interdetti lanciati dall’Orsini.
    (VI) Fine anno: si viene ad  accordi con i ghibellini di  Romagna.
    (VI) Agosto: una balia  composta da Romeo Pepoli, Bongiuliano  Tederisi, Pace dei Saliceti,  Benno Gozzadini concorda con i  rappresentanti di Forlì, Imola e  Faenza i capitoli della pace.
    (VI) 2 settembre: viene  firmata la pace con i ghibellini di  Romagna a Castel S.Pietro.
    (VI) 11 marzo, provv.: su  richiesta dei guelfi di Castel de’  Britti si ordina che nessun  ghibellino possa avere uffici in  quelle terre.
    (VI) 1 aprile, provv.: si  cancellano dai libri dei  privilegiati tutti i Lambertazzi che sono  riusciti a farsi iscrivere  dopo il marzo del 1306.
    (VI) 11 ottobre, provv.: si  diffondono voci di un colpo di  mano ghibellino e ciò è scusa per  ricercare e punire gli eventuali  colpevoli da parte del  bargello, del podestà e del capitano.
    (VI) 5 luglio, provv.: il  bargello chiede di essere  dispensato dal provvedere al grano per  attenersi solo alle cose della  parte guelfa. Il bargello è  Juliano Ramenghi.
    (G8) Prosegue l’estimo.
    (W6) Dante forse fa ritorno a  Bologna dopo qualche anno di  lontananza (forse nel veneto).
  • 1309
    (AF) Si chiede di rifare il  ponte sull’Aposa vicino a Porta  Nova.
    (HB) Viene a Bologna il  cardinale Arnaldo Pelagrue (in  rappresentanza del papa) che manda i  bolognesi a Ferrara contro  Venezia.
    (E4) Il comune fiorentino  invia una lettera agli Ubaldini  chiedendo di mantenere sicura una  strada prescrivendo che  passasse per Scarperia e le Valli.  Tale strada preesiste rispetto a  quella del Giogo, che deve  ancora essere ufficialmente fondata.
    (AP) Vengono rifatte le fosse  a Casalecchio dei Conti.
    (VI) I rettori dell’università  devono essere di parte guelfa  pura.
    (VI) 8 ottobre, provv.: ancora  una provvigione per una balia  incaricata di togliere i  Geremei dalle liste di coloro che  devono pagare la colletta.
    (VI) Gennaio: i capitani di  parte si riuniscono nelle case  dei Lambertini.
    (VI) 12 dicembre, provv.: da  quest’anno i capitani di parte  lasciano le case dei Lambertini  forse per lasciare posto ai due  iudices ad videndas et  examinandas rationes comunis ed  ottengono una camera nel palazzo del  comune.
    (VI) 17 settembre, provv.:  spedizione contro i Romagnoli  alleati dell’Orsini.
    (VI) 12 febbraio, provv.: i  capitani di parte propongono  provvedimenti per conciliare i capi  di parte geremea, per evitare  che i Lambertazzi ne  approffittino.
    (VI) Giuliano Ramenghi,  ammalato (?) sostituisce il figlio  Iacopo come bargello. (La carica  rimane nella famiglia  Ramenghi). (Provv. 13 gennaio).
    (VI) 27 settembre, provv.: il  bargello e il consiglio della  società dei beccai propone che  quanti erano considerati  Lambertazzi nel 1287 lo siano ancora,  compresi quelli che sono stati  cancellati dall’elenco dei  ghibellini. Ciò è la reazione alle  notizie di una prossima discesa in  Italia dell’imperatore.
    (VI) 27 dicembre, provv.: si  dispone che vengano cancellati i  debiti contratti dai geremei  nei confronti dei Lambertazzi e  ghibellini già colpiti dalle  provvigioni di tre mesi fa.
    (VI) 22 gennaio, provv.:  Francesco Lambertini domanda il  pagamento della pigione della sua  casa ove abitano i capitani di  parte.
    (VI) 22 dicembre, provv.: i  capitani di parte chiedono che  sia loro approntata una camera  nel palazzo del comune.
    (TO) Giacomo di Bertolotto è  chiamato a fare parte degli  anziani in rappresentanza del  quartiere di porta Ravegnana.
    (CA) Solo adesso, dopo vari  assalti, i bolognesi  riconquistano Stagno.
    (CA) Viene fusa una campana  per la chiesa di S. Pietro di  Guzzano.
    (TO) Guglielmo di Bartolomeo  Guidozagni, conosciuto come uno  dei soldati più nobili del  quartiere di S. Pietro, viene  indicato dal comune come uno dei  candidati tra cui scegliere un  podestà da inviare a Reggio. Vince  con 90 preferenze contro 24  appena di Lanza Garisendi, ma  preferisce rinunciare all’incarico  per dedicarsi agli affari di  patria.
  • 1310
    (FI) Viene ricordata la torre  Marsili (Lam.) in via S.Mamolo.
    (HB) Sottomissione di Dozza,  Mazzincollo e Piancaldoli.
    (S8) Uno squilibrato, lo  studente Walter Eficax, uccide un  miniatore e se ne va con una  donna sotto braccio a provocare a  duello la gente.
    (SB) Bologna con i guelfi  italiani contro Enrico VII.
    (52) I Panico e i Montecuccoli  minacciano Rocca Corneta.
    (E6) Cino da Pistoia diviene  dottore in diritto.
    (VI) Abbiamo gli ordini di  pagamento dei notai dei dodici  capitani di parte.
    (VI) (?) Il notaio ed il  nuncio dei capitani di parte  (ufficiali secondari) sono eletti dal  consiglio dei 4000. Uno è  stabile ed è Petrizino Rizzi. Il  notaio cambia di due mesi in due  mesi, per cui è probabile che i  capitani di parte conservino la  carica per due mesi.
    (VI) 12 giugno, provv.: i  capitani di parte chiedono che  siano tolte alcune condanne ad  uomini delle società di parte  geremea.
    (VI) 1 agosto, provv.: i  capitani di parte chiedono che siano  tolte alcune condanne ad  uomini delle società di parte  geremea.
    (VI) 9 gennaio, provv.: si  cerca di impedire che ghibellini  prendano parte all’esercito.
    (VI) 21 settembre, provv.:  alcuni ghibellini riescono ad  eludere il divieto del 9 gennaio  sull’esercito facendosi  dichiarare di parte guelfa.
    (VI) 25 settembre, provv.: si  allontanano i Lambertazzi da  consigli e uffici per farvi  partecipare uomini di parte guelfa.
    (VI) 30 ottobre, provv.: si  allontanano i Lambertazzi da  consigli e uffici per farvi  partecipare uomini di parte guelfa.
    (VI) 20 novembre, provv.: il  consiglio abolisce il sistema  d’affitto per mezzo d’asta  pubblica dei beni confiscati ai  Lambertazzi e delibera che siano  assegnati a ricchi cittadini da  alcuni sapienti eletti ad brevia  nel consiglio dei 4000.
    (VI) 14 dicembre, provv.: il  consiglio abolisce il sistema  d’affitto per mezzo d’asta  pubblica dei beni confiscati ai  Lambertazzi e delibera che siano  assegnati a ricchi cittadini da  alcuni sapienti eletti ad brevia  nel consiglio dei 4000.
    (VI) (?) Si ha notizia della  discesa di Arrigo VII (si parla  anche di accordi di questi con  Clemente V). Alcuni Lambertazzi  bolognesi, tra cui Paganino da  Panico e Brancaleone degli  Andalò, si rivolgono a lui.
    (VI) 8 maggio, provv.: il  bargello invia un corriere ad  partes Allamanie pro novis sciendis  per avere informazioni sulla  discesa dell’imperatore.
    (VI) Febbraio: si tiene un  parlamento a Firenze per  rinvigorire la lega.
    (VI) Marzo, provv.: nel  parlamento di Firenze si stabilisce  di costituire un esercito a  comune difesa contro l’imperatore.
    (VI) 22 maggio: si tiene un  parlamento a Bologna dei guelfi  toscani e lombardi.
    (VI) 29 maggio: nel parlamento  di Bologna si è deciso, tra  altre cose, di inviare  ambasciatori al papa ed al re di Napoli  per averne l’appoggio.
    (VI) Bologna aiuta  concretamente il legato di Romagna contro  i ghibellini specialmente di  Faenza.
    (VI) Bologna soccorre i  reggiani, molestati da ghibellini di  Mantova.
    (VI) 21 ottobre, provv.:  Arrigo VII è in Italia e Bologna  invia due ambasciatori con un  notaio e quattro nuncii per  saggiarne le intenzioni. Non verrà  inviato nessuno al successivo  parlamento di Pavia.
    (VI) 15 aprile, provv.: Romeo  Pepoli fa sentire la propria  influenza nelle provvigioni.
    (VI) 19 giugno, provv.: Romeo  Pepoli fa sentire la propria  influenza nelle provvigioni.
    (VI) 26 agosto, provv.: Romeo  Pepoli fa sentire la propria  influenza nelle provvigioni.
    (VI) 28 settembre, provv.:  Romeo Pepoli assiste alle elezioni  degli anziani.
    (VI) 25 settembre, provv.:  Romeo Pepoli partecipa alle  provvigioni di carattere finanziario.
    (VI) Marzo, provv.: capitoli  della lega guelfa toscana  stabiliti nel parlamento di Firenze.
    (VI) 25 settembre, provv.:  deliberazione di spendere certo  denaro secondo la proposta di  alcuni, compreso Romeo Pepoli, per  importanti affari del comune.
    (W6) Dopo quest’anno Guido  Vernani da Rimini è generale dei  Domenicani.
    (TO) Ughetto Carrari, docente  di diritto, è esiliato perchè  ghibellino.
    (TO) Francesco Ghisilieri è  podestà a Milano.
    (TO) Guglielmo di Bartolomeo  Guidozagni viene chiamato a  podestà da Siena, pur non avendo lo  status di cavaliere ed essendo  privo del cingolo militare (Il  Ghirardacci dice che giammai ha  accettato il cavalierato da  altro cavaliere o barone, ma sempre  e solo dal comune di Bologna). Il Guidozagni ottiene dal  comune di Bologna le insegne di  cavaliere aurato e viene  accompagnato a Siena accompagnato da uno  drappello di nobili bolognesi.
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