Origine di Bologna

Vie, strade, vicoli, piazze, luoghi di Bologna.

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Secolo X

  • 902
    (SS) Gli Ungari causano la completa distruzione della rotonda  stefaniana del vescovo  Petronio.
  • 905
    (SB) Berengario I (re  d’Italia) fa ampie donazioni a Bologna.  (Libertà di navigazione dal  Reno al Po, la selva di Pescarola,  un porto sul Reno). Tutto ciò  probabilmente per avere  l’appoggio del vescovo Pietro di  Bologna.
    (IP) Diploma di Berengario I,  marchese del Friuli, che  concede privilegi di carattere  economico finanziario al vescovo e  quindi alla città. Potrebbe avere  legato il nome alla Guaita  Marchionis.
    (HE) Privilegio di Berengario  I al vescovo di Bologna, mentre  re Ugo prende sotto la propria  protezione persone provenienti  dalla montagna romagnola. Il  confine tra regno italico e  Esarcato viene meno.
    (16) Il luogo concesso nel  diploma di Berengario I è detto ubi  fuit catabulum navium.
    (TO) Il vescovo di Cremona  ottiene di potere fortificare gli  edifici religiosi.
  • 907
    (43) Il figlio del duca  Giovanni, Rodoaldo, è nominato con il  titolo ducale come possessore  di terre nei pressi di Bologna.
    (HE) In una descrizione di  confini si cita … de iura  quondam Rodaldi duci riferendosi  probabilmente al Rodaldo figlio del  duca Giovanni.
    (HE) Berengario I sosta a  Bologna (22 aprile).
  • 908
    (43) Il conte Rodolfo di  Modena (forse successore del conte  Auteramno) compare come  proprietario di vari fondi nel  Saltospano, dova ha anche una  residenza.
  • 912
    (AP) Diploma di Berengario I  che permette a Risinda, Badessa  del Monastero Pavese di S.Maria  Teodata di costruire castelli  con sistemi di difesa. Esempio  di permesso rilasciato a chi  non era ne’ re ne’ imperatore,  cosa diffusa soprattutto dopo  l’invasione degli Ungari.
    (W6) Nasce Albucasi medico.
  • 914
    (SB) Viene eletto papa con il  nome di Giovanni X il vescovo  di Bologna Giovanni, un chierico  che si era fatto strada  impossessandosi con la violenza  ancora prima di essere vescovo della  sede arcivescovile di Ravenna.  Si diceva che fosse diventato  papa grazie a Teodora, potente  e intrigante e forse anche sua  amante. Malgrado ciò Giovanni X  fu considerato un buon papa.
  • 916
    (HE) Berengario I sosta a  Bologna.
  • 917
    (43) Il conte Rodolfo di  Modena (forse successore del conte  Auteramno) compare come  proprietario di vari fondi nel  Saltospano, dova ha anche una  residenza.
  • 918
    (HE) Berengario I sosta a  Bologna (4 settembre).
    (SG) Il regno cristiano delle  Asturie si ingrandisce alla  regione del Leòn, pone la sua  capitale a Leòn e cambia il nome in  “regno di Leòn”.
  • 922
    (SB) Prima documentazione di  un conte a Bologna. Da quanto ci  è dato sapere, il contado  sfugge al controllo del conte  bolognese, in quanto l’abbazia di  Nonantola possiede a ovest  territori tra Panaro e Samoggia, a sud  il comitato di Pistoia arriva  fino a Riola di Vergato, a est  il comitato di Imola possiede  terre fino al Sillaro, mentre i  marchesi di Toscana hanno  grande giurisdizione nelle vallate  del Savena e dell’Idice.
    (43) Forse Angelberto, ha  ricevuto la carica comitale da  Berengario I, ma in effetti si sa  solo che possiede una casa in  Bologna, casa che viene concessa  in livello. E’ supposta ma  tutt’altro che certa la presenza di  un conte Didone prima di  Angelberto. Di Didone si sa che  controllò Modena, Ravenna e Ferrara,  ma nulla si sa di Bologna.
    (HE) Berengario I sosta a  Bologna (1 dicembre).
    (HE) Il 1 dicembre è  documentato un Angelbertus comes,  probabilmente preposto alla guida di  Bologna.
    (W1) Prima documentazione di  un conte a Bologna.
  • 926
    (AP) Ugo di Provenza, re  d’Italia, è vittima di una congiura  organizzata dai feudatari  italiani.
  • 928
    (SB) Muore papa Giovanni X.
    (11) ? Forse quest’anno (ma la  data è controversa) è emesso un  documento in cui si dice, tra  l’altro, oltre alla donazione a  S.Giustina di Padova di beni  posti in comitati diversi, che  vengono donati anche nel comitato  bolognese … alia fundora  sociorum, Piscianus, Marianus,  Gabianus, Julianus…, item fundo  in alio loco sociorum, alio  fundo Micauri, quod est sub ripa  de Barbiano et Gabiano inter  Clodia et Strata. Il documento  potrebbe essere del 655-56, o del  673, o del 754-55, o del 793, o  del 928. Non c’è certezza sulla autentcità del documento.
  • 930
    (S7) Nasce Gerberto di  Aurillac (che diventerà papa Silvestro  II e sarà l’ultimo esponente  della rinascita carolingia).
  • 933
    (43) Viene menzionato il pago  Persiceta in una concessione  livellaria fatta da Gotefredo,  vescovo di Modena a due coniugi  di tale pago.
  • 935
    (TO) Il centro religioso di  Parma risulta essere già  fortificato.
  • 936
    (IP) Un documento non  autentico riporta Bonifacio, cognato di  re Rodolfo II, come conte di  Bologna. Bonifacio era della  casa di Spoleto.
    (43) Bonifacio compare in uno  scambio di terre con l’abate di  Nonantola, cedendogli vari  fondi nel persicetano. Viene  nominato il padre di Bonifacio,  Ubaldo. Forse Bonifacio è anche  conte di Modena.
    (HE) Donazione di Bonifacio  all’abbazia di Nonantola.  Bonifacio è figlio di Ubaldo e Rodolfo  II gli ha dato la sorella  Waldrada come sposa.
  • 937
    (C1) S.Antimo di Chiusi è  abbazia regia e come tale viene dato  in dote ad Adelaide, sposa di  Lotario, dai re Ugo e Lotario.
  • 940
    (43) Un teste di Monte Velio  si definisce Omo romano.
  • 942
    (HE) Ugo e Lotario sono a  Bologna il 4 aprile.
  • 946
    (43) In una donazione di  Aimerico e della moglie Franca alla  chiesa bolognese vengono cedute  moltissime terre e viene  menzionato il pago Persiscita. Il  documento però è probabilmente  falso.
    (C1) Dalmantiaticum è località  ricordata nel pievanato di  S.Vincenzo.
  • 948
    (AF) Viene ricordata la chiesa  di S.Andrea dei Piatesi nella civitas antiqua rupta.
  • 950
    (TO) Il nucleo religioso di  Padova risulta essere  incastellato.
  • 951
    (AP) Ottone I è in Italia per  sistemare i rapporti tra impero  e feudo.
    (SG) Gotescalco, vescovo di Le  Puy (Francia) è il primo  pellegrino storicamente documentato  che si reca a S.Giacomo di  Compostella.
  • 952
    (HE) Berengario II e Adalberto  regnano (nominalmente)  nell’Esarcato. L’arcivescovo Pietro  compare nella dieta di Augusta e  durante il viaggio a Roma per  l’incoronazione dell’imperatore  chiede ad Ottone I un  privilegio di immunità, fino ad ora  rilasciati a Ravenna solo dal papa.
  • 953
    (W1) Bonifacio è conte di  Bologna fino a quest’anno. Egli è  figlio di Ubaldo, di origine  franca e giunto in Italia al seguito  di Guido da Spoleto. Bonifacio  ha per moglie la sorella del  re di Borgogna ed è stato creato  marchese di Spoleto e Camerino.
  • 955
    (HE) Forse Adalberto (Ma non  ci sono documenti) vescovo di  Bologna, partecipa al sinodo di  Ravenna.
  • 958
    (71) Berengario II e Adalberto  confermano a Leno la corte di  Panzano cum ecclesia sancti  Sebastiani.
    (C1) Berengario II e Adalberto  concedeono a Leno ‘…  Capriana, Ariola, Limite, Tosteto,  Riparia con il porto di Cardeto e  la pescheria; Mortitio,  Luciario, Panciano con la chiesa di  S.Sebastiano e con la pescheria  di Cenoso, Ducentola, Vellerano,  Gussiago e la metà della  pescheria di Cellonisco …’  (Schiaparelli, ‘I diplomi di Berengario  II e di Adalberto’). Leno è nel  Bresciano.
  • 959
    (HE) Adalberto e Berengario II  sono a Bologna il 18 luglio.
    (HE) E’ la prima volta che  viene documentato il vescovo  Adalberto.
    (A3) Un documento ricorda la  chiesa di S.Giovanni in monte  Oliveto.
    (HE) Nonantola appartiene al  vescovo di Modena (era in  passato stata donata dal re Ugo  all’arcivescovo di Milano).
  • 961
    (AP) Berengario, re d’Italia, è  assassinato a causa di  intrighi organizzati dai grandi  feudatari.
    (AP) Seconda visita di Ottone  I per ristabilire l’autorità  imperiale.
  • 962
    (SB) Ottone I rinnova al papa  le promesse fatte da Pipino e  da Carlo Magno.
    (43) documento che attesta  l’esistenza della pieve di S.Maria  di Zena.
    (43) Bonifacio, probabile  conte di Bologna, viene ricordato  come già possessore di terre in  Saltospano, nel modenese,  ferrarese e bolognese.
    (43) Una corte regia non bene  identificata nel Saltospano è  detta essere nel comitato  modenese.
    (HE) Il diploma di Ottone I  parla di un podere in loco  Saltospano (antica contrada presso  Galliera) in comitato Modonense  in plebe S.Vincentii territorio  Bonon. et Ferrar. .
    (C1) Ottone I concede al prete  Erolfo la corte di Antoniano,  S.Salvatore nel Salto Piano e  il ripatico di Galliera.
    (HE) Viene citata la dogana  fluviale di Galliera.
    (W8) Sono documentati pieve e castello di Zena. La pieve era  sull’attuale Monte delle Formiche,  mentre il castello era ai piedi  dello stesso.
  • 964
    (C1) Il papa Leone VIII dona  al monastero di S.Maria in Aula  Regia molti beni tra cui: la  chiesa e pieve di S.Maria in  Roncese con il fondo Roncese ed il  fondo Calanco, e con le valli  che si trovano nel Salto Piano;  tutte le proprietà che la  nobilissima Leucia donò al monastero e  che si trovano sempre nel  Salto Piano; i fondi Cerdaniola  maggiore e minore, Liciato, Villa  Nova, Gilsianitico, Feliciano,  Giuveratico, ed altri fondi e  luoghi posti nella pieve di  S.Martino in Roncese e nella pieve  di S.Vincenzo. S.Maria in Aula Regia è presso Comacchio.  S.Vincenzo è ora parrocchia in  S.Pietro in Casale e S.Martino in  Roncese è probabilmente S.Martino  nel comune di Ferrara.
  • 967
    (SB) Ottone I restituisce a  Roma Ravenna, Comacchio e Ferrara  (mentre aveva promesso tutto  l’esarcato). Di fatto però,  essendosi egli trasferito a Ravenna,  il potere era gestito  dall’imperatore che si era riservato  comunque i diritti sul gettito  fiscale e sul governo militare.  Nel frattempo Bologna non appare  dipendere granchè dai vescovi  di Ravenna.
    (S7) Gerberto da Aurillac si  reca in Spagna per studiare i  testi matematici arabi. Vengono  effettuate ora le prime  traduzioni dall’arabo al latino.
    (HE) Ottone I restituisce al  papa Giovanni XIII quanto  promesso ma si comporta da padrone in  romagna.
  • 968
    (HE) L’arcivescovo Pietro (che  gode della fiducia  dell’imperatore) presiede il sinodo di  Ravenna per l’elevazione di  Magdeburgo a sede arcivescovile.
  • 969
    (AP) Ottone I conferma e  rafforza i privilegi dei canonici  bolognesi.
    (AB) 30 giugno alla presenza  di Ottone I (il grande) viene  risolta la contesa per i confini  tra Bologna e Modena per le  rispettive diocesi (v. 801). I  testimoni di parte modenese sono  detti semelanenses (di Semelano)  e quelli di Bologna sono detti  petilianenses (di Pitigliano).  I testimoni si dichiarano  pronti a deporre solo per i confini  tra Bologna e Modena, ma non  tra Semelano e Pitigliano.  Sembra di potere interpretare che le  testimonianze valgono solo per  i confini civili. Per quelli  ecclesiastici non si pronunciano  non avendo notizie certe. I  testimoni sono d’accordo per i  confini dal Corno alle Scale a  Sassomolare. Da Sassomolare i  Petilianenses affermano che il  confine va recto tramite a Prato  Baratti (Ca’ Bortolani). I  Semelanenses indicano come linea  confinaria:   Fontana dei  Longobardi,   Valle Guffonaria,    Aquarugiolo o Quaragiolo,    Tragiarola,   Capucli,   Monte  Parvilianense,   Vitecta,   Clusa.  Le  località non sono bene  identificabili, ma pare che in questa  maniera Castel d’Aiano venga  inclusa nel Modenese.
    (AB) Fontana Langobardorum  deve essere individuata tra Canola  e Canevaccia (vicino a  Canevaccia era documentato un  ospitale, così come vicino a Fontana  Longobardorum).
    (AB) Castel d’Aiano riveste  notevole importanza fin d’ora per  via della sua posizione  dominante dal punto di vista  militare. Aiano pare derivi da Ariano,  Arimanno, che designa chi  apparteneva all’esercito longobardo.  Però più probabile è l’origine  romana del nome (da un fundus  allianus p.es.).
    (22) Nel documento ottoniano  si nomina una valle Guffonaria
    (43) Nell’arbitrato ottoniano  vi sono due gruppi di  testimoni: uno fa passare i confini da  Castel d’Aiano, poi per i  torrenti Serravalle e Ghiaietta di  Serravalle, poi Castelletto ed  infine una località Chiusa a nord  di Bazzano; l’altro porta il  confine direttamente a Savigno  quindi in una zona tra Ciano e  Monteveglio ed infine ad una  località non più esistente a ovest di  Oliveto. Manca la sentenza  arbitrale. L’ipotesi più credibile è  però quella del primo gruppo.
    (HE) Quando Ottone  intrapprende la spedizione in Calabria, i  canonici bolognesi gli danno  truppe.
    (HE) Il vescovo Adalberto,  cercando di risollevare il penoso  stato della propria chiesa,  solleva il processo presieduto da  Ottone I per la definizione dei  confini delle diocesi di  Modena e Bologna.
    (BS) Viene dosumentata una  fortificazione a Sassomolare.
  • 970
    (S7) Gerberto da Aurillac  rientra in Italia.
    (43) Terre in S.Martino in  Argine vengono cedute  all’arcivescovo Pietro di Ravenna  dall’abate di un monastero ravennate.
    (91) Cavalli (citato nelle  carte a volte come turris, a volte  come castrum) viene dato in  permuta all’arcivescovo di  Ravenna dall’abate di S.Stefano  iuniore. Cavalli ha una notevole  importanza portuale.
    (91) L’arcivescovo concede in  feudo la massa dei Ronchi, tra  l’Idice e la Gaiana (si parla  dell’attuale Campotto e  Marmorta), confinante a nord con  Cavalli. I beneficiari della  concessione sono Pietro e Lamberto,  figli di Giovanni e nipoti di  Petrone della famiglia dei duchi di  Ravenna, cui appartiene anche  l’arcivescovo.
    (C1) Ugo, marchese di Toscana,  figlio di Uberto, dona al  monastero di S.Maria di Marturi  (Poggibonsi): tutta la corte  dominicata di Antoniano con la  chiesa di S.Salvatore e la chiesa di  S.Maria del Castello d’Argile;  la riva del torrente Galliera  e quella del torrente Concinno  con il teloneo e redditi  relativi; il ponte sul Lavino; la  villa e l’isola di Gaibana; alcune  pescherie in Vitrica, Maleto e  Gradara; tutte le pescherie  poste in Campolongo, in  Berbuliatico, in Villa Manna (Magna), in  Corniolo, in Grotario, nel  campo di Vedrega, in Palazzolo,  per tutto il Lavino e Rotascura;  la terra di Siveratico;  Torrano; la villa e la corte di Duno;  il castello detto Pojolum; il  castello di Vinti; la corte ed  il castello di Ignano;  Castelnuovo; la corte ed il castello di  Galisterna. Antoniano è nella  pieve di S.Vincenzo nel Salto  Piano. Il torrente Concinno (o  Concenno) scorre in questo tempo  tra Cento e Galliera. Gaibana è  in destra del ramo padano  omonimo. Vitrica (e Vedrega) è Torre  Verga. Maleto è Malalbergo.  Campolongo al tempo si trova presso  Zola Predosa. Berbuliatico al  tempo esiste presso Massumatico  e Corniolo nei pressi di  Baricella. Siveratico è oggi  S.Prospero di Poggio Renatico e Duno è  S.Maria in Duno.
    (C1) Permuta tra l’arcivescovo  di Ravenna e l’abate di  S.Stefano Iuniore: l’abate dà l’intera  località … qui vocatur li  Cabali …, la metà dell’argine  detto Pogioli, su cui c’è il  castello, metà della valle che si  estende fino a Cavalli, due parti  del colto e dell’incolto, vigne  e casamenti, dominicato e  colonicato che si estende da S.Maria  di Cavalli fino all’argine del  Poggio.
    (HE) Nonantola appare  quest’anno appartenente al vescovo di  Parma.
    (G3) E’ documentato S.Martino  in Argine in un documento dei  Camaldolesi: in perpetuum  commuto seu trado et transfero …  totum locum in integrum qui  vocatur li cabali cum medietatem in  integrum de argere qui vocatur  pogioli ubi castrum hedificatum  est … usque ad ipso pogio  qui vocatur Argele ubi ipsum  castrum hedificatum est … .
    (W8) Documentato il Fundus  Malito (Maleto, che diventerà Malalbergo).
    (W8) Documentata Cavalli, presso l’odierna Molinella.
  • 971
    (HE) Ottone I, che ama  soggiornare a Ravenna, è insediato ivi  nella regia aula fatta  costruire per lui.
  • 972
    (S7) ? Gerberto da Aurillac  incontra a Ravenna l’imperatore  Ottone II che lo nomina abate  del monastero benedettino di  Bobbio, forte centro culturale.
    (91) L’arcivescovo di Ravenna  concede in enfiteusi a Guarino,  conte di Ferrara, vasti  possedimenti comprendenti le attuali  zone di Malalbergo, Marrara e  Molinella.
    (91) E’ documentata la pieve  di S.Cassiano (scomparsa in  seguito) tra l’Idice e la Gaiana, a  nord di Budrio.
    (91) La massa di Ronchi,  donata dall’arcivescovo ai fratelli  Pietro e Lamberto dei duchi di  Ravenna, confina a sud con i  possedimenti della Chiesa  bolognese (iura sancte Bononiensis  Ecclesie).
    (G3) L’arcivescovo Onesto dà in  enfiteusi al conte Warino  Sylvam ubi est plebs sancti  Martini. Ci si riferisce a S.Martino  in Argine.
    (W8) Documentato il Fundus  Malito.
  • 973
    (SB) Il gruppo Stefaniano è  restituito a Bologna. Nel  frattempo c’è una notevole ripresa  economica e sociale. La restituzione  di S.Stefano avviene dietro un  notevole riscatto.
    (43) E’ documentato che il  vescovo bolognese può disporre di  Monteveglio.
    (HE) Nel sinodo di Ravenna  viene evidenziato il pessimo stato  della chiesa Bolognese.  Adalberto chiede al vescovo di Parma  la restituzione di parte dei  beni alienati da Mainberto.
    (HE) L’arcivescovo di Ravenna  presiede un processo nel  territorio di Modena in cui comunque  viene coinvolta Bologna. Tra i  potenti laici intervenuti c’è  Adelbertus gratia dei comes  filius quondam Bonifaci.
    (91) Pietro e Lamberto dei  duchi di Ravenna acquistano terre  poste nella pieve di S.Giovanni  in Triario e in quella di  S.Marino di Lovoleto.
    (W1) Il gruppo stefaniano  viene restituito al vescovo di  Bologna da vescovo di Parma, dietro  congruo indenizzo.
    (W1) Dopo quest’anno compare  il monaco Bononio.
  • 974
    (W8) Docuementata Viadagola.
  • 975
    (S6) Princivalle Rodaldi per  primo costruisce una torre,  vicino alla chiesa di S.Stefano.
    (G1) E’ documentata la Pieve  di Petiliano (o Pitigliano),  detta di Affrico. Si ritene però  che esista da parecchio tempo.
    (G8) Viene costruita la torre dei Rodaldi. Secondo l’Alidosi è  alta 54,72 metri, mentre  Bartolomeo della Pugliola la  definisce “la seconda bella torre di  Bologna”.
  • 976
    (31) Alcuni territori vengono  indicati nei documenti facendo  riferimento alle pievi:  …infra territorio plebis S.Petri  sito Assambla (Sambri ??) et  plebis Sancti Petri in Verciunis.
  • 978
    (43) Tal Pietro de loco qui  dicitur Persexita testimonia in  un atto privato una permuta di  terre poste nei pressi di  Monteveglio.
    (HE) Il vescovo di Forlì ed il  fratello, conte Lamberto,  cedono all’arcivescovo metà della  districtio, ovvero delle entrate  giurisdizionali di Ravenna e  Comacchio e si impegnano al  risarcimento qualora il papa o  l’imperatore sollevassero eccezioni.
  • 979
    (43) Il confine della diocesi  Bolognese segue in montagna il  santerno, come si deduce da  alcuni documenti.
    (81) Vengono venduti terreni  in plebe Sancte Marie pago  Celeri.
    (W8) Everardo, vescovo di  Arezzo, vende a Mauringo da  Pratobeni posti nel territorio  bolognese in parte in corte Cellula, e  ne viene nominato il castello.
  • 980
    (S7) Nasce Avicenna, punta di  diamante della cultura medica  araba. (Era di cultura e nascita  persiana).
    (CA) Una cartula documenta la  signoria Stagnese che gravita  sul Pistoiese: Tederiko, detto  Teuto, figlio di Cunrado, dona  la parte dei suoi beni ereditati  dal defunto fratello  Guniberto, detto Guido, alla chiesa di  S. Zenone di Pistoia.
  • 981
    (ST) E’ documentata l’abbazia  di S.Bartolomeo di Musiano,  destinataria di una donazione da  parte dei conti Adalberto e  Bertilla, e tenuta dai benedettini.
    (HE) ? Il conte Adalberto e la  moglie, la contessa Bertilla  fanno a Panigale notevoli  elargizioni al monastero di  S.Bartolomeo di Musiano. La donazione è  fatta in suffragio delle anime  del padre e dei figli Bonifacio,  Walfredo e Adalberto.
    (F2) Fundo Musiliano nelle  elargizioni di Adalberto e  Bertilla a Musiano. I genitori di  Adalberto sono la fu contessa  Gualdrada ed il fu duca e marchese  Ubaldo.
    (W8) Documentato Lovoleto.
  • 982
    (W1) Battaglia di Punta Stilo  in cui il vescovo Pietro di  Vercelli viene catturato e fatto  prigioniero, assieme ad altri,  dal califfo d’Egitto el Aziz.  Bononio ne ottiene la  liberazione, assieme ad altri cristiani  che avevano seguito l’imperatore  Ottone II nella spedizione in  Italia meridionale contro  bizantini e musulmani, e per premio  riceve da Pietro di Vercelli la  carica di abate dell’abbazia di  Lucedio.
  • 983
    (42) I benedettini cassinesi  sono installati nell’abbazia di  S.Stefano.
    (HE) 16 luglio: placito di  Ottone II a Ravenna, a cui  presenzia il vescovo Adalberto.
    (91) Pietro e Lamberto, della  famiglia dei duchi di Ravenna,  concedono a livello terreni  posti forse in Lepidiano  (l’attuale Budrio).
    (SS) Probabilmente dopo  quest’anno viene contruito il  chiostro in S. Stefano.
  • 985
    (HE) (?) Un dosumento di  questo periodo nomina una comunità  benedettina insediata presso  S.Stefano, ed un abate Vittore.
  • 987
    (43) Un documento prova che il  persicetano è sottoposto al  conte di Modena: un fundo loco ubi  dicitur Sala appartiene al  Comitatu Motinensis.
  • 988
    (11) Una massa de Barbiano è  detta super civitate Bononia.
  • 989
    (SB) I Bolognesi definiscono  con Modena il confine delle  rispettive diocesi.
    (MG) E’ ricordato il primo  stagnense: si tratta di Teuderico  o Teuzo, figlio di Corrado, che  fa una donazione alla chiesa  di S.Zenone di Pistoia.
    (W1) I Bolognesi definiscono  con Modena il confine delle  rispettive diocesi.
  • 992
    (43) Forse è di quest’anno il  documento che attesta  l’esistenza della pieve di S.Maria di  Zena.
    (SG) Istituzione del giubileo  di Le Puy, che si celebra negli  anni in cui il venerdì santo  cade il 25 marzo, coincidendo con  l’annunciazione.
  • 994
    (31) Nel territorio comitale  pistoiese sono ricordate: iudiciaria de plebe S.Stephani et  S.Johannis Baptiste, iudiciaria de plebe S.Pauli et  S.Johannis Baptiste,    iudiciaria de  plebe S.Justi et S.Johannis  Baptiste.
  • 995
    (11) Il monastero di Nonantola  dà in efiteusi ai fratelli  Gerardo e Gisolfo de Sarmeda  quattro pezzi di terra e tre di vigna  que reiacent in loco Sociori.  Il documento dice testualmente  … Gerardus et Gisulfus  Germani filii quondam Volmundi de  Sarmeda … . La descrizione dei  confini cita Rodingi (… da  meridie Rodingi …). Il toponimo  Sarmeda esiste ancora ed indica  la costa verso oriente sulla  sinistra del Samoggia che da  Zappolino discende sin presso la  Traversa. In questa costa vi è  una casa colonica detta Ghisiola che ricorda la chiesa di  S.Giovanni di Sarmeda. Sarmeda  potrebbe derivare il proprio nome dai  Sarmati, popolazioni che  sarebbero venute in Italia assieme o  guidate dai Longobardi.
  • 997
    (HE) ? Viene documentato per  la prima volta Giovanni, vescovo  di Bologna successore di  Adalberto (sinodo di Ravenna del 1  maggio).
    (C2) Muore S.Adalberto, il cui  culto viene importato da  Ottone III che ne porta reliquie a  Roma. Il santo ha originato  S.Adalberto in Pereo (monastero) e  la chiesa di S.Alberto di  Savena (fuori delle mura).
    (HE) Viene citato un burgus  accanto al castrum di Galliera.
    (SG) Il santuario di S.Giacomo  di Compostella viene raso al  suolo durante una scorreria di  Al Mansur. La tomba  dell’apostolo rimane inviolata.
  • 998
    (43) Un documento porta la  testimonianza di un teste di  Monterenzio.
  • 999
    (HB) E’ documentata la morte  di messer Giovanni Gambalunga,  magnifico e generoso uomo, che  sarebbe stato sepolto in un  sepolcro in marmo in stile romano  in località Valdipietra, fuori  porta Saragozza. Viene avanzato  il dubbio che il Gambalunga in  realtà si sia appropriato di tale  sepolcro.
    (43) Per la prima volta si  trova Crespelano al posto di  Verabulo, se si vuole eccettuare il  falso del 752.
    (43) Documento di Ottone III  alla chiesa Ravennate, che  conferma ad essa il possesso di  molti comitati, l’episcopato  Rhegiense etc. Non è citato il  comitato o l’episcopato bolognese.
    (71) Papa Silvestro II  conferma a Leno i privilegi papali e  regi precedenti, fra cui  districtum servorum et liberorum et  decimas et primitias circumquaque  laborantium ad plebem di  Panzano e proibisce a chiunque di  esercitare districtio nella corte  o di tenervi giudizio o  placito senza licenza dell’abate.
    (81) Vengono concessi in  enfiteusi terreni siti infra plebe  Sancte Marie pago Celeris,  territorio Bononiensi; il documento è  rogato in castro qui vocatur  Variniana, plebe sancte Marie  pago Celeris, territorio  Bononiensi. Ciò fa pensare che sia  avvenuto un passaggio  dall’organizzazione pagense a quella plebana,  almeno in questa  zona  dell’appennino.
    (C1) Silvestro II papa  rilascia a Leno un privilegio … de  cella et curte que vocatur  Pancianum… e conferma a questa  corte e cella … disctrictum  servorum et liberorum et decimas et  primitias circumcaque  laborantium ad plebem S.Mariae et  S.Sebastiani ad ipsam cellam  pertinentia.
    (CA) (?) Esiste già (prima del 1000), a ridosso del Monte  Vigese, il santuario di Santa Maria  della Consolazione, al cui  servizio sono due hospitalia.
  • 1000
    (31) Vengono donate terre in  plebe Sancti Petri de Aguziano,  in fundo Agutiano, in loco qui  dicitur Curte Vecla.
    (31) Nella charta venditionis  si citano i toponimi  Rotardesca, Scacirexo, loco qui dicitur  Montem Aguzanese e Curadingo, la  cui origine sarebbe da  Warding, posto di guardia  (longobardo).
    (C1) ? Ottone III fonda il  monsastero di S.Alberto in Pereo  (Ravenna).
    (SG) (?) La chiesa di San  Giacomo di Compostella viene  ricostruita da Alfonso V, re delle  Asturie e di Leòn.
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