- 1271
(FI) Viene divisa la torre dei Terrafogoli (Ger.) in via S.Vitale. Viene ricordata la torre Uguzzoni in via Mandria (Lam.)
(FI) Viene ricordata la torre dei da Crespellano in via Pignattari
(FI) Viene ricordata la torre dei di Mellone (Lam.) in via Paese.
(FI) Viene ricordata la torre dei Bottrigari (Ger.) in strà Maggiore.
(FI) Viene venduta la torre dei Manaresi (Lam.) in vie Donzelle.
(FI) Viene venduta la torre dei Cazzanemici Piccoli (Lam.) in via delle Asse.
(HB) I Bolognesi distruggono i castelli modenesi oltre lo Scoltenna.
(HB) Il primo settembre sconfiggono i Veneziani a Primaro.
(SB) Inizio della legislazione antimagnatizia a Bologna.
(SB) Ordinamenti Sacrati e Sacratissimi contro i magnati.
(SB) La guerra con Venezia si risolve quasi in una bancarotta per Bologna. Da adesso le diatribe tra Lambertazzi e Geremei coinvolgono anche il popolo che si schiera con questi ultimi per difendere l’egemonia in Romagna (I Lambertazzi invece predicano un intervento armato contro Modena, che non ha mantenuto i patti del 1249 e che è governata dagli Aigoni, di parte guelfa). Tale situazione è caldeggiata da Rolandino Passeggeri.
(HE) Dalle Examinationes apprendiamo che tra le file dei milites vi sono dei popolani. (Anziani, Riformagioni, Examinationes).
(HE) Matricole dei corduanerii.
(HE) Statuti separati dei pellicciai Veteres e Novi.
(HE) Esiste già la matricola della societas armorum dei ‘Leopardi’ per il quartiere di Porta S.Pietro.
(HE) Esiste già la matricola della societas armorum dei ‘Drappieri per l’Arme’, per il quartiere di Porta S.Pietro.
(HE) Esiste già la matricola della societas armorum delle ‘Traverse di Val d’Aposa’, per il quartiere di Porta S.Procolo.
(HE) Statuti della societas armorum dei ‘Griffoni’, per il quartiere di Porta Stiera.
(HE) Statuti della societas armorum dei ‘Leoni’, per il quartiere di Porta Stiera.
(HE) Il comune di Imola è debitore nei confronti di mercatores Bolognesi.
(HE) Il massarius è un frate.
(HE) Il comune appalta le 300 lire di affitto per i terreni di Altedo e Minerbio (vedi 1231).
(HE) E’ documentata una torre ed un posto di guardia a Galliera.
(HE) Sono documentati i … domini qui presunt officio bladi.
(HE) Viene data a mercanti e banchieri la gestione per cinque anni della dogana.
(HE) ‘Giudice dei dazi, affitti’: tutto il sale ricavato dalle saline di Cervia viene venduto a prezzi prefissati a Bologna.
(HE) ‘Giudice dei dazi, affitti’: documentato l’aiuto delle comunità del contado per il trasporto del sale a Bologna.
(HE) Metà anno: nei primi sei mesi le entrate del comune sono state 41.915 lire, le uscite 41.925.
(HE) Dalle riformagioni risulta che il palatium com. de medio viene ora chiamato palatium populi.
(HE) E’ menzionato per la prima volta il successore di Alberto, Enrico, nella conduzione della ‘fabbrica’ della cattedrale.
(HE) Sono documentate disposizioni di multe in caso di ritardo di consegna delle corbe di grano dei comuni romagnoli a Bologna. Il trasporto è a carico del fornitore.
(HE) 9 gennaio: Gli ‘estrinseci’ ferraresi stipulano un trattato con Bologna, secondo cui si stabilirebbero nel territorio bolognese diventandone cittadini e fornendo fino alla Pasqua navi e mezzi per la guerra contro Venezia. Qualora essi ritornino al potere a Ferrara, sceglieranno il podestà da Bologna e concederanno privilegi ed esenzioni come per i loro cittadini ai bolognesi. Riconscono inoltre il falso teodosiano (noto ora per la prima volta).
(HE) Il falso teodosiano assegna a Bologna tutto il territorio a nord e proibisce a Ferrara di fortificare il passaggio del fiume.
(HE) Agosto: Bologna non aiuta i fuoriusciti ferraresi e si accorda anzi con gli Este, che si impegnano a conservare la neutralità nella guerra contro Venezia, e a condividere con Bologna amicizie e inimicizie. Bologna ottiene inoltre il rinnovo di vecchi accordi commerciali che vengono allargati al punto che i bolognesi sono esentati da tributi come i cittadini ferraresi ed inoltre tutto il grano forestiero (ed anche quello ferrarese, con determinate restrizioni) diventa libero da tributo attraverso i loro confinanti a nord.
(HE) Il podestà di Bologna è un genovese.
(HE) Autunno: i bolognesi sorprendono l’accampamento veneziano e si ritirano nella propria fortezza di Primaro.
(HE) 25 ottobre: Bologna stabilisce un alto premio per le truppe vittoriose.
(HE) 15 dicembre: contenzioso tra Bologna e Ravenna per il bottino della sortita dell’autunno contro i veneziani.
(HE) Autunno: prestito forzoso di 33000 lire per la scarsità di cereali e viveri.
(HE) 29 novembre: documento che riferisce che tutte le guardie del castello di Primaro sono fuggite.
(HE) Il podestà è il genovese Lanfranchino Malocello. Il governo è vicino ai Lambertazzi, anche se ciò non traspare dalla composizione del governo.
(HE) I bolognesi decidono anche di procedere contro i modenesi Aigoni che con le loro lotte con i ghibellini Graisolfi hanno sempre alimentato le lotte interne bolognesi. Bologna pretende di fare valere il falso teodosiano che le assegna tutto il territorio fino al Panaro. Modena rifiuta le richieste bolognesi.
(HE) Agosto: vengono distrutti Savignano sul Panaro ed altri castelli.
(HE) 8 settembre: l’azione contro Modena traspare anche dallo statuto redatto oggi dalla societas delle ‘Schise’.
(HE) Novembre: reazione dei Geremei all’operazione contro Modena. Violenti scontri tra i due partiti che portano al bando di parecchi nobili di entrambi i partiti. Si inaspriscono i provvedimenti contro i magnati.
(HE) 9 agosto: nello statuto delle ‘Schise’ si fa divieto agli aristocratici di essere membri della società.
(HE) Autunno (?): viene creata la societas iusticie composta da 400 uomini, con il compito di impedire i tumulti. Per i nobiles si fa divieto di entrare nel palazzo del comune e di lasciare Bologna senza permesso.
(HE) (?) Viene raddoppiata la pena per chi offende un pubblico rappresentante estendendola anche alle offese ad un qualsiasi membro del popolo. (la pena è in danaro).
(HE) Novembre: Il ghibellino Accorso di Lanzavecchia da Alessandria è a capo del governo e trasforma in decreto l’occupazione dei territori ad est del Panaro.
(HE) Fine anno: l’impresa militare contro Modena si conclude con un insuccesso.
(VI) Il comune crea la ‘compagnia della giustizia’, costituita da una magistratura di tre cittadini. Tale organo è volto contro i nobili.
(VI) Dovrebbero esistere già ordinamenti contro i magnati.
(AG) Sedizione dei Fontana contro gli Estensi. (Niente di fatto).
(AG) Modena ricostruisce i castelli di Savignano e Monteombraro, contro il trattato di pace con Bologna.
(AG) Bologna inizia la guerra contro Modena ed intende prenderla da due lati con l’aiuto di Parma, che però rifiuta.
(AG) Parma aiuta Modena inviando 2000 fanti e 1000 cavalieri.
(AG) Bologna distrugge i castelli di Savignano, Monteombraro e Monte Albano.
(AG) I Bolognesi sono respinti a S.Cesario ed al ponte di S.Ambrogio.
(AG) I Fontana si ricoverano a Galliera e da qui danneggiano l’Este, che è costretto ad un patto di amicizia con Bologna, che cerca di rendere neutrale il marchese d’Este nella guerra contro Venezia.
(G8) Matteo del fu Testa Rodaldi compra la parte di torre (e di casa ?) già acquistata 3 anni fa da Benricevuto del fu Aimerito Rodaldi, per 200 lire.
(TO) Benvenuto Melloni ed il figlio Niccolò si dividono le proprie case con torre in strada Castiglione, poste tra il Cambio e la croce di Strada Castiglione. Tali beni confinano a sud con gli eredi di Azzolino Tettalasina.
(TO) Ricordata le case e la turris Guarinorum poste sotto la parrocchia di S.Lorenzo dei Guarini.
(TO) Ugolino Uguzzoni (gli Uguzzoni sono probabilmente un ramo dei Guarini) assegna una torre al figlio. Ugolino sarebbe figlio di Uguccione Guarini.
(TO) Guidozagno Guidozagni è uno dei capitani della montagna che guida l’esercito bolognese contro Modena.
(CG) Iacobino Parisi muore a Ravenna, causa ferite riportate durante la guerra contro i Veneziani. - 1272
(FI) Viene ricordata la torre dei Gessi (Lam.) in via Porta Nova.
(FI) Muore Enzo e viene sepolto il 14 marzo in S.Domenico.
(HB) Muore Enzo, a seguito di grave malattia, ed il suo corpo imbalsamato viene sepolto in S.Domenico.
(SB) Muore Re Enzo.
(22) E’ ricordato un loco qui dicitur Romegnano ed un rivum Romegnanum … in curia Castri Leonis et in villa Gagii in un documento.
(26) Forse quest’anno (o forse nel 1273) Borghesano, padre di Bolognino, costruisce un filatoio ad acqua fuori porta Castiglione. Borghesano sarebbe originario di Lucca.
(26) Secondo il Guidicini sarebbe stato il nonno di Bolognino, tal Ventura o Bonaventura da Barga, a costruire un filatoio vicino alla chiesa di S.Maria della Misericordia.
(16) Sono iscritti all’ars piscatoria 185 persone di cui 39 di recente immigrazione.
(A4) Muore il cardinale legato del papa Ottaviano degli Ubaldini.
(C2) Da quest’anno esistono parecchi documenti su una chiesa di S.Alberto fuori delle mura (detto di Savena o di S.Vitale).
(HE) 2 marzo: muore Enzo. I funerali solenni sono a spese pubbliche e viene tumulato in S.Domenico. Forse la morte è al 22 marzo. Forse il suo testamento è fatto il 6 marzo con codicilli del 7 e del 19 marzo.
(HE) Matricole dei calzolarii de vacha.
(HE) Matricola dei muratori.
(HE) Matricola dei mercanti di pesce.
(HE) Matricola della societas armorum dei Cervi per il quartiere di Porta Ravennate.
(HE) Matricola della societas armorum dei Rastelli per il quartiere di Porta Ravennate.
(HE) Bartolomeus Principi è nell’elenco dei confinandi.
(HE) Gli statuti dei mercatores contengono un accordo con i mercatores fiorentini, che appare cancellato.
(HE) Risulta che i mercatores bolognesi visitano le fiere della Champagne e dell’Inghilterra.
(HE) I mercatores bolognesi cercano un accordo con la sopcietas di mercanti fiorentini, ma non riescono ad approdare a nulla (forse).
(HE) dagli statuti della ‘Sbarra’: nel consilium et massa populi vengono inviati dalle societates i consiliarii e quattro sapientes masse (per ogni societas).
(HE) Il massarius è un frate.
(HE) Muore il cardinale di Bologna Ottaviano degli Ubaldini.
(HE) 20 marzo: il cardinale Ubaldini invia una lettera di protesta ai canonici bolognesi che hanno occupato possedimenti spettanti agli Ubaldini e scacciato gli incaricati della amministrazione.
(HE) Dalle riformagioni risulta che il palatium com. de medio viene ora chiamato palatium populi.
(HE) Caccianemico Caccianemici regge la podesteria del Frignano.
(HE) A causa di disordini interni nessuna azione militare è intrappresa contro Venezia (che intanto sta fomentando in romagna gli antibolognesi).
(HE) Podestà di Bologna è un altro genovese.
(HE) Inizio anno: viene nominata una commissione con il compito di eliminare dalle matricole delle societates tutti coloro che non appartengono al ‘popolo’.
(HE) Gennaio – febbraio: gravi scontri tra ghibellini, che vogliono un attacco contro Modena, e guelfi, che non lo vogliono. Capo dei Lambertazzi è Castellano degli Andalò, mentra dall’altra parte c’è Alberto Caccianemici.
(HE) Castellano degli Andalò ha più di 40 anni, mentre Alberto Caccianemici è più anziano.
(HE) Alberto Caccianemici è podestà a Camerino.
(HE) Una lapide murata nel palazzo comunale impone l’inizio delle azioni di guerra contro Modena per il 1 maggio 1272. Il podestà, genovese, non è d’accordo e preferisce spendere energie contro Venezia. I guelfi minacciano di aiutare e fare aiutare Modena dai loro amici come Parma, Reggio, Cremona e Ferrara.
(HE) Viene portato fuori il carroccio per iniziare la guerra a Modena, ma i Geremei insorgono e costringono il rientro del carroccio in cattedrale. Ottengono l’annullamento di tutti i provvedimenti contro Modena, la rimozione della lapide e due di essi si fanno nominare capi del governo di Modena.
(HE) 21 novembre: a Forlì i ghibellini, istigati da Venezia, impediscono l’elezione a podestà del geremeo Comazzo Galluzzi.
(AG) Bologna riprende con più vigore la guerra contro Modena, malgrado le contrarietà dei Geremei.
(AG) Modena viene aiutata dal marchese d’Este, che infrange il patto da poco stipulato con Bologna, da Cremona e da Parma.
(AG) (?) Il marchese d’Este appoggia i Geremei.
(G8) La torre dei Baciacomari, sita in Strada Maggiore all’angolo con via Posterla nella cappella di S. Tommaso della Braina viene divisa insieme ad altre proprietà fra i fratelli Basacomare, Bonacosa, Bolognino, Bonfantino e Niccolò del fu Albertuccio dei Basacomari.
(TO) Guizzardino Prendiparte è riconosciuto colpevole in contumacia della morte di Bonacosa Asinelli. Viene decretata la demolizione dei beni immobili dell’imputato, ma la sentenza deve essere preceduta dalla divisione dei beni in comune con il padre Guidottino Prendiparte. I beni assegnati a Guizzardino consistono nella metà di una casa ed in una torre accanto alla chiesa di S.Maria degli Oseletti, e nella terza parte di una casa nella parrocchia di S.Maria degli Albari. Grande lavoro dei periti per individuare le parti da demolire, per i seri problemi di staticità, dovendo, le parti lasciate in piedi, mantenere l’abitabilità. Intervengono cinque maestri legnaiuoli.
(TO) Ugolino Asinelli è ucciso da Guizzardino Prendiparte durante una rissa.
(TO) Tra i testimoni alla stesura delle ultime volontà di Enzo, c’è Amadeo di Alberico, assieme agli altri medici Taddeo, Paolo, Bartolo, Pellegrino, Alessio.
(TO) Albertino Carrari viene eletto nel consiglio dei venticinque sapienti della città. Assieme ad altri si oppone fermamente all’arcidiacono Ruggero Ubaldini, che vuole arrogarsi ingiustificate prerogative negli esami di laurea.
(CA) Alcuni mercanti bolognesi sono derubati e forse anche uccisi da alcuni dei conti Alberti nel bosco di Herba Verde quod est iuxta confinia et turrem comitum Alberti de Mogono. Herba Verde si trova in territorio Guzzanese Mognese - 1273
(FI) Viene venduta la torre degli Ambrosi in via Castiglione.
(FI) Viene venduta la torre dei Bongiovanni (Ger.) in via U.Bassi.
(FI) Viene venduta la torre dei Guidozagni in via Albiroli.
(HB) Assedio a Forlì.
(HB) Il re d’Inghilterra, di passaggio a Bologna, nomina molti bolognesi cavalieri aurati.
(HB) Papa Gregorio si è fermato a S.Michele in Bosco mentre era diretto al concilio di Lione.
(IP) Appare netta la differenza tra contrata e cappella. Vengono eletti i ministrales che si chiamano capellarum.
(12) Viene aperta una bottega alla base della torre Alberici, nella piazzetta della mercanzia.
(12) I Clarissimi, discendenti di quell’Alberto Crasso giurista e mediatore del perdono dell’imperatore Enrico V, acquistano solo quest’anno una torre.
(D2) Deve essere già attivo il tribunale inquisitorio, anche se non vi sono documenti.
(HE) Esistono già gli statuti della societas armorum dei ‘Delfini’ per il quartiere di Porta Stiera.
(HE) 14 agosto: nel liber contractuum sono documentate le potesterie de sacco.
(HE) Sono documentati i syndici per il capitano del popolo.
(HE) dagli statuti dei ‘merciarii’: nel consilium et massa populi vengono inviati dalle societates i consiliarii e quattro sapientes masse (per ogni societas).
(HE) Il massarius è un frate.
(HE) Liber contractuum: tutto il sale ricavato dalle saline di Cervia viene venduto a prezzi prefissati a Bologna.
(HE) Prestiti fino al 40% di interesse.
(HE) Prestito chiesto da Bologna per finanziare i premi alle truppe vittoriose due anni fa a Primaro.
(HE) 23 ottobre: riformagione che testimonia lo stato di pratica bancarotta dello stato.
(HE) Trattative di pace con Venezia incoraggiate da Gregorio X.
(HE) Agosto: pace fatta grazie alla mediazione dei frati minori. Completa sconfitta di Bologna che deve demolire il suo castello a Primaro, e rinunciare a porre piede sulla costa adriatica. Venezia invece conserva Marcamò ed il diritto di controllare Ravenna. Venezia per contro concede a Bologna il trasporto per via d’acqua di un certo numero di corbes di grano dalla Romagna e dalla Marca anconetana ed una determinata quantità di sale da Cervia per uso interno. Venezia si riserva il controllo di queste concessioni.
(HE) 27 dicembre: torna il vicedominus veneziano a Ravenna.
(HE) 2 aprile: Castellano degli Andalò fidanza un figlio con la figlia del conte Guido da Modigliana.
(HE) I ghibellini forlivesi insistono nel loro atteggiamento contro Comazzo Galluzzi.
(HE) Venezia rinnova il trattato del 1269 con i forlivesi, essendo Guido da Polenta loro podestà.
(HE) Maggio: Bologna, con l’aiuto del resto della Romagna, della Lombardia, della Toscana, attaccano Forlì ma si devono ritirare perchè Castellano degli Andalò cospira con i nemici.
(HE) Seconda metà dell’anno: il governo si riavvicina ai Lambertazzi.
(HE) Fine anno: due ghibellini vengono designati per il prossimo anno a reggere il governo della città: si tratta del podestà Guglielmo da Pusterla e del capitano del popolo Marco Giustinian.
(HE) Fine novembre: risulta che i Geremei fanno sottoporre ad una lunga inchiesta dai syndici il capitano del popolo uscente.
(HE) 15 luglio: memoriale che documenta l’amicizia tra Geremei e Este.
(HE) Settembre: Gregorio X passa da Bologna per Lione.
(VI) Una provvigione accorda protezione al convento e all’abbadessa di S.Stefano e le si concedono gli stessi privilegi dei popolani contro i magnati.
(AG) Tentativo dei Fontana di Ferrara di assassinare Obizzo d’Este (tentativo fallito).
(AG) Contesa del marchese Obizzo II d’Este che tenta di recuperare Argenta.
(G8) I Chiari e gli Alberici stipulano un accordo con i muratori Aldrevandino del fu Lamberto Siropi e Bonaventura del fu Giovanni per scavare sive scodegare l’interno di una torre per crearvi una bottega.
(G8) I Codigelli vendono la sesta parte della propria torre ai Pepoli.
(TO) I Chiarissimi risultano proprietari di una torre.
(TO) Guglielmo Guidozagni vende ad un giusperito di Ferrara, Ugolino de’ Medici, una torre.
(TO) Quest’anno viene ricavata una bottega nella base della torre degli Alberici, presso il foro dei mercanti.
(TO) Amadeo Alberici, medico di Re Enzo, e Siripere Chiari (o Cari: proprietario della casa in piazza di porta Ravegnana confinante con la torre Alberici e dotata di portico ligneo), comproprietari della torre in piazza della Mercanzia, stipulano un contratto con i muratori Aldrovandino di Lamberto Siropi e Bonaventura di GIovanni per scarnire di 3 piedi i muri della torre stessa onde ottenere lo spazio necessario per aprire un negozio o fondaco. Il tutto per il compenso di 25 lire. L’atto viene rogato dal notaio Guido Bonvillani, sotto il portico addossato alla torre stessa, portico demolito nel 1928 per allargare la via: trattavasi di portico ligneo tipico, sul tipo di quello di casa Grassi, in via Marsala.
(TO) Giampietro del fu Giovanni di Bertolotto di Giovanni di Ambrogio vende una casa con torre (tubatam) ad Amadore di Giacomino Clarissimi (il Gozzadini interpretò la vendita invece come indicante la presenza di una torre della famiglia Ambrosi).
(TO) Francesco di Romeo Pepoli compra da Ugolino Codigelli (o Codicelli) la sesta parte di una torre nell’isolato compreso tra le vie Castiglione, Sampieri e S. Stefano. Un’altra parte della torre spetta agli Zovenzoni.
(TO) Secondo il Gozzadini, una torre sarebbe posseduta in condominio da Ubertino Ghisilieri (la torre era situata al n. 5 di via Ugo Bassi. Secondo il Finelli invece, la torre era dei Bongiovanni).
(CA) Testamento di Alessandro degli Alberti che lascia erede le repubblica fiorentina nel caso in cui i figli Alberto e Nerone muoiano senza eredi. Il fratello di Alessandro, Napoleone, cerca aiuto presso l’imperatore.
(TO) Bartolomeo Guidozagni è podestà nel Frignano.
(TO) Guglielmo Guidozagni vende la sua parte di torri al giureconsulto ferrarese Ugolino de’ Medici per la grossa somma di 6500 lire, pagata in bolognini grossi, fiorini d’oro, etc. Ugolino farà poi scarnificare la base della torre per ottenere maggiore spazio. - 1274
(FI) Lotta interna tra popolo e nobili: 40 giorni, tra il 19 aprile ed il 2 giugno. I ghibellini vinti escono in massa dalla città: 15000 proscritti.
(FI) Viene distrutta la torre degli Andalò (Lam.) in via S.Mamolo.
(FI) Viene venduta la torre Dotta (Ger.) al Pavaglione.
(FI) Viene venduta la torre Ricci (Ger.) in via U.Bassi.
(FI) Viene venduta la torre dei Geremei in via Battisasso.
(FI) Viene ricordata la torre dei Gardini (Ger.) in via Pini.
(FI) Viene ricordata la torre dei Ligapasseri (Lam.) in via Malcontenti.
(HB) I Geremei cacciano i Lambertazzi dopo un sanguinoso scontro. 6.000 ghibellini ed altri 6.000 simpatizzzanti sono stati cacciati.
(HB) Tibaldello da Faenza (nobile ghibellino) ha fatto entrare in città i suoi compagni. I guelfi sono sconfitti vicino a Faenza (Ponte di S.Procolo). I Geremei in difficoltà chiedono aiuto al papa, che invia subito a Bologna Bertoldo Orsini, che invita alla prudenza i Bolognesi. Da ora Bologna è città del papa.
(HB) La ragione della guerra civile è che i Geremei volevano attaccare Forlì, mentre i Lambertazzi no, ed addirittura hanno attaccato i concittadini mentre le truppe stavano partendo per Forlì. Dopo due mesi di lotte hanno avuto la peggio i Lambertazzi.
(HB) Bologna si è impadronita di Imola e Bagnacavallo, ma al ritorno sono stati sconfitti dai Lambertazzi presso S.Procolo vicino a Faenza (rio Sanguinario). Mentre i Bolognesi rientravano a Faenza per riorganizzare le truppe subirono una sconfitta ancora peggiore per mano dei Lambertazzi.
(HB) Bologna perde Cervia, il cui capitano bolognese si è venduto a Forlì.
(IP) Vengono abolite 4 società perchè composte da ghibellini.
(FB) Cacciata dei Lambertazzi. (primavera).
(SB) Cacciata dei Lambertazzi.
(SB) Guerra civile: i Geremei ed i Lambertazzi chiedono aiuto alle città vicine. Perdenti risultano i Lambertazzi che dopo 40 giorni di scontri, il 2 giugno fuggono in massa. In totale si tratta di circa 12.000 persone su 50.000. I loro beni vengono confiscati dal comune che ora si identi- fica nella parte Geremea.
(SB) Viene istituita da Rolandino de’ Passeggeri la compagnia della Croce, composta da 2000 armati. Rolandino aveva già ottenuto l’anzianato perpetuo, ed ora è anche capo di questa specie di polizia.
(SB) Gli iscritti all’arte dei mercanti sono 263.
(SB) Gli iscritti all’arte dei merciai sono 101.
(SB) Gli iscritti all’arte dei drappieri sono 461.
(SB) I sarti sono 354.
(SB) I Pellicciai sono 293.
(SB) La lavorazione del cuoio dà lavoro ad almeno 1100 persone.
(SB) I fabbri sono 1170.
(SB) I muratori sono 343.
(72) Cacciata dei Ghibellini.
(HE) Da quest’anno in poi si moltiplicano i casi di arruolamento di mercenari.
(HE) Matricola dei beccarii.
(HE) Dai ‘Libri dei confinati’ apprendiamo che tra i milites vi sono dei popolani.
(HE) Documento di un Galluzzi in Memor. Guillelmi de Canutis in cui si elencano beni e possedimenti notevoli.
(HE) Matricola della società dei Fabbri.
(HE) Si consolida la societas generalis cordoaneriorum con funzioni proprie.
(HE) E’ documentato un rector mercantie.
(HE) Risulta che i mercatores bolognesi visitano le fiere della Champagne e dell’Inghilterra.
(HE) I magnati della città e del contado formano un blocco unico di fronte al popolo.
(HE) Fino a quest’anno sono stati nominati regolarmente i capitani del popolo.
(HE) Viene soppresso il vecchio consilium comunis.
(HE) Giugno: viene istituito il consilium dei 400. All’occasione si riunisce da solo. Generalmente viene convocato assieme al consiglio (e massa) del popolo.
(HE) Quest’anno il massarius è nuovamente un laico.
(HE) Sulle monete: 850 lib. parv. venet. = 630 lib. bon. .
(HE) Il vescovo Ubaldini e l’arcidiacono Ubaldini (Ottaviano e Alberto Scolari) lasciano la città perchè di parte lambertazza.
(HE) Inizio marzo: gli studenti forenses vengono protetti da attacchi e rapine così come avviene per i popolari. In seguito all’emigrazione di studenti a causa della rivoluzione, il comune emana nuove disposizioni favorevoli agli studenti per farli tornare. Le più importanti disposizioni in tale senso sono: i rettori vengono sciolti dall’obbligo di non indurre gli scolari ad emigrare; cresce l’autorità dei rettori, che ottengono libertà di accesso alle autorità cittadine e l’appoggio del podestà nell’esplicazione della loro attività di giudici; vengono posti alle dipendenze dei rettori i venditori di manoscritti, già controllati dal comune; gli affitti delle case per gli studenti devono essere fissati annualmente da una commissione in cui gli studenti stessi hanno parte decisiva. Inoltre l’università ottiene anche il diritto di scegliere banchieri non bolognesi per ottenere prestiti e condizioni agevolate. Ne sono documentati 10 di cui alcuni di Firenze. Infine è la città ora che paga i maestri.
(HE) Si inizia una ricostruzione della circla (dopo l’estate). Le spese verranno ripartite tra le parrocchie.
(HE) 22 gennaio: nel memoriale Cavazoci de Albergatis è documentato come sul lato occidentale del palazzo ‘vecchio’ e ‘nuovo’ sia la curia con il puteus comunis e le stalle del podestà.
(HE) 27 gennaio: documentato (ASB) Guido Guinizzelli, iudex, figlio di Giuniciello Magnani, pure lui iudex.
(HE) 10 luglio: documentato (ASB) Guido Guinizzelli, iudex, figlio di Giuniciello Magnani, pure lui iudex.
(HE) 17 febbraio: è ancora documentata l’inchiesta del syndici contro il capitano del popolo uscente.
(HE) Inizio aprile: Bologna prepara una spedizione contro Forlì. I Lambertazzi preferiscono aiutare i Graisolfi di Modena e provocano tumulti. Scontri per le strade con i Geremei. Guelfi vengono chiamati da Cremona, Parma, Reggio, Modena, Ferrara e Firenze e avanzano fino al Reno. Ghibellini accorrono da Forlì, guidati da Guido di Montefeltro, soldato e diplomatico che fino ad adesso ha combattuto i Malatesta di Rimini, Verucchio e Cesena.
(HE) Guido da Montefeltro a Faenza si allea con gli Accarisi e caccia i Manfredi. Occupa Imola e poi raggiunge il confine del contado Bolognese.
(HE) La società della Branca e quella dei Griffoni assumono il comando accanto al podestà. Forse c’è uno scontro presso il Reno, ma alla fine si viene ad un accordo con i guelfi forestieri e con Guido da Montefeltro, che abbandonano il campo, prima di maggio forse.
(HE) 10 aprile: notizie di preparativi contro Forlì.
(HE) 13 aprile: notizie di preparativi contro Forlì.
(HE) 14 aprile: notizie di preparativi contro Forlì.
(HE) 15 aprile: iniziano gli scontri.
(HE) Gli scontri durano fino al 2 giugno.
(HE) 2 maggio: sotto la pressione dei guelfi viene destituito il capitano del popolo. Breve pausa negli scontri. E’ protagonista in questa manovra Rolandino dei Passeggeri, della società dei Toschi.
(HE) Dopo il 2 maggio e prima del 26: esce il carroccio per la spedizione contro i ghibellini che hanno concentrato la loro resistenza a Faenza, ma immediatamente si rinnovano le agitazioni.
(HE) 24 maggio: prevista l’iscrizione di 10 Geremei ed altrettanti Lambertazzi a stare in comune fino alla conclusione delle operazioni. Sono in qualità si ostaggi.
(HE) 26 maggio: il podestà riesce ad ottenere una tregua tra i partiti: Alberto Caccianemici con 9 Geremei e Castellano degli Andalò con altrettanti Lambertazzi devono stare nel palazzo comunale fino all’ottenimento della pace interna e della punizione dei ribelli romagnoli. Sono in qualità si ostaggi.
(HE) Dopo il 26 maggio: rivoluzione. Il popolo abbandona la neutralità ed appoggia i Geremei. Al popolo interessa di più l’egemonia sulla Romagna che non su Modena, per altro già da tempo ridimensionata. Artefici di tale rivolta sono Rolandino dei Passeggeri, che ha abbandonato da tempo l’insegnamento e si dedica a tempo pieno alla politica, ed Alberto Caccianemici. Si occupano i punti più importanti della città, e si liberano i dieci Geremei in comune, mentre i dieci Lambertazzi vengono definitivamente imprigionati.
(HE) Dopo il 26 e entro il 29 maggio: viene destituito il podestà Guglielmo da Pusterla, che cerca di mantenere una politica di neutralità. Il nuovo governo si impegna a pagare il podestà e ad offrirgli scorta fino a Reggio, ma così non è: egli e la sua familia sono oggetto di insulti e rapina particolarmente da Alberto Caccianemici.
(HE) Notte tra il 29 ed il 30 maggio: viene eletto il nuovo podestà.
(HE) Dopo il 30 maggio e prima del 2 giugno: ancora lotte tra Geremei e Lambertazzi.
(HE) 2 giugno: la notte i Geremei fanno entrare i cavalieri di Obizzo d’Este (che sono accorsi assieme ai guelfi di Fiernze) ed i Lambertazzi devono fuggire precipitosamente a Faenza lasciando a Bologna tutti i loro averi.
(HE) 4 giugno: risulta già in carica come podestà il guelfo parmense Rolandus de Putaleis.
(HE) Dopo il 4 giugno: viene eletto come capitano del popolo il guelfo parmense Thomasius de Enzola.
(HE) Inizio giugno: per ripristinare l’ordine, podestà e capitano del popolo emettono una disposizione secondo cui devono essere restituiti beni sottratti ad enti religiosi o laici, a Bologna e nel contado.
(HE) 10 giugno: vengono messi al bando i capi Lambertazzi come nemici della patria e ne vengono confiscati i beni.
(HE) Viene conpilata una lista dei ribelli, divisi in cinque categorie di banditi e confinati.
(HE) Vengono sciolte due societates armorum, perchè composte prevalentemente da Lambertazzi.
(HE) Ai Lambertazzi che non hanno perso tutto, vengono imposte particolari collecte e forniture di cavalli che verranno poi usate contro i loro compagni di partito.
(HE) Affiancano podestà e capitano del popolo due rappresentanti per ogni societas. Mercatores e campsores non hanno più posizione previlegiata.
(HE) Posizione previlegiata è invece assunta dai notai, sotto la guida di Rolandino de’ Passeggeri, che organizza le forze popolari in una societas crucis, di carattere guelfo. Tale societas è retta da più primicerii e Rolandino è primicerius perpetuus. Rolandino detiene il potere legislativo che viene ratificato solo formalmente dal consilium populi.
(HE) Aprile: Imola è controllata da Forlì.
(HE) Fine di maggio: ad Imola governa un vicarius generalis bolognese.
(HE) Estate: i ghibellini vengono scacciati da Imola, Bagnacavallo e Ravenna e si riuniscono a Faenza con i fuoriusciti Lambertazzi.
(HE) Agosto: Bologna decide un attacco contro Faenza, che però viene respinto dal Montefeltro.
(VI) Enrico de’ Guezzi giura la parte geremea e dà a disposizione domos et turrim suas que erant super plateam comunis capitaneis partis durantibus rumoribus.
(AG) 19 aprile: scoppiano i tumulti in città causati dai Lambertazzi che cercano di aiutare i loro amici in Modena contro gli Aigoni. Gli scontri durano fino al 2 giugno. Modena aiuta Bologna nella cacciata del Lambertazzi.
(AG) Modena è con Bologna contro le città romagnole.
(W1) 2 giugno: fuggono i Lamebrtazzi con i loro partigiani (si parla di almeno 12000 persone).
(W6) Rolandino Passeggeri lascia la cattedra di arte notarile allo Studio.
(TO) Ampliamento di una dozzina di metri quadrati all’interno di una torre che Ugolino de’ Medici ha acquistato l’anno scorso da Guglielmo Guidozagni: lo spessore dei muri viene ridotto alla metà.
(TO) 12000 abitanti abbandonano Bologna. Gli Asinelli si sono da poco convertiti alla parte Geremea.
(TO) Tra i ghibellini scacciati c’è il cattedratico di medicina Amadeo (o Amideo) di Alberico.
(TO) La famiglia Carrari è tra quelle esiliate assieme ai Lambertazzi. - 1275
(FI) Viene confiscata la torre dei Guarini (Lam.) in via S.Giobbe.
(FI) Viene confiscata la torre dei Lambertazzi in P.za Maggiore.
(FI) Viene ricordata la torre dei Boccaccio (Lam.).
(HB) E’ morto Tommasino Ramponi (sepolto in S.Francesco).
(HB) I guelfi sono:
Caccianemici,
Prendiparte,
Galluzzi,
Lambertini,
Ramponi,
Pepoli,
Gozzadini,
Rodaldi,
Asinelli,
Tebaldi,
Catalani,
Beccadelli,
da S.Pietro,
Tinestri,
Basacomare,
Sardelli,
Malavolti,
Delfini,
Da Mozuno,
Triachi,
Boattieri,
Da Sala,
Bazilieri,
Scappi,
Malvezzi,
Ubaldini,
Mantici,
Sabadini,
Bentivogli,
Papazoni,
Usberti,
Pascipoveri,
Romanzi,
Tencarari,
Torelli,
Artenisi,
Buvalelli,
Bianchetti,
Foscherari,
Mezzovillani.
I Ghibellini invece sono:
Carbonesi,
Andalò,
Scannabecchi,
Principi,
Magnani,
Accarisi,
Foscardi,
Carrari,
Cansaldi,
Tomari,
Lambertazzi,
Azzoguidi,
Guastavillani,
Caccianemici Piccoli,
Rusticani,
Da Loiano,
Da Pontecchio,
Correggiari,
Da Gesso,
Feliciani,
Toschi,
Da Marano,
Da S.Giorgio,
Da Bisano,
Bottrigari,
Accursi,
Da Villanova,
Marescotti,
Castagnoli,
Da Panico,
Da Castel de’ Britti,
Baruffaldini,
Boscardi.
(HB) I Lambertazzi pretendono metà delle cariche pubbliche.
(A4) Viene distrutto dalla fazione lambertazza il castrum di Bisano, che però dovrebbe essere presto ricostruito.
(F6) 2 gennaio: Bonaventura di Martinello e la moglie Beneamata con il figlio Domenico donano se stessi e parte dei loro beni a S.Biagio di Casagliola.
(HE) 27 novembre: sono documentate le potesterie de sacco (giudice dei dazi, affitti).
(HE) Primavera: il consilium dei 400 diventa dei 600. All’occasione si riunisce da solo.
(HE) Ottaviano Ubaldini dimora a S.Croce del Mugello. Come gli altri Ubaldini, amici dei Lambertazzi, ha dovuto evacuare la città.
(HE) Esiste una societas SS.Ambroxii et Petronii, sovvenzionata con denaro pubblico.
(HE) 1 gennaio: Guglielmo Guidozagni viene menzionato come podestà del Frignano.
(HE) E’ documentata quest’anno la boateria nei paesi di montagna.
(HE) 17 maggio: cride et banna che documentano le condanne dei capi Lambertazzi e la confisca dei loro beni.
(HE) 15 dicembre: riformagioni che documentano le condanne dei capi Lambertazzi e la confisca dei loro beni.
(HE) Zoanne Pepoli compare fra le autorità preposte alle finanze cittadine, in particolare per l’amministrazione dei beni confiscati dei Lambertazzi.
(HE) Viene chiamato come capitano del popolo (con il titolo straordinario di capitaneus guerre) Malatesta da Verucchio, avversario del Montefeltro. Egli fa grandi preparativi contro Faenza, ma la sua guida non risulta felice. Arruola anche mercenari.
(HE) 7 giugno: i bolognesi e truppe mercenarie ed ausiliarie provenienti da Toscana, Lombardia, Ferrara e Romagna pongono il campo presso la riva sinistra del Senio, vicino al ponte di S.Procolo sulla via Emilia, 5 Km a NO di Faenza.
(HE) Dopo il 7 e prima del 13 giugno: azioni di danneggiamento delle truppe bolognesi nel territorio di Faenza.
(HE) 13 giugno: l’esercito bolognese attraversa il Senio. Il carroccio, con la fanteria rimane presso la via Emilia, mentre la cavalleria compie saccheggi a nord. La mattina però è giunto Guido da Montefeltro con l’esercito ghibellino a Faenza e porta immediatamente l’attacco. Lo scontro è prima con la cavalleria bolognese, che dopo una breve resistenza si ritira attraverso il ponte di S.Procolo. La fanteria ed il carroccio vengono abbandonati e dopo una valorosa resistenza si devono arrendere in seguito alle macchine da guerra fatte venire da Faenza.
(HE) Luglio: i ghibellini strappano Cervia a Bologna. Cervia si mette sotto la protezione di Venezia.
(HE) Settembre: anche Cesena passa ai ghibellini.
(HE) Estate: Guido da Polenta si proclama signore di Ravenna e ciò causa il passaggio dei suoi avversari e dei Traversari ai Montefeltro.
(HE) Fine estate, autunno: i Lambertazzi, assieme agli Ubaldini, strappano ai bolognesi parecchi castelli della zona montana.
(HE) Autunno: giungono da Modena i messi imperiali di Rodolfo di Asburgo per richiedere fedeltà alle città romagnole e a Bologna.
(HE) Rodolfo d’Asburgo nomina un rettore particolare per la Romagna e Maritima e sembra avvicinarsi più ai Montefeltro che non ai bolognesi
(HE) Faenza riserva eccezionale accoglienza agli inviati di Rodolfo d’Asburgo.
(HE) Ottobre: Rodolfo rinnova al papa Gregorio X la promessa di Federico II di restituzione dei beni della chiesa in Romagna, in particolare dell’Esarcato e di Ravenna. Gli inviati imperiali sono accompagnati ed appoggiati da legati del papa.
(HE) Bologna si rivolge a Carlo d’Angiò, che invia come podestà per il prossimo anno il cavaliere Riccardo de Beauvoir.
(HE) Inizio dicembre: mentre gli inviati imperiali sono ancora in Romagna, Gregorio X rientra da Lione e si ferma alcuni giorni a Bologna. Gregorio X protesta, su pressione dei cardinali, contro l’ingerenza di Rodolfo in Romagna.
(AG) Modena è con Bologna contro le città romagnole.
(TO) Ricordata le case e la turris Guarinorum poste sotto la parrocchia di S.Lorenzo dei Guarini. - 1276
(FI) Viene ricordata la torre dei Milanzoli (Lam.) in piazzetta S.Simone.
(FI) Viene divisa la torre dei Mussolini (Ger.) in strà Maggiore.
(HB) I Bolognesi riconquistano il castello di Pietracolora (in mano ai Lambertazzi). Una cella delle prigioni di Bologna si chiama Pietracolora per il fatto di avere ospitato prigionieri di Pietracolora.
(HB) Ubaldino da Loiano per 1500 lire ha venduto il suo castello (che era in mano ai Lambertazzi) giurando fedeltà a Bologna. Giacobino Panzacchi che ha condotto le trattative è diventato cittadino Bolognese, mentre prima faceva parte dei rustici di Scanello e Roncastaldo.
(HB) E’ morto Castellano Andalò, in carcere da due anni: è stato sepolto presso i domenicani.
(HB) Don Giacomo uccide don Pellegrino (entrambi preti) vicino alla chiesa di S.Niccolò di Villola: muore dopo 40 giorni di gabbia.
(F5) Convento e cappella alla Riccardina di Budrio (francescani) esistono già: fra Tomasino Buonamici, frate dei penitenti di S.Andrea degli Ansaldi lascia 40 soldi ai Minori della Riccardina, e Fraisenda Castellani de Sturliti uxor Cursini D. Accursi lascia 3 lire per fare cantare messe.
(HE) 20 maggio: documentato (ASB) Guido Guinizzelli, iudex, figlio di Giuniciello Magnani, pure lui iudex.
(HE) Muore Castellano degli Andalò.
(HE) 20 dicembre: riformagioni che documentano le condanne dei capi Lambertazzi e la confisca dei loro beni.
(HE) 3 marzo: documento che dimostra le collecte speciali e forniture di cavalli richieste ai Lambertazzi usate contro i Lambertazzi stessi.
(HE) Zoanne Pepoli compare fra le autorità preposte alle finanze cittadine, in particolare per l’amministrazione dei beni confiscati dei Lambertazzi.
(HE) (?) Muore Gregorio X.
(HE) E’ podestà l’angioino Riccardo de Beauvoir.
(HE) Il podestà muore in carica, mentre tenta di difendere la posizione di Bologna con le armi. Egli è riuscito a riconquistare i castelli di montagna. Le riconquiste però non sono state di natura militare, ma sono state comprate a suon di denaro.
(HE) Si rinuncia anche al Frignano a favore di Modena, per avere l’appoggio di questa.
(HE) (?) Insorge Imola e si deve concedere l’elezione di un podestà non controllato da Bologna.
(HE) (?) Si concludono in Romagna all’insaputa di Bologna accordi tra guelfi e ghibellini per lo scambio dei prigionieri.
(VI) Gli Ubaldini hanno occupato Loiano. Ugolino da Panico, eletto arbitro, sentenzia che gli Ubaldini restituiscano i castelli occupati per il compenso di lire 4500, vengano tolti dal bando e giurino parte geremea. Ubaldino da Loiano accetta e giura.
(G2) Nasce Cotignola, fondata dai Faentini sulla sinistra del fiume Senio. Ha cinta rettangolare, servita da una sola porta verso il fiume, chiamata Porta dal Ponte.
(CG) Michele Parisi assieme ad altri, dà a disposizione il proprio cavallo per permettere al comune di muovere guerra ai conti di Frassinatico. - 1277
(FI) Viene venduta la torre dei Tencarari (Ger.) in via Tosapecore.
(HB) Sconfitta dei Geremei da parte dei Lambertazzi guidati da Guido Accarisi di Faenza. Muore in battaglia Giacomo Prendiparte.
(HB) Il conte Maghinardo da Panico è stato ucciso dai rustici di Monzuno presso la pieve di Sambro.
(HE) Quest’anno sono state fatte correzioni sulle liste dei fumanti del 1249.
(HE) Esiste una lista di confinati in cui qualcuno, il secolo dopo ha scritto che il totale di essi è 3879.
(HE) Zoanne Pepoli compare fra le autorità preposte alle finanze cittadine, in particolare per l’amministrazione dei beni confiscati ai Lambertazzi.
(HE) Si rinnovano le lotte tra guelfi e ghibellini con buon esito per i ghibellini.
(HE) Giungo: combattimento tra guelfi e ghibellini favorevole a questi ultimi.
(HE) Guido da Montefeltro sventa un attacco di bolognesi e toscani contro Forlì.
(HE) Forse Guido da Montefeltro conquista Bagnacavallo.
(HE) 12 dicembre: l’Orsini, con il nome di Niccolò III, diviene papa.
(HE) Subito dopo l’elezione, il papa rivendica la Romagna agli Asburgo.
(VI) A Ravenna i guelfi sono sconfitti, malgrado l’invio di Riccardo di Beauvoir da parte di Carlo d’Angiò.
(VI) A Firenze i guelfi, dopo avere scacciato i ghibellini, li escludono dalla vita politica.
(AG) Obizzo II tenta di riprendere Argenta con le armi.
(AG) Modena è con Bologna contro le città romagnole.
(CA) 7 febbraio, diritti e oneri del Comune, Registro Grosso: il donus Albertinus di Vigo risulta dimorante in Bologna. - 1278
(FI) Viene venduta la torre dei Caccianemici dall’Orso (Ger.) in P.za S.Ippolito.
(FI) Viene ricordata la torre dei Banzi in Strà Maggiore.
(HB) Riconciliazione tra Geremei e Lambertazzi, che tornano in città, ad opera del potestà (inviato dal papa) Bertoldo Orsini e del domenicano Lorenzo da Todi.
(HB) Bologna quindi è ora città della chiesa, obbediente in tutto, eccetto le faccende di Romagna.
(S9) Il cardinale Latino delibera misure restrittive sul lusso delle vesti femminili.
(SB) Rodolfo d’Asburgo restituisce la Romagna al papa. Rinuncia anche a qualsiasi pretesa futura su Bologna. Rodolfo era re di Germania e diventerà imperatore. Niccolò III (papa) chiede giuramento di fedeltà (che Bologna dà, salvo le libertà già acquisite) e chiede il riappacificamente con i Lambertazzi. Cerca inoltre, ma non vi riuscirà, di fare sciogliere la compagnia della Croce.
(F5) Aichino di Marzio lascia 3 lire per la sua sepoltura apud ecclesiam S.Francisci de Ricardina.
(HE) Esiste già una corporazione dell’industria tessile cotoniera.
(HE) Accordo concluso dal re di Francia con l’associazione dei mercanti lombardo-toscani: sono presenti due consoli dei mercatores bolognesi.
(HE) Si forma una commissione per vagliare le corrette forme di rappresaglia, implementando gli accordi precedenti con Modena.
(HE) L’ufficio della biada si divide in presidentes ad recipiendum et vendendum bladum comunis e presidentes officio molendinorum. Entrano più di 17000 corbe di frumento.
(HE) Ruggeri degli Ubaldini diviene arcivescovo di Pisa.
(HE) 10 ottobre: riformagione in cui si attesta il potere di Rolandino de’ Passeggeri le cui deliberazioni sottostanno solo formalmente al consilium populi.
(HE) Zoanne Pepoli compare fra le autorità preposte alle finanze cittadine, in particolare per l’amministrazione dei beni confiscati ai Lambertazzi.
(HE) Guido da Montefeltro minaccia Ravenna. Interviene il papa Niccolò III.
(HE) 4 maggio: Rodolfo fa annunciare al papa la propria rinuncia alla Romagna.
(HE) Fine di giugno: il papa invia degli ambasciatori in Romagna. Ha ottenuto la promessa di non ingerenza da Carlo d’Angiò.
(HE) Tarda estate, autunno: guelfi e ghibellini giurano e riconoscono nel papa i diritti di cui ha goduto finora l’impero.
(HE) Il papa nomina un proprio nipote, il cardinale Latino, legato per la Romagna e per la Toscana. Si tratta di un papa che vuole regnare per davvero. Un altro nipote, Bertoldo, ha le funzioni dell’antico conte di Romagna, ma è di fatto subordinato al legato. Carlo d’Angiò lascia ai due cugini le proprie truppe di stanza a Bologna e in Romagna.
(HE) Gentile, figlio di Bertoldo, è podestà a Imola. Bertoldo si dimostra aperto nei confronti dei ghibellini.
(HE) Riappacificazione forzata dal papa. Bologna si limita a liberare i prigionieri Lambertazzi.
(AG) Momentanea discordia tra Verona e Padova. Obizzo II d’Este aiuta i padovani e ne approffitta per strappare a Verona la terra di Cologna.
(W1) Rodolfo d’Asbutgo rinuncia a favore del papa ad ogni pretesa su Bologna e sulla Romagna.
(W1) Il papato ha ristabilito il proprio dominio sulla Romagna.
(W1) La torre dei fratelli Brandelixe e Francesco di Buvalello Ricadonna contiene due botteghe, ed altre botteghe sono contenute nella vicina casa e tra le porte della casa e della torre sotto al portico. Siamo nel Cambio. I fratelli affittano queste botteghe per la cifra di lire 102 annue.
(W6) Da giugno a novembre: il papa invia ambasciatori a Bologna ed in Romagna per chiedere un giuramento di fedeltà al sovrano (Rodolfo D’Asburgo re dei Romani ?) e chiede la pacificazione delle fazioni. Inizia un governo diretto della chiesa, con influenza anche sullo Studio.
(W8) Dopo quest’anno avviene la deviazione, mediante un ardito canale, delle acque della Dardagna nel Silla.
(W8) Rodolfo d’Asburgo, re di Germania e designato imperatore, rinuncia ad ogni pretesa sulla Romagna e su Bologna a favore del papa.
(TO) Amadeo (o Amideo) d’Alberico, già insegnante medicina all’università, muore in esilio.
(CA) Settembre: Bologna fa pagare al massaro di Le Mogne le spese di un suo fiduciario che deve controllare se sono stati costruiti fortilizi e da chi.
(CA) Comune et homines tere Roche de Mognis dare et solvere comuni bononiensi singulis annis in terminis ordinationis pro gabella dicte terre 40 solidos bon. - 1279
(FI) Pace fatta tra guelfi e ghibellini, che rientrano in città, per esserne nuovamente scacciati poco dopo.
(FI) Viene venduta parte (il piede) della torre dei Milanzoni.
(SB) Rientro dei Lambertazzi e nuova espulsione.
(51) Viene redatto un elenco di carte nonantolane ed un documento ivi riportato (considerato un falso) ricorda una donazione di Astolfo al duca Orso riguardante “Bononia et Ymulam atque castellum quod dicotur Brentum”. Probabilmente ci si riferisce solo ai possedimenti che Astolfo aveva in questi tre luoghi.
(72) Ulteriore cacciata dei Ghibellini.
(F3) Fa testamento magister Iohannes quondam magistri Petri de abacho.
(HE) La societas dei mercanti fiorentini è ormai completamente indipendente da quella bolognese, al punto da non assoggettarsi ad alcuna limitazione commerciale. Addirittura i fiorentini soppiantano in parte i bolognesi nel commercio con gli scolari.
(HE) Bologna, contro la volontà del papa, continua ad eleggere un podestà ed un capitano del popolo e continua a fare politica guelfa.
(HE) 1 maggio: terribile terremoto.
(HE) 29 maggio: i bolognesi si piegano ed il papa, in qualità di arbitro e sovrano della città, rende note le condizioni di pace: riconciliazione tra i due partiti, revoca delle condanne di bando, di tutte le confische, ritorno dei fuoriusciti con tutti i diritti. Guelfi e ghibellini dovranno riformare le istituzioni e se non riescono se ne deve occupare la curia. La societas crucis viene sospesa fino a nuovo ordine. Niccolò III assegna a Bologna il podestà, che reca con sè truppe e tiene le forze più importanti.
(HE) 29 giugno: nuova podesteria assegnata a Bertoldo, con il diritto di farsi rappresentare da un vicario (Stoldo de’ Rossi, di Firenze).
(HE) Fine di settembre: i Lambertazzi rientrano in città.
(HE) Prima della fine dell’anno: Bertoldo continua a favorire i ghibellini, soprattutto nel conferimento delle cariche.
(HE) Fine di novembre: Bertoldo si allontana dalla città e si reca nella Romagna orientale. Il legato è assente da prima, essendosi recato a Firenze.
(HE) Fine anno: riprendono gli scontri in città.
(HE) 22 dicembre: i Lambertazzi occupano la piazza, ma dopo sanguinosi scontri sono sconfitti e la sera stessa devono fuggire nuovamente.
(HE) Fine anno: Rolandino de’ Passeggeri rispolvera la societas crucis, ed assieme ad altri otto rettori governa la città. Si procede in maniera spiccia contro le case ed i beni dei Lambertazzi.
(VI) 28 settembre: rientrano i Lambertazzi.
(AG) Modena aiuta Bologna nella seconda cacciata dei Lambertazzi.
(G4) In S.Silvestro di Nonantola ci si preoccupa di compliare un transunto di vari diplomi longobardi che certificano i diritti dell’abbazia stessa su vasti possessi.
(G8) Viene ordinato un estimo.
(TO) 4 agosto: pace giurata solennemente in piazza Maggiore tra guelfi e ghibellini. Partecipano attivamente anche gli Azzoguidi.
(TO) 4 agosto: famiglie di parte lambertazza (tra cui i Laigoni) e di parte geremea giurano solennemente sul vangelo in piazza Maggiore, alla presenza del cardinale Latino e dei vescovi di Bologna, Bari, Imola e Ravenna, di mantenere la pace pubblica, promettendo di vivere in amicizia.
(TO) I Ramponi, assieme alle altre famiglie di parte geremea, sono presenti al giuramento di pace scambiato con i Lambertazzi. - 1280
(FI) Viene distrutta la torre degli Ansaldi (Ger.) in via Farini.
(FI) Viene comperata la torre dei Bianchi (Ger.) in strà S.Stefano.
(FI) Viene ricordata la torre dei Catalani (Ger.) in vicolo Spirito Santo.
(FI) Viene divisa la torre Ramponi (Ger.) in via Rizzoli.
(FI) Viene ricordata la torre Ramponi (Ger.) in via Rizzoli.
(FI) I Lambertazzi vengono nuovamente scacciati.
(HB) Nuovi scontri tra Geremei e Lambertazzi, le cui case sono state distrutte, e che sono fuggiti di nuovo a Faenza.
(S9) I Lambertazzi vengono scacciati anche da Faenza, che viene restituita alla chiesa da Tebaldello de’ Zambrasi.
(SB) Rolandino Passeggeri ha grande autorità politica.
(A4) Insurrezione dei Lambertazzi che porta, tra le altre cose alla distruzione, l’8 agosto, della fortezza di Scaricalasino. Bologna è impegnata in guerra contro faentini e forlivesi. Il controllo della zona passa al castrum di Bisano. Il comune di Bologna, nel timore di perdere questo importante centro, ordina al podestà di Scaricalasino e al suo seguito di trasferirsi a Bisano e di custodirlo. Bisano è dotato di 12 custodi di cui 4 sono balestrieri. Pare che però spesso podestà e seguito si allontanassero per curare i loro affari di natura agricola.
(E6) Il comune per la prima volta paga lo stipendio a due docenti.
(HE) Il pictor Nicholaus Bucinthori riceve un importante incarico.
(HE) 19 ottobre: documentato (ASB) Guido Guinizzelli, iudex, figlio di Giuniciello Magnani, pure lui iudex.
(HE) Estate: I due nipoti del papa, il cardinale Latino e Bertoldo, tentano senza esito trattative in Romagna.
(HE) Estate: Niccolò III pensa ad un intervento armato contro Bologna.
(HE) 22 agosto: Niccolò III muore.
(VI) Il successore di Niccolò III è Martino IV, devoto a Carlo d’Angiò. Invia come conte di Romagna Giovanni d’Appia, ufficiale di Carlo.
(VI) 13 novembre: i Lambertazzi vengono scacciati da Faenza e si devono rifugiare a Forlì.
(VI) 2 aprile: sindaco di Bologna di parte geremea che giura obbedienza al conte Bertoldo.
(VI) L’Orsini invita a comparirgli dinanzi, per rendere atto del loro operato, i rettori della parte geremea, il consiglio, etc. sotto la pena di 20000 marche d’argento per il Comune, 50 per ogni anziano, 1000 per ciascun rettore dei Geremei, 10000 per l’Università della parte, etc.
(VI) Esistono i ‘quattro da la parte’ di cui uno è Stoldo di Jacopo Rossi fiorentino, vicario del podestà. Secondo il Serventese ‘erano eletti a le credençe fare’.
(G8) Prosegue l’estimo del 1279.
(W3) Il vescovo approva gli statuti della compagnia dei Battuti.
(W6) (?) Muore il chirurgo Guglielmo da Saliceto.
(TO) Guidozagno Guidozagni fa parte di una delegazione inviata al conte Bertoldo per trattare una onerosa taglia imposta al comune, alle arti e ai maggiorenti della città per l’espulsione dei ghibellini e la distruzione delle loro case.
(TO) Lippo Oselletti, militante con la sua famiglia tra i vincitori durante i disordini del 1274 e del 1279, è tra quelli convocati dal conte Bertoldo, nipote del papa Niccolò III, per mettere in chiaro le sue responsabilità in vista della riconciliazione. Minacce e pene pecuniarie a carico di molte famiglie, del comune, compagnie delle arti e con l’indicazione di ostaggi per garantire il rispetto degli accordi.