- Non ci sono notizie di interventi mirati alla conservazione della tavola prima del XVII secolo. Da allora possiamo elencare interventi (più o meno importanti) nelle seguenti date: 1625, 1898, 1955, 1976, 2010, 2011, 2012.
- 1625
L’Icona della Beata Vergine di San Luca fu conservata “alla meglio” dalle monache domenicane che ne avevano cura. Fu esposta per secoli ad agenti esterni quali umidità, fuoco (quello delle candele, anche se in un caso corse il rischio di andare distrutta a causa di un vero incendio), cadute accidentali (durante le processioni). Doveva essere ridotta veramente male, con le tavole sconnesse, con la pittura rovinata in più punti, quando nel 1625 si decise di forgiare una teca in rame argentato e di rinchiudervela dentro. La teca, quella tutt’ora usata, copre completamente la parte posteriore dell’Icona, mentre anteriormente copre la cornice.
- 1898
Il testo scritto su un foglio di carta incollato sul retro della teca, datato 1898 testualmente riporta: Questa venerata Immagine della B. Vergine di S. Luca fu raffermata per ordine dell’ E.mo Signor Cardinale Domenico Svampa Arcivescovo di Bologna. D. Pietro Canetoli Vicario.
L’operazione del raffermare indica il fissaggio delle fenditure della tavola mediante tasselli in legno a farfalla, tutt’ora presenti, su uno dei quali è incisa la data 1898.
- 1955
Un secondo intervento documentato è quello dal 31 marzo all’8 aprile 1955 disposto dal cardinale Giacomo Lercaro.
Probabilmente con questo secondo intervento venne tentato un reintegro pittorico delle parte danneggiate dell’icona. Per il reintegro più cospiquo (la ricostruzione della mano sinistra della Madonna e tutta la parte inferiore destra dell’icona) probabilmente, a reintegro realizzato, si decise coprirlo con una mano di tempera grigia, tempera che è rimasta fino al 2010.
- 1976 Un ulteriore biglietto, incollato sul verso dell’involucro, ricorda che il 26 aprile 1976 l’icona fu prelevata per eseguire alcuni rilievi (documentati nel libro di Mario Fanti et al. “La Madonna di San Luca in Bologna …” del 1988) ed alcune radiografie. Come da rogito del notaio Reggiani, l’immagine fu riposta e chiusa nella teca lo stesso giorno.
- 2010
Nell’estate 2010 la riza della Madonna di San Luca fu oggetto di pulizia e restauro. Durante questo periodo l’immagine fu protetta da un’altra riza ed infine, a restauro ultimato, il 14 agosto 2010 l’Immagine fu riposta nella riza restaurata.
- 2011
Un ulteriore restauro, autorizzato dal cardinale Carlo Caffarra, fu fatto dal 17 al 27 maggio 2011 a cura della soprintendenza ai beni artistici di Bologna nella persona del dott. Franco Faranda. Anche il mantello della Madonna fu oggetto di restauro in questo periodo (ad opera del Museo della Tappezzeria di Villa Spada).
Con questo restauro si fece opere di pulizia eliminando la mano di tempera grigia probabilmente stesa nel 1955. Ciò portò alla luce il rifacimento di tutta la parte inferiore destra dell’icona comprendente la mano sinistra della Madonna e buona parte della veste del Bambino. Venne recuperato anche il piedino originale del Bambino.
- 2012
Da gennaio 2012 il dott. Franco Faranda ebbe il benestare per la prosecuzione del restauro, con una pulitura capillare dell’immagine e la rimozione delle colle, ormai annerite, che coprivano parti dell’Immagine. Emerse un sorprendente colore azzurro chiaro, ben diverso da quello cupo, quasi verdognolo preesistente.
Da notare il falso della mano sinistra, il cui colore fu adeguato in tempi recenti (durante il restauro del 1955) al colore del resto dell’immagine quale appariva, e che ha mantenuto il suo colore cupo.
Il colore azzurro chiaro fa pensare ad una Madonna dipinta in Italia e non più, come creduto fino a poco tempo fa, una Madonna di origine bizantina.
Da segnalare infine che le analisi fatte hanno permesso di escludere che sotto all’immagine oggi visibile ve ne sia una più antica e diversa (come riportate da tante altre fonti anche autorevoli). Si evidenziano al più “ripensamenti” ovvero, correzioni dell’artista che modificò parti del dipinto durante la stessa fase di pittura.
L’Immagine documentata nel corso del tempo.