Origine di Bologna

Vie, strade, vicoli, piazze, luoghi di Bologna.

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Home / Bologna nei secoli / Secolo XIV / 1311-1320

1311-1320

  • 1311
    (HB) Tumulti a porta Ravegnana  per l’alto prezzo del grano  (30 soldi la corba): a seguito di  ciò vengono cacciati i  Lambertazzi insieme a coloro a cui era  stata vietata la piazza.
    (SB) Bologna con i guelfi  italiani contro Enrico VII.
    (23) Provvigione secondo cui  ai banditi riammessi in città  verrebbero restituiti i beni in  relazione alle dichiarazioni  d’estimo.
    (B4) Troviamo documentata la  croce rossa in campo argento  come simbolo del comune di Bologna.
    (C2) Il comune, scavando le  fosse per accogliere i palancati,  demolisce un romitorio presso  la chiesa di S.Vitale. Il  romitorio viene ricostruito più in là.   Probabilmente il romitorio  era presso la porta S.Vitale e  non presso la chiesa.
    (VI) 13 dicembre, provv.: si  richiamano ancora banditi e  confinati e si restituiscono beni  tolti dal ‘tiranno Bonincontro  dallo Spedale’.
    (VI) 16 luglio, provv.: i  capitani di parte chiedono che  siano liberati alcuni poveri che  sono in prigione.
    (VI) 24 novembre, provv.:  magnati vengono accolti nella parte  guelfa per averne l’appoggio  per le necessità del comune.
    (VI) 23 dicembre, 29 dicembre,  provv.: il comune affida  l’incarico a Romeo Pepoli di  consegnare certe somme di denaro a  Ghiberto da Correggio, signore di  Parma che da fedele di Arrigo  diventa suo acerrimo nemico.
    (VI) (?) Guido della Torre a  Bologna conduce a termine il  trattato di parte guelfa con  Ghiberto da Correggio.
    (VI) (?) Roberto, re di  Napoli, fatto da Clemente V conte di  Romagna, governa la Romagna per  mezzo di un vicario.  Probabilmente Roberto riceve da Bologna  anche la carica di capitano  della città, carica che però egli  rifiuta.
    (VI) 8 marzo, provv.: a  seguito del rifiuto di Roberto alla  carica di capitano, viene  nominata una balia composta dagli  ufficiali del comune e da sedici  cittadini, tra cui Romeo Pepoli,  balia rinnovabile di mese in  mese, con l’incarico di  provvedere alla difesa della parte  guelfa.
    (VI) 24 settembre, provv.: la  balia è portata da sedici a  venti sapienti.
    (VI) (?) I Lambertazzi  monopolizzano il grano per sollevare  tumulti e di conseguenza vengono  confinati ed i loro beni  confiscati.
    (VI) (?) I Lambertazzi fanno  catturare dagli anconetani le  navi cariche di grano fatte  venire dalla Puglia dal comune.
    (VI) 30 aprile, provv.: si  espellono i ghibellini di altre  città dimoranti in Bologna e si  delibera che il granodeve essere  venduto ad un prezzo di favore  per gli iscritti alle società,  dimoranti in Bologna e di parte  geremea.
    (VI) Luglio, provv.: viene  nominato un capitano per  sovraintendere ai beni confiscati ai  Lambertazzi. Tali beni vengono  usati per finanziare le spese di  guerra.
    (VI) 10 maggio, provv.: alcuni  sospettati di ghibellinismo  vengono ascritti tra i  Lambertazzi e quindi esclusi da tutti gli  uffici.
    (VI) 21 maggio, provv.: alcuni  sospettati di ghibellinismo  vengono ascritti tra i  Lambertazzi e quindi esclusi da tutti gli  uffici. I fuoriusciti vanno  allora a Mantova e Verona per  sobillare manovre contro Bologna.
    (VI) 15 ottobre, provv.:  chiunque viene accusato dal bargello  di aiutare i Lambertazzi è  dichiarato bandito.
    (VI) Serie di disposizioni per  inviare aiuti in uomini e  denari agli alleati (Cremona,  Ghiberto, ai Toscani, a re Roberto,  etc.).
    (VI) 13 settembre, provv.:  viene dato ragione ai frati che  hanno protestato perchè costretti  a pagare una colletta mentre  dovrebbero essere esenti. Ora  pagano però anche i guelfi.
    (VI) (?) Viene un messo  dell’imperatore a Bologna che chiede  il permesso per il passaggio  degli ambasciatori imperiali  Pandolfo Savelli e Nicolò vescovo di  Butronto. Il messo è  incarcerato e gli ambasciatori tanto  spaventati da fuggire e dichiarare  di non volere mai più passare da  Bologna.
    (VI) I ghibellini Ordelaffi  sono scacciati da Forlì dagli  Orgogliosi e da Calboli.
    (VI) 29 marzo, provv.: il  notaio ed il nuncio dei capitani di  parte chiedono di essere  pagati.
    (VI) 15 ottobre, provv.:  provvedimenti contro quei bolognesi  che sono andati ad eccitare i  ghibellini di Lombardia a  muovere su Bologna.
    (VI) 24 novembre, provv.:  domanda di Filippo Oseletti di  essere ascritto alla parte guelfa.
    (TO) I governanti guelfi  decidono di richiamare in patria i  proscritti. Tra chi rientra c’è  anche Guglielmo Guidozagni.
    (TO) Guglielmo di Bartolomeo  Guidozagni (da non confondere con  altro omonimo di ben altra fama) ricopre la carica di sapiente  assieme a Romeo Pepoli per  sopraintendere alle opere di  difesa della città e del contado in  caso di assedio delle truppe di  Enrico VII, che ha appena  spianato porte e mura di Cremona e  sacceggiato le case dei guelfi.  Insieme decidono di assoldare  il mercenario capitano di  ventura Pietro Marmotta Catalano,  forte di cento uomini a cavallo, e  di riunire tutti gli armati  bolognesi nella spianata fuori  porta S. Felice per controllare  la validità dell’armamento di  tutti i soldati.
    (TO) Filippo Oselletti è scelto  come sapiente con l’incarico  di verificare lo stato di  fortificazioni della città e del  contado.
  • 1312
    (HB) Lega tra Siena, Firenze,  Reggio, Correggio, Lucca e  Bologna.
    (SB) Bologna con i guelfi  italiani contro Enrico VII.
    (C1) S.Maria in Solare (o  Solario) è di giuspatronato di  S.Maria in Porto di Ravenna. I  canonici di S.Maria in Porto  eleggono il rettore.
    (VI) 12 aprile, provv.:  trattative con Ancona per il riscatto  del grano.
    (VI) 9 giugno, provv.: nuove  disposizioni affinchè solo i  geremei vengano eletti come  ufficiali del comune.
    (VI) 18 agosto, provv.: nuove  disposizioni affinchè solo i  geremei vengano eletti come  ufficiali del comune.
    (VI) 7 ottobre, provv.: nuove  disposizioni affinchè solo i  geremei vengano eletti come  ufficiali del comune.
    (VI) Serie di disposizioni per  inviare aiuti in uomini e  denari agli alleati (Cremona,  Ghiberto, ai Toscani, a re Roberto,  etc.).
    (VI) 14 settembre, provv.: chi  non è in grado di pagare le  collette ha i beni distrutti dalle  due società preposte alla  conservazione degli ordinamenti.
    (VI) 21 febbraio, provv.:  Bologna stringe una nuova alleanza  con Padova, mentra l’imperatore  è costretto dalle forze della  lega a raggiungere la Toscana  per vie traverse.
    (VI) 21 maggio, provv.: si  inviano 100 cavalieri e 300 fanti  a Giovanni, fratello di re  Roberto, in difesa di Roma.
    (VI) 9 agosto, provv.: non  bastando gli aiuti inviati a Roma,  si assoldano dei Catalani  capitanati da Matteo di  Calladonico.
    (VI) 26 novembre, provv.: non  bastando gli aiuti inviati a  Roma, si assoldano dei Catalani  capitanati da Matteo di  Calladonico.
    (VI) 17 novembre, provv.: si  inviano 1000 fanti e 400  cavalieri in aiuto di Firenze,  minacciata di assedio. Arrigo VII  viene sconfitto, leva l’assedio e  di ritira in Pisa, dove condanna  in contumacia coloro che hanno  rifiutato la pace imperiale,  tra cui anche Bologna.
    (VI) 28 giugno, provv.:  pagamento al notaio dei capitani di  parte guelfa.
    (CA) Concilio di Vienna.  Filippo il Bello promette una  crociata al papa Clemente V da farsi  entro 6 anni.
    (TO) 14 luglio: un monaco di  S. Stefano viene imprigionato  nella gabbia appesa alla torre  degli Asinelli, appena approntata  dal podestà Giovanni da  Sassoferrato. Viene liberato dopo poco  tempo alla notizia della morte  dell’imperatore.
    (TO) Bombologno Guidozagni fa  parte di uno squadrone di 400  cavalieri e 1000 fanti inviati a  Firenze in aiuto dei guelfi.
    (TO) Guglielmo di Bartolomeo  Guidozagni è messo a capo delle  truppe bolognesi nella lega  formata con i fiorentini e le città  guelfe toscane per muovere  verso Roma contro l’esercito  imperiale. La morte lo coglie però ad  Orvieto, lungo il tragitto. Il  suo posto viene preso dal  figlio Bartolomeo.
    (TO) Bartolomeo di Gulglielmo  Guidozagni viene creato  cavaliere aurato da Comune con uno  stipendio di 1000 lire.
    (TO) Zaccaria Oselletti è tra  le milizie bolognesi inviate in  aiuto di Firenze, minacciata  dai Ghibellini.
  • 1313
    (HB) Muore Matteo Ramponi  lasciando due figli legittimi.
    (HB) Raimondo da Spello  (marchese della marca anconitana) è  stato assalito, derubato ed  ucciso dai modenesi mentre portava  al papa 6000 fiorini d’oro. E’  stato sepolto in S.Domenico.
    (HB) Gabbia di ferro per i  chierici fatta costruire dal  podestà Giovanni da Sassoferrato.  Installata sul muro esterno del  palazzo, il primo ospite è stato  Ugolino figlio di Riguzzo,  monaco di S.Stefano e colpevole di  molti crimini.
    (HB) L’imperatore Arrigo VII è  morto avvelenato a Bonconvento  di Siena. Si sospetta di un  domenicano che gli avrebbe dato  una ostia avvelenata. Il feretro è  stato portato a Pisa dove gli  sono stati fatti funerali  solenni.
    (HB) Azzone Galluzzi ha  lasciato giustiziare il figlio  Alberto, colpevole di molti delitti.  Era stato catturato presso  Imola. Su di lui c’era una grossa  taglia. All’esecuzione, oltre il  padre, ha presenziato il  parente Albizzo.
    (HB) Muore il priore di  S.Vittore Giacomo Cospi (canonico  regolare) e viene seppellito in  S.Domenico.
    (HB) Per terminare la chiesa  di S.Giacomo vengono lasciate ai  frati eremitani le rendite  dell’ospedale di S.Giacomo per 5  anni e così pure i dazi di porta  S.Donato.
    (SB) Bologna con i guelfi  italiano contro Enrico VII.
    (23) Fine del secondo dominio  di parte guelfa.
    (F3) Presso S.Maria Maggiore  abita ed esercita tal Maestro  Guido a cui vengono rubate  supellettili e tutti i libri con i  quali insegnava la grammatica ai  fanciulli.
    (VI) 19 marzo, provv.: i  capitani di parte chiedono che sia  diminuita una pena a Bitino  Ramponi, in considerazione dei  meriti della famiglia Ramponi per  la parte geremea.
    (VI) 18 novembre, provv.: i  capitani di parte propongono che  il consiglio dei 4000 elegga un  podestà, con giudice e notaio  per il governo dei luoghi guelfi  al di là dello Scoltenna.
    (VI) 31 maggio, provv.: si  rinnova il divieto ai magnati  ghibellini di entrare nel palazzo  del comune.
    (VI) 3 marzo, provv.: alcuni  sospettati di ghibellinismo  vengono ascritti tra i Lambertazzi  e quindi esclusi da tutti gli  uffici.
    (VI) 21 maggio, provv.: nuove  disposizioni affinchè solo i  geremei vengano eletti come  ufficiali del comune.
    (VI) 31 agosto, provv.: nuove  disposizioni affinchè solo i  geremei vengano eletti come  ufficiali del comune.
    (VI) 24 agosto, provv.:  vengono ritolti tutti i beni dei  Lambertazzi banditi nel 1306 già  concessi ai guelfi danneggiati da  Bonincontro. Vengono venduti ed  affittati per fare fronte a  spese urgenti.
    (VI) 18 febbraio, provv.: si  provvede a fortificare la città  ed il contado contro il pericolo  imperiale.
    (VI) 6 aprile, provv.: si  provvede a fortificare la città ed  il contado contro il pericolo  imperiale.
    (VI) (?) Roberto re di Napoli  promette di inviare in Toscana  il fratello Pietro, ma pretende  il pagamento anticipato della  truppe per tre mesi. Bologna,  meno in pericolo e già provata  economicamente non vuole  soggiacere alla contribuzione, per cui  non se ne fa nulla.
    (VI) 20 agosto, provv.:  Firenze si è data in signoria a  Roberto che invia un suo vicario a  governarla e il fratello a capo  di un esercito in Toscana;  Firenze chiede aiuti e Bologna  promette di essere pronta a darli.
    (VI) 29 agosto: muore Arrigo  VII improvvisamente. Il  consiglio bolognese delibera con soli  29 voti contrari e ben 351  favorevoli di spendere fino a 1000  lire per la processione di  ringraziamento.
    (VI) 31 agosto, provv.: si  muove guerra ai ghibellini di  Modena dominati dai mantovani  Bonaccolsi. Tutto si riduce a  qualche scorreria.
    (VI) 23 settembre, provv.: il  comune è costretto ad accettare  il rifiuto dei cinquanta più  ricchi al pagamento di una  prestanza per la guerra.
    (VI) 28 settembre, provv.: il  comune concede l’esonero alla  guerra a molti che l’avevano  chiesto. I soldati da inviare  contro Modena vengono scelti dai  capitani di parte e dai  ministrali delle società preposte alle  altre.
    (VI) 19 marzo, provv.: i  capitani di parte guelfa chiedono  sia diminuita la pena inflitta a  Bitino Ramponi.
    (VI) 29 agosto, provv.:  Provvedimenti presi alla notizia  della morte di Arrigo VII.
    (NR)  Le provvigioni avvertono  che per la nomina degli anziani  deve essere presente more  solito Romeo Pepoli. Anche per la  nomina del podestà viene spesso  seguito il consiglio di Romeo  Pepoli.
  • 1314
    (HB) E’ stato assegnato  l’appalto del dazio del panno bisello  e del lino per 4000 lire.
    (23) I Piantavigne  appartengono alla compagnia d’arme dei  Vai, una delle cinque di porta  Piera (le compagnie delle armi  erano a base topografica).
    (52) A Lucca prevalgono i  ghibellini e ciò causerà problemi  anche ai territori montani  bolognesi, le cui strade saranno  transitate da parecchi fuoriusciti.
    (AP) Si conserva un  fascicoletto della podesteria di  Serravalle con funzioni di registro  penale.
    (VI) 12 luglio, provv.: si  istituisce una milizia stabile di  800 uomini per avere sempre un  contingente pronto anche in  caso di scarsa risposta dei  cittadini alla mobilitazione. Milizia  pagata, naturalmente.
    (VI) 7 gennaio, provv.: alla  ntotizia della elezione del  nuovo imperatore, Bologna invia  ambasciatori al papa (uno) e  all’imperatore (tre) per avere  notizie e supplicare appoggi.  Intanto la città viene fortificata  (provv. del 14 gennaio).
    (VI) 15 gennaio: viene indetta  una adunanza della lega guelfa  a Pavia e Bologna invia come  proprio nuncio un notaio, con  nessuna autorità di decidere o  accettare alcunchè. Si comincia a  temere la troppa influenza del  re di Napoli.
    (VI) 16 agosto, provv.: viene  inviata una ambasceria al  fratello di re Roberto, Pietro,  venuto in soccorso dei fiorentini  minacciati da Uguccione. Tale  ambasceria, formata da due nobili  e da due popolani ha il  compito di offrire aiuto in caso di  bisogno, ma anche di investigare  quali intenzioni abbia re  Roberto e Pietro.
    (VI) 4 ottobre: pace a Padova  mediata dai veneziani tra la  lega guelfa (tra cui Bologna) e  Cangrande della Scala. Bologna  in passato ha effettuato  parecchie spedizioni contro Cangrande  in soccorso di Padova da questi  minacciata.
    (VI) La taglia guelfa toscana  assolda 1000 francesi di cui  150 sono pagati dai bolognesi.  Tale contingente è sfruttato da re  Roberto.
    (VI) A Bologna sono bene  accolti i fuoriusciti guelfi di  Lucca che importano l’arte della  seta.
    (VI) Bologna invia frequenti  aiuti ai fiorentini minacciati  da Uguccione.
    (VI) Alla battaglia di  Montecatini partecipano 400 fanti e  200 cavalieri bolognesi. A  Montecatini la fazione guelfa viene  sconfitta.
    (VI) Settembre: gli Ordelaffi  riprendono Forlì.
    (VI) Settembre (? o 1315 ??) :  parlamento guelfo a Siena.
    (VI) 21 ottobre (? o 1315 ??):  gli anziani, magistrati e  società approvano un documento che  viene presentato al consiglio:  si cerca il denaro necessario  per pagare le nuove milizie  secondo quanto stabilito a Siena.
    (VI) 20 maggio, provv.: nuovi  e soliti provvedimenti contro i  ghibellini (cancellazione  dalle società, inibizione agli  uffici, etc.).
    (VI) 28 giugno, provv.: si  cacciano dalla città e dal contado  i ghibellini di altre città.
    (VI) 21 ottobre (? o 1315 ??)  : viene approvata la proposta  sul reperimento dei fondi per le  milizie e viene creata una  balia di dodici sapienti per  quartiere, di due ministrali per  ciascuna società preposta alle  altre (Sbarre e Beccai), a cui  vengono aggiunti il proconsole dei  notai, il bargello ed altri  sapienti tra cui Romeo Pepoli.
    (VI) Clemente V, essendo  vacante l’impero, nomina re Roberto  vicario imperiale per tutta  l’Italia.
  • 1315
    (ST) Un estimo di Sesto indica  un fumante che dichiara di  possedere terre in curia di Sesto  nel luogo detto lo Riolo, un  fosso che confluisce alla destra  del Savena.
    (ST) Gli estimi di S.Ruffillo  indicano 27 fumanti di cui  alcuni (6) nullatenenti ed altri  comunque poveri , mentre 20/30  anni prima era molto più ricco.
    (OT) Origlia (Orelia) negli  estimi.
    (OT) Scola (La Scola) negli  estimi.
    (SN) La chiesa di S.Niccolò di  Granaglione paga 7 soldi di  decima.
    (CS) L’estimo di Savignano non  ne indica mai il castello. I  fumanti sono solo 7. Ogni  fumante è stimato per 10.1 lire. Sono  scomparsi i fumanti più poveri.
    (SB) Romeo Pepoli ha una  posizione di grande rilievo  politico.
    (SB) S.Giacomo è terminata.
    (23) Dondiego Piantavigne  presenta nuovamente la propria  dichiarazione di estimo.
    (23) L’estimo di Dondiego  Piantavigne è di lire 2221.
    (23) La terra prativa di  Bagnarola vale 3 lire a tornatura  (Ha 0.2080).
    (23) Il terreno aratorio vale  20 / 30 soldi per unità.
    (23) Il terreno a vigna vale  10 lire a tornatura.
    (23) Le pecore sono stimate 6  soldi l’una.
    (23) Negli estimi di  quest’anno si parla di Sala Aigonum  (Sala Bolognese).
    (A2) Muore Filippo Desideri  (di cui si conserva la lastra  tombale). Viene sepolto in  S.Domenico.
    (C2) Viene riedificato il  monastero di S.M. delle vergini  sulla fossa della circla tra  strada Maggiore e S.Vitale.
    (D1) Esistono i decimari.
    (E4) Gli estimi rivelano una  strata nelle curie di Paderno,  Monterumici, Monzuno, Trasasso,  Cadrecchia. Tale strada si  collegava probabimente ad una  strada romana rivelata dai toponimi  Sesto e Ottò.
    (F3) Accordo tra il maestro di  grammatica Rainerio Albergoni  di Reggio ed il ripetitore  Giovanni da Farfengo di Cremona,  con cui si spartiscono guadagni,  spese e fanciulli. L’accordo è  stipulato davanti ad un notaio  (Zarletto di Guido Bonaparte).
    (F3) Il maestro di grammatica  Giovanni di maestro Consiglio  della cappella di S.Prospero  viene denunciato dal doctor legum  Iohannes d. Meliaduxi de  Salvaticis de Ianua per il furto di  unum Boetium, unum Donatum, unum  Oratium et plures libri. Item  unam Summam gramaticae, unum  librum Epistolarium.
    (F3) Il maestro Iohannes Lotti  dichiara di essere  nullatenente.
    (F3) Compare negli estimi  soror Maria quondam Petri de  Vezano, detta soror de famtasini (si  tratta forse di una levatrice).
    (F6) Viene ricordato negli  elenchi ecclesiastici l’ospitale  di S.Giovanni Battista di Casio,  sia la chiesa, sia lo  xenodochio annesso.
    (VI) 28 ottobre, provv.:  Iacopo Ramenghi è bargello.
    (VI) Alcuni beni ritolti due  anni fa sono stati affittati per  due anni, scadendo il  contratto quest’anno (ottobre, provv.).
    (VI) Settembre (? o 1314 ??) :  parlamento guelfo a Siena.
    (VI) 21 ottobre (? o 1314 ??):  gli anziani, magistrati e  società approvano un documento che  viene presentato al consiglio:  si cerca il denaro necessario  per pagare le nuove milizie  secondo quanto stabilito a Siena.
    (VI) 21 ottobre (? o 1314 ??):  viene approvata la proposta  sul reperimento dei fondi per le  milizie e viene creata una  balia di dodici sapienti per  quartiere, di due ministrali per  ciascuna società preposta alle altre  (Sbarre e Beccai), a cui  vengono aggiunti il proconsole dei  notai, il bargello ed altri  sapienti tra cui Romeo Pepoli.
    (VI) 28 ottobre, provv.: si  provvede alla difesa delle  istituzioni mediante una ‘masnada’.  Inoltre si dà disposizione per le  fortificazioni ed i castelli  che in taluni casi non possono  essere abitati da nobili. Si  permette a geremei fuoriusciti per  malefici di venire a pace con  gli offesi, a scelta  dell’offeso se questi è di parte geremea,  obbligatoriamente se l’offeso è  di parte lambertazza. Romeo  Pepoli ha la possibilità di  esiliare qualcuno in maniera speciale,  tale da non permetterne  eventualmente il rientro.
    (VI) 29 ottobre, provv.: la  balia affida a cinque sapienti  per quartiere più Romeo Pepoli la  difesa della città.
    (VI) 25 ottobre, provv.: gli  anziani designano alcuni  lambertazzi per provvedere ad una  colletta di 4000 lire da  suddividersi tra i ghibellini  fuoriusciti.
    (VI) 22 ottobre, provv.: la  balia invia ambasciatori al conte  di Romagna, vicario di re  Roberto, e a Padova. I rapporti con  la Romagna si erano  raffreddati a causa dell’aumento dei dazi  sulle merci imposte dai  bolognesi. Padova viene invece  invitata ad entrare in lega con  Bologna e Ferrara.
    (VI) 16 giugno, provv.:  provvedimenti contro l’assenteismo  nei consigli, che favorisce  manovre ghibelline.
    (VI) 26 luglio, provv.:  provvedimenti contro l’assenteismo  nei consigli, che favorisce  manovre ghibelline.
    (VI) 28 ottobre, provv.: viene  istituito un consiglio di  parte geremea. Precedentemente ne  deve però esistere un altro. Ora  diviene un organo del comune.  Di tale consiglio fanno parte  gli anziani, il bargello, i  preministrali delle sette società e  Romeo Pepoli, duecento  consiglieri eletti cinquanta per  quartiere dagli anziani. I compiti  riguardano il reperimento dei  fondi necessari, problemi di  politica estera, alleanze, etc. ma  non può interferire con il compito  del bargello. Tale consiglio  deve durare quanto dureranno le guerre di Toscana, Romagna e  Lombardia. I capitani non  compaiono in questa balia ed il loro  mandato è ridotto ad un mese  soltanto.
    (VI) 16 febbraio, provv.:  viene richiesto a più riprese di  pagare i soldati della taglia  guelfa ma invano: i soldi non si  trovano.
    (VI) 16 giugno, provv.:  deliberazione per una colletta, su  richiesta del proconsole dei  notai, del bargello, del capitano e  del consiglio di parte.
    (VI) 31 ottobre, provv.: la  balia concede i soliti privilegi  ai suoi membri, con l’obbligo  di accorrere armati se richiesto  dal bargello o dai capitani di  parte per ordine del consiglio  di parte in difesa della parte  stessa. In questa maniera la  balia chiude i suoi provvedimenti.
    (VI) 12 novembre: prima seduta  del nuovo consiglio di parte  che deve deliberare su una  richiesta d’aiuto fatta dai  fiorentini e dal duca di Calabria.
    (VI) 25 novembre, provv.: si  propone di fare una additio al  consiglio di parte perchè spesso  non si raggiunge il numero  sufficiente di 200 membri presenti  necessari per dare validità alle  assemblee.
    (VI) 27 novembre, provv.: una  balia che in dicembre dovrà  inviare aiuti a Cremona, introduce  35 nuovi membri nel consiglio  di parte, in maniera da ottenere  il numero legale. Si tratta  anche di un espediente per  rinforzare il contingente bolognese  perchè ogni nuovo eletto nel  consiglio di parte deve inviare un  armato di tutto punto alla  guerra.
    (VI) Infuriano in Lombardia le  guerre tra guelfi e  ghibellini, dove Cangrande della Scala,  Matteo Visconti e Passerino  Bonaccolsi cercano di estendere le  loro signorie invano  contrastati da Ghiberto da Correggio.
    (VI) 16 giugno, provv.:  deliberazione di trovare denaro per  gli affari della parte dietro  domanda dei capitani e del  consiglio di parte.
    (VI) 16 giugno, provv.:  deliberazione di fare una aggiunta al  consiglio del popolo.
    (VI) 25 ottobre, provv.:  imposta di una colletta ai  Lambertazzi (deliberazione di una balia  eletta il 21 ottobre).
    (VI) 28 ottobre, provv.:  istituzione del consiglio della  parte guelfa per opera della balia  eletta il 21 ottobre.
    (VI) 28 ottobre, provv.:  elezione dei capitani di parte  guelfa per opera della balia eletta  il 21 ottobre.
    (G3) In una registrazione  ecclesiastica le chiese di  Mezzolara e Cavagli risultano ancora  sotto la giurisdizione della  pieve di S.Martino in Argine.
    (G4) Nel decimario si legge  S.Ausiani o S.Auxiani, tra le  altre informazioni.
    (G8) Viene ordinato un estimo.
    (W1) Lastra tombale di Filippo  de’ Desideri firmata da  Arriguzzo Trevisano.
    (W6) Mondino de’ Liuzzi esegue  due autopsie su due donne e ne  descrive, senza enfasi, i  risultati. E’ evidente che tali  operazioni sono effettuate molto  spesso.
    (CA) L’elenco delle chiese  fatto quest’anno si deve alla  volontà di Clemente V, espressa nel  concilio di Vienna di qualche  anno fa, per finanziare con le  decime la crociata in Terra Santa promessa (e mai fatta) da Filippo il Bello.
    (CA) I nipoti di Guglielmo  Alberti, fratello dei famosi (ricordati da Dante nell’Inferno) Alessandro e Napoleone, abitano il  piccolo castrum di Mogone, con  beni in val di Limentra:  …heredes comitis Guillelmi de  Mongone. Oltre ai nipoti ci sono  anche gli eredi dei due figli di  Alessandro: Alberto e Nerone.
    (CA) Un fumante del castello  di Suviana risulta, dagli  estimi, debitore verso il prete della  chiesa di S. Tommaso (tale  chiesa è oggi scomparsa. Forse era  visibile all’inizio del 1900  (Palmieri) ma la testimonianza è  imprecisa. Forse era presso il rio  Torbole) di Costozza di lire  bolognesi 3.
    (CA) Frequenti sono le  dichiarazionidi estimo nel camugnanese  in cui si parla di case e  terre abbandonate derelicte propter  guerram o per guerram contro i  conti di Panico. Per esempio  Costozza, Bargi, etc.
    (CA) L’economia di Costozza è  fondata sulla coltivazione del  grano (35,5 tornature divise in  3 pecie ), su 12 tornature di  prato, 10 tornature di terreni   a colture miste, arative,  boscose e quercete e 10 tornature di  arative e quercete. Vi sono  anche 4,5 tornature (frazionatissime) di viti, con un valore di  quasi 2 lire per tornatura. I  castagneti valgono 12 soldi a  tornatura ed i campi di cereali  valgono 10 soldi a tornatura.
    (CA) La chiesa di S. Giorgio  di Stagno è tassata per due soldi  mentre quella di S. Michele di  Stagno è tassata per 5 soldi,  per le decime imposte per la  crociata voluta da Filippo il  Bello. Tutte e due le chiese sono  sotto il plebanato di Sùccida.
    (BS) Un documento ricorda Nascè (paese nell’Appennino tra Setta  e Savena) come Naseto.
    (VO) L’ospitale di Castel di  Casio, ubicato fuori delle mura  del castello, dipendente dal  monastero di Pratum Episcopi che  ne elegge il rettore, è  ricordato nell’elenco delle chiese  della diocesi di Bologna.
    (CA) Bargi ha 27 fumanti. Gli  estimi rivelano crisi economica  e il castello e la villa  vicini e collegati. Nel castello  troviamo 8 case, 3 domunculae, un  casamentum ed una capanna; la  villa conta 10 case, una  domuncula, 5 casamenta, 7 capanne; la  villa Baygni ha 5 case e 2  capanne. Nuclei minori a Calcinaria  (2 case) e a Remondedo, presso  il confine con la curia di  Piderla (una casa ed due capanne).
    (CA) Baragazza risulta ancora  in mano agli Alberti, ed uno di  loro, Nerone, è indicato come  conte de Mangone e tale Gracia  qui vocatur Pratus q. Duci di  Camugnano è presentato come  Vassallus de Mogone.
    (CA) Alberto, fratello di  Nerone degli Alberti, possiede una  casa (forse una fortezza) alle  Mogne sopra al Poggio (forse è il  vecchio castello al Cinghio  distrutto nel 1285).
    (CA) Estimo di Costozza:  vengono registrate terre in curia  Bargi iuxta ecclesiam de Cinçoe  districtus comitatus de Manghoe.
    (CA) Gli abitanti di  Burzanella supplicano Bologna per un  alleggerimento fiscale in quanto  la terra est posita in quodam  loco silvestri et sterili e perchè  molte volte sunt derobati,  conbusti et capti per inmicos  comunis bononie e dichiarano che  dominus Albertinellus de Albertis  solvat pro eis, fino a quando  non potranno restituirgli il già  prestato.
    (CA) (?) Il massaro di  Camugnano, Morucius Bellamoris, allega  all’estimo che spedisce a  Bologna una lettera in cui dice che  il comune è invaso dagli uomini  di Montixii, ribelli a  Bologna, appoggiati da alberteschi e  pistoiesi, nemici tra loro, ma  anche contro Bologna.  Ammazzamenti e sequestri con riscatti si  susseguono.
    (CA) GLi estimi di Costozza  rivelano gravi problemi a causa  di guerre.
  • 1316
    (S5) Esce il trattato di  anatomia di Mondino de’ Liuzzi.
    (S5) Mondino e lo zio Leucio  furono deputati al comune a  porger le scuse a Giovanni d’Angiò,  di passaggio a Bologna, per un  non precisato insulto fatto ad  un agente del di lui padre, il  re di Napoli Roberto d’Angiò.
    (S6) Viene riconosciuta dal  comune l’Universitas Artistarum.
    (SB) Romeo Pepoli ha una  posizione di grande rilievo  politico.
    (52) Attacco ghibellino a  Monteacuto, con lutti e  devastazioni.
    (F3) 23 maggio: lite tra  Giovanni da Farfengo e Rainerio  Albergoni risolta con lo  scioglimento della loro società avvenuto  il 4 settembre.
    (VI) 30 novembre, provv.: si  provvede ad integrare il numero  dei consiglieri di parte anche  per finanziare le imprese  militari dato che ogni nuovo  consigliere deve provvedere un uomo  armato.
    (VI) 16 maggio, provv.: si  elegge un nuovo consiglio dei 4000  per reperire fondi per pagare  parte delle milizie francesi  assoldate da re Roberto (anche se  tali milizie mai combattono  direttemente per Bologna). Per la  stessa ragione si impone  l’acquisto da parte di ogni  cittadino una certa quantità di sale e  si impone una colletta di 500  lire ai ghibellini.
    (VI) 29 maggio, provv.: si  decreta una spedizione contro  Modena soggetta al Bonaccolsi su  invito di Ghiberto da Correggio,  succeduto a Giacomo Cavalcabò  nel dominio della guelfa Cremona.  Ghiberto è già signore di Parma.  La spedizione però non ha  luogo.
    (VI) Luglio: Cremona cade in  mano ai ghibellini.
    (VI) 25 luglio: Ghiberto da  Correggio è cacciato anche da  Parma e, quantunque aiutato dai  bolognesi, non riesce più a farvi  ritorno.
    (VI) In un convegno generale  dei capi ghibellini tenuto a  Milano, si decide che si deve  muovere contro Brescia e contro  Ghiberto, capo dei fuoriusciti  guelfi parmigiani, e che Modena  deve manovrare contro Bologna.
    (VI) Provvedimenti per la  difesa della città. Guerra con  Modena, comuunque non c’è nel vero  senso della parola.
    (VI) 19 gennaio, provv.:  tumulti contro i quali si prendono  provvedimenti. Si istituisce una  milizia di 4000 uomini  veramente guelfi, eletti, tra gli  altri, dai capitani di parte, e si  vietano bandiere, gonfaloni,  etc. pena la testa. Fanno  eccezione i quattro gonfalonieri ed il  bargello, che espone il  vessillo della società dei beccai. Vi  sono ancora le solite  disposizioni contro i Lambertazzi.
    (VI) Romeo Pepoli causa un  tumulto cercando di difendere  Pietro Garisendi, assassino di  Fabrizio Fabbri.
    (VI) Gennaio: presiedono le  società dei Fabbri e delle  Traverse, che puniscono Pietro  Garisendi atterrandone le case.
    (VI) Gennaio (?): Romeo Pepoli  viene bandito a causa dei  tumulti e deve abbandonare la città.  Dopo poco però viene  richiamato.
    (VI) 29 marzo, provv.: si  provvede a mettere pace tra i  guelfi, vietando nel contempo il  porto d’armi.
    (VI) 5 luglio, provv.: si  provvede a mettere pace tra i  guelfi, vietando nel contempo il  porto d’armi.
    (VI) 15 aprile, provv.: nuovo  tumulto. Mentre il  preministrale della Branca e i ministrali  delle due società preposte in  aprile sono in discussione sulla  ringhiera, vengono assaliti da  Gerardo degli Albertinazzi o  Ghisilieri con i figli e parecchi  armati. Il risultato è un pestaggio. Gerardo viene  immediatamente dichiarato ghibellino e si  invocano gli ordinamenti sacrati  e sacratissimi.
    (VI) 5 ottobre, provv.:  tumulto in occasione di una offesa  recata ad un componente del  seguito di Giovanni, fratello di re  Roberto.
    (VI) 5 novembre, provv.: si  rinnova la Societas Crucis, la  compagnia di 2000 militi a difesa  della parte guelfa. Questi  2000 devono stare pro carroccio et  in loco carroccii, seguire il  bargello ed il gonfalone dei  beccai in caso di necessità. La  compagnia ha le bandiere con le  armi di re Roberto.
    (VI) Fine anno: i Maltraversi  spargono tra il popolo la voce  che il Pepoli aspira alla  signoria.
    (VI) 30 luglio, provv.:  vengono eletti i persecutori dei  banditi, con l’obbiettivo di  combattere i sostenitori dei  ghibellini annidati nel contado e nella  montagna bolognese  (specialmente nel Frignano).
    (VI) 13 maggio, provv.: si  mandano aiuti con scarsi risultati  ai guelfi del Frignano.
    (VI) 10 settembre, provv.: si  mandano aiuti con scarsi  risultati ai guelfi del Frignano.
    (VI) 8 dicembre, provv.: si  mandano aiuti con scarsi  risultati ai guelfi del Frignano.
    (G8) Prosegue l’estimo.
    (CA) La casa di Alberto degli  Alberti alle Mogne è rasa al  suolo dai bolognesi.
    (TO) Bartolomeo di Guglielmo  Guidozagni, dopo essere stato  podestà a Reggio e Ferrara,  incontra a Treviso Giovanni, re di  Sicilia, per predisporne l’arrivo  a Bologna.
    (NR)  Romeo Pepoli si oppone ad  una vendetta popolare.
  • 1317
    (SB) Romeo Pepoli ha una  posizione di grande rilievo  politico.
    (42) Viene riedificato il  ponte sul canale di Reno in via  Lame sotto la direzione di  Bonaventura Calderara.
    (44) Viene concordata una  tariffa daziaria tra Bologna e  Firenze (probabilmente non è la  prima volta). Le tariffe daziarie  sono contenute in normative  strutturate a sè stanti e non negli  statuti come nel 1288.
    (44) Le tariffe daziarie non  soddisfano particolarmente i  fiorentini.
    (E6) Il corso di diritto  civile (che era di 5 anni) viene  portato a 8 anni. Quello canonico  dura 6 anni. La laurea in  utroque juris richiede almeno 10  anni di permanenza in città.
    (VI) 27 maggio, provv.: il  consiglio del popolo ordina che si  procurino degli stipendiari  equitatores.
    (VI) 7 gennaio, provv.: il  numero dei consiglieri per  quartiere passa da 50 a 100 per il  consiglio di parte.
    (VI) Il notaio (dei capitani  di parte ??) dura in carica due  mesi.
    (VI) (?) Cremona torna  nuovamente guelfa.
    (VI) 5 ottobre, provv.:  scorreria contro Modena che ha  l’effetto di levare l’assedio  ghibellino a Cremona.
    (VI) 8 giugno, provv.: Bologna  cerca di impedire la vittoria  ghibellina a Ferrara.
    (VI) 9 agosto, provv.: Bologna  cerca di impedire la vittoria  ghibellina a Ferrara.
    (VI) 4 agosto: Ferrara insorge  contro il re di Napoli, che  tiene in città un proprio vicario,  e richiama al governo gli  Estensi ora vicini al partito  ghibellino.
    (VI) 7 gennaio, provv.: si  rinnovano i soliti provvedimenti  contro i Lambertazzi, i banditi  ed i confinati, mentre di fatto  privilegi sono concessi ai  favorevoli del Pepoli.
    (VI) 7 gennaio, provv.: si  nomina un capitano bolognese per  la parte guelfa del Frignano.
    (VI) Si nomina un difensore  della montagna per la prima  volta: si tratta di Testa Gozzadini.
    (VI) 11 aprile, provv.: è  documentata la prevalenza ghibellina  nel contado.
    (VI) 7 gennaio, provv.:  elezione del consiglio della parte  guelfa per l’anno.
    (W6) Il notaio ser Tieri degli  Useppi di origine di S.  Gimignano annota nel Memoriale 143 i  versi 97-99 del canto XIX  dell’Inferno di Dante.
    (VE) L’estimo di Liserna è di  600 lire.
    (CA) Il castello di  Castiglione viene raso al suolo dai  bolognesi, poichè divenuto  ricettacolo di fuoriusciti bolognesi  nemici del comune.
  • 1318
    (HB) Il dottore Bartoluzzo de’  Preti è morto ed è sepolto  presso la chiesa di S.Francesco.
    (S5) Processo contro Pasino,  Lorenzo e Albertino, milanesi,  che avrebbero trafugato di  notte, dal cimitero posto fuori  dalle mura, il cadavere di un  giustiziato e di averlo trasportato  dal loro maestro, Alberto  Zancari, per sezionarlo.
    (SB) Romeo Pepoli ha una  posizione di grande rilievo  politico.
    (E2) Restauro al ponte di  S.Ruffillo.
    (VI) I barbieri offrono 500  lire al comune per potersi  costituire in società. L’offerta è  allettante perchè il comune è in  gravi difficoltà economiche.
    (VI) 7 aprile: provvigione che  permette ai barbieri di  costituirsi in società.
    (VI) 17 maggio, provv.: Romeo  Pepoli, assieme al bargello ed  al proconsole dei notai,  assiste all’elezione degli anziani.
    (VI) 20 dicembre, provv.: il  numero dei consiglieri per  quartiere passa da 100 a 150 per il  consiglio di parte.
    (VI) 28 settembre, provv.: si  provvede ad integrare il numero  dei consiglieri di parte anche  per finanziare le imprese  militari dato che ogni nuovo  consigliere deve provvedere un uomo  armato.
    (VI) 12 maggio: re Roberto  conclude la pace tra guelfi e  ghibellini in Toscana, essendosi  ormai attenuati gli scontri dopo  la battaglia di Montecatini.  Bologna ora si fa estranea alle  cose di Toscana e viene invece  maggiormente coinvolta dalle  vicende lombarde.
    (VI) Cremona cade nuovamente  sotto i ghibellini.
    (VI) gennaio (?): Passerino  Bonaccolsi viene cacciato da  Modena ad opera di Francesco Pico  della Mirandola.
    (VI) 21 gennaio (?), provv: si  iniziano con i modenesi  trattative di pace.
    (VI) Marzo (?): le trattative  con i modenesi vengono  concluse.
    (VI) 28 giugno, provv.: si  decidono aiuti a Brescia, che  resiste contro i ghibellini.  D’altra parte in Lombardia la causa  guelfa sembra perdente.
    (VI) 28 settembre, provv.:  Bologna, come Firenze, risponde  alla richiesta di Re Roberto di  invio di aiuti a Genova  assediata.
    (VI) 15 novembre, provv.:  Bologna, come Firenze, risponde  alla richiesta di Re Roberto di  invio di aiuti a Genova  assediata.
    (VI) Luglio: Cangrande della  Scala muove verso Modena con  l’intenzione di rimettervi il  Bonaccolsi.
    (VI) Agosto: Cangrande si  ritira rimandando ogni cosa  all’anno prossimo.
    (VI) 9 giugno, provv.:  spariscono i libri dove sono elencati  i nomi dei Lambertazzi e di  quelli che hanno giurato parte  guelfa. Si sospetta dei  Lambertazzi e dei Maltraversi.
    (VI) 10 maggio, provv.: è  documentata la prevalenza ghibellina  nel contado.
    (VI) 8 dicembre, provv.: è  documentata la prevalenza  ghibellina nel contado.
    (VI) (?) In questo periodo  sono documentati obblighi ad  abitanti del contado al  trasferimento in città per diminuire  l’appoggio ai ghibellini.
    (VI) 20 dicembre, provv.: si  espellono i ghibellini ed i  nobili dalle società e dai consigli  della parte e del popolo.
    (VI) 18 settembre, provv.: gli  appartenenti alle società dal  1306 hanno particolari  privilegi.
    (VI) (?) Forse quest’anno  viene decapitato Gentilino da Sala  su richiesta di Romeo Pepoli.  Il Gentilino avrebbe tentato di  dare il castello di Crevalcore  a Cane della Scala.
    (W1) Roso da Parma firma il  sepolcro di Mondino de’ Liuzzi.
  • 1319
    (S7) Muore Bartolomeo da  Varignana, celebre medico.
    (SB) Romeo Pepoli ha una  posizione di grande rilievo  politico.
    (23) Ostesano Piantavigne non è  più ricordato.
    (VI) 28 dicembre, provv.: il  consiglio di parte delibera la  propria soppressione (ancora  prima della fine delle guerre per  cui era stato istituito).
    (VI) Ottobre: Cremona torna  guelfa e Giacomo Cavalcabò,  aiutato da Bologna e Firenze, ne  torna il signore.
    (VI) Re Roberto libera Genova  dall’assedio ghibellino.
    (VI) 8 gennaio, provv.:  Bologna, come Firenze, risponde alla  richiesta di Re Roberto di  invio di aiuti a Genova assediata.  Bologna invia, come Firenze,  100 cavalli e 300 fanti.
    (VI) 13 febbraio, provv.:  Bologna saluta la vittoria guelfa a  Genova.
    (VI) 18 gennaio, provv.: Romeo  Pepoli assieme ad altri  quattro sapienti è incaricato di  inviare spie per tutta la lombardia  per avere notizie dei progetti  ghibellini.
    (VI) Novembre: Francesco Pico  della Mirandola è costretto a  riconsegnare Modena al  Bonaccolsi.
    (VI) (?) Si ricostituisce la  taglia guelfa toscana.
    (VI) 17 luglio, provv.:  Bologna, su richiesta di Roberto,  partecipa alla taglia con 500  militi. Un convegno guelfo tenuto a  Bologna nomina capitano della  taglia Ghiberto da Correggio.
    (VI) 16 maggio, provv.: il  podestà, gli altri ufficiali del  comune e i dodici di credenza,  tra cui Romeo Pepoli, si fanno  accordare piena balia dai  consigli della parte e del popolo.
    (VI) Primi mesi: è podestà Guido  Camilla, favorevole ai  ghibellini.
    (VI) 9 aprile, provv.: il  podestà genovese Guido Camilla è  costretto a fuggire per salvarsi.
    (VI) Si ordina che nessuno  possa essere cancellato dai libri  dei nemici della parte guelfa.
    (VI) 5 novembre, provv.: è  documentata la prevalenza  ghibellina nel contado.
    (VI) 8 gennaio, provv.: si  espellono i ghibellini ed i nobili  dalle società e dai consigli  della parte e del popolo.
    (VI) 4 maggio, provv.: Cane  della Scala muove su Modena e si  teme anche per Bologna. Il  bargello prende provvedimenti a  difesa della parte contro i  ghibellini.
    (VI) 18 giugno, provv.:  ulteriori provvedimenti contro i  ghibellini e nobili sia della città,  sia del contado ed anche (se  pur non nominati) contro i  Maltraversi. Di fatto si tratta  degli ordinamenti Sacrati e  Sacratissimi rinnovati. Tali  ordinamenti prevedono multa di 1000 lire  e la perdita dell’ufficio del  podestà che non punisce con il  taglio della mano destra  chiunque dia aiuto o ricetto a  eventuali colpevoli; che se un  privilegiato (guelfo) viene offeso,  viene creduto sulla parola, se il  colpevole è un magnate  ghibellino. Inoltre i parenti  dell’offeso devono, pena lire 500 e  l’esclusione dalle società,  denunciare entro 2 giorni l’accaduto;  in mancanza di parenti, tale  obbligo deve essere espletato dai  minstrali della società di  appartenenza dell’offeso. A tutti i  privilegiati si concede di  potere portare armi in città escluso  nei palazzi del comune.
    (VI) Esiste un elenco dei  privilegiati di quest’anno. Sono  appartenenti alla parte guelfa.
    (VI) 28 dicembre, provv.:  abolizione del consiglio della  parte.
    (W6) Processo contro alcuni  studenti e maestro Alberto (de’  Zancari ?) lettore di medicina  pratica, rei di avere  disseppelito un impiccato dal cimitero  della chiesa di S. Barnaba, di  averlo portato di notte nella  casa del farmacista Giacomo di  Guido nella cappella di S.  Salvatore, dove è avvenuta una anatomia  effettuata cum rasuris et  cultellis et aliis artificiis.
    (W6) Corrispondenza in  esametri latini tra Dante Alighieri e  il maestro dello Studio  Giovanni del Virgilio.
    (CA) Viene fusa una seconda  campana per la chiesa di S.  Pietro di Guzzano.
  • 1320
    (HB) Taddeo, figlio di Romeo  Pepoli ha preso la laurea ed è  stato festeggiato da tutta la  città. Tutte le arti hanno  contribuito alle spese.
    (SB) Romeo Pepoli ha una  posizione di grande rilievo  politico.
    (SB) Il comune partecipa  ufficialmente alle feste per il  dottorato del figlio di Romeo  Pepoli, Taddeo.
    (42) Viene allargato il tratto  di strada tra la seliciata di  S.Francesco e la via Imperiale  di S.Prospero (inizio via Ugo  Bassi, via Cesare Battisti).
    (44) I fiorentini ottengono  libertà di transito per i proprio  mercanti come avveniva nel  1300.
    (D2) ? Viene scritto in questo  periodo il De officio  inquisitionis nell’ambiente domenicano  bolognese.
    (VI) Si riaccende la guerra  tra Castruccio Castracani e  Firenze, che riceve aiuti da  Bologna.
    (VI) 29 settembre, provv.:  aiuti di Bologna a Firenze contro  Castruccio.
    (VI) (?) Muore Federico da  Montefeltro, capo dei ghibellini  di Romagna.
    (VI) (?) La lega guelfa di  papa Giovanni XXII invia a  combattere i ghibellini Filippo di  Valois, nipote del re di Francia,  mentre il papa invia come  paciere il proprio legato Bertrando  del Poggetto. In realtà  Bertrando si deve contrapporre a Matteo  Visconti.
    (VI) 13 giugno, provv.: si  deliberano aiuti a Filippo di  Valois e si decide per una nuova  spedizione contro Modena.
    (VI) Filippo di Valois si  accorda con i capi ghibellini  Galeazzo e Marco Visconti e si  ritira senza combattere in cambio di  denaro.
    (VI) Roberto invia come  luogotenente regio in lombardia  Raimondo da Cardona, che penetra  grazie all’aiuto dei bolognesi,  malgrado l’opposizione del  Bonaccolsi che cerca di impedirgli il  passo.
    (VI) Bertrando del Poggetto,  raggiunto da Raimondo da  Cardona, scomunica nuovamente i  Visconti e bandisce contro di loro  una crociata.
    (VI) 4 aprile, provv.: si  decreta che i cancellati dai libri  dei nemici della parte guelfa  non siano molestati, ma che non  possano ricoprire l’anzianato e  che non possano partecipare ad  alcun consiglio.
    (VI) 20 marzo, provv.: si  provvede alla difesa dei castelli e  dei luoghi fortificati eretti  contro i nemici esterni.  Intanto la situazione del contado è di  totale rivolta contro Bologna.
    (VI) 14 aprile, provv.: viene  revocato il permesso di porto  d’armi per i privilegiati  guelfi.
    (VI) 27 settembre, provv.: il  permesso di porto d’arme viene  nuovamente concesso però ai soli  componenti del consiglio,  perchè si ritiene siano  particolarmente odiati.
    (VI) 17 settembre, provv.: si  stabilisce che l’offeso debba  presentare la sua querela al  capitano che la dovrà portare  per  deliberazione al consiglio del  popolo.
    (VI) 18 settembre, provv.:  venti cittadini appartenenti alle  famiglie dei Gozzadini, Preti,  Buvalelli, Beccadelli,  Boatieri, Azzoguidi, ed altre, vengono  dichiarati parificati ai nobili  e ghibellini se commettono  delitti come omicidi, ruberie,  etc. Si tratta di avversari del  Pepoli (maltraversi).
    (VI) Fine anno: assieme alla  provvigione del 18 settembre,  altre modificano le istituzioni  in quanto si decide che il  bargello non si dovrà occupare delle  cose del comune, ma solo dei  ghibellini, e che dovrà esercitare  non nel comune ma ad domum  societatis beccariorum e sia  invitato in comune solo se designato  come sapiente. Si decide anche  che il proconsole dei notai  non si debba occupare del comune  ma solo delle cose della società  dei notai.
    (VI) (?) Forse quest’anno (?)  tumulti contro il Pepoli. Forse  due di cui il secondo nasce  dal proconsole dei notai  Bambaioli dei Bambaioli che si oppone  con successo alla rielezione del  capitano del popolo uscente,  appoggiato da Romeo Pepoli.
    (VI) 3 febbraio, provv.: il  comune partecipa alle feste per  l’addottoramento di Taddeo,  figlio di Romeo Pepoli.
    (MP) Francesco Petrarca è a  Bologna inviato dal padre per  studiare legge. Descrive il  palancato come un logoro steccato.
    (W6) Corrispondenza in  esametri latini tra Dante Alighieri e  il maestro edllo Studio  Giovanni del Virgilio.
    (W6) Dopo quest’anno Guido  Vernani da Rimini, lettore dello  Studio, non è più generale dei  Domenicani.
    (TO) Riccardo di Bertolotto è  investito dalla carica di  Anziano per il quartiere di porta  Procola.
    (TO) Francesco Ramponi,  dell’ordine dei Servi di Maria, viene  fatto vescovo (continuerà ad  occuparsi degli affari di casa ed  andrà ambasciatore per Bologna da  Filippo, re di Francia) di  Cenedo.
    (NR)  3 febbraio: delibera del  consiglio del popolo secondo  cui viene data piena balia al  podestà e agli anziani per  sostenere le spese per i festeggiamenti  per la conseguita laurea in  diritto canonico di Taddeo,  figlio di Romeo Pepoli.
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