Via Solferino
Da via d’Azeglio a viale XII Giugno.
Quartiere Santo Stefano.
Prima documentazione dell’odonimo: 1874.
L’attuale via Solferino risulta l’unione di due antiche vie: il Mirasol Grande, che da Strada San Mamolo (l’odierna via d’Azeglio) arrivava all’incrocio con via Miramonte/via de’ Ruini, ed il Borgo delle Ballotte, che da tale incrocio arrivava all’attuale via Alfonso Rubbiani (presso l’ex convento di San Bernardo) fino a raggiungere la Chiesa del Crocifisso, all’inizio di via del Cestello. La creazione del viale XII Giugno ha di fatto accorciato la via risultante dall’unione di Mirasol Grande e Borgo delle Ballotte.
Va subito detto che i Mirasoli erano anticamente tre: Mirasole Grande (quello che corrisponde a parte della nostra via), Mirasole di Mezzo (l’attuale via Mirasole) e Mirasole di Sopra (l’attuale vicolo del Falcone).
Il nome di Mirasole compare già negli estimi 1296/1297: Burgus Mirasolis.
Lo Zanti lo chiamò Mirasole Grande o Primo ed aggiunse che i Mirasoli (le attuali vie Solferino, Mirasole e del Falcone) erano noti anche come Braine.
Questa ultima notizia sulle Braine venne ripresa anche dal Salaroli che scrisse che i tre Mirasoli erano denominate anticamente Braine di San Procolo1. Tutti gli autori precedenti la riforma toponomastica del 1873/78 furono concordi nel chiamare questa via come Mirasole Grande.
L’Alidosi diede al Mirasole Grande estensione da via Miramonte a via Paglietta, ignorando il tratto tra via d’Azeglio e via Paglietta.
Il Salaroli ed il Guidicini2 ricordarono che questo tratto (da via d’Azeglio a via Paglietta) era chiamato Via Giulia e che fu aperto nel 1639 sotto la legazione del cardinale Giulio Sacchetti da cui prese il nome (si veda il caso analogo di via Urbana).
Il significato di Mirasole pare ovvio, legato alla disposizione est-ovest della via (e degli altri due Mirasoli), e quindi tale da essere bene illuminati dal sole. Vi sono due momenti (una alla mattina e l’altro nel pomeriggio) in cui le case illuminate dal sole non lasciano ombra sulla via (conforta in questa intepretazione anche la vicina – ed ortogonale – via Miramonte, con significato analogo, ma riferito alla visibilità dei colli sovrastanti Bologna). Lo Zanti fu il primo a dare questa spiegazione.
Il Guidicini3 confermò che anticamente queste vie (i tre Mirasoli) erano noti come Braine di San Procolo, anche se attestò la denominazione di Mirasole in un rogito del 18 aprile 1288.
Per quanto riguarda il significato di Braina, si veda il capitolo relativo alle denominazioni urbanistiche generiche tipiche in uso anticamente a Bologna.
Sembra che il Borgo delle Ballotte fosse considerato prima del XVI secolo parte integrante del Mirasol Grande. Secondo il Guidicini il nome di Borgo delle Ballotte nacque quando, nel XVII secolo, presso il Palazzo Ruini, furono allestite alcune sale per il gioco della Pallacorda o Pallotta4. In realtà un documento del 1387 relativo ad una lista di abitanti del quaritere di San Procolo5 riporta: in dicta contrata Miralsolis usque ad Apoxam … in dicta contrata ubi fiunt balotte. La contrata Miralsolis è la nostra via Solferino, in cui (in dicta contrata) c’è una zona dove facevano ballotte (ubi fiunt balotte). Un altro documento6 di oltre un secolo dopo, del 1496, sempre relativo al quartiere di San Procolo, documenta il Borgho da le Balotte. È evidente a questo punto che non può essere stato il gioco di pallacorda istituito nel XVII secolo ad avere generato l’odonimo di Borgo delle Ballotte, ma, piuttosto, la produzione in questa zona di ballotte, attiva almeno dal XIV secolo. Su cosa potevano essere queste ballotte è interessante quanto scrisse lo Zanti: qui già si cavava la terra da fare Pignatte, & scodelle, quivi ancora steva dui huomini che facevano balotte da Archi, & Zarabotane, ponendole al Sole su le tavole per la strada che altro non si vedeva che balotte, da quale pigliò il nome.
Il Du Cange7 per ballota dice pilula seu glans ferrea vel plumbea, ovvero proiettile di piombo o ferro (ma poteva anche essere argilla). Da balotta deriva pallottola. Chiaro il significato di balotte per cerbottane, un po’ meno quello di balotte da archi. Comunque sia, sembrerebbe che in questa zona della Contrata Miralsolis, vicino all’Aposa, dove si cavava l’argilla per fare pignatte e scodelle, si producevano balotte per uso militare in argilla, che si lasciavano seccare al sole. Naturalmente il tema è complesso: non bisogna dimenticare che durante il XIV secolo si svilupparono le armi da fuoco, che resero rapidamente obsolete le vecchie armi ed i vecchi proiettili.
Dallo Zanti all’Indicatore (1854) questo tratto fu sempre conosciuto come Borgo delle Ballotte, per divenire Via delle Ballotte con la riforma toponomastica del 1873/78.
Fu con delibera consiliare del 3 dicembre 1874 che venne cambiato il nome di Mirasol Grande in via Solferino.
Con l’apertura del viale XII Giugno nel 1909 la Via delle Ballotte fu accorpata a via Solferino.
1Carlo Salaroli: op. cit., pag. 46.
2Giuseppe Guidicini: Cose Notabili …, Vol. II, pag. 261.
3Giuseppe Guidicini: Cose Notabili …, Vol. III, pag. 246.
4Giuseppe Guidicini: Cose Notabili …, Vol. I, pag. 84.
5Mario Fanti: San Procolo …, pag. 92 e Paolo Montanari: Documenti su la Popolazione di Bologna alla fine del Trecento, Istituto per la Storia di Bologna, Bologna 1966, pag. 50..
6Mario Fanti: San Procolo …, pag. 106.
7Charles Du Fresne Du Cange: Glossarium mediæ et infimæ latinitatis, Niort : L.Favre 1883-1887 tomo I pag. 540.
Fonti