Via del Pratello
Da piazza Malpighi a via Monaldo Calari.
Quartiere Saragozza.
Prima documentazione dell’odonimo: 1184 (burgo Peradelli).
Questa via si consolidò tra XII e XIII secolo durante la fase di espansione della città, tra la seconda cerchia di mura (la cerchia dei Torresotti o del Mille) e l’ultima cerchia, trecentesca.
Alcuni tra gli autori più antichi (Zanti, Banchieri e Salaroli) immaginarono una derivazione di Pratello da prato, ma una spiegazione apparentemente così semplice non è corretta.
L’odonimo è documentato da tempi antichissimi.
Gli estimi del 1296/97 riportano Burgo Pratelli, Pradelli e Peradelli.
Tutti gli autori più antichi concordano con la forma Pradello, mentre Pratello comincia ad essere usato solo dalla metà del XVIII secolo (il primo è il Taruffi1). Le lapidette confermarono Pratello, che poi venne “standardizzato” nel Prontuario come via del Pratello.
Ancor prima degli estimi menzionati, un documento del 1184 riporta un Actum in burgo Peradelli2, ed un rogito del 27 marzo 1290 menziona il Borgo Peradello3. La forma Peratello era ancora usata nel 15674.
Altri documenti del XIII secolo riportati dal Fanti5 documentano invariabilmente la forma Peradello.
Il Guidicini si espresse in maniera decisa (e corretta): Peradello diminutivo di Pero.
Siamo quindi di fronte ad uno dei tanti odonimi bolognesi che fanno riferimento a particolari tipi di piante che evidentemente erano presenti nei paraggi delle vie interessate. Si vedano i casi di Frassinago, Nosadella, Belmeloro, etc.
Fonti