Enumerata tra le famiglie popolari geremee nel 1228. Partecipò con alcune di loro a mischie, azzuffandosi con i Curioni e molte volte con i Pepoli, verso i quali ebbe lunga inimicizia, inacerbata da uccisioni e da incendii scambievoli. Nondimeno le due famiglie furono indotte a concordia dal giureconsulto Egidio Foscarari, il quale al cospetto di frati degli ordini domenicano e francescano, allora in auge, non che alla presenza d’insigni giureconsulti e di patrizii, pronunziò con pompa un laudo il 29 dicembre 1285, imponendo ai capi delle due parti Cipriano Algardi, e Guido e Giovanni Pepoli di baciarsi e di stabilire matrimonii tra le famiglie loro (1). Questo Cipriano e Guido, anch’ esso d’ Algarda, erano stati citati da Bertoldo Orsini, nipote del papa e conte della Romagna, come sediziosi ( 1280) e avevan dato ostaggi. Lo stesso Cipriano andò ambasciatore ad Azzo d’Este di recente collegato co’ Bolognesi, ed a Cremona e a Padova per racconciliare quelle due città. Sembra che Guglielmo e Zolo rimanessero vittime d’ una congiura contro lo stato nel 1305, ma il racconto fattone dal Ghirardacci è molto oscuro. Filippo morì in battaglia contro i Modenesi nel 1330, (2) al qual tempo i d’Algarda trovansi tra gli anziani per la diciasettesima ed ultima volta e se ne perdon le tracce.
Algarda (d’) o Algardi
Guido d’ Algarda era consorte nel 1279 de’ Milanzoli nella proprietà d’ una torre situata nella parocchia di s. Niccolò degli Albari. — Vedasi Milanzoli.
Adigherio e Guglielmo del già Guido d’ Algarda comprarono nel 1295 da Francesco Pepoli metà di torre, indivisa, in via Castiglione. — Vedasi Pepoli.
(1) Savioli, Ann. v. 5, pag. 6, 213. Sarti, De dar. archig. v. 1, pag. 36, il quale notò che questo laudo è scritto nei memoriali sotto la data sopraddetta. Fantuzzi, Notiz. v. 3, pag. 344.
(2) Savioli, Ann. 5, pag. 252. Ghirardacci, Hist. v. 1, pag. 281, 299, 474. v. 8, pag. 94.