Nel 1228 nobili lambertazzi e n’ era in quel torno uno dei capiparte Milanzolo di Piero. Nel secolo XII tennero il supremo consolato quattro volte, condussero le milizie bolognesi a oppugnar Monteveglio e dotarono l’ eremo di Camaldoli sui patrii colli (1). Nel secolo seguente ressero Viterbo e Perugia e se ne perdono le tracce al principio del XIV. Milancio d’ Ordelaffo, giureconsulto di gran fama, fu richiamato con plauso da Padova, ov’ era confinato, per insegnare gius canonico e civile nel nostro studio (2).
Le case torrite dei Milanzoli erano nella parocchia di san Niccolò degli Albari accanto a Guido di Chiara Romanzi, vedova d’ Ordelaffo Milanzoli, e segnatamente accanto a Jacopino pizzolo Prendiparte, onde par che fossero nella piazzetta di s. Simone o colà presso. Una di queste case con piede di torre, il che indica una demolizione avvenuta, apparteneva nel 1279 in parte a Milanzolo frate gaudente, figlio del già Milanzolo di Piero, in parte a Guido d’ Algarda, i quali nominarono un procuratore per farne vendita al prezzo di lire mille (3). Ma checchè ne avvenisse, questa casa con piede di torre, insieme con altre case vicine, era divisa nel 1293 fra tre consorti ch’ erano Palamidesio Milanzoli anch’ esso frate gaudente, figlio del già Ordelaffo, Milancio Bonaioli e Alberico da Sangiorgio (4).
(1) Savioli, Ann. v. 3, pag. 89, 205: v. 5, pag. 60, 146.
(2) Ghirardacci, Hist. v. 1, pag. 461. Savioli, Ann. v. 5, pag. 30, 197. Mazzetti, Repert., pag. 211.
(3) Docum. n. 108.
(4) Docum. n. 192.