Vicolo Urbaga
Da via Nazario Sauro a via Giovan Battista Morgagni.
Quartiere Porto.
Prima documentazione dell’odonimo: 1371 (Orbaria).
Questo vicolo un tempo era decisamente più lungo del vicolo attuale, ed era composto di due tratti: uno da est ad ovest, corrispondente all’attuale percorso di vicolo Urbaga, ed un altro da nord a sud, inglobato nel dopoguerra in via Giovan Battista Morgagni.
Nel 1371 il nostro vicolo era chiamato Orbaria1. A cavallo dei due secoli, XIV e XV, il vicolo fu chiamato Urbara2.
Lo Zanti scrisse che questo vicolo, Urbaga, comincia al Poggiale di San Giorgio, & fornisse al Borgo delle Casse.
Il Poggiale di San Giorgio è l’attuale via Nazario Sauro, mentre al posto del Borgo delle Casse oggi c’è via Guglielmo Marconi, quindi lo Zanti incluse in Urbaga anche l’attuale via Maggia.
L’odonimo Urbaga fu usato anche dal Banchieri, secondo cui questo vicolo ha principi d’drie da Belveder d’San Flis, e termina in Poggial d’San Zorz, ovvero si estende da via San Gervasio (ovvero dalla confluenza di via San Gervasio in via Maggia) a via Nazario Sauro.
Orbaga fu usato dall’Aretusi nella sua pianta, Urbagha dal Mitelli; questo vicolo viene da loro descritto nella estensione quale era prima delle ricostruzioni del dopoguerra (ovvero con i due tratti descritti poc’anzi).
Il Salaroli descrisse Orbaga o Orbaria avente principio nella Via del Poggiale, quindi finisce nella Pusterla del Borgo delle Casse.
Sembrerebbe, come interpretò il Fanti3, che anche il Salaroli avesso compreso in Orbaga un tratto di via Maggia, ma non è così: Posterla del Borgo delle Casse è nome dato dall’Aretusi a via Maggia, denominazione evidentemente usata anche dal Salaroli.
Orbaga, usato dal Salaroli, fu ufficializzato dalle lapidette del 1801, e venne usato anche dal Guidicini e dall’Itinerario.
Viceversa, la forma Urbaga, oltre che dallo Zanti e dal Banchieri, fu usato anche dal Monari, dall’Origine, dall’Indicatore e dal Gozzadini4.
La riforma toponomastica del 1873-78 fissò l’odonimo in vicolo Urbaga.
La ricerca dell’origine di questo nome generò molte ipotesi completamente diverse tra di loro.
Alcuni (Zanti, Avogaro) pensarono che Urbaga fosse corruzione di orbaco, ovvero pianta di alloro, presente nel vicolo.
Il Banchieri raccontò una delle sue solite favolette dove mescolò l’orbaco pianta di alloro con un tale di nome Urbano, che vendeva orbaco e che divenne cieco da un occhio, il che avrebbe generato una frase che evidentemente era usata ai suoi tempi: qulù hà una ca’ in l’Urbaga, per dire che era cieco da un occhio, ovvero orbo.
Proprio quest’ultima frase contiene la chiave di interpretazione corretta dell’odonimo Urbaga. Merito del Fanti5 avere identificato i passi degli statuti di Bologna (1259-1267) dove si stabilisce che nella contrada del Poggiale potesse stabilirsi chi era cieco (orbus), originario di Bologna e proprietario di una casa in tale contrada, scacciando i falsi ciechi mendicanti.
Il che calza a pennello con la frase riportata dal Banchieri, secondo cui avere una casa nell’Urbaga, voleva dire essere orbo.
1 Giovanni Nicolò Pasquali Alidosi: Nomi delle strade …, pag. 22.
2 Giuseppe Guidicini: Cose Notabili …, Vol. IV, pag. 8.
3 Mario Fanti: op. cit., pag. 778.
4 Giovanni Gozzadini: Studii Archeologico-topografici … , pianta ripiegata ed inclusa dopo pag. 104
5 Mario Fanti: op. cit., pag. 880.
Fonti
Zanti: Nomi, et cognomi di tutte le strade, contrade, et borghi di Bologna, di Giovanni Zanti pubblicato nel 1583.
Alidosi: Nomi delle strade, vie, borghi, et vicoli, che sono nella città di Bologna, di Giovanni Niccolò Pasquali Alidosi, pubblicato nel 1624).
Banchieri: Origine Delle Porte, Strade, Borghi Contrade, Vie, Viazzoli, Piazzole, Salicate, Piazze, e Trebbi dell’Illustrissima Città di Bologna con i loro Nomi, Pronomi, e Cognomi, di Camillo Scaligeri della Fratta (pseudonimo di Adriano Banchieri), pubblicato da Clemente Ferroni nel 1635.
Aretusi: Origine di Bologna. Pianta di Bologna di Costantino Aretusi, pubblicata nel 1636.
Mitelli: Bologna in pianta, città del Papa, famosa pianta di Agostino Mitelli, pubblicata nel 1692.
Salaroli: Origine di tutte le strade sotterranei e luoghi riguardevoli della città di Bologna di Ciro Lasarolla (pseudonimo di Carlo Salaroli), pubblicato nel 1743.
Monari: Città di Bologna posta in pianta in esatta misura con la distinzione de portici che sono in essa, Pianta di Gregorio Monari, pubblicata nel 1745.
Guidicini: Cose Notabili della Città di Bologna ossia Storia Cronologica de’ suoi stabili sacri, pubblici e privati, di Giuseppe Guidicini (scritto prima del 1837, ma pubblicato nel 1868).
Itinerario: Itinerario di tutte le strade, borghi, vie, vicoli e viazzoli della città di Bologna colla distintiva d’ogni Strada a qual commissariato di Polizia appartenga, pubblicato a Bologna nel 1835.
Origine: origine della denominazione delle 334 strade che compongono la città di bologna, di Goldini e C.. Pubblicato a Bologna nel 1843.
Indicatore: Indicatore Bolognese riferibile a ciascun edifizio componente la città, di Sebastiano Giovannini pubblicato nel 1854.
Gozzadini: Studii Archeologico-topografici sulla città di Bologna del conte senatore Giovanni Gozzadini, pubblicato in Atti e Memorie della Regia deputazione di Storia Patria per le provincie di Romagna, anno settimo, Bologna, Regia Tipografia, 1868.
Avogaro: Contributo onomastico alla corografia di Bologna antica, di Carlo Avogaro, in “L’Archiginnasio”, Bologna, XVIII(1923) e XIX(1924).
Fanti: Le Vie di Bologna. Saggio di Toponomastica Storica, di Mario Fanti, Istituto per la Storia di Bologna, 2000.