Via Santo Stefano
Da piazza della Mercanzia a piazza di Porta Santo Stefano.
Quartiere Santo Stefano.
Prima documentazione dell’odonimo: 1199 (Strata Sancti Stephani).
Questa via nacque in epoca altomedievale, assieme ad altre che si irradiarono da porta Ravegnana.
Un rogito del 20 giugno 11991 (Guidicini, V, 73) cita la cappella di San Giuliano posta in Strada Santo Stefano, ma sicuramente l’odonimo associato a Santo Stefano era in uso già da parecchio tempo prima.
Gli estimi del 1296/97 riportano la Strata Sancti Stephani.
Questa via fu sempre chiamata anticamente Strada (o Stra’) Santo Stefano, o anche, più semplicemente, Strada Stefano (in lingua bolognese: Stràsteven).
Infatti lo Zanti chiamò questa via Strà San Stefano, il Banchieri usò la forma Strastieven, il Mitelli Stra San Stefano, il Monari ed il Salaroli Strada Santo Stefano, la Tontina Mista Strada di Santo Stefano.
Anche l’Alidosi chiamò questa via Strada Santo Stefano, da porta Santo Stefano a piazza di Porta Ravegnana. Si veda a questo punto quanto scritto su via Castiglione per quanto riguarda alcune contraddizioni dell’Alidosi.
Le lapidette del 1801 formalizzarono Strada Santo Stefano, nome che rimase fino alla riforma toponomastica del 1873-78, durante la quale fu proposto l’odonimo Via Ulisse Aldrovandi2 (vedi Lipparini, 1875), per poi ripiegare (fortunatamente) sull’attuale via Santo Stefano.
Comunemente a Bologna si indica con l’odonimo Piazza Santo Stefano lo slargo di via Santo Stefano davanti al gruppo stefaniano delle sette chiese.
Quasi tutti gli autori antichi (Zanti, Banchieri, Salaroli, Monari) chiamarono questo slargo Piazzola di Santo Stefano. La Tontina Mista usò la forma Piazza di Santo Stefano. Questa piazza non risulta ufficializzata dalla riforma delle lapidette del 1801 e fu documentata come parte di Strada Santo Stefano dall’Itinerario (1835 e 1841), dall’Indicatore (1854) e non fu citata dall’Origine (1843). Esisteva nel 1862 (è citata in un elenco stradario pubblicato da Antonio Chierici in quell’anno). Il Prontuario soppresse ed integrò Piazza Santo Stefano in via Santo Stefano. E’ sorprendente l’estensione certificata dal Prontuario che la soppressa Piazza Santo Stefano ebbe: dallo slargo davanti al gruppo stefaniano raggiungeva le due torri, comprendendo anche il lato orientale di piazza della Mercanzia che, allora, non aveva identità ufficiale. Con la riforma toponomastica del 1873-78 Piazza Santo Stefano e Strada Santo Stefano furono inglobate nell’unica via Santo Stefano.
In questa piazzola, accanto al palazzo che fu dei Bianchini (via Santo Stefano 20) c’era l’imbocco di un vicolo senza uscita, oggi non più esistente, che lo Zanti chiamò Ongaria, dall’insegna di un’osteria gestito da un ungherese, caso simile al vicino vicolo Alemagna ed allo scomparso vicolo Inghilterra (si vedano le note su vicolo Alemagna).
La casa in via Santo Stefano 14 era anticamente della famiglia Bianchi o de’ Bianchi. Per questa ragione il tratto di via Santo Stefano dalla cosiddetta piazza Santo Stefano a piazza della Mercanzia fu chiamato Via de’ Bianchi3.
Per il Banchieri il tratto dalla cosiddetta piazza Santo Stefano a via Sampieri si chiamava Via dei Bolognini (via di Bulgnin, dalla residenza dei Bolognini, via Santo Stefano 18) mentre il tratto da via Sampieri a piazza della Mercanzia si chiamava Via di Sampier (dalla residenza dei Sampieri, via Santo Stefano 1).
Inoltre, dove oggi via Farini confluisce in via Santo Stefano, vi era un’isola costituita dalla chiesetta di Santa Tecla, che formava una corta via, non più esistente, detta Valle di Giosafat (documentata dallo Zanti, dall’Alidosi, dal Banchieri, dall’Aretusi, dal Salaroli, e dal Guidicini4).
L’isola fu demolita nel 1798. La via Valle di Giosafat nel 1474 fu chiamata Via Angela5 ed in seguito Via di Santa Tecla. Valle di Giosafat in realtà era il nome con cui veniva comunemente chiamata una cappelletta contenente una croce dedicata a Santa Veronica, contigua alla chiesa, ed anch’essa demolita nel 1798. Il nome Valle di Giosafat rientra nella ricostruzione gerosolimitana del complesso di Santo Stefano e del vicino San Giovanni in Monte.
Come è evidente, fu l’antichissimo complesso abbaziale di Santo Stefano a dare il nome alla via.
Per l’uso della denominazione urbanistica Strada si veda quanto scritto per Strada Maggiore.
Infine una curiosità: delle sette chiese che compongono il complesso di Santo Stefano, chiese che sono la chiesa del Crocifisso o di San Pietro, la chiesa di San Giovanni Evangelista, la chiesa dei Confessi, la chiesa di San Vitale ed Agricola, la chiesa del Santo Sepolcro, la chiesa dell’Atrio e la chiesa della Santissima Trinità, nessuna è dedicata al protomartire Santo Stefano.
Fonti