Vicolo Spirito Santo
Da piazza de’ Celestini a via Val d’Aposa.
Quartiere Saragozza.
Prima documentazione dell’odonimo: 1635.
L’odonimo vicolo Spirito Santo identifica oggi, come in passato, diversi tronchi distinti: un primo tronco da est a ovest congiunge piazza de’ Celestini con un secondo tronco che si sviluppa (da nord a sud) da via Santa Margherita fino al fianco dell’oratorio dello Spirito Santo; da questo punto un terzo tronco sbocca in via Val d’Aposa, accanto all’oratorio, mentre, sempre da questo punto un quarto tronco si inoltra ad oriente e non ha sfogo.
Il tronco cieco, un tempo raggiungeva via d’Azeglio (Guidicini, V, 31) fino al 1512, quando l’ampliamento della chiesa di San Giovanni Battista dei Celestini creò il cul di sacco.
In questi vicoli furono trasferite le meretrici nel 1336. La presenza delle meretrici si prolungò, per quanto costellata di diversi trasferimenti da e verso la Corte dei Bulgari fino all’inizio del XVI secolo. La presenza delle meretrici fece sì che questo tronco venisse chiamato Borghetto del Bordello, nome poi mutato in Borghetto dello Spirito Santo, dopo l’erezione dell’oratorio tutt’ora esistente al numero 6 di via Val d’Aposa.
In uno dei trasferimenti delle meretrici, nel 1360 (Guidicini, Ibidem) viene ricordata una via della torre dei Castellani che si riferisce quasi certamente a quello che abbiamo chiamato poc’anzi secondo tronco, dove si trova la torre dei Castellani o Catalani.
La via della Torre dei Castellani è ricordata ancora nel 1419 e nel 1477 (Guidicini, Ibidem).
Sempre dal Guidicini si apprende che i monaci del convento dei Celestini (il convento è ora occupato dai locali dell’Archivio di Stato) acquistarono le case del lupanare ed ebbero con la circostanza il possesso del vicolo chiamato Borghetto del Bordello, che comunicava con via d’Azeglio, sfociando accanto alla porta laterale della chiesa di San Michele Arcangelo.
I monaci abbatterono il vecchio lupanare e chiusero il vicolo su via d’Azeglio, lasciando però dall’altro capo un passaggio utile per un carro, creando il cul di sacco esistente ancora oggi. Questo vicolo con il piazzaletto che ne conclude il percorso divenne proprietà dei Vizzani (per cui si disse temporaneamente Piazzetta dei Vizzani per poi tornare nel 1612 ai Celestini.
Pare (Guidicini, Ibidem) che questo piazzaletto sia l’antica piazzetta di Santa Maria dei Guidoscalchi, dove sorgeva l’antica chiesa omonima, che risulta essere stata demolita nel 1484.
Lo Zanti chiamò genericamente questo intrico di vicoli Borghetto di Bordello, seguito dall’Alidosi e dal Salaroli che accostarono a Borghetto del Bordello anche Torre Cornacchia o Torre dei Cattelani.
Il Banchieri invece usò l’odonimo Puiol dal Spiritusant, mentre nelle piante del Mitelli, di Monari-Laghi e del Monari viene usato il solo termine Pugliole.
Il Salaroli ricordò tutti gli odonimi descritti finora su questi vicoli (e le loro combinazioni e sinonimi: Borghetto del Bordello, Torre dei Cattelani, Postribolo o Bordello pubblico, Borghetto dello Spirito Santo, pugliole dello Spirito Santo o del Bordello).
Le Lapidette del 1801 unificarono tutti questi tronchi con l’unico nome di Pugliole dello Spirito Santo (da notare che il Guidicini descrisse il primo tronco come Pugliole dei Celestini, differenziandolo dalle Pugliole dello Spirito Santo, distinzione che però non ebbe alcun seguito).
La riforma toponomastica del 1873-78 eliminò la denominazione urbanistica Pugliole, lasciando Vicolo Spirito Santo.
Da segnalare che questo è uno dei rari casi di Pugliole all’interno della seconda cerchia di mura. Sul significato di questa denominazione urbanistica si veda la sezione specifica su tali denominazioni. Il Guidicini (Ibidem) scrisse testualmente che tutto il territorio che si comprende dov’è il torrazzo (de’ Castellani) tirando verso la chiesa della compagnia dello Spirito Santo, poi piegando a sinistra verso la piazzetta dov’è il portone nuovo delle carra, era un luogo aperto e disabitato, e chiamavasi il guasto dei Cattalani, poi detto dei Celestini.
Dato che le pugliole si riferivano a luoghi aperti e pressochè privi di abitazioni, questa informazione ci spiega la presenza di pugliole in questa parte della città.
E’ evidente che fu l’oratorio dello Spirito Santo (costruito nel 1481, ma che prese questo nome nel 1497, ospitando la confraternita omonima), a dare il nome prima al borghetto, poi alle pugliole, infine al vicolo.
Fonti
Zanti: Nomi, et cognomi di tutte le strade, contrade, et borghi di Bologna, di Giovanni Zanti pubblicato nel 1583.
Alidosi: Nomi delle strade, vie, borghi, et vicoli, che sono nella città di Bologna, di Giovanni Niccolò Pasquali Alidosi, pubblicato nel 1624).
Banchieri: Origine Delle Porte, Strade, Borghi Contrade, Vie, Viazzoli, Piazzole, Salicate, Piazze, e Trebbi dell’Illustrissima Città di Bologna con i loro Nomi, Pronomi, e Cognomi, di Camillo Scaligeri della Fratta (pseudonimo di Adriano Banchieri), pubblicato da Clemente Ferroni nel 1635.
Mitelli: Bologna in pianta, città del Papa, famosa pianta di Agostino Mitelli, pubblicata nel 1692.
Monari-Laghi: Pianta della città di Bologna misurata e dissegnata d’ordine dell’Ill.mi S.S. Assonti d’Ornato dell’anno MDCCXI da noi Gregorio Monari e Antonio Laghi pubblici periti di detta città, disegno su carta, 1711/1712, conservato all’Archivio di Stato di Bologna.
Salaroli: Origine di tutte le strade sotterranei e luoghi riguardevoli della città di Bologna di Ciro Lasarolla (Pseudonimo di Carlo Salaroli), pubblicato nel 1743.
Monari: Città di Bologna posta in pianta in esatta misura con la distinzione de portici che sono in essa, Pianta di Gregorio Monari, pubblicata nel 1745.
Guidicini: Cose Notabili della Città di Bologna ossia Storia Cronologica de’ suoi stabili sacri, pubblici e privati, di Giuseppe Guidicini (scritto prima del 1837, ma pubblicato nel 1868).