Via Marescalchi
Da via d’Azeglio a piazza Galileo.
Quartiere Saragozza.
Prima documentazione dell’odonimo: 1692 (Marescalchi).
L’odonimo Marescalchi compare per la prima volta nel 1692 con la pianta del Mitelli. Questa via ha però origini assai antiche, ricalcando il percorso di un decumano della Bononia romana.
Fino al XVIII secolo venivano distinte due diverse vie: una da via d’Azeglio a via de’ Fusari, l’altra da via de’ Fusari a piazza Galileo.
Il primo tratto venne ignorato dallo Zanti, mentre venne chiamato dal Banchieri Baruncella e dall’Aretusi Borghetto di Santa Maria della Baroncella, odonimi che si spiegano facilmente con la presenza della chiesa di Santa Maria della Baroncella, tuttora esistente in via de’ Fusari al numero 12, ed infine il Mitelli indicò solo questo tratto come via Marescalchi.
Il secondo tratto, ignorato dallo Zanti, dal Banchieri e dal Mitelli, fu chiamato Stradello dei Caprari dall’Aretusi. In questo caso a dare il nome allo stradello fu l’abitazione dei Caprara, tuttora esistente al numero 4 di piazza Galileo.
Furono Gregorio Monari e Antonio Laghi, nel 1712, ad indicare con Via Marescalchi la via quale è oggi nella sua completezza, riportato semplicemente Marescalchi nella pianta del 1745 di Gregorio Monari, odonimo ufficializzato nel 1801 dalle lapidette.
Con la riforma toponomastica del 1873-78 divenne via Marescalchi.
Come chiarì il Guidicini1, furono le botteghe dei maniscalchi (marescalchi) presenti in questa zona a dare il nome alla via (e non la famiglia Marescalchi che diede nome ad altra via: si veda via Oleari).
1Giuseppe Guidicini: Cose Notabili …, Vol. III, pag. 135.
Fonti