Via della Fornace
Da via Bruno Bencivenni a via della Salute.
Quartiere Borgo Panigale.
Prima documentazione dell’odonimo: 1938 (delibera podest. 8 giugno).
La mappa di Lodovico Facchini documenta una via chiamata Stradazzo che comprendeva l’attuale via della Berleta, il tratto di via de La Birra fino alla tangenziale, si connetteva con l’attuale via dell’Aeroporto, proseguiva con l’attuale via della Fornace, quindi con l’attuale via Due Portoni per finire in via Persicetana Vecchia.
Questa via risulta tracciata (anche se senza nome) nella pianta di Andrea Chiesa (1740) ed in quella di Carlo Mayr (1825). In quest’ultima è indicata come strada comunale non mantenuta, il che è abbastanza coerente con l’odonimo di Stradazzo.
Stradazzo è però quasi certamente un errore.
Un rogito del notaio Giuseppe Arnoaldi Veli del 28 febbraio 1866 riguarda un Predio denominato “Canalazzo” con edifici padronali, colonici e rusticali, posto nel territorio di S. Nicolò di S. Felice o S. Viola, diviso in due appezzamenti; il primo confina ad Est con la Strada di Surrogazione, ad Ovest con lo scolo Canalazzo a Nord col vicolo detto Stradellazzo; il secondo confina ad Ovest con la Strada di Surrogazione, a Nord col predetto vicolo e ad Est col fiume Reno.
Tenuto conto che la Strada di Surrogazione era il nome dell’attuale via del Triumvirato e che lo scolo Canalazzo correva più o meno parallelo a ovest di via del Triumvirato, è evidente l’identificazione del vicolo Stradellazzo con lo Stradazzo della pianta del Facchini.
La denominazione di via della Fornace fu motivato dalla presenza (fin dal XIX secolo) di una fornace per laterizi sul lato nord della via. Precedentemente questa via era nota anche come Via San Martino (Fanti, I, 364), e come tale è documentata fin dal Catasto Gregoriano del 1835 ed ancora nel 1941 nella cartografia storica del Comune di Bologna. La ragione di tale odonimo fu la presenza di un oratorio dedicato a San Martino, detto de Panigali veteri de Plebato (Chiese Parrocchiali, 4, n.74), e, divenuto proprietà dei duchi Valmy, fu incorporato nella Villa Valmy che esiste ancora all’angolo tra via Bruno Bencivenni e via della Fornace.
Fonti
Chiesa (1740): Benedetto XIV (dedicatario); Giuseppe Benedetti (inc.); Andrea Chiesa (dis.), Carta del bolognese per quanto esso si estende seguitamente dalle radici della collina sino al Modonese, Ferrarese, ed alla Romagna, 1732-1738. Stampata a Bologna nel 1740.
Mayr: Tommaso Arezzo (dedicatario); Tommaso Barbantini (direttore lavori); Carlo Mayr (dis.); Achille Stucchi (inc.); Stanislao Stucchi, Topografia della provincia ferrarese, della pianura bolognese e di una parte delle provincie di Romagna con l’indicazione dei lavori idraulici eseguiti dal 1767 a tutto giugno del 1825, Milano, 1825.
Chiese Parrocchiali: Le chiese parrocchiali della diocesi di Bologna, ritratte e descritte, con litografie di Enrico Corty, 4 tomi pubblicati dalla tipografia di San Tommaso d’Aquino tra il 1844 ed il 1851.
Facchini: Carta topografica della provincia di Bologna, seconda metà sec. XIX, disegnata e incisa da Lodovico Facchini. Dalla Cartografia Storica Bolognese della Biblioteca Digitale dell’Archiginnasio di Bologna.
Fanti: Le Vie di Bologna. Saggio di Toponomastica Storica, di Mario Fanti, Istituto per la Storia di Bologna, 2000.
SIT: Sistemi Informativi Territoriali del Comune di Bologna.