Via Carbonara
Dalla piazzetta Prendiparte a via Goito.
Quartiere San Vitale.
Prima documentazione dell’odonimo: 1635 (Via Carbunara).
Il percorso di questa via ha origini antiche, ricalcando il tracciato di un cardine della Bononia romana. In epoche più vicine a noi (XVII secolo) questa era la Via dei Santi Senesio e Teopompo1 o, semplicemente, Via di San Senesio2: di fronte allo sbocco della via sulla piazzetta Prendiparte era la chiesa dei Santi Senesio e Teopompo, poi racchiusa entro il palazzo arcivescovile e quindi scomparsa. Il tracciato di questa via ricalca parte di un antico cardine della Bononia romana.
Lo Zanti affermò che la Via di San Senesio arrivava nella Via de’ Cavallieri (via Guglielmo Oberdan). Quindi sembra comprendere il tratto di via Goito da via Carbonara a via Guglielmo Oberdan.
Però già nel 1635 la vediamo con il nome di Via Carbunara3, odonimo che è arrivato pressochè inalterato fino a noi.
Nei pressi, in via Sant’Alò, c’era la sede della società dei Fabbri alla quale il cardinale Bessarione nel 1450 concesse il commercio all’ingrosso ed al minuto del carbone4, tanto è vero che via Sant’Alò (si vedano le note su questa via) fu chiamata anche Via del Carbone.
La Via Carbonara altro non era se non la via che portava alla Via del Carbone (o di Sant’Alò) dove era il magazzino del carbone.
L’attuale via Carbonara comprende un vicolo, oggi cieco, ma che in passato comunicava con via del Monte.
Questo vicolo si dirama ad angolo retto verso ovest dalla metà di via Carbonara per circa 25 metri e non ha sfogo. Il vicolo era già cieco sicuramente all’epoca del Guidicini, che lo chiamò Vicolo Carbonara, ma in passato girava a sud e proseguiva per altri 30 metri (circa) per sboccare in via del Monte. L’odonimo Vicolo Carbonara fu usato dal solo Guidicini5 che precisa essere senza lapide (ovvero non ebbe nome ufficiale distinto da via Carbonara)
Nella pianta dell’Aretusi (1636) il vicolo (che sfociava in via del Monte) era chiamato Stronzo Muffo. Nella pianta di Monari-Laghi (1712) il vicolo è già cieco, mentre non è disegnato nella pianta del Mitelli.
Stronzo Muffo fu nome dato già dallo Zanti, poi dal Salaroli, ma mentre la localizzazione dell’Aretusi è certa, le descrizioni dello Zanti e del Salaroli sono meno chiare. Stronzo Muffo sono alcune contrade intorno & dritto alla Canonica di San Pietro, dice lo Zanti e pressochè lo stesso dice il Salaroli: Stronzo muffo sono alcune Vie intorno, ed in faccia della Canonica dì S. Pietro.
L’Alidosi elenca Stronzo Muffo, ma senza alcuna descrizione, lasciando l’impressione (probabilmente veritiera) che il suo libretto sia opera incompleta.
Il nome eloquente Stronzo Muffo fa pensare immediatamente allo sterco e così si esprimono sia lo Zanti, sia il Salaroli. In particolare lo Zanti scrive: per esser viazoli occupati così si chiamano, overo che erano già pieni di sterco, ma hora per il buon ordine sta netta la Città in ogni canto.
Lo Zanti quindi ci fa capire che ai suoi tempi (1583) questo vicolo era già stato liberato dallo sterco.
Nella frase dello Zanti c’è qualcosa che ci fa sorridere: viazoli occupati. Facile immaginare da che cosa.
Fonti