Via Alessandrini
Da via Augusto Righi a via Irnerio.
Quartiere San Vitale.
Prima documentazione dell’odonimo: 1874.
Dedicata ad Antonio Alessandrini.
A parte lo Zanti, che genericamente chiamò Moline, oltre alla via che anche oggi si chiama “delle Moline“, anche questa via e la parallela via Capo di Lucca, e l’Alidosi, che considerò questa una estensione di Case Nuove (via Guglielmo Oberdan) tutti gli autori furono concordi nell’attribuire l’odonimo Berlina a questa via.
Per la verità Berlina indicava un tratto più esteso dell’attuale via Alessandrini.
Infatti con questo nome era indicata la parte di via Guglielmo Oberdan a settentrione del sagrato di San Martino Maggiore, che fu anche noto come Case Nuove di San Martino e l’attuale via del Pallone che altro non è se non la prosecuzione a nord di via Alessandrini.
Per quanto riguarda l’origine dell’odonimo Berlina, lo Zanti fece riferimento alla punizione della berlina, con cui venivano esposti al pubblico disprezzo i mugnai (monari) che esercitavano disonestamente la propria attività. La presenza in zona (al numero 19 di via Augusto Righi) della Casa della Biava, qui trasferita nel 1336, dal palazzo d’Accursio, per fare posto al Gonfaloniere di Giustizia, avvalora questa ipotesi, in quanto la berlina, come deterrenza, aveva efficacia maggiore se somministrata nei luoghi dove i condannati erano conosciuti.
L’ipotesi di berlina come punizione fu accettata anche dall’Avogaro che citò, come prova, la vicinanza del Campo del Mercato, dove venivano eseguiti i supplizi (nelle cui vicinanze c’era una via delle Forche (si veda via Agamennone Zappoli)).
Va detto però che il luogo in cui veniva normalmente inflitta la berlina era sotto al voltone del Podestà, dove erano murati i collari di ferro usati per bloccare i condannati (vedi il Guidicini nella descrizione della Piazza del Nettuno e del Podestà, nel secondo volume delle Cose Notabili, pag 392), per cui l’ipotesi perde di credibilità, a meno che non si accetti quanto affermato dallo Zanti, in merito al supplizio destinati ai soli mugnai, nella via Berlina.
Il Fanti citò, tra le varie ipotesi, quella di associare il nome berlina non alla pena suddetta ma al significato (derivato dall’antico tedesco Bretling, di tavoletta, asse) sinonimo di chiavica (si veda la pubblicazione “La lingua delle acque” di Mario Di Fidio e Claudio Gandolfi (Milano, Fondazione Biblioteca Europea di Informazione e Cultura, 2013)). La vicinanza della via scomparsa Conca che collegava via Capo di Lucca con la nostra Berlina avvalora questa ipotesi, pur mancando prove documentali dell’utilizzo a Bologna di questa parola con il significato di chiavica.
L’antico odonimo di Berlina scomparve con la riforma toponomastica del 1873-78 con l’assegnazione (nel 1874) dell’attuale nome.
Fonti
Zanti: Nomi, et cognomi di tutte le strade, contrade, et borghi di Bologna, di Giovanni Zanti pubblicato nel 1583.
Alidosi: Nomi delle strade, vie, borghi, et vicoli, che sono nella città di Bologna, di Giovanni Niccolò Pasquali Alidosi, pubblicato nel 1624).
Guidicini: Cose Notabili della Città di Bologna ossia Storia Cronologica de’ suoi stabili sacri, pubblici e privati, di Giuseppe Guidicini (scritto prima del 1837, ma pubblicato nel 1868).
Avogaro: Contributo onomastico alla corografia di Bologna antica, di Carlo Avogaro, in “L’Archiginnasio”, Bologna, XVIII(1923) e XIX(1924).
Fanti: Le Vie di Bologna. Saggio di Toponomastica Storica, di Mario Fanti, Istituto per la Storia di Bologna, 2000.