Vicolo Alemagna
Da Strada Maggiore a via Santo Stefano.
Quartiere Santo Stefano.
Prima documentazione dell’odonimo: 1635 (Alemagna).
Il nome antico di questa via era via dei Sorghi (trascritto anche come Surghi, Suorghi o Surici) dal nome della famiglia che abitò all’angolo su Strada Maggiore la casa costruita da Bondino o Bardino Sorghi (o Sorgi) nel 1121. Tale casa è la casa Tortorelli al numero 15 di Strada Maggiore.
Con La Magna, Lu Magna o Allemagna lo Zanti, l’Alidosi ed il Salaroli indicavano un vicolo senza sfogo che si affacciava sulla via Santo Stefano tra gli attuali numeri 16 e 18 (palazzi Isolani e Bolognini) (Zanti: La Magna è un viazolo in strà S. Stefano presso la casa dei Signori Lupri (sic), senza uscita; Salaroli: Lumagna o Allemagna. Vicolo pure chiuso fra le case dei conti Isolani già de Lupari, e Marchesi Bolognini).
Su tale vicolo il Salaroli scrisse che fino al 1430 era aperto su Strada Maggiore ed aveva sfogo tra il numero 17 ed il numero 19 (la Casa Isolani con il portico dalle stilate lignee).
Ancora oggi su via Santo Stefano è visibile un portone tra i numeri 16 e 18 con passo carraio che è quanto rimane dell’antico La Magna.
Il vicolo che oggi chiamiamo Alemagna fu chiamato dallo Zanti Via di Bianchi, dalla famiglia che aveva casa in via Santo Stefano all’attuale numero 14.
Per l’Alidosi (pag. 30) questa era la via de’ Surghi.
Il Salaroli riportò entrambe le denominazioni: Via de Bianchi e Via de’ Surghi. E’ evidente che il Salaroli copiò le descrizioni (quasi parola per parola) dalle descrizioni dello Zanti e dell’Alidosi, al punto che non si accorse nemmeno che queste due denominazioni si riferivano alla stessa via, e descrisse la Via de Bianchi a pag. 70 e la Via de Surghi a pag. 79 come due vie distinte! (Via de Bianchi è presso la Casa de Conti Bianchi, partendo da Strada S. Stefano, ed arrivando in Strada Maggiore, Via de Surghi ha principio in Strada S.Stefano incontro del Palazzo de Marchesi Bolognini, e fine in Strada Maggiore incontro la Casa de Gessi).
Tutti gli autori sono concordi nel correlare Alemagna alla presenza di locande ove venivano ospitati studenti di quella nazione. (Zanti: Così detto da un Alemano che quivi teneva à camera locanda genti di quella natione. Salaroli: ivi pure era un’altra locanda per li Scolari della Nazione Alemana).
A Bologna vi sono molti casi simili. Per esempio, dall’altra parte di via Santo Stefano, proprio di fronte al portone che chiude l’antico La Magna c’è un altro vicolo chiuso che si chiamava Inghilterra, dove venivano ospitati studenti della nazione inglese.
Il vicolo scomparso Inghilterra.
La confusione dell’odonimo Alemagna con l’antica via dei Sorghi inizia con il Banchieri che non cita quest’ultima, ma solo Alemagna che è un altr stradel più in zà dov stieva un Aleman , ch tgneva in st’luog Scular Alemani a camara lucanda. Il più in zà è riferito al vicolo Trebisonda, chiuso fino al 2017 ed ora nuovamente percorribile (anche se solo per traffico pedonale).
Il vicolo Trebisonda.
E’ evidente che il Banchieri riprese (limitandosi alla traduzione da italiano a bolognese) quanto aveva scritto lo Zanti cinquanta anni prima. Ma mentre è certo che lo Zanti si riferiva al vicolo chiuso La Magna, non è affatto chiaro se l’Alemagna di cui parlò il Banchieri fosse un vicolo chiuso o no.
Le piante del Mitelli e del Monari riportano il nome Alemagna per il vicolo che ancora oggi porta questo nome.
Evidentemente l’odonimo Alemagna – La Magna fu associato a questo vicolo una volta che al vecchio La Magna fu prima tolto lo sfogo su Strada Maggiore, e poi, chiuso con portone l’accesso su via Santo Stefano, forse perché la presenza di scolari alemanni è rimasta nella zona, mentre della famiglia Sorghi o Surici etc, fuoriuscita da Bologna all’epoca delle lotte tra Lambertazzi e Geremei e rifugiatasi a Venezia dove prese il congome Zorzi, si è persa memoria.
Fonti
Zanti: Nomi, et cognomi di tutte le strade, contrade, et borghi di Bologna, di Giovanni Zanti pubblicato nel 1583.
Alidosi: Nomi delle strade, vie, borghi, et vicoli, che sono nella città di Bologna, di Giovanni Niccolò Pasquali Alidosi, pubblicato nel 1624).
Banchieri: Origine Delle Porte, Strade, Borghi Contrade, Vie, Viazzoli, Piazzole, Salicate, Piazze, e Trebbi dell’Illustrissima Città di Bologna con i loro Nomi, Pronomi, e Cognomi, di Camillo Scaligeri della Fratta (pseudonimo di Adriano Banchieri), pubblicato da Clemente Ferroni nel 1635.
Mitelli: Bologna in pianta, città del Papa, famosa pianta di Agostino Mitelli, pubblicata nel 1692.
Taruffi: Antica fondazione della città di Bologna degnissima madre di studj, di Gianandrea Taruffi, pubblicato nel 1738.
Salaroli: Origine di tutte le strade sotterranei e luoghi riguardevoli della città di Bologna di Ciro Lasarolla (pseudonimo di Carlo Salaroli), pubblicato nel 1743.
Monari: Città di Bologna posta in pianta in esatta misura con la distinzione de portici che sono in essa, Pianta di Gregorio Monari, pubblicata nel 1745.