Origine di Bologna

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Porta di Castello

Denominazione attuale: via Porta di Castello.


Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Da Galliera a Pietrafitta.
Porta di Castello è un’ eminenza, che prese il suo nome da una rocca che si dice fatta qui edificare da Asclepio commissario imperiale. I nostri storici che hanno descritto tante guerre dei Bolognesi contro gl‘imperatori d’Occidente a favore del papa e della contessa Matilde, non potendo conciliare l’ esistenza di questa rocca colla pretesa libertà bolognese di quei giorni, la dicono edificata nel 1111, mentre esisteva molto prima anche secondo F. Leandro Alberti, e il Vizzani, il qual ultimo la vuol eretta nel 385 regnante Graziano, ma Graziano era morto due anni prima. È certo che fu demolita nel 1112, e non dopo l’ uccisione di Bozzo Governatore di Bologna per l’ Imperatore, la qual uccisione successe più tardi altri dicono nel territorio ed altri in città, prima del 1164, e cioè dopo che Federico fu battuto dalla lega delle città della Marca Trevigiana, per cui i bolognesi si ribellarono e si posero per la prima volta in libertà. Non si sa se quest’ altura esistesse in parte avanti la distruzione della rocca, o se piuttosto sia stata formata o aumentata dai materiali della medesima.
Nel 1352 questa località fu detta da qualcuno Campo Marzo.
La via di Porta di Castello è in oggi conosciuta per quella che in Pietrafitta comincia dal voltone di prospetto alla via Oleari, e termina in faccia alla Strada di Galliera.
La sua lunghezza è di pertiche 28. 5. 10, e la sua superficie di 42. 80. 7.
Li 22 dicembre 1770, in giorno di domenica, fu aperto il voltone Stella in Porta di Castello.

Particolare tratto dal Catasto Gregoriano (1835) della città di Bologna, messo a disposizione dall'Archivio di Stato di Roma con il progetto "Imago II".
Porta di Castello

Porta di Castello a destra entrandovi per il succitato voltone.

All‘ ingresso del voltone di Porta di Castello, e, all’ altezza di due piedi dal piano della strada, eranvi di quà e di là del medesimo murate le porte d’ Imola guernite di grossi chiodi di bronzo.
Il Registro grosso sotto la data delli 30 marzo 1153 porta i capitoli della pace seguita fra i Bolognesi e gl’lmolesi, uno dei quali dà facoltà ai primi di poter trasportare a Bologna una delle porte d’ Imola, e trasporto che ebbe luogo il 18 luglio del medesimo anno. Dicesi che fossero poi qui murate nel 1222, ignorandosi la ragione che mosse il Comune di Bologna a scegliere questa località per collocarvi un monumento dei primi saggi del bolognese valore. Li 9 febbraio 1771 furon fatte levare dal conte Giuseppe Stella in occasione di rifabbricare l‘antico palazzo Castelli, e sembra che il Senato non le reclamasse.

  • N.657 – Palazzo dei Castelli
  • N.658,659

Porta di Castello a sinistra entrandovi per il succitato voltone.

La piazzetta a capo del voltone chiamavasi cortile dei Malavolta come da rogito di Pietro di Bonifacio Montanari delli 23 febbraio 1303. Nel 1289 si pubblicavano i bandi nel Trebbo di Porta di Castello presso il pozzo, e innanzi la casa dei Malavolti.

  • Via Porta di Castello 2/2 (N.672, N. 671, N.670) – Case dei Malavolta
  • Via Porta di Castello 6 (N.665, N.666) Chiesa di San Luca dei Castelli

Immagine tratta dal libro di Angelo Finelli Bologna nel Mille - Identificazione della cerchia che le appartenne a quel tempo, edito a Bologna dagli Stabilimenti Tipografici Riuniti nel 1927.
Voltone di porta di Castello

Voltone di porta di Castello, che mette all’antico trebbo, a cui furono murati i portoni di legno appartenenti alla porta della città (di Imola). – La strada dalla quale vediamo il voltone è la via Oleari, l’altra che va da sinistra a desttra è la via Pietrafitta, antica via porta di Castello (dal libro Bologna nel Mille – Identificazione della cerchia che le appartenne a quel tempo di Angelo Finelli).

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