Dai Cartigli del Comune di Bologna
Palazzo Sanguinetti già Aldini
L’antica facciata voluta dal cardinale Riario alla metà del XVI secolo venne ridisegnata nel 1798 da G. B. Martinetti, che conservò il cornicione in terracotta con fregio e lo prolungò lungo tre arcate del portico. Nello sfondo del cortile è una prospettiva di L. Busatti del XIX secolo. Nell’interno dipinti di S. Barozzi, A. Basoli, P.Facelli, G. Lodi e sala “alla boschereccia” di V. Martinelli e P. Palagi (1805).
Indirizzo:
strada Maggiore, 34
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Palazzo dei Loiani famiglia senatoria composto dell’ unione di vari stabili.
Antonio Caselli aveva qui una casa subito in confine del 238 che Margherita di lui figlia, moglie del fu Basotto Argeli notaro, ed erede di Antonio Caselli vendette assieme ad un casamento sul quale vi era la detta casa a Matteo di Ventura Papazzoni per L. 200 rogito Antonio Monterenzi delli 30 giugno 1396. Confinava Nicola Gozzadini, Rizzardo Caselli padre della venditrice e Giovanni Uccelli.
1478. Vende Francesco del fu Bonaparte Ghisilieri qual cessionario di Giacoma Maria Gessi di lui madre a Gabrielle del fu Battista Poeti una casa sotto S. Michele de’ Leprosetti per L. 492.6.8 d’argento presso la strada e da due lati con Leonardo Cadinelli. Rogito Matteo Curialti.
1479 11 febbraio. Bartolomeo del dott. Leonardo Cadinelli vende a Gabrielle del fu Battista Poeta una casa con piccol’ orto in capella S. Michele de Leprosetti, che confina Strada Maggiore, Pietro e fratelli Fava da due lati, il compratore successore di Carlo Papazzoni, Giovanni Papazzoni, e la via detta del Zusto (via de’Vitali) per L. 2123.1.3 di bolognini d’argento. Rogito Nicolò Loiani e Francesco Conti.
Questa casa era stata venduta al dott. Cadinelli li 16 agosto 1453 da Costanza di Martino di Faenza moglie di Vincislao di Bonifazio Gozzadini, e in seconde nozze moglie di Giovanni di detto Bonifazio qual erede di sua madre, e cessionaria dell’eredità di Giovanni suo marito. Nell’instrumento di detta vendita è detto che parte restava in Strada Maggiore e parte nell’Androna dei Zustori (via Vitali) pagata nel 1650. Rogito Dusio Zani e Nicolò Scardui.
E siccome sopra questa casa vi era un patto di francare per L. 580 d’ ar gento a favore di Pirarino di Lippo Beccadelli, così nel di undici febbraio 1479 fu redento da Orsina di Battista Testi vedova Cadinelli rogito Melchiorre di Saverio Zanetti, e di Costantino Serafini. La casa si dice trovarsi in Strada Maggiore sull’angolo della via del Zusto.
Si è detto che la casa dei Papazzoni ora faciente parte di questo stabile fosse sul confine del N° 237, e diffatti non è molto che vi si vedevano le loro armi incise nei capitelli e negli ornati delle porte della casa medesima.
Fu ancora detto da qualche autore che Sant’Agricola compagno di San Vitale suo servitore fosse della famiglia dei Papazzoni la quale è certamente antichissima, ma non però tanto per crederla dei tempi delle persecuzioni contro i cristiani. Sono essi riputati oriundi della Toscana. Stabiliti in Bologna appartennero al partito dei Geremei e dei Scacchesi. Un ramo passò alla Mirandola dove non ha molto vi esisteva ancora, ma quello rimasto in Bologna terminò in…. maritata ad Alessandro dalla Volpe, il cui figlio Flaminio dott. di filosofia e di medicina assunse il cognome Papazzoni, che cessò in lui non avendo avuto che due figlie, una detta Agata moglie di Giovanni Marani alias Terribile, la quale testò li 18 giugno 1702, e Catterina nel dott. Domenico Medici.
1569 20 gennaio. Pio V concesse a Pompeo del fu Lodovico Loiani e a Bonifazio, Antonio Alessandro e Giacomo postumo fratelli e figli di Giacomo Loiani di vendere la casa in Strada Maggiore per scudi 9000 in oro ad Ercole del fu Giulio Riario. Rogito Gio. Battista Cevenini e Ippolito Peppi.
Ercole del fu Giulio Riario aveva comprato nella via de’ Vitali la casa ne confine di quella dei Loiani vendutagli da Antonio Maria del fu Giulio Fava i da Giulio Cesare del fu Annibale Fava notaro la quale era sotto S. Michele dei Leprosetti in confine del compratore da un lato e di dietro, e Filippo Cancellieri dall’altro per L. 7700. Vedi via de’ Vitali.
Dicesi che nel 1580 fosse ornato dal cardinale Alessandro di Giulio Riario il vecchio portico e che il suddetto Ercole lo atterrasse e lo rifacesse in volto con colonne di pietra.
Passato alla famiglia Riario il Palazzo Loiani si trova ancora che li 9 gennaio 1618 il senatore Ferdinando del fu Raffaello Riario comprò dal cavaliere Alessandro Fava una casa grande nella via de’ Vitali. Li 5 luglio fu acquistato dall’ avv. Antonio Aldini assieme alla vicina casa N° 238 per L. 45000, il quale fabbricò moltissimo nell’interno e rinnovò la facciata. Passò a D. Diego Pennalverd, ed oggi appartiene al celebre tenore Domenico Donzelli.
La camera d’angolo colla via de’ Vitali di piedi 15 quadrata è contornato da muri grossi piedi 3 e oncie 6 che potrebbero indicare un piede di Torre, la quale coincide nella parte di questo stabile che fu Ghisilieri fino al 1478.
I Loiani dopo la vendita del loro palazzo andarono vagando a pigione.
Li 9 maggio 1569 presero in afflitto la casa con stalla, già dei Gozzadini, poi dei gesuiti nell’angolo di Strada Castiglione e di Cartoleria Vecchia, per annui scudi 80 in oro. Rogito Ippolito Peppi. Confina detta strada mediante il canale, Cartoleria Vecchia, la Chiesa di Santa Lucia, altri beni dei Locatori, e Pietro Gatti.
Li 16 ottobre 1577 Lodovico, e fratelli e figli di Pompeo Loiani presero in affitto la casa d’ Annibale del fu Gio. Battista Gigli in Cartoleria Vecchia pagando annui scudi 100 in oro. Rogito Ippolito Peppi e Lorenzo Coltellini Confina il dott. Achille Bottrigari e gli eredi di Gio. Battista Balestra.
Nel 1587 3 gennaio presero in affitto quella di Francesco del fu Lodovico Sampieri in Strada Maggiore sotto S. Michele de’ Leprosetti ora compresa nel palazzo già Segni, che allora confinava con Francesco Segna e Rodolfo Isolani per annue L. 500. Rogito Francesco Maladrati Confina Francesco Segna, e il conte Rodolfo Isolani.
I Riari di Bologna derivano da Galeazzo di Girolamo signore d’Imola e di Forlì, che scacciato da Imola si ritirò in Bologna dove mori li 26 giugno 1577 e terminarono in Francesco Maria del senatore Ferdinando morto celibe li 5 settembre 1676 al quale successero nel fidecommesso i Riari oriundi di Savona, ma abitanti in Napoli dei quali furono eredi i Savorgnani di Venezia.
Dalla pianta topografica disegnata da Gregorio Monari (1743).
L’indicazione nel 1743 è Riali.