Origine di Bologna

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Via Massimo d’Azeglio 60 (N.22, N.23) – Chiesa parrocchiale di San Mamma o Mammante o Mamolo

Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Chiesa parrocchiale di San Mamma o Mammante che si dice edificata nel 1246, ristaurata nel 1755, e abbellita poco prima del 1796 di nuova facciata con piccolo Atrio che copriva la porta della Chiesa e che rimaneva in prospetto della piccola piazzetta o sacrato. Anticamente la sua giurisdizione parrocchiale si estendeva anche fuori della città. La Chiesa e la parrocchia furon soppresse il 23 marzo 1806. Il locale fu comprato da Luigi di Giovanni Zecchini come da rogito di Carlo Bonifazio Reina notaio di Milano.

Aspetto attuale della chiesa di San Mamolo

Dalla “Miscellanea” di Giuseppe Guidicini: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie – per la parte antica – prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I

S. Mammante.
Parrocchia in S. Mamolo, della quale si fa menzione nel 1255 e 1293.
Nel 1656 fu risarcita la chiesa, e rimodernata nel 1790 con disegno di Flaminio Minozzi.
Il decreto Imperiale univa questa parrocchia a quella di S. Procolo, ma l’Arcivescovato l’unì a S. Domenico, dove furono depositati i libri.
Nell’ aprile del 1808 la chiesa fu acquistata dal sig. Luigi Zecchini per circa lire 14000.
Il portico fu atterrato, e in gran parte anche la chiesa per ridurla a orto.
L’ instrumento d’acquisto fu stipulato a Milano.

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