Origine di Bologna

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Via Massimo d’Azeglio 29 (N.106,105)

Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
In queste case vi è inclusa quella indivisa coi Volta anch’ essa aggiudicata alla fabbrica di S. Petronio a pregiudizio di Galeotto ed altri dei Canetoli come ai N. 34 e 35 di S. Mamolo. Confinava la prima con Giacomo Sanuti a mezzodì, coi Volta successori del Consorzio di S. Giovanni in Triario e con Leonardo de Foro Juhi a settentrione. Rogito Domenico Muletti.
Il 27 settembre 1528 Giroloma del fu Stefano Fulchini vende a Vincenzo del fu Antonio Morandi e a Diana del fu Francesco Bargellini di lui moglie una casa sotto S. Giacomo dei Carbonesi presso Alessandro Bentivogli successori di Nicolò Sanuti, e presso gli eredi di detto Nicolò dagli altri lati, per L. 800.
Il 26 febbraio 1537 le due case unite in S. Mamolo fra i Carbonesi, e i Sanuti furono vendute in via di permuta dagli eredi Sanuti a Bernardino del fu Carlo Bisestri. Nel contratto il Bisestri diede una casa in Strada S. Stefano in confina di Antonio Sampieri, o piuttosto di Cecilia Menarini, ed altra in enfiteusi perpetua a Cristoforo. (Vedi Strada Stefano N. 72).
Nel 1553 Giulio, Camillo ed Ercole Saraceni assegnarono a Silvestro del fu Aimerico Gigli la metà di una casa in S. Mamolo in confina dei Campeggi e dei Carbonesi. Forse viene da questa assegnazione che oggidì sono due case distinte, che appartennero ai Campeggi, poi ai Malvezzi ed ai Vincenzi, in oggi ai Bevilacqua.
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