Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
La Chiesa di S. Ambrogio, dalla quale aveva preso nome quella Corte, era parrocchiale non solo, ma l’antico Tempio del Comune di Bologna, e fu demolita nel 1420 per dar luogo alla Basilica di S. Petronio. Nel Libro delle Riformazioni trovasi un decreto del Comune col quale era stabilito che il Podestà, il Capitano e i Consoli debbano ogni anno, nel giorno del Santo Protettore di Bologna, visitar questa Chiesa, ed offrire al Rettore della medesima tante candele di cera per il valore di L. 10.
Nella Corte di S. Ambrogio, verso il 1289, pubblicavansi i Bandi, ossia gli ordini delle autorità imperanti nella città e precisamente ciò eseguivasi dinnanzi alla casa di messer Oddofredo (1). Si sa che questa Corte aveva a levante la Chiesa suaccennata, ed a ponente l‘antico Palazzo del Comune. Ma come combinarvi dunque la coesistenza, in detta Corte, di tante abitazioni ricordateci dagli storici e cronacisti, come ivi ubicate, mentre tanto è evidente l’angustia di codesta Corte, e due lati n’erano già occupati da pubblici edifizi?… Un solo mezzo di spiegazione ragionevole si può avere; ed è ammettendo che l‘intera Via de’Pignattari, che allora dicevasi Via S. Ambrogio, fosse tenuta in conto di parte integrante della vera Corte stessa, epperò assieme ad essa appellata indifferentemente: Corte S. Ambrogio. E ciò tanto più sembra probabile se si considera l’aspetto che anche oggidì questa Via presenta – vista dalla Piazza – che è quello d’un lungo cortile anzichè d’una via, non iscorgendovisi alcuno sbocco nè curva che uno permetta supporne.
Si passa qui a dare notizia delle principali Case, delle quali ci pervenne memoria come esistenti nella detta Corte di S. Ambrogio.
I Geremei vi abitavano nel 1171.
Guido di Bonmartino Capioli vendette al Comune le sue Case situate nella Corte di S. Ambrogio, l‘11 dicembre 1178, con rogito di Lamberto, notaio comunale, nel quale sta scritto che le case stesse confinavano a tramontana con la proprietà degli Eredi Tambono, a levante con quella degli Eredi Pritoni, a a mezzodì con la Casa del Comune, ed a ponente con la Curia di S. Ambrogio.
Enrico d’Argenta, notaio, il 6 settembre 1210, acquistò da Alberghetto di Corporaso tutto il legname, l’edificio e corpi di una Casa posta nella Corte di S. Ambrogio, nella Contrada di Porta S. Procolo . – vale a dire: Via S. Mamolo.
I Felicini vi avevano le loro Case nel 1257, come qui si dirà ma in punto più opportuno.
Ugolino, primo a intitolarsi dei Presbiteri (perchè nipote del prete Uguccione, Rettore di S. M. Rotonda) – da non confondersi con la famiglia Preti – vendette la sua Casa, situata in questa Corte, al padre del famoso giureconsulto Giovanni Andrea.
(1) Oddofredi