Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Stabile composto di due case. La prima presso l’ ospitale della Morte era nel 1471 di Nannino Vasselli alias Salimbeni sotto il stilicidio laterale della quale in confine dell’ospitale vi era un arma rappresentante un braccio che impugna una spada; la seconda era di Melchiorre e di Antonio Bombaci come da rogito di Pietro di Francesco Bruni dei 9 marzo 1466, e 23 febbraio 1477, nei quali si dice che confinava con la casa di Nannino Vasselli. I detti due instrumenti riguardano la vendita fatta dai detti Bombaci delle rispettive loro porzioni ai Padri Certosini, che in antecedenza avevano acquistato la casa di Margarita di Pescarola posta sotto la parrocchia di S. Remigio il 16 marzo 1400 per L. 150. Rogito Filippo Marsili, la quale abbrucciò nel 1443 assieme a quella di Guglielmo di Francesco Armaroli. I Padri il 21 settembre 1444 comprarono il Guasto del detto Armaroli per L. 200, nel qual instrumento non ricordando la detta Chiesa parrocchiale di S.Remigio, è una prova che era già stata demolita.
Questo S. Remigio era Chiesa unita al monastero di S. Appolinare de Vallata Plebanatus Montibelli, ed era già atterrata il 4 aprile 1433. Rogito Frigerino Savenanzi. (Vedi via della Morte).
Nell’ Inventario legale dell’ eredità di Francesco del fu Vincenzo Salimbeni fatto il 20 giugno 1595. Rogito Cristoforo Guidasti si fa menzione di una casa grande posta sotto Santa Maria dei Foscarari, con due corti, che confina coi frati della Certosa; colla corticella piccola e colla strada da tre lati, cioè il vicolo della morte, le Chiavature, la via Marchesana. Una casa nelle Chiavature rimpetto la Zecca vecchia posta sotto S.Matteo delle Pescarie, confina le Chiavature, i Certosini e la casa grande predetta. Alessandro canonico di S. Petronio, e Scipione fratelli e figli del fu Francesco Salimbeni la vendettero il 3 aprile 1653 per L. 13500 ai Padri Certosini a rogito Ercole Montecalvi nel quale instrumento è detto che avevano due ingressi, uno nello stradello vicino alle Chiavature, l’ altro verso il portico dell’ ospitale della Morte sotto Santa Maria dei Foscarari. Confina il detto stradello, coi beni della Certosa, che hanno lume dalle Chiavature, e coi beni dell’ ospitale. In conto di prezzo cedettero i compratori ai Salimbeni una casa nella via Malcontenti, sotto S. Tommaso del Mercato nell’ angolo di Bertiera in confine da due parti di strada pubblica, dei beni Allamandini, dei Padri di S. Benedetto e di Antonio Bertalotti valutata L. 8000. L’ultimo Salimbeni fu Giovanni Battista morto nel 1711 abitante in Cartoleria Vecchia sotto S. Giovanni in Monte del quale fu erede Cesare Zampieri di Ferrara che dicesi discendente da una Salimbeni, il quale venne a stabilirsi a Bologna. Vicino alla suddetta casa grande avevano i Salimbeni una casetta che era già stata venduta ai Martini i quali il 13 ottobre 1641 la cedettero ai Certosini per L. 3100. Rogito Orazio Montecalvi, a modo che detti Padri si resero padroni di tutti gli stabili in confina dell’ospitale della Morte e della via Marchesana, Chiavature e vicolo della Morte. Nell’ angolo delle vie Marchesana e Chiavature vi fu un tempo il Banco dei Mastri.