Denominazione attuale: via Broccaindosso.
Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
Brochindosso è la via che da Strada Maggiore rimpetto al palazzo Ercolani passa in istrada S. Vitale quasi in faccia alla chiesa dei Mendicanti.
La sua lunghezza è di pertiche 87, 01, 6, e la sua superficie di pertiche 106, 10, 3.
Il suo nome lo può aver tratto dalla famiglia Broccaglindossi, della quale un Giorgio andò alla guerra sacra col Cardinale Gio. Colonna nel 1217. Essa famiglia fu cacciata per fazione da Bologna li 2 settembre 1403. Si trova qualche volta nominata Broccaglindosso.
Brochindosso a destra entrandovi per Strada Maggiore.
- Via Broccaindosso 53 (N.736)
- Via Broccaindosso 63 (N.731)
- Via Broccaindosso 71 (N.727)
- Via Broccaindosso 71 (N.726)
- Via Broccaindosso 73 (N.725)
Brochindosso a sinistra entrandovi per Strada Maggiore.
- Via Broccaindosso 20 (N.777) 22 (N.778)
- Via Broccaindosso 44 (N.791) 46 (N.792)
- Via Broccaindosso 52 (N.794)
Aggiunte (notizie relative a stabili posti in via Brochindosso, ma non facilmente localizzabili)
- 1585, 12 settembre. Compra Agnolo e Setastiano fratelli Agnoli da Giorgio Milani una casa sotto S. Leonardo in Brochindosso. Confina coi Moneta, col Cevenino, con Ercole torlitore, con Fortuzzi, con Galassino, per Lire 4360. Rogito Achille Panzacchia.
- 1619. Domenico Maria Cavazzoni in quell’anno aveva casa in Brochindosso in confine dei Padri di S. Giacomo, e sembra quella da lui abitata prima di andare nella Mascarella.
- In questa strada sotto Santa Catterina di Strada Maggiore abitava in casa propria Ippolita del fu Giroloamo di Passarotto Passarotti prevenuta di aver avvelenato due fratelli ed il padre con sublimato, perchè questi si opponevano al di lei matrimonio con Lodovico Landinelli detto lo Spezialino. Silvestro Passarotti la fece carcerare. Fu rea convinta, e condannata alla forca il 3 gennaio 1587 in unione al suo amante. Ottenne essa mediante la spesa di L. 1000 che invece del capestro gli si fosse tagliata la testa. L’ esecuzione di questa donna giovane, e bella, che affrontò il suo meritato castigo con la massima compunzione e fermezza d’animo, promosse l’interesse universale, per cui gli si dedicarono non poche poesie a descrizione del lacrimevol ca so. Avvi un interessantissimo opuscolo dato alle stampe il 5 gennaio 1537 pei tipi Alessandro Benacci, portante in fronte “Lettera nella quale si descrive la morte di due amanti”. Fu questa composta da Lucio Guidoni e dedicata a Marc’ Antonio Abagaro Armeno, e vi susseguono vari sonetti ed epigrafi in italiano, veneziano, e latino. Citiamo uno dei punti più salienti della suindicata lettera che interesserà al certo i nostri lettori, dacchè si riferisce ad un periodo molto singolare di quella catastrofe, riportandone qui integralmente il testo: “Stette dopo la decollatione alquanto nella piazza con torchi accesi; et poi nell’ Hospitale della Morte, vestita di habito bianco fino al giorno seguente, che fu sepolta alle 22 hore in S. Martino, chiesa de’ frati Carmelitani, nella sepoltura del padre, ove si vedeva il padre aperto per l’occasione del vedere il veleno, di che la figliuola l’ haveva avvelenato, al quale posta come in braccio, diede materia di molto pianto a circostanti, che tanti erano in numero, che hebbero a cadérne entro la sepoltura”.
Silvestro fu suo erede, Girolamo Passarotti testò li 30 agosto 1854, Rogito Carlo Antonio Manzolini, col quale lasciò ad Ippolita sua figlia e a Lucrezia Lupari sua mogllie scudi 1100 d’oro in ragione di lire 4,3 per scudo a titolo di legitima. Li beni furono confiscati, ma ricuperati dal zio Silvestro in gran parte.
1587 19 giugno. Supplica di Tommaso e di Silvestro Passarotti per ottenere raccomandazione al Papa per terminare la loro causa per la ricupera dell’eredità del fu Girolamo Passarotti.