Via Drapperie
Da via degli Orefici a via Clavature.
Quartiere Santo Stefano.
Prima documentazione dell’odonimo: 1635 (Drapparia).
Il percorso di questa via ricalca quello di un antico cardine della Bononia romana.
In epoche più vicine a noi, essa fu chiamata Via di S. Mattheo dallo Zanti, Drapparia dal Banchieri, Via degli Accarisi dall’Alidosi e dall’Aretusi (che precisarono entrambi che era nei pressi della chiesa di S. Matteo degl’Accarisi), Drapparie o via de Accarisi, o Via di San Matteo delle Pescherie dal Salaroli. Tutti gli altri autori usarono l’odonimo Drapperie (talvolta Draperie).
La chiesa di San Matteo degli Accarisi (o delle Pescherie, così chiamata dalle vicine Pescherie) era al numero 18, all’angolo con via Pescherie Vecchie.
La famiglia degli Accarisi aveva le case sotto la parrocchia di San Matteo nel 13041 e diede il nome sia alla chiesa, sia alla via (almeno per qualche tempo).
Venditori di drappi di lana avevano le loro botteghe qui2 e questa presenza determinò l’attuale odonimo.
La chiesa di San Matteo degli Accarisi aveva un piccolo sagrato su via Drapperie, dove c’era la facciata della chiesa.
Ma anticamente il fronte della chiesa era dalla parte opposta, verso ponente, e questo fronte è ancora visibile, inglobato nella libreria Coop Ambasciatori, già macelleria in tempi antichi. Questo conforta l’ipotesi di un vicolo (perduto ed inglobato nella macelleria, poi nel cinema Ambasciatori, ed ora nella libreria) che congiungeva via Pescherie Vecchie con via degli Orefici passando davanti all’antica facciata della chiesa di San Matteo.
Questa chiesa era antichissima (ci sono indizi che risalga ad almeno l’anno 11103). Si sa che fu restaurata nel 1301, e forse in quella circostanza, fu invertito il fronte da ponente ad oriente4.
Nel 1806 la parrocchia fu soppressa e la chiesa chiusa. Nel 1810 fu venduta, assieme alla vicina canonica ad un privato che la ridusse ad abitazione. Fortunatamente è rimasta l’antica facciata inglobata nella struttura “Ambasciatori” e sapientemente riportata alla luce, a testimoniare l’esistenza dell’antica chiesa di San Matteo degli Accarisi, altrimenti irriconoscibile.
Fonti