Vicolo San Damiano
Da via Farini, verso sud, non ha sfogo.
Quartiere Santo Stefano.
Prima documentazione dell’odonimo: 1635 (Burghett d’San Damian).
Anticamente questo vicolo era noto come Contrada o Via Bertolotto o di Bertolotto. Poi divenne noto come Borghetto di San Damiano dalla vicina chiesa ora scomparsa dei Santi Cosma e Damiano.
Per l’Alidosi questo vicolo era chiamato Viazola, meglio precisato poi dall’Aretusi con Viazzola del Ponte di Ferro, odonimo confermato parzialmente dal Salaroli che descrisse questo vicolo come Borghetto di San Damiano o Viazzolo.
Dal Guidicini apprendiamo che un rogito del 1611 chiamò il nostro vicolo Via dei Facchini.
Il Breventani annotò un ulteriore odonimo per questo vicolo: Via mozza di San Damiano.
L’odonimo Borghetto di San Damiano resistette fino alla riforma del 1873/78 quando assunse il nome attuale di vicolo San Damiano.
Per quanto riguarda il nome Bertolotto, il pur precisissimo Mario Fanti (I, 321) scrisse che che la via fu chiamata così “verosimilmente dal nome di una persona che vi abitò”.
In realtà proprio all’angolo tra il vicolo San Damiano e via Farini c’è l’avanzo, ridotto ad altana, della torre medievale dei Bertolotti, famiglia probabilmente originaria della toscana e che fu attiva a Bologna nei secoli XIII e XIV. Esponenti dei Bertolotti ricoprirono cariche pubbliche e la famiglia acquisì importanza nella città arricchendosi con l’attività di cartolari (concia delle pelli per ricavarne pergamena, si veda a tal proposito le note sulle vie Cartoleria e Guerrazzi). E’ probabile che sfruttassero il corso dell’Aposa che scorre tuttora coperto nei pressi, per il loro opificio.
E’ evidente quindi che la Contrada di Bertolotto prese il nome dalla famiglia Bertolotti che aveva ivi le proprie case, la propria torre ed il proprio opificio.
Viazzola del Ponte di Ferro non ha qui bisogno di spiegazioni, sapendo che Ponte di Ferro era l’antico nome del tratto di via Farini (a cui si rimanda) dove il vicolo San Damiano si innesta.
Non ci sono elementi precisi per dire se Via dei Facchini (odonimo peraltro documentato solo all’inizio del 1600) sia stata chiamata così da una famiglia Facchini ivi abitante piuttosto che da un ritrovo di facchini nei paraggi. Dai documenti consultati dal Guidicini non compare alcun componente di una famiglia Facchini abitante nelle vicinanze (i più vicini si trovavano nella attuale via Cartoleria, già Cartoleria Vecchia) per cui sembra più probabile il riferimento ad un ritrovo di facchini.
Ovvio il significato di Via Mozza di San Damiano, non avendo il vicolo sfogo.
Infine una nota su dove si trovava l’antica chiesa dei SS. Cosma e Damiano. Questa corrisponde all’attuale numero 11 di via Farini. Essa era orientata con il fianco su via Farini, il fronte a ovest verso piazza de’ Calderini e l’abside ad est verso il vicolo di San Damiano. L’Aposa scorreva sotto all’abside della chiesa stessa.
Fonti
Alidosi: Nomi delle strade, vie, borghi, et vicoli, che sono nella città di Bologna, di Giovanni Niccolò Pasquali Alidosi, pubblicato nel 1624).
Aretusi: Origine di Bologna. Pianta di Bologna di Costantino Aretusi, pubblicata nel 1636.
Salaroli: Origine di tutte le strade sotterranei e luoghi riguardevoli della città di Bologna di Ciro Lasarolla (Pseudonimo di Carlo Salaroli), pubblicato nel 1743.
Guidicini: Cose Notabili della Città di Bologna ossia Storia Cronologica de’ suoi stabili sacri, pubblici e privati, di Giuseppe Guidicini (scritto prima del 1837, ma pubblicato nel 1868).
Breventani: Supplemento alle Cose Notabili di Bologna e alla Miscellanea Storico – Patria di Giuseppe Guidicini, del canonico Luigi Breventani, pubblicato nel 1908.
Fanti: Le Vie di Bologna. Saggio di Toponomastica Storica, di Mario Fanti, Istituto per la Storia di Bologna, 2000.