Origine di Bologna

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Clavature (Via)

Via Clavature
Da piazza Maggiore a via Castiglione.
Quartiere Santo Stefano.
Prima documentazione dell’odonimo: 1377 (Chiavature).


Come Chiavature questa via è ricordata in un rogito del 1377 documentato dal Guidicini1, che aggiunse anche2 che nel 1408 questa via era chiamata anche Via di San Vito (dalla vicina chiesa di Santa Tecla dei Lambertazzi o di San Vito).
Questo odonimo, con piccole insignificanti varianti (Chiavadure, Ruga delle Chiavature, Chiavadur) venne proposto dallo Zanti, e da tutti gli autori successivi fino al 1801 quando venne formalizzata con le lapidette come Clavature.
Sia l’Itinerario (1835), sia l’Indicatore (1854) riportarono questo ultimo odonimo Clavature, che passò indenne la riforma toponomastica del 1873/78 per venire soppresso nel 19193 e sostituito da una Via Piave, sicuramente ricordo di una guerra appena finita, ma nome assolutamente inopportuno per il centro storico. Fortunatamente una ulteriore delibera del 19344 ripristinò l’antico via Clavature.
In merito al significato di Clavature o Chiavature, lo Zanti scrisse che era detta così essendovi molte botteghe che hanno infinite chiavadure.
L’Alidosi asserì che vi era una famiglia dalle Chiavature, facendo intendere, senza scriverlo esplicitamente, che tale famiglia avesse dato il nome alla via.
Come osservò il Fanti5, più che botteghe piene di serrature, è probabile che vi fossero botteghe che producevano serrature. Un documento del 13146 contiene il seguente passo: in platea Communis super angulo ubi fiunt clavature, iuxta ecclesia sanctae Tecle de Lambertaciis. E’ evidente che il luogo ubi fiunt clavature è la nostra via Clavature.
Illorum de clavaturis et petenariis era chiamata una categoria dell’arte dei Fabbri7.
Osserviamo anche che un’altra categoria della stessa arte era illorum spadarum e che nei pressi c’era via Spaderie, il che dà ulteriore credibilità all’ipotesi di una via Clavature chiamata così ab illis de clavaturis.
Il tracciato di questa via è antichissimo, ricalcando quello di un decumano della Bononia romana.

1Giuseppe Guidicini: Cose Notabili … Vol. I, pag. 425.
2Giuseppe Guidicini: Cose Notabili … Vol. I, pag. 410.
3Delibera 31 maggio 1919. Vedi anche Mario Fanti: op. cit., pag. 297.
4Delib. Podest. 3 agosto 1934.
5Mario Fanti: op. cit., pag. 297.
6Mario Fanti: op. cit., pag. 298.
7Mario Fanti: ibidem.


Fonti

Zanti: Nomi, et cognomi di tutte le strade, contrade, et borghi di Bologna, di Giovanni Zanti  pubblicato nel 1583.
Alidosi: Nomi delle strade, vie, borghi, et vicoli, che sono nella città di Bologna, di Giovanni Niccolò Pasquali Alidosi, pubblicato nel 1624).
Guidicini: Cose Notabili della Città di Bologna ossia Storia Cronologica de’ suoi stabili sacri, pubblici e privati, di Giuseppe Guidicini (scritto prima del 1837, ma pubblicato nel 1868).
Itinerario: Itinerario di tutte le strade, borghi, vie, vicoli e viazzoli della città di Bologna colla distintiva d’ogni Strada a qual commissariato di Polizia appartenga, pubblicato a Bologna nel 1835. 
Indicatore: Indicatore Bolognese riferibile a ciascun edifizio componente la città, di Sebastiano Giovannini  pubblicato nel 1854.
Fanti: Le Vie di Bologna. Saggio di Toponomastica Storica, di Mario Fanti, Istituto per la Storia di Bologna, 2000.
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