Via Centotrecento
Da via delle Belle Arti a via Irnerio.
Quartiere San Vitale.
Prima documentazione dell’odonimo: 1296 (Burgus Traxendis).
L’odonimo Centotrecento è uno dei più enigmatici di Bologna. Parecchie favole furono inventate per spiegare questo nome: dal tal Cento Trecenti (mai esistito, Guidicini, I, 389) che avrebbe abitato qui e dato il nome alla via, alla compera di due case (riferita dallo Zanti e ripetuta dal Banchieri) del costo una di cento lire, l’altra di trecento, ad una improbabile derivazione da Zeinter Sant (Centro Santo) per le molte chiese ed oratori presenti (Pietra, pag, 141), ad altre che non vale nemmeno la pena di ricordare.
La prima testimonianza del nostro Centotrecento è negli estimi del 1296/97 in cui troviamo sia Burgus Traxendis, sia Centum Traxendis. Questo Borgo delle Cento Trasende è ricordato anche dal Guidicini (I, 389) in un rogito del 2 maggio 1298.
Ancora, nel censimento per la Gabella del Sale del 1395 troviamo Cento Traxiendi.
Quest’ultimo odonimo fu usato anche in un certo numero di atti del XV secolo riportati dal Guidicini.
Fu lo Zanti a trasformare le Trasende in Trecento: Cento Trecento.
L’Alidosi fu il primo ad usare una unica parola per il nome di questa via: Centotrecento.
Il Banchieri usò lo stesso odonimo, usando la lingua bolognese: Cent Trsent.
Da segnalare il Mitelli che indicò sulla pianta Cento Tre Cento.
Fino al 1843 tutti gli autori (unica eccezione il Salaroli) scrissero Cento e Trecento come parole separate.
Fino al 1843 tutti gli autori (unica eccezione il Salaroli) scrissero Cento e Trecento come parole separate.
L’Indicatore ripropose Via Centotrecento.
Questo nome non fu toccato dalla riforma del 1873/78 e è arrivato fino a noi.
Chiarito che il nostro Centotrecento in realtà era Cento Trasende, si tratta di capire qual è il significato di Trasende.
In passato a traxenda, trasenda fu dato il significato di finestra (Avogaro). In seguito fu proposto il significato di cortile (Antonio Ivan Pini), area recintata. Gli Statuti di Bologna, in una rubrica sulla manutenzione dei pozzi vietano di lavare sopra qualsiasi trasenda: … et potestas teneatur vel auferre vel lavet super aliquam traxandam. Evidemente qui il significato di finestra o cortile per traxanda appare poco appropriato.
Un atto del 25 agosto 1268, riportato dal Fanti, parla de manutenendo clavgas a traxendis que sunt in bucha androne …
Sembrerebbe che le nostre trasende siano delle specie di aperture, paratoie, portelletti (in questo senso assimilabili a finestre) che servivano a regolare i flussi delle acque nelle chiaviche.
La presenza nei pressi di via Centotrecento di parecchi canali e canalette derivate dal Canale di Savena avvalora questa ipotesi. Addirittura non è da escludere che Cento Trasende fosse il nome di una di queste canalette, caratterizzata da un grande numero di paratorie e che il nome sia passato dalla canaletta alla via6.
Un atto del 25 agosto 1268, riportato dal Fanti, parla de manutenendo clavgas a traxendis que sunt in bucha androne …
Sembrerebbe che le nostre trasende siano delle specie di aperture, paratoie, portelletti (in questo senso assimilabili a finestre) che servivano a regolare i flussi delle acque nelle chiaviche.
La presenza nei pressi di via Centotrecento di parecchi canali e canalette derivate dal Canale di Savena avvalora questa ipotesi. Addirittura non è da escludere che Cento Trasende fosse il nome di una di queste canalette, caratterizzata da un grande numero di paratorie e che il nome sia passato dalla canaletta alla via6.
Fonti
Zanti: Nomi, et cognomi di tutte le strade, contrade, et borghi di Bologna, di Giovanni Zanti pubblicato nel 1583.
Alidosi: Nomi delle strade, vie, borghi, et vicoli, che sono nella città di Bologna, di Giovanni Niccolò Pasquali Alidosi, pubblicato nel 1624).
Banchieri: Origine Delle Porte, Strade, Borghi Contrade, Vie, Viazzoli, Piazzole, Salicate, Piazze, e Trebbi dell’Illustrissima Città di Bologna con i loro Nomi, Pronomi, e Cognomi, di Camillo Scaligeri della Fratta (pseudonimo di Adriano Banchieri), pubblicato da Clemente Ferroni nel 1635.
Mitelli: Bologna in pianta, città del Papa, famosa pianta di Agostino Mitelli, pubblicata nel 1692.
Salaroli: Origine di tutte le strade sotterranei e luoghi riguardevoli della città di Bologna di Ciro Lasarolla (Pseudonimo di Carlo Salaroli), pubblicato nel 1743.
Guidicini: Cose Notabili della Città di Bologna ossia Storia Cronologica de’ suoi stabili sacri, pubblici e privati, di Giuseppe Guidicini (scritto prima del 1837, ma pubblicato nel 1868).
Indicatore: Indicatore Bolognese riferibile a ciascun edifizio componente la città, di Sebastiano Giovannini pubblicato nel 1854.
Pietra: Origine dei nomi delle strade piazze porte in Bologna, di Giulio Cesare Pietra. Comune di Bologna editore, pubblicato nel 1933.
Censimento per la gabella del Sale: Documenti su la Popolazione di Bologna alla fine del Trecento, di Paolo Montanari, pubblicato dall’Istituto per la Storia di Bologna nel 1966 (contiene il Censimento preparatorio per l’applicazione della Gabella del Sale, effettuato nell’aprile del 1395, Archivio di Stato di Bologna, Archivio del Comune di Bologna, Riformagioni e Provvisioni, Secoli XIV-XV, Censimenti).
Estimi 1296/97: Atlante Storico delle città italiane. Emilia Romagna, 2 Bologna. A cura di Francesca Bocchi, pubblicato da Grafis, Bologna, 1995,1998 (contiene gli Estimi 1296/1297).
Fanti: Le Vie di Bologna. Saggio di Toponomastica Storica, di Mario Fanti, Istituto per la Storia di Bologna, 2000.