Via Borgolocchi
Da via Santo Stefano a via Orfeo.
Quartiere Santo Stefano.
Prima documentazione dell’odonimo: 1296 (Burgus Luchus)
Questa via si formò tra XII e XIII secolo durante la fase di espansione della città, tra la seconda cerchia di mura (la cerchia dei Torresotti o del Mille) e l’ultima cerchia, trecentesca.
La via fu documentata negli estimi del 1296/97 come Burgus Luchus. Salvo alcune varianti (Borgo Alocho dello Zanti, Borgolocha o Borgolocho dell’Alidosi, Borg Locc del Banchieri, Borgo Loco dell’Aretusi e Borgo Lovo1 del Taruffi) tutti gli autori furono concordi nell’assegnare a questa via il nome di Borgo Locco, ufficializzato anche della lapidette. Il Guidicini, immaginando (e sbagliando) una derivazione del nome dalla famiglia Borgolocchi, scrisse Borgolocco2 (senza spazio). Che l’ipotesi del Guidicini sia errata è fuori di dubbio perché egli disse che questa via nel 1321 era chiamata via dei Lisignoli, dal nome di una famiglia che vi abitava. I Borgolocchi sarebbero stati eredi degli estinti Lisignoli, così che la via avrebbe cambiato il nome di conseguenza. Ma dato che negli estimi del 1296/1297 la via era già Burgus Luchus, questo basta a smontare l’ipotesi del Guidicini: probabilmente avvenne il contrario, ovvero fu la famiglia Borgolocchi che prese il nome dalla via.
Lo Zanti fece derivare l’odonimo da una pianta che cresceva nel mezzo della via e su cui gli allocchi (rapaci notturni) avevano fatto il nido. Apparentemente, senza correlazione precisa, lo Zanti in questa spiegazione scrisse che nei paraggi era il cimitero degli Ebrei. Ancora il cimitero degli Ebrei viene nominato dal Banchieri, che però dà una spiegazione che, per quanto improbabile, almeno lega logicamente il cimitero con il nome della via: il fatto che dopo una cacciata degli ebrei da Bologna, il loro cimitero fu spianato con terra e locc, che ha il significato di pula.
Il Salaroli per primo ipotizzò la derivazione dalla famiglia Borgolocchi, seguito poi dal Guidicini e da altri, ma, come abbiamo già visto, questa ipotesi è insostenibile.
Il Fanti3, dall’esistenza di un luogo qui dicitur burgo lucho nei presso di San Pietro in Casale nel 1268, ipotizzò che qualcuno originario di questa terra si fosse stabilito nella nostra via dandole il nome.
Non essendovi elementi documentali di sostegno, oltre all’esistenza di un luogo fuori Bologna con questo nome, questa ipotesi è difficilmente sostenibile.
Insomma, ci troviamo di fronte ad un altro mistero di Bologna.
In realtà il Fanti cita molto rapidamente una ipotesi di Antonio Ivan Pini4, secondo cui Borgo Locco deriva da un Burgus Lucus, dove lucus significa bosco e questa ipotesi altrettanto rapidamente venne liquidata (dal Fanti stesso), per il fatto che è difficile immaginare un bosco che abbia ceduto il posto ad un borgo.
Credo che la derivazione da Burgus Lucus vada presa molto più seriamente di quanto fatto finora. Lucus non ha il solo significato di bosco (per la verità, quando il bosco è indicato da lucus è un bosco sacro), ma anche di radura, spianata ricavata tra gli alberi.
A ponente di via Borgolocchi c’era davvero il cimitero degli ebrei, che, dopo la loro cacciata nel 1569 fu rilevato dalle monache di San Pietro Martire e trasformato in orto.
Lo Zanti ricorda un albero. Non è inverosimile che il cimitero fosse stato realizzato eliminando alcuni (non tutti) gli alberi che esistevano quasi certamente in quel pezzo di terra (teniamo conto che nel XIII secolo queste zone erano piene di vegetazione, forse non proprio boschi, ma sicuramente vegetazione che comprendeva anche alberi). Ecco realizzato il lucus, luogo sacro (per gli ebrei) ricavato creando una radura tra gli alberi. Esattamente il significato di lucus (Thesaurus Cultus Et Rituum Antiquorum, J. Paul Getty Museum, pag. 266).
Fonti