Via del Borgo di San Pietro
Da via delle Moline a Mura di Porta Galliera.
Quartiere San Vitale.
Prima documentazione dell’odonimo: 1270 (Borgo di San Pietro).
Questa via si formò tra XII e XIII secolo durante la fase di espansione della città, tra la seconda cerchia di mura (la cerchia dei Torresotti o del Mille) e l’ultima cerchia, trecentesca.
Nome antichissimo, già presente negli estimi del 1296/1297 come Burgus S.Petri.
Il Guidicini1 testimoniò un rogito del 12 dicembre 1270 in cui è citata la contrada del Borgo di San Pietro.
Tutti gli autori sono concordi nel chiamare questa via come Borgo di San Pietro.
Solo l’Aretusi la nomina come Borgo di San Pietro e Paolo.
La proposta della Giunta di Statistica di chiamarla Via San Pietro2, non venne accolta e la riforma del 1873/78 mutilò il nome in altra maniera: Via del Borgo. Tale rimase il nome fino al 1967, anno in cui fortunatamente3 venne ripristinato l’antico nome come via del Borgo di San Pietro.
Va notato che per lo Zanti e per l’Alidosi, il Borgo di San Pietro aveva una estensione maggiore di quella attuale, partendo dalla Via di Meggio (Zanti) o Via di Mezo (Alidosi), ovvero la Via di Mezzo di San Martino (odierna via Marsala), e non da via delle Moline, per arrivare alla chiesa della Madonna sotto il vocabulo di Borgo S.Pietro.
Anche il Salaroli confermò questa estensione e solo dal Guidicini4 in poi si cominciò a parlare di Via Larga di San Martino (che poi diventerà via Mentana) per il tratto da via delle Moline a via Marsala.
La denominazione impropria data dall’Aretusi (Borgo di San Pietro e Paolo) fu probabilmente generata dall’Alidosi che scrisse che questa via arrivava fino alle mura della città, dove è la Chiesa, e Compag. de’ SS. Pietro e Paolo detta S. Maria del Soccorso, affermazione, questa, che probabilmente trasse in inganno il Salaroli, che fece derivare l’odonimo da tale chiesa e compagnia. Questa spiegazione è facilmente smentita dal nome (Borgo di San Pietro) documentato già nel XIII secolo, mentre la chiesa (che mai ebbe il titolo dei Santi Pietro e Paolo) risale al XVI secolo.
Lo Zanti diede la spiegazione, poi oggi accettata come corretta5, ovvero che qui erano molti terreni di proprietà della Cattedrale di San Pietro, per cui le case costruite su questi terreni pagavano un canone annuo (il feudo, usando le parole dello Zanti) alla Cattedrale stessa.
Il Guidicini6 addirittura confermò che anche ai suoi tempi (inizio XIX secolo) la Mensa Arcivescovile possedeva molti terreni in questa zona.
Al numero 22/2 di via del Borgo di San Pietro un portone chiude un vicolo scomparso: si tratta del Vicolo Buffoni, così chiamato all’inizio del XIX secolo in quanto fin dal XVI secolo la famiglia Buffoni possedeva la casa all’attuale numero 26.
Fonti