Via Battindarno
Da via Emilia Ponente a via della Barca.
Quartiere Reno.
Delibera podest. 25 giugno 1935.
Questa via è documentata, senza nome e nel suo percorso attuale, nelle piante di Andrea Chiesa (sia quella del 1740, sia quella del 1762).
Nella pianta di Lodovico Facchini e in quella del SIT del 1884 sono documentate le Case Battindarno (che sono quelle tuttora esistenti nei pressi della sede del quartiere Reno).
Che siano queste case ad avere dato il nome alla via è abbastanza probabile. E’ fenomeno abbastanza comune, al di fuori delle mura della città, che le vie vengano identificate con i nomi di case o ville o poderi caratterizzanti le vie stesse (si veda il caso della vicina via Speranza).
Spesso le case, ville e poderi prendono il nome dal cognome della famiglia proprietaria, ma ciò è da escludere per Battindarno, che, anche con le sue varianti, non risulta come cognome.
Potrebbe quindi essere un nome di un podere (passato alle case e poi alla via).
Ovidio Montalbani, nel suo Vocabolista Bolognese, scritto sotto lo pseudonimo di Antonio Bumaldi, a pagina 112 descrive Batt’indarno come poderetto sterile … quasi terra durissima, senza succo. In effetti le Case Battindarno sorgono sul letto alluvionale del fiume Reno, e, sotto un sottile strato di terra, emergono sassi di fiume in gran quantità (recenti lavori presso la G.D SpA nella stessa via Battindarno, vicino alle Case Battindarno, hanno rivelato tale situazione.
Fonti
Chiesa (1740): Benedetto XIV (dedicatario); Giuseppe Benedetti (inc.); Andrea Chiesa (dis.), Carta del bolognese per quanto esso si estende seguitamente dalle radici della collina sino al Modonese, Ferrarese, ed alla Romagna, 1732-1738. Stampata a Bologna nel 1740.
Chiesa (1762): Giuseppe Benedetti (inc.); Andrea Chiesa (dis.); Pietro Paolo Conti (committente); Giambattista Migliari (perito); Gaetano Rappini (inc.), Carta topografica di tutta la pianura del Bolognese cavata dalla carta da me Andrea Chiesa stampata dell’anno 1742, e in parte del Ferrarese, e del Ravegnano, desunta, rispetto alle valli di Marmorta, e di Argenta, dalla mappa giudicialmente fatta del 1739, e rispetto al restante, da dette valli fino al mare, dedotta dalla nuova carta fatta l’anno scorso 1761, d’ordine dell’e.mo sig. cardinale Pier Paolo Conti visitatore apostolico, 1762. Stampata a Cento nel 1762.
Facchini: Carta topografica della provincia di Bologna, seconda metà sec. XIX, disegnata e incisa da Lodovico Facchini. Dalla Cartografia Storica Bolognese della Biblioteca Digitale dell’Archiginnasio di Bologna.
SIT: Sistemi Informativi Territoriali del Comune di Bologna.