Questo scritto su Fabio Fabri è evidente opera di Ferdinando Guidicini, figlio di Giuseppe.
Quest’uomo rispettabilissimo, mancato ai vivi il giovedì Santo dell’anno 1869, appartenente ad una famiglia di tradizionale ricordanza, della quale tenemmo già discorso, cittadino benemerito, integerrimo, ed intemerato magistrato, che lo resero esemplare, e riverito sì dal foro tutto che da’ suoi colleghi, ha diritto alla riconoscenza dell’ editore di questa qualunque pubblicazione, perchè vuole si sappia esser dovuta al benevolo incoraggiamento che ne porse, ed alla più che amorevole insistenza praticata verso chi timoroso non azzardava provocare l’ indulgenza de’ suoi onorevolissimi concittadini.
Socio corrispondente di questa nostra Deputazione di Storia Patria fu da essa ufficiato a far parte di una commissione, che esaminar dovesse l’ originale Guidicini per riferirne poi sul merito ed interesse suo intrinseco. Accettò cortesemente quest’ incarico, quindi coll’ approvazione de’ suoi colleghi formulò regolare ed esteso rapporto, che se per consuetudine d’ordine non fu comunicata officialmente a chi d’interesse, lo si fu però confidenzialmente ed in termini che pienamente lo soddisfecero non solo, ma ben anco distrussero quella triste impressione che da taluno erasi cercato insinuare nell’animo altrui, il di cui nome a suo tempo sarà denunciato, siccome il compendio di quelle animosità che non vergognò mettere in opera volendo tradurre le fatiche di un benemerito raccoglitore in mero ufficio di manuense e non più.
Finche visse quel venerando cittadino non mancò di onorare de’ suoi consigli l’umile editore di questa pubblicazione, non senza compiacersi doversene a lui il fortunato inauguramento, e ben ne duole sia esso mancato, non sapendo chi potesse rimpiazzarlo in quella ammirevole sollecitudine, vera emanazione di un cuore gentile che sentivasi trascinato proteggere chi adoperatasi per possibilmente illustrare la diletta sua patria.