Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.
L’erezione dei Monti di Pietà, in Bologna, è dovuta allo zelo di tre religiosi, Minori Osservanti Francescani, che predicando nella Basilica di S. Petronio. consigliarono questo mezzo per soccorrere i bisognosi, e per reprimere le frodi e le usure degli Ebrei.
Il primo fu il B. Bernardino da Feltre, che colle sue esortazioni ottenne, che il 23 aprile 1472 si stabilisse l’ erezione di un Monte di Pietà in Bologna.
Il secondo fu F. Michele, francescano dell’ Osservanza di Milano, il quale nel 1473, procurò che fosse deputato il Gonfaloniere di Giustizia per Difensore del Monte di Pietà, nonchè Giovanni Guidotti, Nicolosio Poeti e Giovanni dall’ Armi, in unione al cardinal Legato, come Governatori; i quali al 24 aprile scelsero a Depositario un tal Battista Mazzoli.
Il terzo fu F. Bartolomeo da Milano, dell’Osservanza del Monte di Cadenabbia, che promosse ed iniziò altro Monte di pietà, di S. Petronio, detto poi delle Scuole, mediante la colletta di lire 3,000, fatta durante la sua predicazione, nell’ avvento del 1504.
Nel giorno 31 dicembre del 1504, fu pubblicata un’indulgenza per gli intervenienti ad una processione e ad una messa cantata in S. Petronio, il giorno dell’ottava dell’ Epifania del 1505, destlnandone le elemosine a raccogliervisi a favore del Monte di Pietà; il quale e per le interne discordie cittadine e a cagione delle guerre d’ allora, aveva poco prosperato.
Il suaccennato Monte di S. Petronio, fu detto poi delle Scuole, dal luogo ove fu istituito formalmente nel gennaio 1505; ed il 28 febbraio 1692 fu aperto presso del medesimo il Monte di S. Caterina da Bologna, per pegni di seta greggia, trame e organzini.
Innocenzo VIII, 6 Idus Maii 1488, sollecitato dalla città di Cesena, fece una Bolla per la erezione dei Monti di Pietà. Giulio II, nel 19 febbraio 1506, confermò, con Bolla data in Bologna, l’ erezione di questo Monte di Pietà del quale addì 4 gennaio 1508 furono eletti i presidenti.
Al 1510, risalgono i primi Statuti, confermati poi nel 1514 e pubblicati l’8 dicembre dell’ anno stesso.
L’ amministrazione fu composta di 12 presidenti scelti fra il clero secolare e regolare, nell’ ordine dei dottori e nelle corporazioni dei nobili e dei cittadini, che temporariamente governavano questo istituto.
Dicesi che si aprisse nel 1532 il Monte S. Pietro, forse in alcune stanze verso il cortile rustico del vescovato. Questo divenne il principale di tutti i Monti pii di Bologna; ivi risiedevano i Presidenti, e vi si teneva il Deposito.
In questo si concentrarono, nel piano di sopra, il Monte di S. Petronio, già detto delle Scuole, e quello di S. Caterina, suaccennati; come pure fu ivi istituito il Monte S. Francesco, o Massarolo, così detto dal funzionario che vi stava a ricevere le masserizie pignorate giudizialmente, il quale era stato collocato in alcune stanze di dietro, dalla parte del suindicato cortile.
Nel 1535 esisteva pure un Monte nella casa dei Tartagna, poi de’ Bianchetti, sull’ angolo della Seliciata di via Maggiore. Pare che questo venisse trasferito presso la chiesa di S. Bartolomeo a Porta Ravegnana ove fu aperto, nel 1550. Il medesimo, nel 1621, fu traslocato presso la Chiesa della Morte. prendendo il nome di Monte della Scala, perchè vi si montava per quella scala che conduce oggi alla stamperia detta della Colomba. In data 18 novembre 1656. troviamo che lo stesso chiamavasi Monte Nuovo, e veniva trasferito ancora in via Altabella, ove riceveva il titolo di Monte S. Domenico.
Nel maggio 1571 fu istituito il Monte S. Gregorio in via Poggiale N. 709. ove era ancora li 19 luglio 1592.
Si trova che il 23 agosto 1668 fu decretato di ammettere anche i pegni dell’ Orsoglio (organzini) nel sovraccennato Monte di S. Caterina; ma ciò venne revocato il 6, susseguente settembre, e poscia confermato del 1692. Nel 1771 furono ammessi come pegni anche i Veli.
Il 19 dicembre, dello stesso anno 1692, si fondò il Monte della Canapa, che fu aperto sotto il titolo di S. Antonio abate, col 1° Giugno 1693 , in via S. Donato, laddove già era la stalla di Giovanni Il Bentivogli, sulla piazza del Teatro Nuovo, ora Teatro Comunale. Primo custode ne fu un tal Andrea Gulino.
Due Monti di Pietà furono instituiti nel contado. Quello di Budrio. di proprietà di quella Terra, fu fondato il 27 luglio 1531; e quello di S. Giovanni in Persiceto, fu eretto nel febbraio 1572, dai presidenti de’ Monti pii di Bologna i quali ne nominavano i ministri, sicchè era un Monte sussidiario della città di Bologna.
Nel 1583, il 4 maggio, ebbe principio il Monte Matrimonio, indipendente in tutto dalla presidenza degli altri summenzionati. (Vedi Via Altabella N. 1620).
Nel luglio 1761, i diversi Monti sparsi per la città, detti Monti Vecchi, furono riuniti in un solo locale al N. 1627-1628, di Via Altabella.
In detto anno fu ordinato che il gruppo in plastica, La Pietà, esistente già nell’angolo fra il portico delle Scuole e Borgo Salamo, fosse trasferita sotto il loggiato del Monte del Deposito, alias di S. Pietro.
La prerogativa che competeva ai presidenti del Monte di Pietà di Bologna sul Tribunale Criminale detto Torrone, derivava da Concessione Apostolica, e per titolo oneroso di compra, avendo essi, durante il papato di Pio IV, acquistato in perpetuo ( per Scudi 2,500) le ragioni e i diritti della Camera Apostolica sopra l‘ uffizio del Torrone, come da Bolla di detto pontefice in data 4 ottobre 1563.
La Presidenza eleggeva il Capo Notaro, e i quattro Notari subalterni del Torrone; stipendiava mensilmente l’ Uditore, i due Sotti Uditori, il Capo Notaro e i 4 Notari subalterni del tribunale. Stava a suo carico la spesa di lumi, fuoco, carta, penne ecc. e la manutenzione dei locali del tribunale e delle carceri, rimanendo a favor del Monte gli avanzi degli emolumenti criminali, in compenso dei suddetti scudi 2,500 sborsati.
La succitata Bolla pontificia concede ancora alla Presidenza la custodia degli atti e scritture criminali degli andati tempi come dei successivi. Questo prezioso archivio fu collocato, nel 1587, in una stanza fatta fabbricare espressamente nel pubblico Palazzo, poi trasportato in uno stanzone intermedio al vecchio Monte di S. Petronio ed a quello della Seta; infine fu depositato, nel 1761, in Altabella, sopra il nuovo Monte della Canepa, ove fatalmente fu manomesso da un custode, nel 1820, con perdita d’ infiniti codici del XIII e XIV secolo, interessantissimi alla storia patria, per ciò che riguarda le fazioni e i partiti che desolarono a quei giorni la città di Bologna.
Addì 28 giugno 1569, i Presidenti entrarono in tenuta da Scabini del Torrone, e l’ 8 ottobre susseguente, fissarono l’ onorario di 24 scudi mensili a ciascuno dei notari criminalisti.
Nel 1587 la Presidenza del Monte fece fabbricare l’ abitazione del Capo Notaro nel Palazzo del Legato.
Alle nove visite pietose che annualmente si facevano alle carceri, assisteva un presidente, servito da un ministro e dal bidello.
I Monti pii di Bologna andarono soggetti a gravi perdite, per infedeltà dei ministri, e per rubamenti sotferti.
Nel 1585, certi Orazi, massari del Monte S. Pietro, risultarono debitori di ducati 22,000. Il massaro Pompeo Balestra, morto fallito, aveva usurpati ducati 14,000 che avrebbe dovuto pagare un tal Gio. Battista Maltacheto, sua sigurtà; ma avendo questi i suoi beni tutti soggetti a fedecomesso, tutto il danno ricadde sul Monte. – Camillo Gambrado, massaro, lasciò insoluti più di 10,000 ducati. – Il 15 novembre 1656, Gio. Francesco Miserotti, bolognese, già massaro del Monte S. Petronio alle Scuole, fu condannato alla galera in vita per aver defraudato a codesto Monte lire 50,870. 17. 2. – Il 17 ottobre 1657, Girolamo Marchi, massaro del Monte Nuovo situato sotto il portico dell’ Ospitale della Morte, fu anch’ esso condannato alla galera in vita, per essersi trovata mancante di L. 2,833 nella cassa da lui tenuta. -Nel 1711 il 2 dicembre, appiccato sulla Piazza un tal Giorgio Bonetti, orefice e stimatore del Monte, per aver egli stimate per buone varie verghe d’ oro e d’ argento falso, e per avere esorbitantemente apprezzate moltissime gioie, con danno del Monte per la somma di scudi 15,000 circa. Tali ruberìe, commesse dai ministri, ascendono a lire 312,703. 17. 2, in complesso.
Andrea e Cristoforo Fratelli, di Ravenna, furono appiccati, il 17 agosto 1560, per aver rubato al Monte di Bologna. Addì 18 dicembre 1564, Marcantonio Dall’ Aquila, forestiero, tentò di penetrare per la volta di una scuola dello Studio, che corrispondeva alla stanza dove si custodivano gli ori e le gioie del Monte delle Scuole; fu colto in lagrante, ed appiccato il giorno dopo sulla piazza del Pavaglione. Il 19 luglio 1592, Francesco Maria Gurisi fu appiccato presso il Monte di S. Bartolomeo a Porta Ravegnana, e messer Rinaldo Correggiani lo fu presso quello di S. Gregorio alla Volta dei Barberi , ambidue per aver rubato ai Monti pii. Del 1791, Girolamo Lucchini, alias Ridolfi, veronese, fu decapitato sulla Montagnola, per aver rubato, la notte del 25 gennaio 1789, per Scudi 9,000 di capitali, e scudi 700 circa di moneta, al Monte S. Petronio, allora stabilito al secondo piano del Monte S. Pietro verso il cortile rustico dell‘arcivescovato.
La Presidenza, nel 1796, era composta di un canonico di S. Pietro, del Guardiano dell‘ Annunziata, di un Dottore del Collegio civile e d’uno di quello canonico (che stavano in uffizio tre anni), di quattro nobili e di quattro cittadini (che governavano per anni quattro) – totale: Dodici Presidenti.
Il 30 giugno 1796 segna la fatal epoca della distruzione di tutti i Monti di Bologna, compreso quello di S. Giovanni in Persiceto, mediante la spogliazione universale di tutti i loro averi, perpetrata dall’ esercito francese.
Monti Pii di Bologna nel 1796.
Monte di S. Antonio abate – per la Canapa
» » S. Caterina da Bologna _ per Sete greggie, Trame e Orsogli (organzini).
» » S. Domenico-per oggetti Preziosi ed altro.
» » S. Francesco per soli Arnesi di Casa.
In via Altabella ai numeri 1627,1628
» » S. Petronio – per Oggetti Preziosi.
» » S. Pietro – per Oggetti Preziosi.
» » del Deposito, o Cassa gen., che conteneva anche molte Somme depositativi da particolari.
In Piazza San Pietro N.473
I suddetti Monti, compreso quello di S. Giovanni, avevano N. 158,916 pegni , sui quali si erano sborsate in prestito L. 1,536,376. 08. 8
Nelle Casse particolari dei Monti, ed in quella del Deposito trovavansi. L. 424,930. 03. 8, per un totale di L.L. 1,961,306. 12. 4.
I piccoli pegni, considerati come appartenenti ai poveri, furono restituiti gratis ai loro proprietari.
Per questa inaudita catastrofe vennero chiusi i Monti e licenziati i ministri dei medesimi. Rimasero però alcuni stabili in proprietà dei Monti; e questi coadiuvarono poì, in seguito, a riaprire il Monte di S. Pietro, che in breve tempo ha moltissimo prosperato.