Filatoglieri. Questi artigiani erano soggetti alla società della seta. Tentarono essi di erigersi in società, come si rileva da un decreto delli 21 agosto 1556, col quale il Gonfaloniere Gio. Antonio Grassi, per commissione del Senato, “annullò, distrusse e disfece l’ arte dei filatoglieri, che li medesimi arbitrariamente facendo capitoli, estraendo massaro, ecc. s’erano erogato di fare, ed inoltre fece disfare, rompere e devastare l’ abito del Signifero, che temerariamente e sediziosamente avevano fatto, facendo anco eseguire precetto penale a ciascun filatogliero di non più radunarsi, far convocazioni, sessioni, ufficiali, ecc.”. Rogito Pellegrino dall’Oro notaro delle riformazioni.
L’ arte dei filatoglieri fu sempre riguardata con occhio geloso dal Governo affinchè il mestiere non fosse portato altrove. Si cita in proposito il bando delli 24 maggio 1510 emanato dal Cardinal Francesco Alidosio Legato di Bologna — Contro Antonio Bernardino Croci da Castelvetro, Filippo di Barone dal Giudice, Francesco di Giacomo Bene, Domenico detto il Fiorentino da Bologna, Salvatore di Angelo Ebreo, Antonio dal Borgo e Angelica sua moglie, e tutti i filatoglieri per aver portato altrove l’ arte e provisione insieme, e poi chi ciò farà in avvenire sarà punito capitalmente con la confisca di tutti i beni, intendendo in tale pena inclusi i complici, aiutatori, acettatori, ricettatori, minacciando la scomunica ipso facto riservata alla Santa Sede, e tutto ciò estendersi a tintori, filatoglieri, increspatori, torzidori, ed ogni altro membro e lavoratore dell’ arte della seta. — In detta provisione si dice ancora — Che il mestiere dei telami da seta è unico e peculiare dono concesso da Dio a questa città, il quale tanto è più da custodire quanto più si conosce essere utile e fruttuoso in essa, e tanto più si debba tener caro quanto maggior comodo e benefizio se ne riceve. —.
Si dice anche che il Cardinal Angelo Reatino essendo Legato di Bologna fece una simile provisione addì 10 dicembre 1460, ed il Cardinal Francesco Gonzaga nel 1474 contro Cosmo Dini fiorentino e suoi complici per aver tentato di portare questo mestiere nella città di Firenze.
Li 15 febbraio 1538 il Senato dichiarò banditi capitali, ribelli ed infami, con pena di essere dipinti appiccati per i piedi ai cantoni del palazzo, nei postriboli ed altri luoghi infami con un modo disonorevole e vituperoso e confiscati i beni, Cesare di Nicolò Dulcini filatogliero già cittadino di Bologna, e Vincenzo di Giovanni Fradini da Vignola falegname, per over portato via l’arte dei filatogli.
Quest’arte nel 1580 fu incombenzata di aver cura dell’acqua del canale di Reno cominciando dalle calende di luglio per tutto il 10 ottobre, che poi fu estesa a tutto il mese predetto.