Origine di Bologna

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Bianchetti (Vicolo)

Vicolo Bianchetti
Da Strada Maggiore a piazza Aldrovandi.
Quartiere San Vitale.
Prima documentazione dell’odonimo: 1874.


L’odierno vicolo Bianchetti risulta dall’unione di due antichi vicoli. Uno, da sud a nord, relitto dello spalto della cerchia muraria del Torresotti o del Mille, era il Broglio dei Mussolini, l’altro, in cui il Broglio dei Mussolini si immetteva, era il Vicolo de’ Cospi, che congiungeva via Guido Reni (già Via dei Vitali) e piazza Aldrovandi (già Seliciata di Strada Maggiore).
Lo Zanti, l’Alidosi, il Banchieri, l’Aretusi furono concordi nel chiamare Bruolo o Broilo dei Mussoloini il tratto da Strada Maggiore al Vicolo de’ Cospi. Bruolo o Broilo evidentemente sono una corruzione di Broglio.
Il Mitelli, forse per errore, chiamò questo vicolo semplicemente Brulo mentre assegnò Broglio dei Musselini all’odierno vicolo Broglio (se ne vedano le note), già noto come vicolo Fossa o Via di San Michele de’ Leprosetti. L’errore si trasferì alla pianta del Monari, la cui odonomastica era essenzialmente la stessa del Mitelli. L’attento Salaroli nel 1743 assegnò correttamente a questa via il nome di Broglio dei Mussolini, ma la posa delle lapidette nel 1801 (che erano basate sull’odonomastica della pianta del Monari e che ne ereditarono imprecisioni ed errori) sancì l’errore.
Ufficialmente l’odonimo Broglio dei Mussolini fu assegnato all’attuale vicolo Broglio, mentre il vero Broglio dei Mussolini perse lo specificativo de’ Mussolini e rimase Brolo chiamato talvolta Brolo di Strada Maggiore.
Le lapidette ufficializzarono la forma Brollo.
Per broglio si rimanda al capitolo sulle denominazioni urbanistiche generiche tipiche in uso anticamente a Bologna. De’ Mussolini perché qui, verso Strada Maggiore, erano le case e torre dei Mussolini che diedero il nome al vicolo.
Il Vicolo Cospi, come si è già detto, metteva in comunicazione la Via de’ Vitali (oggi via Guido Reni) con la Seliciata di Strada Maggiore (oggi piazza Aldrovandi). La comunicazione fu interrotta nel 1714, anno in cui l’Assunteria di Ornato permise ad un conte Ranuzzi Cospi di chiuderlo1.
Questo vicolo ebbe anche i nomi di Androna di San Vitale (Alidosi e Salaroli) e Androna dei Giustoli o Justoli (Alidosi, Salaroli e Aretusi), anche se, per quest’ultimo nome, il Guidicini2 sostenne trattarsi di errore, essendo per lui Androna de’ Giustoli o Justoli da assegnare alla Via de’ Vitali (ora via Guido Reni, a cui si rimanda).
Il vicolo prese il nome dalla famiglia Cospi che ebbe case e palazzi tra il Vicolo Cospi e via San Vitale.
Con la riforma toponomastica del 1873/1878 il vicolo venne ribattezzato col nome della famiglia Bianchetti, il cui palazzo è all’angolo tra Strada Maggiore, piazza Aldrovandi ed il vicolo Bianchetti stesso.


1Giuseppe Guidicini: Cose Notabili …, Vol. I, pag. 450.
2Giuseppe Guidicini: ibidem.


Fonti

Zanti: Nomi, et cognomi di tutte le strade, contrade, et borghi di Bologna, di Giovanni Zanti  pubblicato nel 1583.
Alidosi: Nomi delle strade, vie, borghi, et vicoli, che sono nella città di Bologna, di Giovanni Niccolò Pasquali Alidosi, pubblicato nel 1624).
Banchieri: Origine Delle Porte, Strade, Borghi Contrade, Vie, Viazzoli, Piazzole, Salicate, Piazze, e Trebbi dell’Illustrissima Città di Bologna con i loro Nomi, Pronomi, e Cognomi, di Camillo Scaligeri della Fratta (pseudonimo di Adriano Banchieri), pubblicato da Clemente Ferroni nel 1635.
Aretusi: Origine di Bologna. Pianta di Bologna di Costantino Aretusi, pubblicata nel 1636.
Mitelli: Bologna in pianta, città del Papa, famosa pianta di Agostino Mitelli, pubblicata nel 1692.
Salaroli: Origine di tutte le strade sotterranei e luoghi riguardevoli della città di Bologna di Ciro Lasarolla (Pseudonimo di Carlo Salaroli), pubblicato nel 1743.
Monari: Città di Bologna posta in pianta in esatta misura con la distinzione de portici che sono in essa, Pianta di Gregorio Monari, pubblicata nel 1745.
Guidicini: Cose Notabili della Città di Bologna ossia Storia Cronologica de’ suoi stabili sacri, pubblici e privati, di Giuseppe Guidicini (scritto prima del 1837, ma pubblicato nel 1868).
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